LA CORALLINA TRASLOCHI - TORRE DEL GRECO - NA
CONSERVATORIO DI MUSICA SAN PIETRO A MAJELLA - NAPOLI
FONDAZIONE IDIS CITTA' DELLA SCIENZA - NAPOLI (NA)

 

 

 

 

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Torre del Greco


Torre del Greco è un comune della provincia di Napoli. Quarto comune della Campania per numero di abitanti, ha una popolazione distribuita su tre centri abitati, confinanti senza soluzione di continuità: l'omonimo capoluogo, una frazione e la contrada "Leopardi", così chiamata in onore del poeta, che vi soggiornò brevemente nell'ultimo periodo della sua vita. È famosa in tutto il mondo per la raffinata lavorazione del corallo e dei cammei di conchiglia. La città di Torre del Greco è situata nelle immediate vicinanze del Vesuvio, tra il vulcano e il golfo di Napoli.

ETIMOLOGIA
Le ipotesi sull'origine del nome sono svariate. Secondo alcuni il nome è legato all'evento storico che ci racconta che il territorio subì la dominazione dei Greci, altri credono che il nome sia legato al "buon vino" greco prodotto nella zona. Un'altra ipotesi (non condivisa dagli studiosi) è quella secondo cui anticamente il paese era chiamato Torre Octavia in riferimento alla distanza di "8 miglia" da Napoli.

QUARTIERI
"Lava Nova" detto anche "n'coppa a lava nova" è una zona della contrada Scappi cosi chiamata perché ricostruita al di sopra della lava dell'ultima eruzione vesuviana del 1794.
"Vianova", zona che prende il nome, come in molte altre cittadine della provincia di Napoli, dalla via di "circumvallazione", costruita durante il ventennio fascista.
"Vesuviana", zona situata a ridosso della stazione della ferrovia Circumvesuviana.
"I Camaldoli", zona situata sul "colle di Sant'Alfonso", detto anche "colle dei Camaldoli, ovvero "o' Monte".
"Fiorillo", zona che prende il nome dalla omonima strada, che segna il confine tra Torre del Greco ed Ercolano.
"Santa Teresa", zona tra la chiesa di Santa Maria del Popolo, e la zona Fiorillo, che comprende la chiesa ed il convento dei frati di Santa Teresa degli Scalzi, dal quale prende il nome.
"Litoranea", zona corrispondente al lungomare, ovvero la passeggiata a mare , aperta al traffico nel corso dell'estate del 1958 e negli anni '60 e '70, meta balneare della Napoli bene.
"Portosalvo", piccolo borgo marinaro, in cui si trova la parrocchia di Santa Maria di Portosalvo, il locale circolo nautico, la sede staccata della locale capitaneria di porto e attività economiche legate alla nautica.

"Scarpetta", "Banchina", "Spiaggia del Fronte" e '"Porto" sono i nomi locali di quattro aree del porto di Torre del Greco: la "Scarpetta è la diga frangiflutti di levante, terminante con il fanale verde delimitante l'imboccatura del porto, costruita su una lingua sottomarina di roccia lavica che si allunga verso il mare in direzione ortogonale alla linea di costa; la "Banchina" è il punto all'interno del porto, dove trovano spazio per poter ormeggiare i natanti da pesca e da diporto; la "Spiaggia del Fronte" costituisce la zona tra la banchina ed il braccio della diga foranea, anche detta "n'terra a rena", dove sono ubicati i piu' antichi cantieri navali di Torre del Greco; il "Porto", nel linguaggio locale indica la diga foranea o "frangiflutti di ponente", sulla cui estremità è posto il fanale rosso delimitante, in coppia con il fanale verde della "diga frangiflutti di levante", l'accesso del porto.
"Sopra De Nicola", è una zona residenziale, nella quale vi è la villa acquistata dall'avvocato napoletano Enrico De Nicola edove egli (De Nicola) morì.
"Contrada Calastro", situata a ponente del porto, sede di storici cantieri navali e di alcuni stabilimenti balneari.
Contrade "Montedoro", "Scappi" e "Bianchini", di origine agricola e attualmente zone residenziali suburbane, occupano l'area a metà distanza tra il Vesuvio ed il centro della città.
"Contrada Leopardi", così chiamata in onore del poeta, che vi abitò tra l'estate del 1836 e l'inverno del 1837 nella villa Carafa-Ferrigni, attualmente chiamata "Villa delle Ginestre".
Contrade "Sant'Antonio","Cappella Carotenuto o Lamaria", "San Vito", "Epitaffio", "Lava Troia", "Ponte della Gatta", "Torretta Fiorillo", "Casa Cirillo", "Viuli", "Villa inglese" e "Palazzone" sono antiche contrade inglobate nella cittadina a seguito della moderna espansione urbanistica, di cui restano oggi solo i toponimi.
La contrada "Leopardi" e le zone di "Palazzone", "Viuli", "Villa Inglese", "Casa Cirillo", "Cappella Nuova," "Camaldoli", "Torretta Fiorillo" e "Ponte della Gatta" sono ubicate nella frazione di Santa Maria La Bruna.

