San
Giorgio a Cremano è un comune in provincia
di Napoli.
Situato
alle falde del Vesuvio, oggi è ormai parte
integrante dell'agglomerato urbano della città
di Napoli ed è collegato a questa dalla ferrovia
Circumvesuviana.
ETIMOLOGIA
Il nome fa riferimento alla forte venerazione per
il Santo che secondo la tradizione salvò, alla
fine del X secolo, gli abitanti dall'eruzione del
Vesuvio. Il termine Cremano è invece un antico
toponimo di una striscia attualmente compresa fra
Portici e San Giorgio (esitono ad esempio la cosiddetta
Cupa di Cremano e il Pozzo di Cremano). Alcuni credono
che derivi dal latino "crematum" con riferimento
alla terra "cremata", ossia bruciata dal
Vesuvio. Altri ritengono che derivi dalla denominazione
del territorio di Cambrano, che a sua volta deriverebbe
dal nome Cambarus, un ipotetico proprietario terriero.
Per altri deriverebbe dal latino "crambe"
che significa cavolo, per indicare la coltivazione
di quel tempo
ORIGINI
E CENNI STORICI
Le numerose eruzioni del Vesuvio, che si susseguirono
a partire da quella del 79, resero il territorio su
cui ora si stendono San Giorgio a Cremano e i comuni
limitrofi sostanzialmente disabitato fino agli inizi
del sec. X. Tali territori erano genericamente denominati
Foris Flubeum, ad indicare che erano separati da Napoli
dal corso dell'antico fiume Sebeto. Solo intorno al
993 fu edificata nella zona detta Capitiniano una
piccola cappella votiva consacrata a San Giorgio.
Alla fine del sec. XI fu edificata nello stesso luogo
una chiesa, attorno alla quale si sviluppò
il primo nucleo abitativo che diventa Casale con il
nome di San Giorgio a Capitiniano, situato nella zona
dell'attuale cimitero. Con il passare del tempo il
Casale cominciò a svilupparsi verso il mare
nella zona detta Cambrano, tanto da cambiare nome
in San Giorgio a Cambrano, come attestato già
nel 1334 sotto il regno di Carlo d'Angiò. Si
vennero a creare così due nuclei abitativi,
il quartiere di sopra e quello di bascio, che intanto
aveva assorbito l'antico casale di S.Aniello a Cambrano.
Il centro cittadino rimase però la parte alta,
dove nel frattempo la chiesa di San Giorgio Vecchio
prendeva l'aspetto attuale a tre navate in stile gotico.
Solo nel 1570 la vita religiosa del Casale si sposta
nella parte bassa, con l'edificazione della chiesa
di Santa Maria del Principio, attorno alla quale prospera
il nuovo centro cittadino. Tuttavia la violenta eruzione
del 1631 colpisce duramente San Giorgio, distruggendo
il centro cittadino, la chiesa di S.Maria del Principio
e i documenti storici in essa custoditi. Solo poche
costruzioni furono risparmiate, come la stessa chiesa
di San Giorgio Vecchio e la cosiddetta Torre Ummarino.
Nel 1670 viene ricostruita la chiesa di S.Maria del
Principio, sulle rovine della precedente e il Casale
cominciò nuovamente a ripopolarsi. La città
conobbe un periodo florido sotto il dominio spagnolo
ed ancor più sotto i Borbone, grazie alle iniziative
promosse da Carlo III, che diede impulso alle attività
economiche dell'intera area vesuviana. Fu in quel
periodo che la città divenne luogo di villeggiatura
di famiglie nobili napoletane, come testimoniano le
numerose ville settecentesche.
I
successivi moti indipendentisti ispirati dalla rivoluzione
francese trovarono non poca resistenza nella città,
devota alla monarchia borbonica. Tuttavia la città
divenne Repubblica Paesana nel 1799. La Carboneria,
che da lì a poco sarebbe nata, trovò
i primi iscritti anche in questa città che,
in tal modo, contribuì ai moti del 1820. Dopo
l'unità d'Italia San Giorgio a Cremano subì
un periodo di decadenza, pur restando un apprezzato
e ricercato luogo di villeggiatura.
