Castellammare di Stabia 
Campania

Castellammare di Stabia è situata a sud della provincia di Napoli, nel territorio compreso tra la fine della zona vesuviana e l'inizio della penisola Sorrentina. La città sorge in una piana di natura alluvionale - vulcanica, in una conca del golfo di Napoli, protetta a sud dalla catena dei monti Lattari, mentre verso oriente si perde nelle campagne attraversate dal fiume Sarno, il quale sfocia nel mare di Castellammare di Stabia. Proprio questi elementi naturali segnano il confine con le città limitrofe: il fiume Sarno infatti divide la città stabiese da Torre Annunziata e Pompei a nord, il monte Faito da Vico Equense e Positano a sud. Ad est la città confina con Sant'Antonio Abate e con Santa Maria la Carità, mentre la zona ovest risulta essere la fascia costiera. Castellammare di Stabia risulta avere una superficie di 17,71 km², con un altezza media di 5 metri sul livello del mare, anche se in realtà si parte dallo 0 lungo la costa fino ad arrivare a 1202 metri sul monte Faito. Per la sua particolare posizione geografica offre quindi condizioni climatiche che favoriscono il clima mite e temperato, tipico delle zone marine e collinari: nei mesi più caldi infatti la temperatura media è di 25°, mentre in quelli più freddi di 16°.

ETIMOLOGIA
Le origini del nome Castellammare di Stabia sono molto chiare: se risulta più facile è capire la scelta di Stabia (deriva dalla antica città romana, più difficile è capire il perché di Castellammare. Castellammare deve il nome all'antico castello costruito dal ducato di Sorrento che si affaccia da un'altura di circa 100 metri sul golfo di Napoli. Erroneamente si dice che il mare arrivasse sotto il castello, ma vista l'altezza in cui questo tale ipotesi è praticamente impossibile: la spiegazione del nome è chiara da antichi documenti in cui le località venivano identificate col nome dei castelli presenti. In questo caso questo Castello che guarda il mare era detto Castello sul mare (o da mare), quindi Castello a Mare. Altri erroneamente sostengono che la denominazione Castellammare derivi dall'antica presenza di una fortezza eretta in località Pozzano, sulla spiaggia, per difendere l'antica cittadina da eventuali attacchi provenienti dalla penisola sorrentina e chiamata torre di Portocarello, conosciuta dai più, erroneamente, con il nome di torre Alfonsina che invece sorgeva nei pressi dell'attuale piazza Fontana Grande. Nell'immediato dopoguerra, nei pressi della Torre di Portocarello, si insediò lo stabilimento calce e cementi che sfruttava le rocce calcaree prelevate dalla montagna adiacente, distruggendo i resti di questa antica torre.
La prima volta che si ritrova in un documento il nome Castrum ad mare è del 1086. Il comune, già Castellamare, ha assunto la denominazione di Castellammare con regio decreto il 22 gennaio 1863, mentre il nome definitivo di Castellammare di Stabia si è avuto con delibera consiliare del 31 maggio 1912.

RITROVAMENTI ARCHEOLOGICI
Stabiae, l'odierna Castellammare di Stabia, fu una delle mete preferite dai patrizi romani, tanto che il suo territorio fu costellato di numerose ville residenziali. Scoperta nel 1749 dagli scavatori borbonici, Stabiae, sin dall'inizio, si contraddistinse come luogo di eccellenza: l'esplorazione della città però durò solamente pochi anni, tanto che già nel 1782 tutte le attività di scavo vennero spostate a Pompei, cosi che ville, case e strade ritornarono sotto terra mentre affreschi, statue e suppellettili preziose vennero raccolte nel museo Museo Borbonico. Dopo l'abbandono, nel 1800, vi furono vari rinvenimenti che mantennero acceso il ricordo di Stabiae: però fu soltanto nel 1950 che due ville, villa San Marco e villa Arianna, furono riportate parzialmente alla luce dal preside Libero d'Orsi. Le due ville sono visitabili tutti i giorni e si possono apprezzare le capacità progettuali degli architetti romani che le realizzarono con ardite soluzioni tecniche e inserendo perfettamente le ville nel paesaggio. Oggi il sito di Stabiae è al centro di un grande progetto internazionale che prevede la creazione di un parco archeologico insieme all'università del Maryland, tramite la fondazione Restoring Ancient Stabiae: uno dei passi fondamentali della fondazione, insieme alla Sopraintendenza Archeologica di Pompei, è stata una mostra, chiamata Otium Ludens, dal dicembre 2007 al marzo 2008, presso Museo Statale dell’Hermitage di San Pietroburgo, che ha raccolto circa 200 reperti tra suppellettili e affreschi provenienti da Stabiae. Questa mostra in futuro continuerà in altre parti del mondo.

