Castellammare
di Stabia è situata a sud della provincia di
Napoli, nel territorio compreso tra la fine della
zona vesuviana e l'inizio della penisola Sorrentina.
La città sorge in una piana di natura alluvionale
- vulcanica, in una conca del golfo di Napoli, protetta
a sud dalla catena dei monti Lattari, mentre verso
oriente si perde nelle campagne attraversate dal fiume
Sarno, il quale sfocia nel mare di Castellammare di
Stabia. Proprio questi elementi naturali segnano il
confine con le città limitrofe: il fiume Sarno
infatti divide la città stabiese da Torre Annunziata
e Pompei a nord, il monte Faito da Vico Equense e
Positano a sud. Ad est la città confina con
Sant'Antonio Abate e con Santa Maria la Carità,
mentre la zona ovest risulta essere la fascia costiera.
Castellammare di Stabia risulta avere una superficie
di 17,71 km², con un altezza media di 5 metri
sul livello del mare, anche se in realtà si
parte dallo 0 lungo la costa fino ad arrivare a 1202
metri sul monte Faito. Per la sua particolare posizione
geografica offre quindi condizioni climatiche che
favoriscono il clima mite e temperato, tipico delle
zone marine e collinari: nei mesi più caldi
infatti la temperatura media è di 25°,
mentre in quelli più freddi di 16°.
ETIMOLOGIA
Le origini del nome Castellammare di Stabia sono molto
chiare: se risulta più facile è capire
la scelta di Stabia (deriva dalla antica città
romana, più difficile è capire il perché
di Castellammare. Castellammare deve il nome all'antico
castello costruito dal ducato di Sorrento che si affaccia
da un'altura di circa 100 metri sul golfo di Napoli.
Erroneamente si dice che il mare arrivasse sotto il
castello, ma vista l'altezza in cui questo tale ipotesi
è praticamente impossibile: la spiegazione
del nome è chiara da antichi documenti in cui
le località venivano identificate col nome
dei castelli presenti. In questo caso questo Castello
che guarda il mare era detto Castello sul mare (o
da mare), quindi Castello a Mare. Altri erroneamente
sostengono che la denominazione Castellammare derivi
dall'antica presenza di una fortezza eretta in località
Pozzano, sulla spiaggia, per difendere l'antica cittadina
da eventuali attacchi provenienti dalla penisola sorrentina
e chiamata torre di Portocarello, conosciuta dai più,
erroneamente, con il nome di torre Alfonsina che invece
sorgeva nei pressi dell'attuale piazza Fontana Grande.
Nell'immediato dopoguerra, nei pressi della Torre
di Portocarello, si insediò lo stabilimento
calce e cementi che sfruttava le rocce calcaree prelevate
dalla montagna adiacente, distruggendo i resti di
questa antica torre.
La prima volta che si ritrova in un documento il nome
Castrum ad mare è del 1086. Il comune, già
Castellamare, ha assunto la denominazione di Castellammare
con regio decreto il 22 gennaio 1863, mentre il nome
definitivo di Castellammare di Stabia si è
avuto con delibera consiliare del 31 maggio 1912.
RITROVAMENTI
ARCHEOLOGICI
Stabiae, l'odierna Castellammare di Stabia, fu una
delle mete preferite dai patrizi romani, tanto che
il suo territorio fu costellato di numerose ville
residenziali. Scoperta nel 1749 dagli scavatori borbonici,
Stabiae, sin dall'inizio, si contraddistinse come
luogo di eccellenza: l'esplorazione della città
però durò solamente pochi anni, tanto
che già nel 1782 tutte le attività di
scavo vennero spostate a Pompei, cosi che ville, case
e strade ritornarono sotto terra mentre affreschi,
statue e suppellettili preziose vennero raccolte nel
museo Museo Borbonico. Dopo l'abbandono, nel 1800,
vi furono vari rinvenimenti che mantennero acceso
il ricordo di Stabiae: però fu soltanto nel
1950 che due ville, villa San Marco e villa Arianna,
furono riportate parzialmente alla luce dal preside
Libero d'Orsi. Le due ville sono visitabili tutti
i giorni e si possono apprezzare le capacità
progettuali degli architetti romani che le realizzarono
con ardite soluzioni tecniche e inserendo perfettamente
le ville nel paesaggio. Oggi il sito di Stabiae è
al centro di un grande progetto internazionale che
prevede la creazione di un parco archeologico insieme
all'università del Maryland, tramite la fondazione
Restoring Ancient Stabiae: uno dei passi fondamentali
della fondazione, insieme alla Sopraintendenza Archeologica
di Pompei, è stata una mostra, chiamata Otium
Ludens, dal dicembre 2007 al marzo 2008, presso Museo
Statale dellHermitage di San Pietroburgo, che
ha raccolto circa 200 reperti tra suppellettili e
affreschi provenienti da Stabiae. Questa mostra in
futuro continuerà in altre parti del mondo.
