Poggiomarino
è un comune in provincia di Napoli. Poggiomarino
è uno dei paesi campani, dopo ovviamente Pompei
ed Ercolano, ad avere un generoso patrimonio culturale;
infatti, uno dei centri storici più comuni,
è il sito archeologico TERRAMARE 3000. Esso
risale infatti al 3000 a.C, ossia nell'era dell'età
del Bronzo. Dal punto di vista ambientale, meriterrebbe
opportune modifiche, come qualche punto verde. Esso
presenta una piazza, circondata da piccoli bar molto
caratteristici, ed una stuoia molto progredita di
negozi di alto livello. Ad affacciarvi sul passeggio,
vi è la chiesa di Sant'Antonio di Padova, che
attualmente è stata chiusa al pubblico a causa
di ristrutturazioni. Poggiomarino, specialmente nei
periodi estivi , ma anche festivi, offre molte opportunità
di divertimento, come sagre, manifestazioni sportive
e culturali, ed il magnifico Carnevale, che di anno
in anno, sta aqiustando, sempe più, grosso
valore e fama. Il territorio del Comune di Poggiomarino
si estende per circa 13 Km quadrati ed è compresa
nei settore nord orientale della tavoletta IGM (scala
1:25.000) di Pompei 23 del foglio 185 della Carta
d'Italia. Sorge sul margine orientale della valle
del Sarno in una zona pianeggiante che si stende fino
ai piedi del Vesuvio. Ha la forma poligonale e somiglia
ad uno scarpone, con andamento piuttosto pianeggiante,
con una leggera prevalente pendenza da ovest (Somma
Vesuvio Comune di Terzigno) verso est (fiume Sarno).
Su questa direttrice, lunga circa 4,5 Km, le quote
estreme sono di circa 44 e 13 metri sul livello del
mare, con dislivello di 31 metri circa e pendenza
globale dell'1%. Confina a Nord con Palma Campania
e San Giuseppe Vesuviano, a Est con Striano e San
Valentino Torio, a Sud con Scafati e Boscoreale, a
Ovest con Terzigno.
CHIESE
La Chiesa Del SS. Rosario Del Flocco
Eretta intorno alla metà del '700, la Chiesa
ha una sola navata, ma nel corpo di fabbrica vi è
subito di fianco la canonica costituita dall'ufficio
del parroco, un salone per riunioni ed un teatrino
a piano terra, mentre a quello superiore vi è
l'abitazione del Parroco che è attualmente
Don Pietro Grimaldi da Boscoreale. La Chiesa ha un
altare di stile barocco che accoglie nell'abside la
statua lignea di fattura seicentesca della Madonna
del SS. Rosario. Il soffitto è decorato con
dipinti su tela, del pittore Mozzillo da Afragola,
che meriterebbe maggiore considerazione. La statua
lignea della Vergine del SS. Rosario, per più
giorni nel marzo del 1875, sudò abbondantemente
soprattutto nel volto. Il fatto attirò la fede
e la curiosità non solo dei fedeli locali,
ma anche dei paesi vicini. Il beato Bartolo Longo,
saputo del fatto prodigioso, venne anche lui a Flocco
e costatò di persona la sudorazione della Madonna,
come scrive nel suo libro "I Quindici Sabati",
scritto nel 1877. Si tramanda che Bartolo Longo, osservando
il prodigio, avesse espresso l'idea di fondare a Flocco
il santuario da lui progettato, ma per l'intemperanza
della famiglia Orsini, abbandonò l'idea e così
l'8 maggio 1876, pose a valle di Pompei la prima pietra
del Santuario.