CATTEDRALE
La terza Cattedrale di Castellammare di Stabia sita in piazza Giovanni XXIII, fu fortemente danneggiata dal terremoto del 1436 e si pensò alla costruzione di una ex-novo. Dopo numerosi tentativi, solo nel 1587 se ne decise la riedificazione. Il vescovo dell'epoca, mons. Ludovico Maiorano, pose la prima pietra il 22 novembre 1587. La costruzione precedette così lentamente che la nuova cattedrale, dedicata a santa Maria Assunta si può considerare finita del 1643 quando però mancavano ancora importanti elementi. Nel 1668 venne istallato l'organo che trovò la sua sistemazione definitiva solo nel 1774, quando venne ricostruito l'atrio e l'altare maggiore. Nel frattempo mancava ancora la ristrutturazione del vecchio campanile e quando tutto sembrava pronto, il vescovo si oppose perché avrebbe dovuto cedere alcuni metri di terreno: nel 1782, il sindaco decise di costruire un nuovo campanile su suolo comunale. La cappella del santo patrono, San Catello, venne iniziata nel 1875 e venne conclusa, con tutti i restanti lavori nel 1893, quando il vescovo Sarnelli, consacrerà solennemente la cattedrale. All'interno si possono ammirare tele di Giuseppe Bonito e Nunzio Rossi. Oltre alla cappella dedicata alla Vergine di Lourdes, ve ne una che ospita il corpo di Gesù deposto nel sepolcro e la cappella del Santissimo Sacramento,L'ara pacis dedicata alle vittime delle guerre. Ogni anno, durante il periodo natalizio, viene allestito un presepe con statue ad altezza naturale. Nella Cattedrale viene anche venerato San Biagio.

CHIESA DEL GESU'
La chiesa del Gesù è tra le chiese più belle di Castellammare di Stabia. La prima pietra fu posta nel 1609 e fu realizzata seguendo prima il progetto di Pietro Provedi e alla morte di questo, il progetto di Agazio Stoia. La chiesa, che da il nome alla strada in cui sorge, nel centro storico stabiese, ha un'unica navata con due cappelle su entrambi i lati: sul lato destro la prima è dedicata al Sacro Cuore, la seconda era prima alla Santissima Croce in seguito alla Vergine del Carmelo, sul lato sinistro invece la prima è dedicata all'Annunziata, mentre la seconda prima a sant'Ignazio poi alla Madonna Addolorata. Numerose sono i dipinti, tra i più importanti se ne ricordano alcuni di Giuseppe Viraldi e del De Matteis. Sull'altare maggiore un dipinto di Luca Giordano raffigurante la Vergine del Rifugio, mentre la volta è affrescata da Vincenzo Galloppi. Nella sacrestia è presente un dipinto raffigurante San Catello, rubato nel 1976 e ritrovato a Venezia nel 1993. Nella chiesa è presente anche una ricca biblioteca contenente testi religiosi di valore storico rilevante.

