Centola
è un comune di quasi cinquemila abitanti della
provincia di Salerno. La popolazione del comune si
concentra, durante la stagione estiva, nella frazione
di Palinuro, rinomata località balneare del
parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Per
il resto dell'anno Centola rimane il centro più
popoloso.
ETIMOLOGIA
Secondo la tradizione il nome deriva dai "cento"
uomini provenienti dalla città di Molpa che
fondarono il paese. Ma molto più probabilmente
il nome deriva da un'unità di misura agraria,
centum, forse cento iugeri. Lo iugero identifica un
appezzamento di terra che è possibile arare
in un giorno con un paio di buoi.
PALINURO
Palinuro è la maggiore frazione (1.500 abitanti)
di Centola. È una stazione balneare del Cilento
meridionale piuttosto nota, il cui nome è legato
ad un personaggio dell'Eneide, il mitico Palinuro,
nocchiero della flotta di Enea. Sito non lontano dalle
foci dei fiumi Lambro e Mingardo, Palinuro si estende
sulla piccola penisola dell'omonimo promontorio, Capo
Palinuro, rinomato per le la bellezza paesaggistica,
le sue emergenze naturalistiche e per la presenza
di grotte sottomarine. Palinuro si trova all'incrocio
delle strade statali 447, 447r, 562 e 562d; ad 8 km
(ovest) da Marina di Camerota, 10,5 (est) da Pisciotta,
5 (est) da Caprioli, 7 (sud) da Centola e circa 100
(sud) da Salerno. Palinuro è una località
turistica piuttosto nota. La buona recettività
estiva è dovuta principalmente alla qualità
delle acque (che le frutta da alcuni anni la "Bandiera
Blu" che alla posizione del paese nel contesto
del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano.
Oltre alle spiagge site dal lato del paese di Palinuro,
è piuttosto frequentata la zona chiamata Spiaggia
Mingardo (detta anche Arco Naturale, per via di una
formazione rocciosa ad arco), sul versante del golfo
di Policastro. Recentemente, però (novembre
2007) parte della parete esterna dell'Arco è
franata, a causa delle infiltrazioni d'acqua nella
roccia; perciò, si stanno studiando varie ipotesi
per salvaguardare un così singolare monumento
naturale. Altro motivo di attrazione turistica sono
le numerose grotte marine site attorno Capo Palinuro
(tra cui la Grotta Azzurra), piuttosto apprezzate
per le escursioni subacquee. Il centro può
contare su un approdo turistico, posto alla base settentrionale
dell'omonimo promontorio, e collegato con Salerno
e Napoli tramite un servizio di aliscafi chiamato
"Metrò del Mare" (linee MM4, MM5/W,
MM6, MM6/W). Fino a poco tempo fa la località
poteva essere raggiunta, con una certa difficoltà,
attraverso la panoramica strada litoranea proveniente
da Ascea e Pisciotta. Dal giugno 2006, a seguito del
completamento della variante alla superstrada SS 18
(var) è facilmente raggiungibile dall'interno,
da uno svincolo distante circa 8 km. La stazione ferroviaria
(a circa 7,5 km) è quella, piuttosto importante,
di Pisciotta-Palinuro (collegata a Palinuro tramite
autobus cadenzati).
Sono
32 le cavità finora censite, di superficie
e sommerse, che si insinuano e si articolano in gallerie
e sale scavate nella roccia del costone palinurese
delle quali solo alcune vengono sfruttate come attrazione
turistica mediante esplorazioni guidate su imbarcazioni,
che incessantemente prendono il largo dal porto alla
scoperta di quelle che sono vere e proprie opere darte
naturali quali la celebre Grotta Azzurra, la Grotta
dArgento, la Grotta dei Monaci e la Grotta del
Sangue. La sola grotta azzurra, la più conosciuta
e visitata per gli splendidi giochi di luce e lintensità
dazzurro di cui le sue acque si caricano, che
costituisce un forziere di preziosi spunti per gli
speleologi e biologi che dai primi anni 80 conducono
incessanti e fruttuosi studi sulla natura morfologica,
floristica e faunistica dellincavo, definito
un laboratorio biologico in miniatura.