CATTEDRALE
La terza Cattedrale di Castellammare di Stabia sita
in piazza Giovanni XXIII, fu fortemente danneggiata
dal terremoto del 1436 e si pensò alla costruzione
di una ex-novo. Dopo numerosi tentativi, solo nel
1587 se ne decise la riedificazione. Il vescovo dell'epoca,
mons. Ludovico Maiorano, pose la prima pietra il 22
novembre 1587. La costruzione precedette così
lentamente che la nuova cattedrale, dedicata a santa
Maria Assunta si può considerare finita del
1643 quando però mancavano ancora importanti
elementi. Nel 1668 venne istallato l'organo che trovò
la sua sistemazione definitiva solo nel 1774, quando
venne ricostruito l'atrio e l'altare maggiore. Nel
frattempo mancava ancora la ristrutturazione del vecchio
campanile e quando tutto sembrava pronto, il vescovo
si oppose perché avrebbe dovuto cedere alcuni
metri di terreno: nel 1782, il sindaco decise di costruire
un nuovo campanile su suolo comunale. La cappella
del santo patrono, San Catello, venne iniziata nel
1875 e venne conclusa, con tutti i restanti lavori
nel 1893, quando il vescovo Sarnelli, consacrerà
solennemente la cattedrale. All'interno si possono
ammirare tele di Giuseppe Bonito e Nunzio Rossi. Oltre
alla cappella dedicata alla Vergine di Lourdes, ve
ne una che ospita il corpo di Gesù deposto
nel sepolcro e la cappella del Santissimo Sacramento,L'ara
pacis dedicata alle vittime delle guerre. Ogni anno,
durante il periodo natalizio, viene allestito un presepe
con statue ad altezza naturale. Nella Cattedrale viene
anche venerato San Biagio.
CHIESA
DEL GESU'
La chiesa del Gesù è tra le chiese più
belle di Castellammare di Stabia. La prima pietra
fu posta nel 1609 e fu realizzata seguendo prima il
progetto di Pietro Provedi e alla morte di questo,
il progetto di Agazio Stoia. La chiesa, che da il
nome alla strada in cui sorge, nel centro storico
stabiese, ha un'unica navata con due cappelle su entrambi
i lati: sul lato destro la prima è dedicata
al Sacro Cuore, la seconda era prima alla Santissima
Croce in seguito alla Vergine del Carmelo, sul lato
sinistro invece la prima è dedicata all'Annunziata,
mentre la seconda prima a sant'Ignazio poi alla Madonna
Addolorata. Numerose sono i dipinti, tra i più
importanti se ne ricordano alcuni di Giuseppe Viraldi
e del De Matteis. Sull'altare maggiore un dipinto
di Luca Giordano raffigurante la Vergine del Rifugio,
mentre la volta è affrescata da Vincenzo Galloppi.
Nella sacrestia è presente un dipinto raffigurante
San Catello, rubato nel 1976 e ritrovato a Venezia
nel 1993. Nella chiesa è presente anche una
ricca biblioteca contenente testi religiosi di valore
storico rilevante.
CHIESA
DELLO SPIRITO SANTO
La chiesa dello Spirito Santo si trova in piazza Fontana
Grande, nel centro antico di Castellammare di Stabia.
Costruita nel 1577, è molto più nota
con il nome di chiesa di san Ciro, poiché presente
una statua del santo solennemente celebrato nel giorno
della sua ricorrenza. La chiesa è di modeste
dimensioni, con un'unica navata centrale, nella quale,
ai due lati si aprono due piccole cappelle: una dedicata
a san Ciro, l'altra alla Madonna della misericordia.
