Mariglianella è un comune
della città metropolitana di Napoli in Campania.
È a ridosso del nolano. Confina ad ovest e
nord ovest con Brusciano, ad est e nord est con Marigliano
(comuni con i quali forma un unico agglomerato urbano)
e a sud con Somma Vesuviana. Dista circa 17 km da
Napoli). Le arterie principali sono la centrale e
commerciale via Guglielmo Marconi ex via Nazionale
delle Puglie e via Roma che rappresenta il centro
storico dell'antica comunità. Un importante
nodo è la Strada statale 162 dir del Centro
Direzionale, arteria che lo collega ai vari svincoli
autostradali, all'area vesuviana, ai quartieri di
Napoli Est e all'A56 Tangenziale di Napoli, l'Asse
Mediano invece lo collega all'area nord occidentale,
inoltre è munito di una vicina stazione ferroviaria
sopraelevate della Circumvesuviana.
ETIMOLGIA
L'origine del nome è strettamente collegata
a Marigliano, ossia ne è il diminutivo femminile.
Molto probabilmente sorse sul territorio di Marigliano
e divenne suo casale prima di distaccarsene.
ORIGINI E CENNI STORICI
Casale di Marigliano, da cui trae il nome, ha origini
romane, come testimoniato da tombe rinvenute sul territorio.
Mariglianella fu contesa, nel II secolo a.C., da napoletani
e nolani ed assegnata, invece, a Roma da Quinto Fabio
Labeone.Questo episodio, che è citato da tutti
gli storici locali dei paesi vesuviani come atto fondativo
del loro territorio, ha, da sempre, suscitato più
di una polemica. Secondo alcuni si tratterebbe di
un fatto leggendario per attribuirsi "nobili
natali"; per altri addirittura non si sarebbe
mai verificato. Recentemente sulla rivista "Summana"
è apparso un contributo del prof. Parisi Domenico
che, pur confermando l'effettiva realtà dell'episodio,
avanza l'ipotesi che l'arbitro mandato dal Senato
di Roma, per derimere la controversia tra nolani e
napooletani, non sarebbe stato il console Quinto Fabio
Labeone, ma il pretore peregrino Caio Atinio Labeone
nel 195 a.C. Diventata città fortificata, non
resse alle invasioni barbariche seguite al crollo
dell'Impero Romano. Più volte saccheggiata,
nel X secolo entrò a far parte del Ducato di
Napoli. Il primo Signore feudale di Mariglianella
fu Tommaso Mansella di Salerno che possedeva altri
beni feudali in diversi luoghi del regno. Dal 1334,
Mariglianella non era più Casale ma Università
autonoma con una propria vita amministrativa, ma non
aveva proprie rappresentanze stabili. Infatti, gli
antichi sindaci non erano permanenti, ma a tempo.
Fu annessa a Marigliano da cui si separò nel
XIV secolo per essere inglobata nei beni della Corona.
In seguito, fino all'abolizione del sistema feudale,
fu proprietà delle famiglie nobiliari dell'epoca
per circa un secolo e mezzo. Tra i membri delle famiglie
che ebbero in possesso il feudo di Mariglianella va
ricordato in particolare Carlo Carafa, nato a Mariglianella
dai Duchi d'Andria nel 1561. Valente capitano agli
ordini di Filippo II di Spagna, morì nel 1633
in odore di santità. Guarito da un grave morbo,
rifece per riconoscenza verso la Vergine l'antichissima
chiesa dedicata al Santo Vescovo di Nola, Calonio,
e volle che si chiamasse Madonna della Sanità.
Con la visita di re Carlo III di Borbone, accolto
festosamente dalla popolazione furono avviate varie
riforme che migliorarono le pessime condizioni della
popolazione. Nel 1745 si formò il Consiglio
Decurionato, l'organo della rappresentanza organica
delle Università, così chiamato perché
composto di decurioni. Uno dei primi consigli decurionati
di Mariglianella si formò nel 1752. Il 2 agosto
del 1806 fu abolito il feudalesimo, ma ciò
non servì ad eliminare fin dall'inizio l'influenza
dei signori feudali. L'ultimo feudatario di Mariglianella
fu il barone Avallone, che, preoccupato di difendere
i propri interessi, ritenne opportuno servire il nuovo
governo guidato dai francesi. Si procedette ad una
riorganizzazione dello stato e delle realtà
territoriali. Nel 1822 Mariglianella fu visitata dal
successore di Carlo III, Francesco di Borbone, che
volle conoscere da vicino la realtà del regno.
I moti del 1820-1821 portarono in Mariglianella cambiamenti
nella vita pubblica, chiarendo la tendenza della nuova
classe di uomini pubblici del paese, del tutto autonomi
dall'ex barone Avallone. Il paese fu amministrato
da vari personaggi di ceto medio-alto attraversando
momenti difficili (da ricordare le due gravi crisi
economiche abbattutesi sul regno tra il 1844 ed il
1847, che colpirono anche le realtà locali).
La situazione del regno ormai era insostenibile: i
Borboni lasciarono a sé stesse le realtà
locali, la cui vita pubblica e amministrativa era
gestita da famiglie e casati i quali sostituivano
le rappresentanze comunali. Il 23 ottobre del 1860
si svolse il plebiscito per l'annessione del Regno
di Napoli al Regno d'Italia. Con la legge Rattazzi,
furono modificati gli impianti istituzionali che amministravano
il paese: venivano riconosciute le municipalità
per individuare la dimensione territoriale locale
e si affermava così il termine "Comune".
Mariglianella rientrava nel mandamento di Marigliano
e dipendeva inoltre dall'intendenza di Nola. Facente
parte della Provincia di Terra di Lavoro, nel 1927,
in piena epoca fascista, entrò a far parte
della provincia di Napoli.