Chiesa
Di S. Antonio Da Padova
La Chiesa di S. Antonio da Padova è stata eretta
nel 1753, ma nel 1943, i tedeschi, durante la ritirata
la rasero al suolo insieme ai principali palazzi del
Comune. La riedificazione fu terminata nel 1951 sull'impianto
originario a tre navate con altarini laterali. L'abside
è stata affrescato, nel 1963, dal Prof. triestino,
Luciano Bartoli, con grandiose scene della Trinità,
della Vergine, di volti dei Santi, delle Anime del
Purgatorio, delle opere di misericordia, dei Sacramenti.
Chiesa
Dei SS. Sposi
La Chiesa fu eretta, insieme ad un vasto complesso
di opere parrocchiali, nel 1969. Si compone di una
sola ampia navata con abside affrescato.
Chiesa
Dell'Assunta
Era la cappella privata della famiglia De Sangro.
Fu donata al Parroco di Punto Alfonso Annunziata da
parte della principessa Donna Amalia De Sangro fu
Oderisio. Si trova all'inizio di via Sambuci. Si anima
di fedeli, soprattutto a cavallo del 15 agosto, festa
della Madonna Assunta.
Chiesa
Di S. Maria Del Carmelo
La Chiesetta è ormai cadente e diruta. E' contemporanea
del vicino palazzo. Entrambi le costruzioni sono della
seconda metà del 1700. Fu costruita da Don
Cristoforo Nunziata ed è rimasta di proprietà
di questa casata. La cappella ha un unico altare,
sotto il titolo di S. Maria S. del Carmelo, il cui
quadro è di fattura settecentesca. L'interno
della Cappella è tutto adornato di porcellana
e cristalli a piccoli quadretti.
Chiesa
Di S. Francesco allo Stradone
Fu costruita da Francesco Vastola alla fine dell'ottocento.
Fu demolita e ricostruita tra il 1976 e 1977. Le messe
domenicali sono sempre affollate.
EDIFICI
STORICI
Palazzo
di Cristallo
Il monumento più antico della città
è il palazzo Nunziata che risale all'incirca
al 1738. Il palazzo, attuale sede della Prima Scuola
media, fu fatto edificare da Don Cristoforo Nunziata
della ricca borghesia napoletana. E' uno degli esemplari
minori di quelle splendide ville vesuviane, che, nel
settecento, venivano costruite da nobili e borghesi
per i loro passatempi estivi. Il palazzo ha l'appellativo
popolare di "Palazzo di Cristallo" perché
fu preziosamente arricchito da Don Giacinto Nunziata,
si dice, dopo un violento terremoto che, nel 1831,
distrusse tutti i ricchi arredi in cristallo e porcellana.
Il nobil uomo, dopo essersi ripreso dallo spavento
e dallo sconforto, volle incastonare i cocci nei muri
perimetrali, interni ed esterni, della costruzione,
conferendole un effetto straordinario ed originale.
Il palazzo disponeva di un ricco giardino, ornato
di statue e di fontane all'interno e all'esterno.
Di fianco vi è la Cappella della Madonna del
Monte Carmelo, dello stesso periodo e popolarmente
conosciuta come "Zi Cristofaro", in onore
del suo costruttore. La Cappella al suo interno reca
decorazioni identiche a quelle del palazzo, alle pareti
laterali vi sono i medaglioni in stucco a rilievo
dei vari personaggi della famiglia Nunziata. L'altare
di stile barocco, in marmi policromi, un tempo aveva
alla parete una tela di Angelo Mozzillo, rappresentante
la Madonna del Monte Carmelo, candelabri barocchi
in bronzo massiccio. Entrambi i monumenti, nonostante
i vincoli storici e monumentali, sono stati ridotti
in pessime condizioni, prima dalle barbarie dei tedeschi
che incendiarono la ricca biblioteca del palazzo al
momento della loro ritirata, e poi dalla barbarie
della speculazione edilizia dei proprietari e delle
Amministrazioni Comunali, che hanno permesso la distruzione
del giardino, la modifica dei luoghi, la sottrazione
di ornamenti e statue.