Sull'altare maggiore vi è una tela che raffigura
la discesa dello Spirito Santo sulla Madonna e gli
apostoli. In una nicchia vi è una statua in
cartapesta rappresentante la crocifissione di Gesù
e le anime del Purgatorio. Da alcuni anni è
stato trasferito anche il quadro di sant'Antonio conosciuto
come sant'Antonio di donna Fiorella, a cui il popolo
stabiese ha dedicato da sempre grande venerazione:
il quadro apparteneva a Mons. Catello Longobardi e
alla sorella Fiorella. Nel portico d'ingresso è
presente una ricostruzione della grotta di Lourdes.
CHIESA
DI PORTOSALVO
La chiesa di Portosalvo, una volta esistente presso
il molo e poi abbattuta per far spazio ai cantieri
navali, fu costruita nel 1834 da una congrega di marinai,
e qui fu portato il quadro della Madonna di Portosalvo
(del '500), posto sull'altare maggiore: l'importanza
della raffigurazione è data dalla raffigurazione
di Castellammare ai piedi della Madonnas. Alle spalle
della chiesa vi è la sorgente dell'acqua della
Madonna. La chiesa, oggi inagibile, è chiusa
dal 1980, a seguito del terremoto: la chiesa fa parte
della parrocchia dello Spirito Santo.
SANTUARIO
DELLA MADONNA DELLA LIBERA
All'altezza del castello medievale, sulla strada Panoramica
che conduce a Sorrento, si apre una piccola strada
che porta al santuario della Madonna della Libera.
La chiesa, molto semplice e di modeste dimensioni,
è nata in funzione di un affresco, in stile
bizantino, dipinto sulla roccia e che raffigura la
Madonna della tenerezza[24], conosciuta anche come
Madonna della Libera e due santi: san Giovanni Evangelista
e san Valerio di Sorrento. Nonostante il dipinto settecentesco
fosse di buon valore, nel 1939, a causa dell'usura
del tempo si è provveduto ad un restauro:alla
caduta di un muretto si notò la presenza di
un altro dipinto, molto simile a quello su cui era
stato dipinto l'attuale affresco. La chiesa si presenta
come una sorta di piccola basilica, con una navata
centrale e due piccole navate laterali. Con il passere
degli anni il santuario si è arricchito di
un ostello per la gioventù e di sale per convegni.
La liturgia della Madonna della Libera viene celebrata
in 18 di ogni mese, mentre nel santuario viene svolta
la sagra delle Camarelle.
GROTTA
DI SAN BIAGIO
E' un antico tempio cristiano, ricavato nella roccia
di tufo alle pendici della collina di Varano: molto
probabilmente in origine era proprio una cava creata
dagli antichi romani per costruire le loro ville tramite
l'estrazione di blocchi di tufo. In principio vi fu
un tempio romano dedicato a Mitra, mentre nei primi
secoli della cristianità divenne una catacomba.
Fu soltanto dal VI secolo che divenne chiesa, dedicata
ai santi Giasone e Mauro, sede di una comunità
benedettina, dipendente dal monastero di san Renato
di Sorrento. All'interno vi sono affreschi di notevoli
proporzioni, splendidamente conservati, eseguiti tra
il VI e XIV secolo: oggi purtroppo la grotta è
chiusa al pubblico. Negli ultimi tempi è stata
trovata al suo interno una statua raffigurante forse
San Biagio che oggi è conservata al Museo Diocesano
di Castellammare di Stabia.
TERME
Definita Metropoli delle acque per il suo patrimonio
idrologico costituito da ben 28 tipi di acque di acque
minerali differenti, divise in solforose, bicarbonato
calciche e medio minerali, il termalismo ha rappresentato
per Castellammare di Stabia fin dal metà del
1800 un tassello importante sia per l'economia che
per il turismo. Per sfruttare al meglio le proprietà
delle acque la città dispone di due stabilimenti
termali, uno nel centro antico e l'altro nella zona
collinare dove è anche possibile effettuare
alcune cure. Inoltre alcune acque come l'acqua della
Madonna e l'acqua Acetosella, tra le più note
e già apprezzate da Plinio il Vecchio che le
consigliava ai sofferenti di calculosis, vengono imbottigliate
e vendute anche in America.