CHIESA DELLO SPIRITO SANTO
La chiesa dello Spirito Santo si trova in piazza Fontana Grande, nel centro antico di Castellammare di Stabia. Costruita nel 1577, è molto più nota con il nome di chiesa di san Ciro, poiché presente una statua del santo solennemente celebrato nel giorno della sua ricorrenza. La chiesa è di modeste dimensioni, con un'unica navata centrale, nella quale, ai due lati si aprono due piccole cappelle: una dedicata a san Ciro, l'altra alla Madonna della misericordia. Sull'altare maggiore vi è una tela che raffigura la discesa dello Spirito Santo sulla Madonna e gli apostoli. In una nicchia vi è una statua in cartapesta rappresentante la crocifissione di Gesù e le anime del Purgatorio. Da alcuni anni è stato trasferito anche il quadro di sant'Antonio conosciuto come sant'Antonio di donna Fiorella, a cui il popolo stabiese ha dedicato da sempre grande venerazione: il quadro apparteneva a Mons. Catello Longobardi e alla sorella Fiorella. Nel portico d'ingresso è presente una ricostruzione della grotta di Lourdes.

CHIESA DI PORTOSALVO
La chiesa di Portosalvo, una volta esistente presso il molo e poi abbattuta per far spazio ai cantieri navali, fu costruita nel 1834 da una congrega di marinai, e qui fu portato il quadro della Madonna di Portosalvo (del '500), posto sull'altare maggiore: l'importanza della raffigurazione è data dalla raffigurazione di Castellammare ai piedi della Madonnas. Alle spalle della chiesa vi è la sorgente dell'acqua della Madonna. La chiesa, oggi inagibile, è chiusa dal 1980, a seguito del terremoto: la chiesa fa parte della parrocchia dello Spirito Santo.

SANTUARIO DELLA MADONNA DELLA LIBERA
All'altezza del castello medievale, sulla strada Panoramica che conduce a Sorrento, si apre una piccola strada che porta al santuario della Madonna della Libera. La chiesa, molto semplice e di modeste dimensioni, è nata in funzione di un affresco, in stile bizantino, dipinto sulla roccia e che raffigura la Madonna della tenerezza[24], conosciuta anche come Madonna della Libera e due santi: san Giovanni Evangelista e san Valerio di Sorrento. Nonostante il dipinto settecentesco fosse di buon valore, nel 1939, a causa dell'usura del tempo si è provveduto ad un restauro:alla caduta di un muretto si notò la presenza di un altro dipinto, molto simile a quello su cui era stato dipinto l'attuale affresco. La chiesa si presenta come una sorta di piccola basilica, con una navata centrale e due piccole navate laterali. Con il passere degli anni il santuario si è arricchito di un ostello per la gioventù e di sale per convegni. La liturgia della Madonna della Libera viene celebrata in 18 di ogni mese, mentre nel santuario viene svolta la sagra delle Camarelle.

GROTTA DI SAN BIAGIO
E' un antico tempio cristiano, ricavato nella roccia di tufo alle pendici della collina di Varano: molto probabilmente in origine era proprio una cava creata dagli antichi romani per costruire le loro ville tramite l'estrazione di blocchi di tufo. In principio vi fu un tempio romano dedicato a Mitra, mentre nei primi secoli della cristianità divenne una catacomba. Fu soltanto dal VI secolo che divenne chiesa, dedicata ai santi Giasone e Mauro, sede di una comunità benedettina, dipendente dal monastero di san Renato di Sorrento. All'interno vi sono affreschi di notevoli proporzioni, splendidamente conservati, eseguiti tra il VI e XIV secolo: oggi purtroppo la grotta è chiusa al pubblico. Negli ultimi tempi è stata trovata al suo interno una statua raffigurante forse San Biagio che oggi è conservata al Museo Diocesano di Castellammare di Stabia.

TERME
Definita Metropoli delle acque per il suo patrimonio idrologico costituito da ben 28 tipi di acque di acque minerali differenti, divise in solforose, bicarbonato calciche e medio minerali, il termalismo ha rappresentato per Castellammare di Stabia fin dal metà del 1800 un tassello importante sia per l'economia che per il turismo. Per sfruttare al meglio le proprietà delle acque la città dispone di due stabilimenti termali, uno nel centro antico e l'altro nella zona collinare dove è anche possibile effettuare alcune cure. Inoltre alcune acque come l'acqua della Madonna e l'acqua Acetosella, tra le più note e già apprezzate da Plinio il Vecchio che le consigliava ai sofferenti di calculosis, vengono imbottigliate e vendute anche in America.