Villa
Quinto
La "Villa Quinto" continua a versare in
stato di vergognoso abbandono. Il degrado della Villa
si è ormai esteso a tutta la zona: a cominciare
dal maleodorante Canale Conte di Sarno, per continuare
con i suoli circostanti, preda di una speculazione
edilizia selvaggia, per finire a tutta la zona posta
a confine tra Boscoreale e Poggiomarino.
Masseria
Croce
Degna di essere menzionata è anche la "Masseria
Croce", appartenuta prima ai Boccapianola, che
nel 1700 vi fecero costruire il portale di ingresso
dalla via Passanti Flocco, poi ai baroni Croce, che
nell'800 vi edificarono la villa divenuta sede di
una scuola di agraria, tra in 1893 e il primo novecento.
Gli ultimi ed attuali proprietari sono i Signori Izzo
residenti a Napoli. Vi sono ancora visibili le opere
di bonifica, e di irrigazione per la campagna che
portava l'acqua dal Canale Sarno ai terreni circostanti.
Annesso al palazzo vi sono grandi magazzini, le stalle,
e un tempo la fattoria aveva un laghetto con oche,
anatre, cigni e voliere con pavoni, uccelli di ogni
sorta.
MANIFESTAZIONI
Festa
DI S. Aantonio
Nel mese di giugno si svolge la tradizionale sagra
in onore del S. Patrono di Poggiomarino, S. Antonio
da Padova (13 giugno). La sagra, oltre ai festeggiamenti
religiosi prevede una serie di iniziative di carattere
civile. Un tempo era molto rinomata la fiera del bestiame
e del materiale agricolo.
Festa
della Madonna del SS. Rosario
La Madonna del SS. Rosario di Flocco è compatrona
di Poggiomarino e la sua festa si svolge nella popolosa
contrada Flocco, tradizionalmente, nel mese di ottobre.
Oltre ai festeggiamenti religiosi vi sono numerose
iniziative di carattere civile.
Festa
di S. Francesco
La festa di S. Francesco si svolge ad ottobre nella
contrada "Stradone" intorno alla chiesetta
di S. Francesco. Lo "Stradone" è
chiamata così la via F. Turati, che è
una strada molto larga, rispetto alle tantissime stradine
rurali circostanti. Oltre ai festeggiamenti religiosi
vi sono numerose iniziative di carattere civile.
Natale
- Carnevale Estate [modifica]
Grazie alla Pro Loco, al coordinamento delle Associazioni
e alla collaborazione del Comune di Poggiomarino,
si svolgono da alcuni anni, varie manifestazioni concentrate
nel periodo natalizio, nel Carnevale e nell'estate.
A
Frasca 'e Capodanno
Vive ancora a Poggiomarino una bella e antichissima
tradizione popolare legata alla fine dell'anno e all'inizio
del nuovo. Gruppi di persone, in costumi folclorici
e non, sfilano per la vie del paese il 31 dicembre
portando in giro un grosso ramo ('a frasca) di alloro,
riccamente addobbato, con nastri, luci e cibarie.
I gruppi suonano e cantano una canzone caratteristica,
con strumenti tipici della tradizione napoletana,
con lobiettivo di portare laugurio del
nuovo anno alla comunità.
'O
Fucarone 'e Sant'Antuono
La sera del 17 gennaio, tutto il paese nei suoi vari
rioni risplende di enormi falò. E' la festa
in onore di S. Antonio Abate, patrono degli animali,
delle stalle e del fuoco. La gente si impegna a raccogliere
oggetti di legno vecchio per formare le cataste per
il fuoco sul quale vengono arrostite salsicce e patate,
da mangiare intorno al falò in grande allegria.