Inaugurate nel 1836, la storia delle Antiche Terme
di Castellammare di Stabia inizia 9 anni prima, quando
nel 1827, su progetto dell'architetto Catello Troiano,
iniziano i lavori per la costruzione. Da subito le
terme ricoprono un ruolo fondamentale non solo per
i cittadini, ma anche per i turisti, che soprattutto
d'estate affollavano la città per le cure presso
il complesso termale, che anno dopo anno si andava
ampliando con nuove padiglioni e piscine riservati
a molteplici cure del corpo. È del 1893 l'apertura
del padiglione Moresco ad opera dell'architetto Cosenza.
Le terme diventarono non solo un centro benessere
ma un vero e proprio polo culturale tanto che nel
suo parco venivano organizzavate mostre di pittura,
manifestazioni culturali e concerti musicali.
Il
26 febbraio 1956 iniziò la demolizione dell'antica
struttura per la costruzione, progettata dall'architetto
Marcello Canino, di quella che esiste ancora tutt'oggi.
Verso la fine degli anni '80 il complesso termale
entra in crisi a causa della chiusura di buona parte
dei servizi offerti, in quanto spostati al nuovo complesso.
Oggi le Antiche Terme sono aperte poche ore al giorno
solo per permettere la raccolta dei vari tipi di acqua,
mentre nel periodo estivo si tengono alcune manifestazio
culturali. Nell'estate del 2007 sono partiti i lavori
di riqualificazione del complesso che dovrebbe tornare
agli antichi splendori con la riapertura di numerosi
servizi termali.
NUOVE
TERME
Le Nuove Terme, situate sulla collina denominata Solaro,
nei pressi della frazione di Scanzano, progettate
dagli architetti Cocchia, Iossa, Mazziotti e Sbriziolo
sono state inaugurate il 26 luglio 1964 e si estendono
su una superficie di oltre 100 mila mq. Questo complesso
è composto da due settori: l'edificio dedicato
alle cure terapeutiche e il parco per le cure idropiniche.
L'edificio per le cure è uno dei più
attrezzati e moderni d'Europa: si praticano fisioterapia,
medicina iperbarica, massaggi, fanghi, inalazioni
con l'ausilio delle acque solfuree, riabilitazione,
cure dermatologiche, cure estetiche e cure ginecologiche[38].
Il parco idropinico invece permette di praticare quella
che viene chiamata l'idroterapia, ossia bere il tipo
di acqua consigliata verso una certa patologia camminando
nel parco. Oltre alla sala dove sono presenti la maggior
parte delle acque stabiesi, il parco, finemente curato
e aperto solo durante il periodo estivo, offre una
ricca programmazione, sia al mattino, sia la sera
con concerti, cinema all'aperto, mostre e congressi.
CASTELLO
Il castello medioevale di Castellammare di Stabia,
che si trova lungo la statale sorrentina, nei pressi
della salita per il santuario della Madonna della
Libera, venne costruito dai sorrentini per difendere
il proprio ducato, sulla collina che sovrasta la città
stabiese; fu in seguito riparato da Federico II e
ricostruito dagli angioini. Quando perse il suo ruolo
difensivo il castello fu rifatto e rinforzato da Alfonso
d'Aragona: fu attivo fino ai secoli della dominazione
spagnola, ma nel XVIII cominciò il suo lento
declino. Ridotto per lo più ad un rudere venne
venduto dallo stato al marchese Alaponzone di Verona,
che attorno gli anni '30 del '900 lo cedette a Edoardo
de Martino: questi ne iniziò il restauro, completato
poi dal figlio. Oggi, abitazione privata, è
visitabile solo all'esterno. La struttara ha una grande
importanza nella storia di Castellammare di Stabia,
poiché è proprio da questo che la città
prende il nome: solitamente, secondo tradizione, si
dice che il mare, in tempi remoti, arrivava fino al
castello. In realtà questo aveva una cinta
muraria che si originava dal complesso centrale per
scendere giù per la collina fino alla zona
dove oggi si trova la chiesa di Portosalvo, dove terminava
con una torre di avvistamento: in questo punto il
mare incontrava il castello e da qui il nome di Castello
a mare.