Allo
studio e alla ricostruzione delle vicende storiche
e culturali della città si è a lungo
dedicato il sacerdote Giovanni Alagi, coadiuvato a
suo tempo dal porticese Giovanni Coppola, indimenticata
figura di sacerdote, bibliofilo e cultore di studi
umanistici.
All'inizio
degli anni '70 l'Ufficio Commercio del Comune di San
Giorgio a Cremano registrava la presenza di 58 aziende
tessili. Micro-imprese, dove abili mani confezionavano
ogni giorno migliaia di camicie destinate al mercato
italiano e a quello estero. È il retaggio di
un'antica tradizione che risale alla metà del
'700, quando le seterie della zona si erano specializzate
nella produzione di camicie, da giorno e da notte,
allo scopo di soddisfare le richieste dei nobili più
alla moda. Ancora oggi, la tradizione sartoriale è
tenuta in vita grazie alla passione di alcuni artigiani,
prevalentemente, in camicie e cravatte.
Attualmente
è anche sede di diverse industrie conserviere.
Il
nome del nostro paese. Dei due elementi che compongono
la denominazione del nostro paese il primo è
il più stabile nel tempo ed indica il santo
tutelare scelto dalla comunità, mentre il secondo
ha subito nel tempo varie trasformazioni ed indica
la località in cui si è stabilita la
popolazione. SAN GIORGIO. Attestato fin dalle origini,
non si è mai modificato, eccetto che nella
parlata popolare in Santo Iorio. Ciò è
dipeso dalla tendenza del dialetto napoletano a trasformare
la g palatale in i (genero in iennero). Il secondo
elemento, invece, ha subito trasformazioni sostanziali.
Alle origini il nostro paese si estendeva su due casali:
Capitiniano (parte alta) e Sant'Aniello a Cambrano
(parte bassa). Nel 1334 questi due casali si fusero
in S. Giorgio a Cambrano (cambrano viene dal latino
cambre che vuol dire cavolo). Cambrano diventerà
Clamano e poi nel 1500 Cremano. Alcuni erroneamente
fanno derivare Cremano da Crematum, dicendo che nelle
nostre zone sorgeva un campo chiamato crematum a motivo
delle eruzioni del vesuvio. E' falso, non è
documentato da nessuna parte l'esistenza di questo
campo, e nemmeno si possono far risalire le origini
del nostro paese al tempo dei romani. Infatti non
è pensabile un'altra città romana tra
Pompei ed Ercolano, e anche se a S. Giorgio a Cremano
sono stati trovati reperti di epoca romana, non dimentichiamo
che la lava e le alluvioni distruggono tutto e portano
con sè ogni cosa. Inoltre il paese di S. Giorgio
a Cremano non è stato mai completamente distrutto
dalla lava del Vesuvio, solo nel 1631 la lava arrivò
fino all'Arso (zona bassa), mentre il nome Cremano
è dato al paese nel 1500. Inoltre dal 79 d.C.
al 1944 si sono avute 53 eruzioni, ma è anche
vero che dal 1140 al 1631 vi è stato un lungo
periodo di stasi dell'attività del nostro Vesuvio,
solo segni precursori ma non molto forti. Infatti
sei si osservano dipinti dell'epoca, il Vesuvio non
viene disegnato con l'uscita di fuoco dalla bocca,
mentre viene dipinto con una folte vegetazione che
arriva fino al cratere. Un fatto è certo: il
nostro paese deve il suo nome alla forte e grande
devozione al santo Giorgio. I nostri antenati scelsero
un santo che avesse fama di combattente, di taumaturgo,
che aiutasse contro le insidie dei nemici e di eventi
naurali. Per questo scelsero San Giorgio, che già
a Napoli era conosciuto presso i poveri ed i contadini.