Cavalcata
dei Re Magi
La sera del 6 gennaio, dal 1994, viene organizzata
una rappresentazione caratteristica dei 3 re magi,
Melchiorre, Baldassarre, Gasparre, che offrono i loro
doni al bambin Gesù. La rappresntazione, con
costumi d'epoca, prevede l'attraversamento delle maggiorri
strade del paese, con i 3 personaggi in groppa a cavalli,
accompagnati da zampognari o da banda musicale, innegianti
temi calssici natalizi. Il percorso termina alla capanna
della natavità, opportunamente allestita, con
i protagonisti: il bambin Gesù, Maria, Giseppe,
il bue e l'asinello. La manifestazione, ogni anno
sempre più ricca di particolari, e di partecipanti,
è organizzata da Antonio Del Giudice e da alcuni
suoi amici, rappresentanti dell'associazione "AGAPE".
Concorso
di poesie "Città Di Poggiomarino"
Ultima domenica di maggio - prima domenica di giugno
A
decorrere dall'anno 1989, è stato istituito
dalla PRO LOCO di Poggiomarino e dal LIONS Club di
Pompei Host un concorso di poesia nella scuola e per
la scuola denominato "Città di Poggiomarino".
Il concorso si svolge presso la bella sede della Scuola
Media Statale "G. Falcone" ed è giunto
alla sua VIII edizione. L'iniziativa si rivolge agli
alunni delle scuole elementari, medie e superiori,
favorendo un nuovo e diverso approccio alla poesia
e stimolando una lettura del mondo, della vita, dell'ambiente,
in chiave fortemente lirica e contribuendo a migliorare
l'uso delle risorse naturali e le relazioni interpersonali.
Con delibera consiliare n. 44 del 24.05.94, si è
proceduto all'istituzionalizzazione del concorso,
che, tra l'altro, è dotato di un proprio regolamento.
L'iniziativa ha varcato da tempo i confini provinciali
e regionali, assumendo a pieno titolo il carattere
di iniziativa nazionale, avendo avuto l'adesione di
migliaia di alunni delle scuole elementari, medie
inferiori e superiori, provenienti da quasi tutte
le regioni italiane. La manifestazione è di
alto valore culturale e formativo per le nuove generazioni.
IL
FIUME SARNO
Il suo bacino occupa e feconda tutto lagro Nocerino-Sarnese.
Sfocia nel golfo di Napoli, di fronte allo scoglio
di Rovigliano, dopo un percorso serpeggiante di circa
25 Km. Segna il confine tra la provincia di Salerno
e quella di Napoli. Parte dalle falde montane della
Foce e raccoglie per via tutte le acque di altre quattro
sorgenti provenienti tutte dal monte Sarno. Sicché
le sue sorgenti principali sono cinque e danno origine
ad altri ruscelli. Dalle sorgenti di Foce hanno origine:
1. il rio Foce 2. il canale del Conte, cosi detto
perché costruito dal conte di Sarno Muzio Tuttavilla.
3. dalle sorgenti di piazza mercato nasce il rio Palazzo,
detto anche "Gualchiera,da una fabbrica
di carta ivi esistente nel passato. 4. dalle sorgenti
della Cerola,quello della Rogna,cosi detto per la
sua virtù di guarire questa malattia,un tempo
molto diffusa tra le capre. 5. una sorgente di acqua
ferrata forma il rio Acquarossa 6. alle
sorgenti di Santa Maria nasce il rio detto Traversa.
7. dalle sorgenti di San Mauro,in territorio di Nocera,nasce
il rio Migliaro. Tra questi due ultimi scorre un canale
di bonifica, che segna il confine tra Sarno e Nocera,
detto Fosso Imperatore perché costruito
da Carlo dAngiò per trasportare pietre
e legname, per la costruzione della badia di Real
Valle (1270). La portata di acqua è notevole
e costante, tanto da poter garantire lirrigazione
dei campi di tutta la piana e lapprovvigionamento
idrico di molti comuni, sia della provincia di Napoli
che di Salerno. Alla sua sinistra, il Sarno, ha degli
affluenti che sono ruscelli o poco più: la
Solofrana che nasce a Solofra in provincia di Avellino;
la Cavaiola nasce dalle montagne di Cava dei Tirreni
e unendosi alla Solofrana forma il Canalone di Nocera
che confluisce nel Sarno nei pressi di San Marzano.