PALAZZO
FARNESE
Nel 1566 Ottavio Farnese, signore di Castellammare,
in seguito alle proteste dei cittadini, decise di
donare alla città un luogo adeguato per la
sede della Corte del Governatore: la scelta cadde
su un caseggiato ad un piano situato tra il Duomo
e via Coppola, nell'attuale Piazza Giovanni XXIII.
Nel 1820 vi venne trasferita la sede dell'Amministrazione
comunale e nel 1871, su progetto dell'architetto Luigi
d'Amora, il palazzo fu ingrandito e abbellito mentre
il secondo piano venne costruito soltanto agli inizi
del '900 con l'aggiunta di una piccola torre laterale.
L'amministrazione comunale vi resto fino al 1964,
quando deciso il passaggio nell'ex Banca d'Italia,
palazzo Farnese venne abbandonato. Dopo alcuni anni
la struttura tornò ad essere a disposizione
del comune e finiti i lavori di ristrutturazione venne
adibito a Municipio: palazzo Farnese svolge ancora
oggi tale funzione. Da alcuni anni si è creato
al suo interno anche un piccolo Museo Civico.
CASSARMONICA
La cassarmonica, o padiglione musicale, venne realizzata
dalla ditta Minieri di Napoli, su progetto dell'architetto
Eugenio Cosenza. Inaugurata il 28 aprile 1900, solo
9 anni dopo, a causa di una violenta libecciata, la
cassarmonica crollò. Per la sua ricostruzione
venne chiamato per l'ennesima volta Eugenio Cosenza,
che questa volta ne abbassò l'altezza, creò
in cima uno sfiatatoio mentre gli archi assunsero
una forma arabescata: la nuova struttura fu consegnata
al comune di Castellammare di Stabia il 4 agosto 1911.
Negli anni ha subito diversi restauri sia negli anni
'90 che nel 2004. La cassarmonica ospita vari concerti
oltre che manifestazioni. Oggi è considerata
la più bella d'Europa.
SCOGLIO
DI ROVIGLIANO
Formato da roccia calcarea e ricoperta da depositi
eruttivi data la vicinanza del Vesuvio, lo scoglio
di Rovigliano si trova in mare, proprio di fronte
la foce del fiume Sarno, al confine tra Castellammare
e Torre Annunziata. Il nome Rovigliano deriverebbe
dal cognome di una famiglia romana, la Rubellia, che
vi costruì una villa d'otium, costruzioni tipiche
della zona. Prima dell'avvento dei romani lo scoglio
si pensa sia stato emporio fenicio o tempio dedicato
ad Ercole. Nel 938 d.C. vi si edificò un convento,
mentre nel 1564, fu trasformato in fortezza contro
le incursioni dei pirati Turchi.
MONTE
FAITO
Il monte Faitoè alto 1131 metri ed è
una stazione turistica raggiungibile con una funivia
da Castellammare di Stabia e in auto dal versante
di Vico Equense, fa parte dei Monti Lattari, gruppo
montuoso del Preappennino campano e costituisce la
dorsale della Penisola Sorrentina, dalla sella di
Cava de' Tirreni all'estremità meridionale
di punta Campanella. Formato da rocce prevalentemente
calcaree, sul versante del Golfo di Salerno è
caratterizzato da pareti molto ripide sul mare, altra
cima importante è il monte Sant'Angelo a Tre
Pizzi alto 1443 metri. Il Monte Faito è collegato
a Castellammare tramite una funivia gestita dalla
Circumvesuviana. Oltre a passeggiate salutari tra
i suoi boschi è possibile visitare il tempietto
dedicato all'arcangelo Michele ed alcune sorgenti.
Antiquarium
Stabiano o Museo Archeologico
Nell'Antiquarium Stabiano o Museo Archeologico vengono
raccolti tutti i reperti provenienti dagli scavi dell'antica
Stabiae, alcuni anche di notevole valore. Sfortunatamente
però questo museo non ha mai avuto grossa fortuna,
in quanto oltre a trovarsi in alcuni ambienti sottostanti
la scuola media Stabiae, in via Marco Mario, è
anche perennemente chiuso. Si è spesso parlato
di un suo possibile trasferimento presso la Villa
Gabola. I reperti stabiani troveranno finalmente degna
sistemazione negli spazi adibiti a museo della splendida
reggia di Quisisana, situata sulla collina omonima,
attualmente in fase di avanzato restauro.
