Trevico
è un comune italiano della provincia di Avellino
in Campania. È il comune della regione posto
alla maggior altitudine, nonché l'unico con
la sede comunale situata oltre i 1.000 m s.l.m. Situato
nell'Appennino campano, Trevico è il paese
più antico e più alto della Baronia.
Ribattezzato "il tetto d'Irpinia", con i
suoi 1090 metri di altitudine è anche il comune
più elevato dell'intera regione. Dal centro
storico la visuale è assai ampia, tanto sulla
vicina valle dell'Ufita quanto verso il Tavoliere
delle Puglie; è inoltre possibile scorgere
alcune parti di 6 delle 20 regioni italiane. Le pendici
del rilievo su cui sorge Trevico sono rivestite da
fitti castagneti. A causa dell'altitudine il clima
si presenta rigido e ventoso d'inverno ma assai fresco
d'estate. A differenza che nel resto dell'Irpinia,
ma analogamente alla vicina Puglia, le precipitazioni
sono relativamente scarse. Il centro cittadino, situato
sulla vetta del monte di Trevico, accoglie solo una
parte della popolazione residente. Una parte cospicua
risiede invece nelle frazioni ubicate lungo il versante
nord, a mezza costa. Tra le frazioni più notevoli
si citano Molini, Caprareccia, Farullo e Lungarella.
Le attività agro-silvo-pastorali sono alla
base dell'economia locale. I tre principali prodotti
tipici, quali la castagna di Trevico (di origini assai
antiche), la patata di Trevico (impiantata fin dagli
inizi dell'Ottocento) e il prosciutto di Trevico (anch'esso
attestato fin dall'Ottocento), si fregiano del marchio
PAT rilasciato dal Ministero delle politiche agricole
alimentari e forestali. Il comune fa parte della Comunità
montana dell'Ufita.
ETIMOLOGIA
Il toponimo Trivicum è attestato fin dall'epoca
romana, sebbene nel Medioevo fossero utilizzate le
forme Mons de Vico o semplicemente Vicum. In quanto
all'etimologia vi sono due diverse spiegazioni. Secondo
una prima ipotesi, si chiama così perché
formato anticamente dall'unione di tre borghi (vici
in latino). Una teoria alternativa vorrebbe che il
nome Trevico derivi dal culto della Dea Trivia (altro
nome di Diana) cui era dedicato, proprio su quel monte,
un tempio.
Cattedrale
Dedicata a Santa Maria Assunta, fu edificata fra il
V e il VI secolo, con pianta a croce greca. Tuttavia
nell'XI secolo, allorquando Trevico fu eretta a sede
vescovile, l'edificio fu profondamente modificato
tanto che l'ingresso principale venne ricavato nel
corpo del campanile. Ingrandita nel Cinquecento, venne
gravemente lesionata durante il terremoto del 1694
e poi nuovamente a causa del sisma del 1702. Dopo
lunghi lavori di ristrutturazione, patì gravi
danni per effetto del terremoto del 1732. Rimodernata
a fine Ottocento, venne ancora una volta danneggiata
dal terremoto dell'Irpinia del 1980, cui seguì
l'ennesimo restauro. Dichiarata monumento nazionale,
custodisce le reliquie di Sant'Euplio e della martire
palermitana Santa Rosalia.
Cripta
Situata nei sotterranei della Cattedrale, ma provvista
di ingresso autonomo, è di origine assai antica
(il portale in stile gotico porta la data del 1409).
A seguito di restauri eseguiti nel XX secolo, furono
rinvenuti un altare sacrificale, due statue lignee
della Madonna della Libera, tracce di affreschi (forse
realizzati da allievi napoletani di Giotto) oltre
a statue e dipinti antichi. La cripta è fornita
di una serie di lucernari e orientata in modo tale
da consentire l'illuminazione naturale.
Castello
Il castello di Trevico si ergeva sul punto più
alto del paese, in posizione ottimale per la difesa.
Già esistente all'epoca della dominazione normanna,
quando vi risiedeva Gradilone signore di Trevico e
della Baronia, il castello divenne poi la dimora dei
feudatari locali. Progressivamente abbandonato a partire
dal XV-XVI secolo, cadde rapidamente in rovina. Di
esso rimangono soltanto alcune cortine murarie munite
di finestroni e i resti di una torre in stile aragonese.
Palazzo Scola
È questa la casa in cui il regista Ettore Scola
nacque (nel 1931) e trascorse la prima infanzia. Ubicato
fra i vicoli del centro storico in posizione assai
panoramica, conserva molti degli elementi stilistici
e decorativi originari. Ristrutturato dopo i danni
patiti a seguito del sisma del 1980, nel 2003 venne
donato dalla famiglia Scola al comune di Trevico.
Pur avendo risieduto stabilmente a Roma, Ettore Scola
mantenne sempre legami molto stretti con il borgo
d'origine, il cui nome compare anche nel titolo di
un film ("Trevico-Torino - Viaggio nel Fiat-Nam",
girato nel 1973).
CENNI STORICI
Orazio, nel 37 a.C., afferma nella Quinta Satira del
primo libro dei suoi Sermones di aver percorso una
diramazione della via Appia, sostando in una vicina
Trivici villa, mentre era in viaggio verso Brindisi
per una missione diplomatica in compagnia di Mecenate
e Virgilio. Se l'origine del nome Trevico è
dovuta alla fusione di tre villaggi, tres vici, è
opportuno risalire ad un unico centro dalle caratteristiche
ben definite. La moderna Trevico sorse però
nell'alto Medioevo. Quasi tutti i comuni della Baronia
erano in origine casali di Trevico, che nel Medioevo
era detta Mons de Vico o semplicemente Vicum. L'importanza
di Trevico crebbe nel tempo. Sotto i Normanni divenne
sede di diocesi e venne per la prima volta usato il
termine "Baronia" nel 1122 per indicare
i possedimenti di Riccardo filius Riccardi che divenne
appunto barone di Trevico, Contra e Flumeri. Nell'Ottocento
il comune fece parte del circondario di Castelbaronia
ricadente nel distretto di Ariano nell'ambito del
principato Ultra all'interno del regno delle Due Sicilie.
In epoca postunitaria Trevico fu parte del mandamento
di Castelbaronia nell'ambito del circondario di Ariano
di Puglia all'interno della provincia di Avellino.