Gli affluenti di destra sono, pressoché, inesistenti,
eppure le ripide pendici del Vesuvio dovrebbero crearne,
e anche di una certa impetuosità. I motivi
di questa assenza potrebbero essere individuati nelleruzione
del 79 d.C. che sconvolse lidrografia del luogo,
costringendo le acque a svolgere il loro corso nel
sottosuolo. La costruzione del CANALE CONTE DI SARNO
e la conseguente nascita di Poggiomarino avrebbe fatto
il resto; infatti il canale scorre in parallelo alla
destra del fiume Sarno, convogliando le acque di questo
lato. Il corso del fiume Sarno è più
volte mutato nel volgere dei secoli, per mano della
natura e per mano delluomo. Queste vicissitudini
sono la testimonianza più concreta della vitalità
del corso dacqua, che oggi, è fortemente
compromessa dalluomo.
IL
CANALE CONTE SARNO
Il Canale Conte di Sarno attraversa il territorio
di Poggiomarino, provenendo dalle sorgenti del Sarno,
in località Foce, fino a sfociare a Torre Annunziata.
Questo canale oggi ha perduto ogni suo attributo peculiare;
infatti è asciutto, senza vita, scolo di fogne.
Per alcuni tratti è stato coperto,
non per salvaguardarlo, ma per coprire
lo stato vergognoso in cui si trova. Sicuramente,
se il suo costruttore, quattrocento anno fa, avesse
potuto prevedere tutto ciò, sicuramente avrebbe
destinato ad altre imprese il suo tempo e le sue finanze.
Il suo ideatore e costruttore fu Muzio Tuttavilla,
conte di Sarno e le vicende di questa impresa si intrecciano
a quelle familiari del conte, nonché a quelle
dei contadini e artigiani che vivevano nel territorio
attraversato dal canale.I lavori di costruzione del
Canale furono molto laboriosi. Iniziarono nel 1592
e costarono molto denaro al Conte Muzio Tuttavilla.
Lo scopo dellopera era quello di rifornire di
acqua i mulini, di proprietà della famiglia
Tuttavilla, siti in Torre Annunziata, infatti, le
acque del canale alimentavano ben tre ordini di mulini
in, altrettante, successive cascate. Molte difficoltà,
anche di natura tecnica, come la scarsa pendenza,
rallentarono la costruzione del Canale, per tale motivo
fu chiamato lIngegnere Domenico Fontana (il
canale era lungo circa 21 km, con un dislivello di
circa 32 metri dallincline della sorgente al
lido del mare); alla fine furono tutte superate e
nel 1605 lopera fu completata.La costruzione
del canale ha, però, perso il suo scopo principale
per acquisire altri meriti, che ci riguardano più
della molitura del grano. Innanzitutto lo scavo attirò
molta manodopera che abitò in capanne ed abitazioni
di fortuna, poi in dimore sempre più stabili;
taluni hanno avanzato lipotesi che si trattasse
di galeotti imprestati ai Conti di Sarno dalle regie
galere, con la promessa di libertà alla fine
del lavoro. Possiamo anche ipotizzare la presenza
di personale più qualificato con compiti di
direzione e sorveglianza dello scavo: sicuramente
fu gente di questo tipo a costituire i primi nuclei
abitati poggiomarinesi. Notevole fu anche la bonifica
del territorio attraversato dal canale; infatti, lo
scavo, oltre a convogliare le acque di Foce, raccoglieva
nel suo alveo le molte fiumare che scendevano dalle
pendici del Vesuvio. La costruzione del canale ebbe
un altro merito, importantissimo, e anche involontario:
i problemi posti dal superamento dello Sperone di
Pompei portarono alla costruzione di una galleria
(lunga 1764 metri) e lo scavo fece venire alla luce
i resti dellantica Pompei. Nel corso dei lavori
si trovarono templi, case, strade, portici, monumenti,
ruderi, antichi acquedotti e ling. Fontana accortosi
dellimportanza del ritrovamento fece deviare
più a sud la costruzione del canale. Lopera
fu terminata alla fine del sec. XVI e lacqua