Nellambito di pochi metri, infatti, si raggruppano
variazioni di luci, di idrodinamismo o di apporti
trofici che nellambiente esterno possono interessare
decine o addirittura centinaia di metri; grazie anche
alla presenza sui fondali di sorgenti termali da cui
sgorgano acque sulfuree che mescolandosi alle acque
marine generano con i solfobatteri disposti sulle
superfici rocciose, caratteristiche nevicate
da cui trae ispirazione il nome del famoso antro della
grotta noto come Sala della Neve e raggiungibile attraverso
immersione subacquea. La favolosa tradizione delle
origini di Palinuro trova poi espressione nella Grotta
delle Ossa, in località Marina di Molpa, dove
è stato rinvenuto il reperto archeologico più
antico. Le pareti della grotta sono incrostate di
ossa di uomini e animali. Inizialmente gli studiosi,
forti delle testimonianze lasciate dagli scrittori
vetusti, pensavano appartenessero ai romani, i quali
per due volte naufragarono presso questi lidi: una
volta, durante la prima guerra punica, quando una
flotta romana di ritorno dallAfrica, perse cinquecento
navi; una seconda volta, al tempo di Ottaviano, quando
alcuni legni dellimperatore non riuscirono a
riparare nel porto di Palinuro. I morti di entrambe
le sciagure, si accumularono secondo gli esperti in
tre grotte, successivamente ostruite.
Cala
Fetente: è la maggiore manifestazione del fenomeno
idrotermale di Capo Palinuro. I primi venti metri
della parte subaerea della grotta, lunga 300 metri,
sono percorribili a piedi fino ad un lungo lago. I
vapori di acido solfidrico (uovo marcio) si sentono
chiaramente avvicinandosi con la barca, infatti la
zona si chiama Calafetente. L'immersione è
impegnativa per la ridotta visibilità delle
acque lattiginose e per gli stretti passaggi, inoltre
non è possibile emergere nel lago in qualsiasi
punto. Le pareti sono incredibilmente bianche e lanugginose
per la massiccia presenza delle colonie di solfobatteri.
Una caratteristica forma di corrosione chiamata "il
dente", segna l'inizio di uno stretto tunnel
lungo 200 metri. All'ingresso è veramente
mozzafiato l'imponente flusso di acqua opalescente
che sale in superficie separato dall'acqua di mare
alla quota di -9 metri. Quattro persone hanno perso
la vita in questa grotta.
MITOLOGIA
Palinuro personifica il caro nocchiero di Enea, che
perde la vita perché il dio del sonno lo fa
addormentare con musica e dolci parole e poi lo butta
in acqua. Così si avvera quello che il fato
aveva sempre detto per far si che Enea raggiunga il
Lazio, uno di loro, un troiano dovrà morire.
Enea accortosi della mancanza dell'amico lo cerca
ma non trovandolo immagina la sua morte. In realtà,
come raccontato nell'Eneide, Palinuro nuota fino a
raggiungere la costa, dove viene ucciso dai velini
e lasciato insepolto sulla riva del mare; per questo
motivo, quando Enea scende agli inferi e incontra
il fantasma del suo nocchiero, questi lo prega di
cercarne il corpo e di dargli degna sepoltura, affinché
la sua anima possa riposare in pace.
BORGO
MEDIEVALE DI SAN SEVERINO
Trattasi di Borgo Medievale nato intorno al 1200 ai
piedi del castello, fondato verso il 1045 dal normanno
Turgisio, giunto nella regione al seguito di Roberto
il Guiscardo. Il nome deriva dalla famiglia Sanseverino,
che lo tenne, insieme con altri feudi nell'Italia meridionale,
fino al 1400. Situato sui dirupi della Gola del Diavolo,
dove nel 1075 venne ucciso in unimboscata il longobardo
Guido, Conte di Policastro. Alle sue pendici scorre
il fiume Mingardo. In epoca medievale era una postazione
strategica di difesa. È situato all'interno del
Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Di notevole
interesse il presepe vivente che si celebra ogni anno
il 28 dicembre. Si tratta di una rievocazione storica
della natività con l'intento di far rivivere
il borgo ora disabitato. A causa del tempo e dell'incuria
degli uomini il borgo ha mantenuto intatta solo la chiesa
posta al centro del vecchio paese. È tuttavia
ancora possibile scorgere le vecchie case, quello che
resta del castello ed insomma la vita di allora, tramite
un percorso attrezzato.