Inaugurate nel 1836, la storia delle Antiche Terme di Castellammare di Stabia inizia 9 anni prima, quando nel 1827, su progetto dell'architetto Catello Troiano, iniziano i lavori per la costruzione. Da subito le terme ricoprono un ruolo fondamentale non solo per i cittadini, ma anche per i turisti, che soprattutto d'estate affollavano la città per le cure presso il complesso termale, che anno dopo anno si andava ampliando con nuove padiglioni e piscine riservati a molteplici cure del corpo. È del 1893 l'apertura del padiglione Moresco ad opera dell'architetto Cosenza. Le terme diventarono non solo un centro benessere ma un vero e proprio polo culturale tanto che nel suo parco venivano organizzavate mostre di pittura, manifestazioni culturali e concerti musicali.

Il 26 febbraio 1956 iniziò la demolizione dell'antica struttura per la costruzione, progettata dall'architetto Marcello Canino, di quella che esiste ancora tutt'oggi. Verso la fine degli anni '80 il complesso termale entra in crisi a causa della chiusura di buona parte dei servizi offerti, in quanto spostati al nuovo complesso. Oggi le Antiche Terme sono aperte poche ore al giorno solo per permettere la raccolta dei vari tipi di acqua, mentre nel periodo estivo si tengono alcune manifestazio culturali. Nell'estate del 2007 sono partiti i lavori di riqualificazione del complesso che dovrebbe tornare agli antichi splendori con la riapertura di numerosi servizi termali.

NUOVE TERME
Le Nuove Terme, situate sulla collina denominata Solaro, nei pressi della frazione di Scanzano, progettate dagli architetti Cocchia, Iossa, Mazziotti e Sbriziolo sono state inaugurate il 26 luglio 1964 e si estendono su una superficie di oltre 100 mila mq. Questo complesso è composto da due settori: l'edificio dedicato alle cure terapeutiche e il parco per le cure idropiniche. L'edificio per le cure è uno dei più attrezzati e moderni d'Europa: si praticano fisioterapia, medicina iperbarica, massaggi, fanghi, inalazioni con l'ausilio delle acque solfuree, riabilitazione, cure dermatologiche, cure estetiche e cure ginecologiche[38]. Il parco idropinico invece permette di praticare quella che viene chiamata l'idroterapia, ossia bere il tipo di acqua consigliata verso una certa patologia camminando nel parco. Oltre alla sala dove sono presenti la maggior parte delle acque stabiesi, il parco, finemente curato e aperto solo durante il periodo estivo, offre una ricca programmazione, sia al mattino, sia la sera con concerti, cinema all'aperto, mostre e congressi.

CASTELLO
Il castello medioevale di Castellammare di Stabia, che si trova lungo la statale sorrentina, nei pressi della salita per il santuario della Madonna della Libera, venne costruito dai sorrentini per difendere il proprio ducato, sulla collina che sovrasta la città stabiese; fu in seguito riparato da Federico II e ricostruito dagli angioini. Quando perse il suo ruolo difensivo il castello fu rifatto e rinforzato da Alfonso d'Aragona: fu attivo fino ai secoli della dominazione spagnola, ma nel XVIII cominciò il suo lento declino. Ridotto per lo più ad un rudere venne venduto dallo stato al marchese Alaponzone di Verona, che attorno gli anni '30 del '900 lo cedette a Edoardo de Martino: questi ne iniziò il restauro, completato poi dal figlio. Oggi, abitazione privata, è visitabile solo all'esterno. La struttara ha una grande importanza nella storia di Castellammare di Stabia, poiché è proprio da questo che la città prende il nome: solitamente, secondo tradizione, si dice che il mare, in tempi remoti, arrivava fino al castello. In realtà questo aveva una cinta muraria che si originava dal complesso centrale per scendere giù per la collina fino alla zona dove oggi si trova la chiesa di Portosalvo, dove terminava con una torre di avvistamento: in questo punto il mare incontrava il castello e da qui il nome di Castello a mare.

