Bisaccia
(Vesazza in dialetto bisaccese) è un comune
italiano della provincia di Avellino in Campania.
Ha origini medioevali, sebbene scavi archeologici
abbiano rivelato che il luogo era già abitato
nel X secolo a.C. Il clima è piuttosto rigido,
a causa della sua altitudine (860 m s.l.m.) e della
marcata continentalità tipica dell'altopiano
irpino. I luoghi più caratteristici del paese
sono il Convento, il Castello Ducale, la Cattedrale
in piazza Duomo e la chiesa dei Morti. Situata su
una collina che si estende in verso nord-sud, definita
in gergo geologico zatterone conglomerato roccioso
con collante argilloso, Bisaccia domina dal lato nord
la vasta area del Calaggio. Lo zatterone su cui insiste
il paese è incuneato nella zona Calli ed è
rasentato a est come ad ovest da due avvallamenti
argillosi: Vallone dei corvi e Vallone dei Ferrelli.
Questi due valloni si sono formati nel tempo per lo
scivolamento di masse di terreno argilloso composto
da fango e detriti che hanno fatto scendere a valle,
lungo il torrente Ischia, il terreno sovrastante.
Alla base dello zatterone a forma di cerchio, il terreno
appare scavato da torrenti alimentati da sorgenti
di acqua perenne e da acque piovane.
Lo stemma di Bisaccia rappresenta
due leoni che si combattono tra di loro: secondo alcuni
esperti i due leoni sarebbero i Longobardi e i Bizantini
(Bisaccia si trovava nella zona di confine tra i due
stati).
LA FIERA DI SANT'ANTONIO DA
PADOVA
Il 13 giugno si festeggia la festa e fiera di Sant'Antonio
da Padova, patrono del paese[1], con luminarie e concerti.
Il giorno prima passa la banda per le stradine del
paese. Fino agli anni '50 si disputava in occasione
della festa di Sant'Antonio una corsa a cavallo (Carrera)
che andava da Calaggio a Santa Veronica. Dopo che
la strada di Santa Veronica venne asfaltata (metà
anni '50), non si disputò più perché
era diventata troppo pericolosa.
IL DUOMO
La cattedrale di Bisaccia, collocata a pochi passi
dal castello Ducale, venne edificata dai Normanni,
in un luogo poco distante da quello attuale. Rasa
al suolo più volte dai frequenti terremoti
che hanno colpito Bisaccia nel corso dei secoli, la
chiesa odierna fu terminata nel 1747,[20] utilizzando
parte dei materiali dell'edificio precedente. La facciata
di stile gotico, preceduta da una lunga scala, è
caratterizzata da un portale del 1515, sormontato
da vari bassorilievi e da uno spesso cornicione. L'altare
maggiore è in marmi policromi, chiuso da una
balaustra. Interessante è l'organo di 25 registri,
posizionato sopra la cantoria della porta d'ingresso
che si mostra agli occhi con vistosa pendenza verso
sinistra, probabile opera di inizi del secolo scorso,
è stato restaurato e reso a trasmissione elettrica
digitale nel 2009.
La chiesa dei Morti fu edificata nel 1680 sulle rovine
della chiesa di S.Giovanni Battista, dove veniva praticato
il culto di San Giovanni Battista, istituito dai Longobardi
ai tempi della regina Teodolinda (603 circa). In seguito
al crollo della facciata seicentesca della chiesa,
venne completamente ricostruita nel 1909.
La cappella di Santa Maria del Carmine fu edificata
nel 1667 ed era inizialmente proprietà privata
del nobile Carmine Bucci. Fu solo nel 1827 che venne
aperta per la prima volta al pubblico. Di pianta rettangolare,
ha un solo ingresso che prospetta sull'omonima piazza.
Sul portale in pietra è rappresentata la Madonna
del Carmine.
La chiesa di Sant'Antonio da Padova, patrono del paese,
si trova in Piazza Convento. In passato apparteneva
ai Francescani che furono però espropriati
con una legge napoleonica. Di pianta rettangolare,
la chiesa presenta due navate di cui la navata destra,
crollata a seguito di un terremoto, non è più
stata ricostruita. L'altare centrale, in marmo policromo,
proviene da Ariano Irpino ed è dedicato alla
Madonna della Concezione. L'altare sinistro è
dedicato a Sant'Antonio di Padova. Sui due lati di
questo altare vi sono le statue di San Leonardo e
San Bonaventura.
PALAZZO CAPALDO
Il Palazzo Capaldo, oggi (2011) interamente ricoperto
dai rovi, fu l'edificio dove nacque il senatore del
Regno d'Italia e Presidente della Corte di cassazione
Pietro Capaldo. È atipico rispetto ad altri
palazzi dell'epoca poiché il giardino è
all'esterno della struttura. Altri palazzi degni di
nota sono quello delle Suore ed il palazzo Cafazzo,
non molto distante da quello Capaldo.