Museo
Diocesano
Nel Museo Diocesano sono raccolti i reperti rinvenuti
negli scavi sotto la Cattedrale di Castellammare di
Stabia.Esso è collocato proprio nell'Oratorio
dell'antica chiesa di San Filippo Neri adiacente al
seminario di San Francesco,di fronte al Municipio.Oltre
a ciò il Museo ospita anche una statua di terracotta
che si vocifera possa raffigurare S.Catello;dopo una
più approfondita analisi però sembra
che si tratti di san Biagio.
MANIFESTAZIONI
Falò
dell'Immacolata
Ogni anno, la sera del 7 dicembre, il giorno prima
della festa dell'Immacolata Concezione, in tutti i
quartieri della città vengono accessi dei grossi
falò in onore della Vergine, chiamati appunto
Falò dell'Immacolata. Secondo la tradizione,
durante queste notte, alcuni pescatori si trovarono
nel mezzo di una tempesta, ma riuscirono a raggiungere
la terraferma grazie alla presenza di fuochi che segnalavano
la costa. Inoltre solo per questa ricorrenza viene
aperta la piccola Chiesa dell'Immacolata Concezione.
Festa
di San Catello il 19 gennaio (solo religiosa)
Festa di San Catello la seconda domenica di maggio
(religiosa e civile)
Festa della Madonna di Pozzano il lunedi dell'Angelo
presso la frazione Pozzano (solo religiosa)
Festa della Madonna di Pozzano a luglio presso la
frazione Pozzano (civile e religiosa)
Sagra delle Camarelle la prima domenica di settembre
presso la frazione Madonna della Libera
Sagra dei carciofi verso la fine di aprile in località
Annunziatella
Sagra del peperone a settembre durante al festa di
San Michele presso la frazione Scanzano
Sagra del pesce fritto il 15 agosto presso il Rione
Spiaggia
Sagra dei sapori nostrani a settembre od ottobre nelle
Nuove Terme
Quisisana Festival - Festival dedicato alla musica
classica
Corto in Stabia - Rassegna dedicata a corti cinematografici
per ragazzi
Burattini nel Verde - Festival del teatro dei burattini
Acqua di monte, gente di mare: spettacoli teatrali
alle Antiche Terme.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Le origini di Castellammare di Stabia si perdono nella
notte dei tempi e sono ancora incerte, anche se alcuni
ritrovamenti documentano che la zona era già
abitata a partire dal VIII secolo a.C.. Data la sua
favorevole posizione sul mare, in una zona ricca di
acque e con pianure fertili di origine vulcanica,
i primi insediamenti si andarono sviluppando in quella
che oggi è conosciuta come la collina di Varano,
all'epoca uno sperone a picco sul mare poiché
la piana dove oggi si sorge l'attuale città
era ancora in parte sommersa dal mare e la sottile
linea costiera esistente era esposta alle incursioni
nemiche. Diverse sono state le dominazioni come quella
dei sannite seguite poi dagli Etruschi e dai Greci:
il nome di questo insediamento era Stabiae. Stabiae
venne conquistata da Roma nel 340 a.C. e fu durante
questo periodo che la città ebbe il suo massimo
splendore: infatti venne cinta da mura, diventato
un piccolo borgo dedito soprattutto ai prodotti che
offriva la terra. Intorno alla città fortificata
si svilupparono numerose fattorie che con il passere
del tempo formarono piccoli borghi: questa zona viene
ricordata come Ager Stabiano e comprendeva alcune
zone che attualmente sono inglobate nei comuni di
Gragnano, Casola di Napoli, Santa Maria la Carità
e Sant'Antonio Abate, ma anche di alcune zona della
stessa Castellammare di Stabia, come il rione San
Marco e Pozzano, che all'epoca veniva chiamata Fogliano,
dal nome del dio Foglianum, protettore della natura.