PALAZZO FARNESE
Nel 1566 Ottavio Farnese, signore di Castellammare, in seguito alle proteste dei cittadini, decise di donare alla città un luogo adeguato per la sede della Corte del Governatore: la scelta cadde su un caseggiato ad un piano situato tra il Duomo e via Coppola, nell'attuale Piazza Giovanni XXIII. Nel 1820 vi venne trasferita la sede dell'Amministrazione comunale e nel 1871, su progetto dell'architetto Luigi d'Amora, il palazzo fu ingrandito e abbellito mentre il secondo piano venne costruito soltanto agli inizi del '900 con l'aggiunta di una piccola torre laterale. L'amministrazione comunale vi resto fino al 1964, quando deciso il passaggio nell'ex Banca d'Italia, palazzo Farnese venne abbandonato. Dopo alcuni anni la struttura tornò ad essere a disposizione del comune e finiti i lavori di ristrutturazione venne adibito a Municipio: palazzo Farnese svolge ancora oggi tale funzione. Da alcuni anni si è creato al suo interno anche un piccolo Museo Civico.

CASSARMONICA
La cassarmonica, o padiglione musicale, venne realizzata dalla ditta Minieri di Napoli, su progetto dell'architetto Eugenio Cosenza. Inaugurata il 28 aprile 1900, solo 9 anni dopo, a causa di una violenta libecciata, la cassarmonica crollò. Per la sua ricostruzione venne chiamato per l'ennesima volta Eugenio Cosenza, che questa volta ne abbassò l'altezza, creò in cima uno sfiatatoio mentre gli archi assunsero una forma arabescata: la nuova struttura fu consegnata al comune di Castellammare di Stabia il 4 agosto 1911. Negli anni ha subito diversi restauri sia negli anni '90 che nel 2004. La cassarmonica ospita vari concerti oltre che manifestazioni. Oggi è considerata la più bella d'Europa.

SCOGLIO DI ROVIGLIANO
Formato da roccia calcarea e ricoperta da depositi eruttivi data la vicinanza del Vesuvio, lo scoglio di Rovigliano si trova in mare, proprio di fronte la foce del fiume Sarno, al confine tra Castellammare e Torre Annunziata. Il nome Rovigliano deriverebbe dal cognome di una famiglia romana, la Rubellia, che vi costruì una villa d'otium, costruzioni tipiche della zona. Prima dell'avvento dei romani lo scoglio si pensa sia stato emporio fenicio o tempio dedicato ad Ercole. Nel 938 d.C. vi si edificò un convento, mentre nel 1564, fu trasformato in fortezza contro le incursioni dei pirati Turchi.

MONTE FAITO
Il monte Faitoè alto 1131 metri ed è una stazione turistica raggiungibile con una funivia da Castellammare di Stabia e in auto dal versante di Vico Equense, fa parte dei Monti Lattari, gruppo montuoso del Preappennino campano e costituisce la dorsale della Penisola Sorrentina, dalla sella di Cava de' Tirreni all'estremità meridionale di punta Campanella. Formato da rocce prevalentemente calcaree, sul versante del Golfo di Salerno è caratterizzato da pareti molto ripide sul mare, altra cima importante è il monte Sant'Angelo a Tre Pizzi alto 1443 metri. Il Monte Faito è collegato a Castellammare tramite una funivia gestita dalla Circumvesuviana. Oltre a passeggiate salutari tra i suoi boschi è possibile visitare il tempietto dedicato all'arcangelo Michele ed alcune sorgenti.

Antiquarium Stabiano o Museo Archeologico
Nell'Antiquarium Stabiano o Museo Archeologico vengono raccolti tutti i reperti provenienti dagli scavi dell'antica Stabiae, alcuni anche di notevole valore. Sfortunatamente però questo museo non ha mai avuto grossa fortuna, in quanto oltre a trovarsi in alcuni ambienti sottostanti la scuola media Stabiae, in via Marco Mario, è anche perennemente chiuso. Si è spesso parlato di un suo possibile trasferimento presso la Villa Gabola. I reperti stabiani troveranno finalmente degna sistemazione negli spazi adibiti a museo della splendida reggia di Quisisana, situata sulla collina omonima, attualmente in fase di avanzato restauro.