scorreva agevolmente nel canale, e, saltando sulle
ruote idrauliche dei mulini, azionava le macine. Tutto
improvvisamente si arrestò nel 1631, il giorno
16 dicembre, ebbe inizio la terribile eruzione del
Vesuvio, il canale fu interrato dalla cenere e i mulini
distrutti, e per alcuni anni ogni attività
si fermò. La popolazione che abitava le ricche
e, fino allora, sicure pendici del vulcano, fu costretta
a scegliere la vallata sottostante o ad emigrare più
lontano. In origine la borgata si chiamò "Taverna
Penta", per la presenza di un'osteria lungo il
canale, che recava un'insegna con dipinto un pulcinella
o una penta (tacchino). L'antica denominazione restò
in vigore fino al 1738 quando il borgo assunse il
nome di "Podio Marino" dal nuovo proprietario
Giacomo de Marinis, un noto mercante genovese che
aveva acquistato il Principato di Striano e il Marchesato
di Genzano. Nel 1652 i mulini vennero convertiti in
fabbriche darmi, si provvide a ripristinare
il corso del Canale e venne amministrato dalla Real
Corte. Quando le fabbriche a Torre, furono chiuse,
lacqua del canale continuò a svolgere
una funzione importante per lirrigazione dei
campi, lo dimostrano gli innumerevoli casotti
o portelloni che lo costeggiano da Sarno
a Torre. Se lacqua era lontana, i contadini
provvedevano a loro spesa a costruirsi dei pozzi,
i cosiddetti ngegni azionati dalle ruote
idrauliche e dagli animali. Al Canale Conte di Sarno,
nato per motivi produttivi, è legata quindi
la nascita e la successiva crescita di Poggiomarino.
LA
VALLE
La Valle del Sarno è racchiusa in un territorio
di circa 250 km² e comprende 22 Comuni tra cui
proprio Poggiomarino. E bagnata per 10 km dal
mar Tirreno, nel tratto Torre Annunziata-Castellamare;
per il resto del territorio è racchiusa per
buona parte da monti: a Nord-Est dai monti Picentini
che si ergono alle spalle della collina del Saro,
da dove nasce il fiume Sarno, e che si legano allAppennino
Campano e si congiungono ai monti Lattari della penisola
sorrentina. A ovest si erge solitario il monte Vesuvio
che insieme al fiume Sarno ha determinato la storia
di questa valle. Infatti, le acque, che da questi
rilievi scendono verso il mare, trasportano materiali
che allontanano lentamente il lido. La Valle è,
dunque, il risultato della combinazione di queste
forze della natura, infatti il Vesuvio e il fiume
Sarno hanno determinato nel corso dei secoli la storia
di questa valle. In epoca antica, tra 10 mila e 20
mila anni fa, laddove oggi sono fertili terre, vi
era il mare che lambiva le coste dirupate della collina
del Sarno. Successivamente,cominciano le eruzioni
vulcaniche sotto le acque del mare; con i materiali
eruttati si formò, dapprima, unisola;
poi vennero ad accumularsi depositi di argilla e successivamente
rocce calcaree. Su questi terreni si sono poi adagiati
i tufi e le ceneri vulcaniche, mescolandosi e alternandosi
a materiali sciolti e alluvionali provenienti dai
monti circostanti. Questa tesi è confermata
dai risultati delle numerose trivellazioni; infatti,
dal livello del mare in giù, sono state trovate
materie vulcaniche intervallate da detriti di rocce
sedimentarie con fossili di molluschi marini. Un terreno
ricco di sostanze vulcaniche e di minerali fertili,
un fiume generoso di acque, lassenza di rilievi
che ostacolino il lavoro dei contadini, infine un
clima mite, con precipitazioni ben distribuite, fanno
leccezionalità e la fortuna di questa
pianura. Generalmente la piana del Sarno viene considerata
parte integrante di quella vasta pianura campana,
che i romani chiamarono ager Campanus;
ma le sue caratteristiche la rendono talmente unica
da farla distinguere nettamente da essa.