E' anche vero che la chiesa di Forcella San Severo
nel nono secolo veniva anche detta di S. Giorgio (Maggiore)
e questa chiesa aveva molti possedimenti nella zona
vesuviana e sul territorio che poi diede origini al
nostro paese. STORIA DELLA PROCESSIONE DI SAN GIORGIO
IN SAN GIORGIO A CREMANO. La statua di un santo veniva
portata in processione per tanti motivi: per fecondare
il terreno, per allontanare la siccità o alluvioni,
per difendere il territorio da alcuni pericoli mortali
(guerre, pestilenze...). Le origini della nostra processione
sono molto antiche. Si pensa che già nel 900
d.C. si faceva una processione portando una statua
di legno raffigurante S. Giorgio. Non era la statua
conservata al Cimitero, perchè l'immagine di
S. Giorgio a cavallo fa la sua comparsa nel 1200 (periodo
delle crociate)e quella che abbiamo al Cimitero è
del 1400 (circa) e quella a mezzo busto è del
1600. Questa prima processione veniva fatta nella
località Capitiniano (attuale S. Giorgio Vecchio,
Pittore, Tufarelli, Villaggio Corsicato, via Manzoni).
Era una zona semiselvatica, tortuosa, poco abitata.
Possiamo, dice p. Alagi, immaginare che la statua
veniva messa su di una base fornita di due stanghe,
ornata con fiori, ceri accesi e trasportata a spalle.
Il tragitto non era ben delineato, ma veniva modificato
a seconda delle richieste e delle necessità
dei devoti. La processione non usciva dal territorio
di Capitiniano, perchè nella parte bassa primeggiava
Sant'Aniello. Quando nel 1200 iniziò la decadenza
del casale di Sant'Aniello, il tragitto della processione
si allungò e forse si pensò anche ad
una statua più grande. Dal 1570, data di costruzione
della chiesa di S. Maria del Principio, la processione
partiva da quella chiesa, attraversava le strade comode
e raggiungeva sia la parte bassa che quella alta del
paese. La statua che veniva portata non risulta fosse
quella che oggi si conserva al Cimitero. Forse con
la nuova chiesa fu creata anche una statua nuova del
santo utilizzata magari solo per la processione. Non
è pervenuta a noi. Con i parroci don Donatello
Buono e don Gabriele de Luciano la processione si
svolgeva probabilmente la domenica dopo il 23 aprile.
Quando nel 1631 la chiesa di S. Maria del Principio
fu coperta dalla lava, mentre la chiesa di San Giorgio
Vecchio non subì nessun danno, la processione
prevedeva anche una sosta breve presso quella chiesa
per poi ritornare indietro. Verso la fine del 1600
il parroco Carlo Borrello da Roma ottenne, dietro
insistenza dei sangiorgesi, la concessione per sette
anni, rinnovabile, dell'indulgenza plenaria (forma
di perdono dei peccati) a chi visitasse la chiesa
di S. Giorgio Vecchio. La processione di quel tempo
prevedeva già fuochi d'artificio, musiche,
canti, danze popolari, gare di ogni genere, bancarelle
con dolciumi e giocattoli. Nel settecento la chiesa
di S. Maria del principio ricevette in dono da Emmanuela
Caracciolo Pignatelli, duchessa di Montecalvo, una
nuova statua di San Giorgio, a mezzo busto, ed è
quella che noi oggi veneriamo. Questa statua a poco
a poco si ricoprì d'argento, ma dopo i ripetuti
furti (ultimo nel 1981) non fu più rivestita
dell'armatura. Essa fu portata in processione al posto
di quella utilizzata nel 1600. Compare alla processione
anche il governo della Congrega dell'Immacolata. Nel
1800 con il parroco don Domenico de Somma abbiamo
notizia della doppia processione di San Giorgio. La
prima avveniva nell'ultima domenica di aprile, accompagnata
dalla musica, da un distaccamento di cavalleria e
alle volte di fanteria. C'era di nuovo la sosta alla
chiesa di San Giorgio Vecchio per una settimana intera
per la venerazione di tutti. Poi nella prima domenica
di maggio la statua veniva portata in parrocchia.
Fa anche la sua comparsa il carro sul quale venivano
posti dei ragazzi vestiti da angioletti che cantavano
le lodi al santo accompagnati dal suono di alcuni
strumenti musicali. Questo carro era trainato da quattro
cavalli e girava sia nella domenica precedente al
23 aprile per distribuire i premi (ex voti)agli abitanti
dei paesi confinanti e sia il giorno 23 aprile per
i sangiorgesi. Questa usanza fu abbandonata nel 1867.