Museo Diocesano
Nel Museo Diocesano sono raccolti i reperti rinvenuti negli scavi sotto la Cattedrale di Castellammare di Stabia.Esso è collocato proprio nell'Oratorio dell'antica chiesa di San Filippo Neri adiacente al seminario di San Francesco,di fronte al Municipio.Oltre a ciò il Museo ospita anche una statua di terracotta che si vocifera possa raffigurare S.Catello;dopo una più approfondita analisi però sembra che si tratti di san Biagio.

MANIFESTAZIONI

Falò dell'Immacolata
Ogni anno, la sera del 7 dicembre, il giorno prima della festa dell'Immacolata Concezione, in tutti i quartieri della città vengono accessi dei grossi falò in onore della Vergine, chiamati appunto Falò dell'Immacolata. Secondo la tradizione, durante queste notte, alcuni pescatori si trovarono nel mezzo di una tempesta, ma riuscirono a raggiungere la terraferma grazie alla presenza di fuochi che segnalavano la costa. Inoltre solo per questa ricorrenza viene aperta la piccola Chiesa dell'Immacolata Concezione.

Festa di San Catello il 19 gennaio (solo religiosa)
Festa di San Catello la seconda domenica di maggio (religiosa e civile)
Festa della Madonna di Pozzano il lunedi dell'Angelo presso la frazione Pozzano (solo religiosa)
Festa della Madonna di Pozzano a luglio presso la frazione Pozzano (civile e religiosa)
Sagra delle Camarelle la prima domenica di settembre presso la frazione Madonna della Libera
Sagra dei carciofi verso la fine di aprile in località Annunziatella
Sagra del peperone a settembre durante al festa di San Michele presso la frazione Scanzano
Sagra del pesce fritto il 15 agosto presso il Rione Spiaggia
Sagra dei sapori nostrani a settembre od ottobre nelle Nuove Terme
Quisisana Festival - Festival dedicato alla musica classica
Corto in Stabia - Rassegna dedicata a corti cinematografici per ragazzi
Burattini nel Verde - Festival del teatro dei burattini
Acqua di monte, gente di mare: spettacoli teatrali alle Antiche Terme.