Stabia venne dotata anche del palazzo del ministro
e di un tempio dedicato ad Ercole, che secondo la
trazione romana, era il fondatore della città.
Durante la II Guerra Punica, cosi come ricorda Silio
Italico alcuni giovani stabiani presero parte alla
spedizione su una nave della flotta di Marco Claudio
Marcello.
Durante la Guerra Sociale, Stabiae venne assediata
da Lucio Cornelio Silla, e soltanto dopo una lungo
periodo la città si arrese: in questo frangente
non si combatté alcuna battaglia, ma Silla
si limitò ad aspettare al di fuori delle mure
finché la mancanza di acqua e di cibo, portarono
gli stabiani alla rese. La città venne completamente
rasa al suolo e diventò porto di Nuceria.
Stabia venne immediatamente ricostruita ma non più
come città fortificata, bensì come luogo
di villeggiatura per ricchi patrizi romani, che costellarono
la collina di ville con al proprio interno complessi
termali, piscine, palestre e piccoli templi ed abbellendole
con dipiti che ancora oggi risultano essere tra i
più interessanti dell'arte romana.
Nel 62 d.C. Stabiae venne devastata da un violento
terremoto ma che non compromise la vita della città,
tanto che anche in questo caso, alcuni edifici crollati,
vennero immediatamente ricostruiti o restaurati.
Il 25 agosto del 79 d.C. un'inaspettata e violenta
eruzione del Vesuvio, fece scomparire sotto una fitta
coltre di cenere, lapilli e pomici, insieme a Pompei
ed Ercolano, la città di Stabiae. A causa dei
frequenti terremoti che avevano preceduto l'eruzione,
molte ville mostravano segni di cedimento o crepe
e quindi si trovavano in fase di ristrutturazione:
fu questo il motivo per cui a Stabia ci fu un numero
limitato di vittime. Tra le vittime illustri fu anche
Plinio il Vecchio, che giunto a Stabiae per osservare
più da vicino l'eruzione, morì molto
probabilemente avvelenato dai gas tossici sulla spiaggia.
Dopo la distruzione di Stabiae ad opera del Vesuvio,
alcuni abitanti del luogo scampati all'eruzione, tornarono
alle loro vecchie abitazioni, ormai distrutte, per
recuperare oggetti e denaro: furono questi che costituirono
un villaggio lungo la costa, la quale grazie all'eruzione
era diventata molto più protesa nel mare rispetto
al passato. Questo nuovo villaggio, che viveva soprattutto
di pesca ed agricoltura, entrò a far parte
del Ducato di Sorrento: furono proprio i Sorrentini
che costruirono un castello sulla collina nei pressi
di Pozzano, per difendere il ducato dalle incursioni
barbariche. In questo periodo, intorno all'anno 1000,
precisamente nel 1086, si ritrova per la prima volta
in un ducumento il nome del villaggio, ossia Castrum
ad Mare, molto probabilmente derivante dal fatto che
il castello si trovasse nei pressi a picco sul mare.
Durante il medioevo Castellammare di Stabia venne
conquistata dagli Angioini, i quali ingrandirono il
castello. Successivamente, dopo una breve parentesi
sotto il dominio degli Svevi, la città passa
sotto il controllo gli Aragonesi, che, oltre all'ingrandimento
del porto e alla costruzione di possenti mura di cinta,
portarono a compimento la costruzione di un palazzo
reale sulla collina di Quisisana, utilizzato dai reali
per i loro soggiorni nel periodo estivo. L'importanza
del palazzo era tale che Giovanni Boccaccio ne fa
l'ambientazione per una novella del Decameron, precisamente
la sesta del decimo giorno.
Ereditata dagli Aragonesi, nel 1541 l'imperatore Carlo
V, diede la città in feudo a Ottavio Farnese,
il quale apporto notevoli modiche alla struttura urbanistica:
realizzò anche il suo palazzo, ancora oggi
conosciuto come Palazzo Farnese, sede del municipio.
Nel 1542 la città venne saccheggiata dal pirata
Dragut, che rapì anche ottanta persone, in
seguito riscattate. Durante la battaglia dei cristiani
contro i musulmani, combattuta a Lepanto nel 1571,
presero parte anche giovani stabiesi sotto il comando
di Alessandro Farnese. L'egemonia dei Farnese durò
circa due secoli.