ORIGINI
E CENNI STORICI
L'origine del paese è collegata alla costruzione
del Canale "Conte di Sarno": i lavori di
questo manufatto iniziarono nel 1592. Lo scopo dell'opera
era quello di rifornire di acqua i mulini, di proprietà
della famiglia Tuttavilla, siti in Torre Annunziata.
Le acque del Canale alimentavano ben tre ordini di
mulini in altrettante successive cascate. Lo scavo
attirò molta manodopera che abitò in
capanne ed abitazioni di fortuna, poi in dimore sempre
più stabili. Prima di parlare di tale opera
facciamo un attimo un punto sul fiume Sarno e sulla
sua valle. Le origini del paese si erano avuti con
la costruzione del canale, ci furono in seguito degli
avvenimenti che contribuirono in modo determinante
alla loro crescita: leruzione del Vesuvio del
1631 ed il passaggio del feudo di Striano dai Tuttavilla
ai De Marini. LEruzione del Vesuvio fece si
che gli abitanti sparsi alle sue falde, fuggirono
verso il fiume Sarno e nei territori della valle medesima;
alcuni di essi si fermarono nel territorio di Flocco
e la contrada, in breve tempo, aumentò sensibilmente
la popolazione. Improvvisarono abitazioni primordiali:
pagliai e baracche, e poi case agricole, e a mano
a mano che le loro possibilità finanziarie
crescevano, costruirono le prime case in Via Ascolese,
Via Pagliarelle, Via Botteghelle, Via Palmieri. Nei
primi anni del 1700, il Marchese de Marinis si fece
costruire un palazzo nella località conosciuta
come Tavernapenta, così detta perché
vicino al Canale sorgeva una bottega e un forno che
aveva per insegna una penta (tacchino) o un altro
dipinto (penta) [forse un pulcinella?]; la taverna
era vicino al canale lungo la strada che portava a
Palma, Striano e Torre. La costruzione del palazzo
diede nuova importanza al luogo, tanto è vero
che, nel volgere di pochi anni, a fianco del tradizionale
toponimo, Tavernapenta, compare in alcune cartine
quello di Poggio Marino; il nome fu ricavato dalla
combinazione della parola Poggio e del nome Marino.
Il Poggio, in latino Podio, era un basamento dove
i de Marini usavano salire a cavallo, esso si trovava
nei pressi delle scuderie del palazzo, nel luogo detto
ancora oggi Stallone (grande stalla) accanto
al palazzo del Principe. I popolani, fino ad allora,
per soddisfare le properi esigenze di culto erano
costretti a recarsi a Striano, ma i signori Marini
edificarono una cappella di fianco al palazzo. Loperà
ebbe inizio nel 1742 e fu dedicata a S. Antonio di
Padova. I primi documenti civili che fanno menzione
di Poggiomarino sono alcuni atti amministrativi del
Regno di Napoli del 1734 dove si registrava la morte
della principessa di Striano Ippolita Maria Spinola
che anni addietro aveva acquistato il feudo dai Tuttavilla.
Alla principessa succedette il figlio Stefano deMarini.
La disponibilità di terre da coltivare attirò,
quindi, labbondante manodopera esistente nel
regno napoletano. Le fortune dei prezzi della terra
e dei prodotti agricoli furono i principali fattori
del rapido e costante incremento della popolazione.