ORIGINI E CENNI STORICI
Le origini di Castellammare di Stabia si perdono nella notte dei tempi e sono ancora incerte, anche se alcuni ritrovamenti documentano che la zona era già abitata a partire dal VIII secolo a.C.. Data la sua favorevole posizione sul mare, in una zona ricca di acque e con pianure fertili di origine vulcanica, i primi insediamenti si andarono sviluppando in quella che oggi è conosciuta come la collina di Varano, all'epoca uno sperone a picco sul mare poiché la piana dove oggi si sorge l'attuale città era ancora in parte sommersa dal mare e la sottile linea costiera esistente era esposta alle incursioni nemiche. Diverse sono state le dominazioni come quella dei sannite seguite poi dagli Etruschi e dai Greci: il nome di questo insediamento era Stabiae. Stabiae venne conquistata da Roma nel 340 a.C. e fu durante questo periodo che la città ebbe il suo massimo splendore: infatti venne cinta da mura, diventato un piccolo borgo dedito soprattutto ai prodotti che offriva la terra. Intorno alla città fortificata si svilupparono numerose fattorie che con il passere del tempo formarono piccoli borghi: questa zona viene ricordata come Ager Stabiano e comprendeva alcune zone che attualmente sono inglobate nei comuni di Gragnano, Casola di Napoli, Santa Maria la Carità e Sant'Antonio Abate, ma anche di alcune zona della stessa Castellammare di Stabia, come il rione San Marco e Pozzano, che all'epoca veniva chiamata Fogliano, dal nome del dio Foglianum, protettore della natura. Stabia venne dotata anche del palazzo del ministro e di un tempio dedicato ad Ercole, che secondo la trazione romana, era il fondatore della città.
Durante la II Guerra Punica, cosi come ricorda Silio Italico alcuni giovani stabiani presero parte alla spedizione su una nave della flotta di Marco Claudio Marcello.
Durante la Guerra Sociale, Stabiae venne assediata da Lucio Cornelio Silla, e soltanto dopo una lungo periodo la città si arrese: in questo frangente non si combatté alcuna battaglia, ma Silla si limitò ad aspettare al di fuori delle mure finché la mancanza di acqua e di cibo, portarono gli stabiani alla rese. La città venne completamente rasa al suolo e diventò porto di Nuceria.
Stabia venne immediatamente ricostruita ma non più come città fortificata, bensì come luogo di villeggiatura per ricchi patrizi romani, che costellarono la collina di ville con al proprio interno complessi termali, piscine, palestre e piccoli templi ed abbellendole con dipiti che ancora oggi risultano essere tra i più interessanti dell'arte romana.
Nel 62 d.C. Stabiae venne devastata da un violento terremoto ma che non compromise la vita della città, tanto che anche in questo caso, alcuni edifici crollati, vennero immediatamente ricostruiti o restaurati.
Il 25 agosto del 79 d.C. un'inaspettata e violenta eruzione del Vesuvio, fece scomparire sotto una fitta coltre di cenere, lapilli e pomici, insieme a Pompei ed Ercolano, la città di Stabiae. A causa dei frequenti terremoti che avevano preceduto l'eruzione, molte ville mostravano segni di cedimento o crepe e quindi si trovavano in fase di ristrutturazione: fu questo il motivo per cui a Stabia ci fu un numero limitato di vittime. Tra le vittime illustri fu anche Plinio il Vecchio, che giunto a Stabiae per osservare più da vicino l'eruzione, morì molto probabilemente avvelenato dai gas tossici sulla spiaggia. Dopo la distruzione di Stabiae ad opera del Vesuvio, alcuni abitanti del luogo scampati all'eruzione, tornarono alle loro vecchie abitazioni, ormai distrutte, per recuperare oggetti e denaro: furono questi che costituirono un villaggio lungo la costa, la quale grazie all'eruzione era diventata molto più protesa nel mare rispetto al passato. Questo nuovo villaggio, che viveva soprattutto di pesca ed agricoltura, entrò a far parte del Ducato di Sorrento: furono proprio i Sorrentini che costruirono un castello sulla collina nei pressi di Pozzano, per difendere il ducato dalle incursioni barbariche. In questo periodo, intorno all'anno 1000, precisamente nel 1086, si ritrova per la prima volta in un ducumento il nome del villaggio, ossia Castrum ad Mare, molto probabilmente derivante dal fatto che il castello si trovasse nei pressi a picco sul mare.
Durante il medioevo Castellammare di Stabia venne conquistata dagli Angioini, i quali ingrandirono il castello. Successivamente, dopo una breve parentesi sotto il dominio degli Svevi, la città passa sotto il controllo gli Aragonesi, che, oltre all'ingrandimento del porto e alla costruzione di possenti mura di cinta, portarono a compimento la costruzione di un palazzo reale sulla collina di Quisisana, utilizzato dai reali per i loro soggiorni nel periodo estivo. L'importanza del palazzo era tale che Giovanni Boccaccio ne fa l'ambientazione per una novella del Decameron, precisamente la sesta del decimo giorno.