SANTA MARIA LA BRUNA
Santa Maria la Bruna è un insediamento di tradizione prevalentemente agricola, nonostante la vicinanza con il mare, che ha avuto una considerevole espansione negli anni Settanta. Si trova a sud-est della città ed è servita dall'omonima stazione della linea ferroviaria Napoli-Salerno, che ospita anche le officine FS. È anche sede di una sezione degli uffici comunali per la gestione dell' anagrafe cittadina.

ORIGINI E CENNI STORICI
In epoca romana, come testimoniano numerosi reperti archeologici, Torre del Greco costituiva probabilmente un sobborgoresidenziale di Ercolano, con l'insediamento di ville, favorito dall'amenità dei luoghi e dalla posizione al centro del golfo di Napoli. Il territorio, come quelli di Ercolano, Pompei, Stabia e Oplonti, venne sconvolto dalla devastante eruzione del Vesuvio del 79 d.C., che rimodellò l'intero suolo e respinse il mare per oltre 500 metri.

In epoca successiva si hanno notizie dell'esistenza di due villaggi, "Sora" e "Calastro", di cui sopravvive il toponimo in due delle attuali contrade: nel 535 gli abitanti dei due villaggi di "Sora" e di "Calastro" vennero trasferiti a Napoli dal generale bizantino Belisario, per ripopolare la città dopo il sacco che aveva subito. Intorno all'anno 700 è riferito nella zona il toponimo di Turris Octava, riferito ad una torre di avvistamento, probabilmente l'ottava di questo tipo a partire da Napoli.

I Saraceni si insediarono nel territorio nell'880, con il permesso del vescovo di Napoli Atanasio, dal quale furono successivamente trasferiti ad Agropoli due anni dopo.

Nel 1015 compare per la prima volta il riferimento all'attuale toponimo e Turris Octava diviene "Torre del Greco": secondo una leggenda locale il nome sarebbe derivato dalla coltivazione di un particolare vitigno proveniente dalla Grecia. Un'altra ipotesi etimologica suggerisce invece la derivazione del nome da un eremita orientale che si sarebbe insediato nella torre.

Fu in seguito presa dagli Svevi e a partire dal Quattrocento subì le vicende del Regno di Napoli, facendo parte del demanio reale. Il re Alfonso I ne cedette il possesso alla famiglia Carafa, senza diritti feudali.

Nel 1631 un'eruzione di proporzioni ingenti distrusse tutto il versante a mare del Vesuvio. Torre del Greco venne invasa datorrenti fangosi e da grandissimi flussi lavici, dei quali uno in particolare generò le scogliere della Scala.

Le vicende della città sono state narrate dall'erudito locale seicentesco Francesco Balzano, che pubblicò nel 1688 l'opera L'antica Ercolano, ovvero la Torre del Greco tolta all'oblio, in tre libri dedicati al barone Biagio Aldimari.

Il 18 maggio 1699 la città riacquistò il diritto di possesso del suo territorio con un atto di compravendita dall'ultimo dei proprietari, il marchese di Monforte, per 106.000 ducati e dopo questa data si ebbe una fioritura del commercio marittimo, mentre la flottiglia peschereccia dell'epoca contava 214 imbarcazioni, dedite alla raccolta delle spugne, del corallo e delle conchiglie. In quest'epoca nacque la tradizione della lavorazione del corallo.

Tra il XVII e il XVIII secolo vi furono edificate diverse ville signorili dell'area vesuviana: le ville del Miglio d'oro sotto i Borboni, conservano ancora oggi splendidi esempi di architettura settecentesca.

L'eruzione del Vesuvio del 1794 entrò con tre rami lavici nel contesto cittadino seppellendo il centro storico sotto uno spessore lavico di circa 10 metri. Numerose altre eruzioni avevano portato nei secoli danni alla città, definita "la città del Vesuvio" per l'impatto sulla sua vita del vulcano. A causa delle numerosi distruzioni subite nel corso della sua storia, sullo stemma della città, che comprende una torre, è riportato il motto della fenice: Post fata resurgo.

La città divenne municipio sotto la dominazione di Giuseppe Bonaparte nel 1809 con l'elezione del primo sindaco Giovanni Scognamiglio. Sotto la dominazione di Murat divenne la terza città del Regno di Napoli dopo Napoli e Foggia con 18.000 abitanti, malgrado le ripetute eruzioni vulcaniche che anche nel XIX secolo, avvenivano quasi ogni due anni.