Durante l'eruzione del 1 e 6 maggio 1855, al tempo
del parroco don Domenico Baldari, la lava si fermò
ai confini di San Giorgio a Cremano nei giorni 12
0 13 maggio. Gli abitanti invocarono molto San Giorgio
e l'Immacolata e promisero che se la lava si fermava
avrebbero portate le due statue lì dove la
lava si era fermata. Così avvenne. Il 20 maggio
1855 dalla parrocchia S. Maria del Principio partì
la processione con la presenza del cardinale di Napoli
Sisto Riario Sforza. Seguivano la processione anche
la Congrega dell'Immacolata e S. raffaele. In questa
occasione, per la prima volta, venne portata anche
la statua dell'Immacolata. Questo avvenne anche per
le eruzioni del 1868 e del 1872. Alla fine del 1800,
con il parroco don Francesco Pannico, si svolgevano
tre processioni, tutte nel mese di maggio perchè
c'erano più villeggianti. Non si teneva più
quella dell'ultima domenica di aprile che era stata
la prima e originalria processione di S. Giorgio.
Le processioni si svolgevano la mattina della prima
e seconda domenica di maggio, mentre quella della
quarta domenica di maggio avveniva di pomeriggio portando
le statue di S. Giorgio e dell'Immacolata verso San
Sebastiano al Vesuvio, nel luogo dove si era arrestata
la lava del 26 aprile del 1872. La processione fu
detta della lava. All'inizio del 1900 il parroco Pannico
volle imitare la processione di S. Gennaro che ancora
oggi, tra aprile e maggio, viene realizzata portando
circa 50 statue di altri santi venerati a Napoli.
Anche a S. Giorgio a Cremano nelle processioni della
prima e seconda domenica di maggio vennero portate
statue di santi prelevate dalla parrocchia e dalle
case private. In tutto erano 19 statue. La processione
era così ordinata: banda musicale, congrega
di S. Raffaele con stendardo e pannetto,altra banda
musicale, le statue di altri santi con S. Michele
in testa e per ultima S. Giuseppe, il parroco ed altri
sacerdoti e subito la statua di S. Giorgio. Alla processione
della quarta domenica di maggio non partecipavano
le altre statue. Nel mese di marzo del 1944 al tempo
del parroco don Giorgio tarallosi ebbe una nuova eruzione
ed il 22 marzo 1944 furono portate le due statue dove
la lava si fermò (zona via Amendola). Si ritornava
poi lì ogni 10 anni. Nel 1953 venne abolita
la processione delle statue mentre rimasero le tre
processioni. Nel 1968 al tempo del parroco don Francesco
Sannino le due processioni della prima e seconda domenica
di maggio furono ridotte ad una (seconda domenica
di maggio) e poi quella della quarta domenica di maggio.
Nel 1972 con il parroco don Pasquale Ascione rimase
solo quella della quarta domenica di maggio detta
della lava ed oggi si ferma nella zona contrada Patacca.
Probabilmente avrà una data fissa e sarà
celebrata nella terza domenica di maggio.
EDIFICI
RELIGIOSI
Chiesa di San Giorgio Vecchio
Chiesa di Santa Maria del Principio
Chiesa di Sant'Anna
Chiesa di Sant'Antonio da Padova
Tempio Regina dei Gigli
LE
VILLE
Villa Avallone ora Tufarelli
Villa Bonocore
Villa Borrelli
Villa Bruno
Villa Caracciolo di Forino
Villa Carafa di Percuoco
Villa Carsana
Villa Cerbone
Villa Cosenza
Villa F. Galante
Villa G.A. Galante
Villa Giarrusso e Maria
Villa Giulia o de Marchi
Villa Jesu
Villa Leone
Villa Lignola
Villa Marulli
Villa Marullier
Villa Menale
Villa Olimpia
Villa Pignatelli di Montecalvo
Villa Pizzicato
Villa Righi
Villa Salvetella
Villa Sinicropi
Villa Tanucci
Villa Tufarelli di Sotto
Villa Ummarino
Villa Vannucchi
Villa Zampaglione
PERSONAGGI
FAMOSI
Alighiero Noschese (1932 1979), attore teatrale
e televisivo
Massimo Troisi (1953 1994), attore, regista
e sceneggiatore cinematografico
Lello Arena (San Giorgio a Cremano, 1º novembre
1953), attore, regista e sceneggiatore italiano
Saverio Russo, giornalista.