Ereditata dagli Aragonesi, nel 1541 l'imperatore Carlo V, diede la città in feudo a Ottavio Farnese, il quale apporto notevoli modiche alla struttura urbanistica: realizzò anche il suo palazzo, ancora oggi conosciuto come Palazzo Farnese, sede del municipio. Nel 1542 la città venne saccheggiata dal pirata Dragut, che rapì anche ottanta persone, in seguito riscattate. Durante la battaglia dei cristiani contro i musulmani, combattuta a Lepanto nel 1571, presero parte anche giovani stabiesi sotto il comando di Alessandro Farnese. L'egemonia dei Farnese durò circa due secoli.
Dopo l'occupazione di Arrigo di Lorena e in seguito di Carlo d'Austria, la città passò, nel 1731, sotto il controllo di Carlo di Borbone. Fu questo il periodo di grandi cambiamenti che portò Castellammare di Stabia ad essere una delle città più floride del Regno delle Due Sicilie: vengono costruiti, nel 1783, i primi cantieri navali italiani, l'industria per la fabbricazione di corde, la cosiddetta Corderia, e viene dato il via, nel 1749, ad una campagna archeologica che riporta alla luce i resti delle ville romane dell'antica città di Stabiae. Viene ampliato il palazzo reale, e proprio la presenza dei sovrani nel periodo estivo, funge da richiamo a molti nobili napoletani, che costruiscono nei pressi della Reggia, sulla collina di Quisisana la loro ville. L'influsso dei reali e le prime cure termali portano Castellammare di Stabia ed essere una tappa fondamentale del cosiddetto Grand Tour, tanto che la città viene ricordata anche da Gustave Flaubert nel suo Madame Bovary.
Nel 1842 Castellammare di Stabia diviene una delle prime città italiane ad essere dotata di una linea ferroviaria che la collegava direttamente con Napoli: questo portò non solo ad uno sviluppo della città oltre le mura difensive, ormai diventate inutili e quindi abbattute, ma a diventare un centro commerciale dove le mercanzie provenienti dalla Calabria e dalla Puglia veniva caricate sul treno.
Con l'unità d'Italia ed un florido momento per lo sviluppo industriale, l'area nord di Castellammare di Stabia ed in particolar modo quella intorno alla ferrovia si riempi di industrie tra cui corservifici, come quello della Cirio, cartiere, pastifici, cantieri metallurgici e diverse industrie meccaniche e tessili.
Il nuovo secolo si apre con l'apertura della linea tranviaria che collegava la stazione di Castellammare di Stabia direttamente con Sorrento, attraversando tutta la penisola sorrentina. Sempre in questo periodo la vocazione turistica di Castellammare di Stabia, soprattutto per le sue acque e le loro proprietà curative, raggiunge l'apice.
Se la Grande Guerra non lascia tragiche tracce, lo stesso non si può dire per il secondo conflitto mondiale: i tedeschi, in seguito alla ritirata dal sud Italia, applicando la cosiddetta teoria della terra bruciata, distrussero i cantieri navali, i quali vennero strenuamente difesi dagli stabiesi. In seguito, per questo motivo, la città è stata insignita della Medaglia d'Oro al Valore. Ancora oggi in città è visibile, nei pressi del lungomare il palazzo del Fascio, fatto costruire durante l'epoca fascista. La fine della guerra e l'inizio del miracolo italiano portò all'intensificazione del lavoro industriale e all'avvio di importanti novità sul piano turistico, come la costruzione del complesso delle Nuove Terme, all'epoca definite le più moderne d'Europa.
Durante gli anni '80, come in altre parti d'Italia, la città venne colpita da una grave crisi economica che portò alla chiusura di molte fabbriche: nello stesso periodo di registrò anche un notevole calo di presenze turistiche.
All'inizio degli anni '90 la città venne visitata da Giovanni Paolo II, il quale dopo il pranzo in mensa insieme agli operai dei cantieri navali, tenne una solenne cerimonia sul lungomare.
La fine del XX secolo coincide con il periodo di rilancio, puntando sul risanamento delle poche industrie rimaste ma soprattutto sul turismo. La costruzione di nuovi complessi alberghieri e di infrastrutture all'avanguardia come il porto turistico di Marina di Stabia, uno dei più grandi d'Europa, hanno fatto si che nel 2006 Castellammare di Stabia sia stata la terza città campana per presenze turistiche negli alberghi solo dietro a Napoli e Sorrento. All'inizio del 2008 è stato completato il restauro della Reggia di Quisisana, altro edificio storico restituito alla città.

DATI RIEPILOGATIVI

In aggiornamento

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