AREE ARCHEOLOGICHE
L'area di maggior interesse archeologico, risalente al I secolo d.C., è la "contrada Sora", caratterizzata da resti della Villa Sora, probabilmente posseduta dalla famiglia Flavia. Annesso alla villa, vi è un complesso termale, ora praticamente sulla spiaggia torrese. La villa fu riscoperta nel 1974 dal Gruppo archeologico di Torre del Greco "Giuseppe Novi".

In zona "Colle dei Camaldoli" esistono i ruderi di una villa rustica e in "contrada Calastro", altre presenze archeologiche testimoniano l'esistenza di un suburbio cittadino.

In zona porto, si possono trovare le famossissime cento fontane

MONUMENTI
Monastero degli Zoccolanti, edificato sulle vestigia di un precedente complesso monastico nel Cinquecento. All'interno del chiostro sono rappresentati in 28 pannelli affrescati, episodi della vita e della predicazione di Francesco d'Assisi.
Le chiese di Torre del Greco furono spesso riedificate su edifici più antichi, distrutti nel corso dei secoli dalle eruzioni laviche del Vesuvio. Tra questi:

la parrocchia di Santa Croce con il suo campanile barocco, che venne seppellito durante l'eruzione del 1794;
la vicina seicentesca chiesa di San Michele con la Terra Santa;
l'area ipogea della chiesa dell'Assunta con i suoi cunicoli scavati al di sotto dell'eruzione del 1794.
La chiesa di Santa Maria del Principio, conserva ancora intatta l'area ipogea e le vestigia dell'antica chiesa risalente al 1000.

Tra le ville che sorsero nella zona tra il XVII e il XVIII secolo sono da citare:

villa Vallelonga, dei primi del Settecento,
villa del Cardinale, con un bel salone con affreschi settecenteschi,
villa Ferrigni, detta "delle Ginestre", dove soggiornò Giacomo Leopardi,
"villa Prota",
"villa Macrina", oggi restaurata.
I giardini pubblici sono stati intitolati a Vincenzo Ciaravolo, marinaio morto nel Mar Rosso durante l'affondamento della nave su cui navigava.

MUSEI
La città ospita due musei dedicati al corallo: uno storico all'interno dell'"Istituto d'arte di stato" e l'altro più piccolo e privato, con la collezione Liverino.

IL PALIO
II "Palio di Torre del Greco" è un'opera pittorica del Maestro Carlo Ciavolino. È un olio su tela e misura 220 cm. di altezza per 110 di base.

Torre del Greco, la sua storia, la sua civiltà si intrec­ciano e si compenetrano in un racconto che ci coinvolge per intero, nell'animo tenace di questo popolo indomito e sicuro, geniale e industrioso e credente.

Il Maestro realizza un perfetto unicum armonioso, dove colori e forme srotolano con mirabile immediatezza ed efficacia, con un linguaggio chiaro e deciso, la vicenda di questa gente, da millenni rannicchiata tra le calde onde tirreniche e le fertilissime balze vesuviane: la torre, il corallo con la conchiglia, il castello e la fontana, il Vesuvio, la parrocchiale di S. Croce col suo invitto campanile; il Beato Vincenzo Romano e lo sguardo vigile della Vergine Immacolata. Mentre l'arco dell'iride, aleggia e viaggia, insieme con i vessilli nazionale ed europeo, sulle candide ali della colomba della pace, partendosi dalla barca, col suo uomo teso nello sforzo della gara per la conquista del Palio. Tutti e tutto raccolti nell'abbraccio rassicurante e protettore del Cristo della Salvezza.

Carlo Ciavolino proietta le immagini nel celeste infinito e indefinito, ognuna debitrice dell'altra del proprio retaggio, della propria significazione. Ognuna complementare ed indispensabile al "rac­conto" storico-artistico. Una osmosi ed una simbiosi perfette, realizzate magistralmente.

Un'opera d'arte di gran pregio, molto bella, che onora Torre del Greco e il suo Palio, i torresi e la loro terra, donataci da un artista rinomato.

Un'opera che ricolloca la città nella sua giusta e nobile dimensione storica ed attuale, che si fa e diventa essa stessa storia e presente. E stimolo per un rinnovato futuro.