Dopo l'occupazione di Arrigo di Lorena e in seguito
di Carlo d'Austria, la città passò,
nel 1731, sotto il controllo di Carlo di Borbone.
Fu questo il periodo di grandi cambiamenti che portò
Castellammare di Stabia ad essere una delle città
più floride del Regno delle Due Sicilie: vengono
costruiti, nel 1783, i primi cantieri navali italiani,
l'industria per la fabbricazione di corde, la cosiddetta
Corderia, e viene dato il via, nel 1749, ad una campagna
archeologica che riporta alla luce i resti delle ville
romane dell'antica città di Stabiae. Viene
ampliato il palazzo reale, e proprio la presenza dei
sovrani nel periodo estivo, funge da richiamo a molti
nobili napoletani, che costruiscono nei pressi della
Reggia, sulla collina di Quisisana la loro ville.
L'influsso dei reali e le prime cure termali portano
Castellammare di Stabia ed essere una tappa fondamentale
del cosiddetto Grand Tour, tanto che la città
viene ricordata anche da Gustave Flaubert nel suo
Madame Bovary.
Nel 1842 Castellammare di Stabia diviene una delle
prime città italiane ad essere dotata di una
linea ferroviaria che la collegava direttamente con
Napoli: questo portò non solo ad uno sviluppo
della città oltre le mura difensive, ormai
diventate inutili e quindi abbattute, ma a diventare
un centro commerciale dove le mercanzie provenienti
dalla Calabria e dalla Puglia veniva caricate sul
treno.
Con l'unità d'Italia ed un florido momento
per lo sviluppo industriale, l'area nord di Castellammare
di Stabia ed in particolar modo quella intorno alla
ferrovia si riempi di industrie tra cui corservifici,
come quello della Cirio, cartiere, pastifici, cantieri
metallurgici e diverse industrie meccaniche e tessili.
Il nuovo secolo si apre con l'apertura della linea
tranviaria che collegava la stazione di Castellammare
di Stabia direttamente con Sorrento, attraversando
tutta la penisola sorrentina. Sempre in questo periodo
la vocazione turistica di Castellammare di Stabia,
soprattutto per le sue acque e le loro proprietà
curative, raggiunge l'apice.
Se la Grande Guerra non lascia tragiche tracce, lo
stesso non si può dire per il secondo conflitto
mondiale: i tedeschi, in seguito alla ritirata dal
sud Italia, applicando la cosiddetta teoria della
terra bruciata, distrussero i cantieri navali, i quali
vennero strenuamente difesi dagli stabiesi. In seguito,
per questo motivo, la città è stata
insignita della Medaglia d'Oro al Valore. Ancora oggi
in città è visibile, nei pressi del
lungomare il palazzo del Fascio, fatto costruire durante
l'epoca fascista. La fine della guerra e l'inizio
del miracolo italiano portò all'intensificazione
del lavoro industriale e all'avvio di importanti novità
sul piano turistico, come la costruzione del complesso
delle Nuove Terme, all'epoca definite le più
moderne d'Europa.
Durante gli anni '80, come in altre parti d'Italia,
la città venne colpita da una grave crisi economica
che portò alla chiusura di molte fabbriche:
nello stesso periodo di registrò anche un notevole
calo di presenze turistiche.
All'inizio degli anni '90 la città venne visitata
da Giovanni Paolo II, il quale dopo il pranzo in mensa
insieme agli operai dei cantieri navali, tenne una
solenne cerimonia sul lungomare.
La fine del XX secolo coincide con il periodo di rilancio,
puntando sul risanamento delle poche industrie rimaste
ma soprattutto sul turismo. La costruzione di nuovi
complessi alberghieri e di infrastrutture all'avanguardia
come il porto turistico di Marina di Stabia, uno dei
più grandi d'Europa, hanno fatto si che nel
2006 Castellammare di Stabia sia stata la terza città
campana per presenze turistiche negli alberghi solo
dietro a Napoli e Sorrento. All'inizio del 2008 è
stato completato il restauro della Reggia di Quisisana,
altro edificio storico restituito alla città.