FESTA DEI QUATTRO ALTARI
Nata come festa religiosa del Corpus Domini, cominciò ad acquistare un diverso significato dopo l'acquisto del territorio cittadino dai proprietari nel 1699: secondo una tradizione locale, sebbene in realtà la città non fosse mai stata sottoposta a dominio feudale, il riscatto sarebbe stato pagato per abolire il diritto di prima notte del barone sulle donne torresi, motivo per il quale la festa è conosciuta anche come a festa r'i curnuti ("la festa dei cornuti")

Caratteristica è la realizzazione di scenografie dipinte su tela, dette per l'appunto "altari", esposti in quattro luoghi rappresentativi della città in occasione dei festeggiamenti: il primo al porto, nella piazza più grande, dove è situata la basilica della Madonna di Santa Croce, il secondo nella via dei commercianti, oggi via Roma", il terzo nella piazza più antica di Torre del Greco, piazza Luigi Palomba, e il quarto, il più popolare, in corso Umberto I ("n'gopp a Guardia"). Il primo altare era detto "di vasciammare, o anche "di fabbrica", in quanto veniva realizzato su una impalcatura di tavole di legno, sulle quali veniva steso, quotidianamente, un intonaco sul quale l’artista dipingeva ad affresco la scena.

FESTA DELL'IMMACOLATA
L'8 dicembre 1861, ed i successivi due giorni, una terrificante eruzione di tipo effusivo-esplosivo ed un violento terremoto sconvolsero la città. I Torresi fecero voto alla Madonna Immacolata, da sempre oggetto di viva devozione, di portare in processione su di un carro trionfale una sua raffigurazione, se il cataclisma fosse cessato. Secondo il resoconto dei testimoni dell'epoca, la lava arrestò improvvisamente la sua furia devastatrice, perciò, a partire dall'anno seguente, il 1862, ogni 8 dicembre, la processione viene ripetuta in ricordo dell'evento miracoloso, con la costruzione di un carro di imponenti dimensioni, portato in giro per la città da oltre un centinaio di volontari, tra le acclamazioni di giubilo della folla che in copiosa quantità si accalca, per le strade e sui balconi, per salutarne il passaggio.

PERSONAGGI FAMOSI
Salvatore Accardo, violinista e direttore d'orchestra
Enrico de Nicola, primo Presidente della Repubblica Italiana
Mauro Esposito, calciatore
Giulio Golia presentatore
Mimmo Liguoro, giornalista
Adolfo Margiotta, comico Francesco Vitiello, attore
Gennaro Vitiello , regista e attore teatrale

ECONOMIA
Torre Del Greco è nota nel mondo soprattutto per la lavorazione artigianale dei coralli, dei cammei e della madreperla. Questa tradizione artistica, sviluppatasi a partire dal XVII secolo è ancora oggi tramandata dall'antica Scuola d'incisione e lavorazione del corallo annessa all'omonimo Museo.

Ai corallai si affiancarono istituti di assistenza economica e assicurativa, divenuti legali nel 1825. Il 19 aprile 1888 sorse la Banca di credito popolare di Torre del Greco, ancora attiva con oltre 50 filiali.

È presente un'importante industria armatoriale, erede dei pescatori di corallo, con sei grandi società di navigazioni ("Deiulemar", "Giuseppe Bottiglieri di Navigazione", "Fratelli D'Amato", "Di Maio & Partners", "Perseveranza", "Bottiglieri - De Carlini - Rizzo") e altre di minore importanza.

Attività lavorative ed economiche prevalenti sono: Il lavoro marittimo, i cantieri navali siti sul porto, il centro di manutenzione delle Ferrovie dello Stato a Santa Maria la Bruna, laboratori orafi e del corallo e aziende florovivaistiche di media e piccola estensione.

Tra gli anni '50 e '70 Torre del Greco rappresentava il maggiore serbatoio di forza lavoro legato alle grandi navi, sia da passeggeri che da carico. I marittimi iscritti superavano le 30.000 unità, creando uno stato di agiatezza e di ricchezza che ancora oggi risulta essere unico nella storia del lavoro marittimo ed industriale in Italia. Oggi a seguito di strutturali mutamenti avvenuti nell' ambito nazionale ed internazionale, questo settore riesce ad occupare solamente circa 6000 lavoratori.

DATI RIEPILOGATIVI

Popolazione Residente 85.382 (M 41.313, F 44.069)
Densità per Kmq: 2.784,8
Superficie: 30,66 Kmq

CAP 80059
Prefisso Telefonico 081
Codice Istat 063084
Codice Catastale L259

Denominazione Abitanti torresi
Slogan della Città La città del corallo, dei fiori e del mare
Santo Patrono Immacolata Concezione
Festa Patronale 8 dicembre

Il Comune di Torre del Greco fa parte di:
Area Geografica: Area Vesuviana
Regione Agraria n. 2 - Colline Litoranee di Napoli
Parco Nazionale del Vesuvio
Associazione Nazionale Città del Pesce di Mare

Località e Frazioni di Torre del Greco
Cappella Nuova, Leopardi, Ponte della Gatta, Scappi, Cappella Bianchini, Cappella Carotenuto, Montedoro, Santa Maria La Bruna, Portosalvo, Camaldoli, Calastro, Litoranea

Comuni Confinanti
Boscotrecase, Ercolano, Ottaviano, Torre Annunziata, Trecase.

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