EDIFICI MILITARI
Il castello ducale di Bisaccia è collocato
a pochi passi dalla cattedrale. Costruito dai Longobardi
intorno alla seconda metà dell'VIII secolo,
fu distrutto nel 1198 e successivamente ricostruito
nel XIII secolo da Federico II di Svevia. Sotto il
regno di Federico II il feudo apparteneva a Riccardo
di Bisaccia. Trasformato nel XVI secolo in residenza
signorile, il castello ospitò i duchi di Bisaccia
e persino Torquato Tasso. Nel 1769, a causa di un
incendio, venne via via abbandonato dai nobili feudatari.
Dal 1903 al 1920 ospitò l'antica e nota famiglia
Robucci, ultimi proprietari del castello ducale. Dal
1977 il castello appartiene al comune, che lo utilizza
come museo.
Il portone presenta lo stemma della famiglia Pignatelli
d'Egmont che tenne il castello dalla fine del XVI
agli inizi del XIX secolo. La struttura muraria è
costituita da grossi ciottoli fluviali misti a blocchi
di calcare squadrati e malta durissima. Nel castello
sono presenti una cisterna con depuratore e tubi fittili,
per il deflusso delle acque, una torre alta 12 metri
e larga 8 metri e le rovine di una piccola chiesa
absidata. Le stanze del castello sono 42.
Storicamente il castello di Bisaccia era uno strategicamente
importante bastione di controllo, che faceva parte
di una linea difensiva che aveva la funzione di proteggere
i territori della Puglia occidentale e settentrionale.
Questa linea di difesa, che correva lungo la via Appia
e di cui facevano parte (oltre alla fortezza di Bisaccia
anche quella di Sant'Agata e il castello di Ariano),
fu opera del catapano bizantino Basilio Boioanne,
che la realizzò nel corso della sua riorganizzazione
amministrativa della "Capitanata occidentale".
Il castello di Bisaccia in quell'epoca si chiamava
castrum Byzacium o Byzantii ed era un avamposto difensivo
bizantino.
ORIGINI E CENNI STORICI
Il luogo dove sorge adesso
Bisaccia era abitato fin dall'età del bronzo.
In recenti scavi archeologici sono state rinvenute
sulla collina del cimitero vecchio tracce di capanne
databili al periodo del bronzo medio (circa 1400 a.C.),
su cui si sono sovrapposte le case del periodo arcaico
(VI-V secolo a.C.) a loro volta ricoperte dall'abitato
del IV.
Nel IX secolo a.C. la civiltà
di Oliveto-Cairano, proveniente dalla sponda adriatica
e approdate in Puglia presso l'Ofanto, risalendo il
fiume, fondò villaggi a Cairano e a Bisaccia.
A Bisaccia e Lacedonia i nuovi abitanti ne sostituivano
altri dell'età del bronzo. Qui vi costruirono
una necropoli (IX-VIII secolo a.C.) con tombe a fossa
e tombe dell'età del ferro.
In epoca preromana l'agro fu
popolato dalla tribù sannitica degli Irpini,
anche se la vecchia ipotesi della presenza nel territorio
di Bisaccia della città sannitica di Romulea
è ritenuta improbabile dagli studiosi contemporanei.
Nel I secolo, sotto Augusto, il territorio degli Irpini
fu separato dal Sannio e aggregato alla Regio II Apulia
et Calabria; nel tardo impero diverse città
irpine furono però aggregate alla provincia
di Campania. In zona sono stati rinvenuti resti di
ville rustiche di età romana; tuttavia fino
all'arrivo dei Longobardi non si hanno notizie dirette
di Bisaccia.
Nel 591 i Longobardi conquistarono
l'Irpinia e il territorio di Bisaccia entrò
a far parte del gastaldato di Conza.
I Longobardi governarono Bisaccia
fino all'arrivo dei Normanni che, guidati da Roberto
d'Altavilla detto il Guiscardo (ovvero l'astuto),
soggiogò tra il 1076 e il 1079 l'intero gastaldato
di Conza. Durante l'epoca normanna Bisaccia divenne
un feudo e nel Catalogus Baronum era specificato che
in caso di pace il feudatario di Bisaccia doveva fornire
sei soldati a cavallo e dodici inservienti, ma in
caso di guerra ne doveva fornire il doppio (dodici
soldati a cavallo e ventiquattro inservienti). Considerando
che ogni milite costava 20 once d'oro, si può
ricavare che la rendita minima del feudo di Bisaccia
nel XII secolo era di 60 once d'oro all'anno, mentre
quella massima il doppio. Proprio in questo periodo
si hanno le prime testimonianze scritte dell'esistenza
di questo borgo. Per quanto riguarda l'origine etimologica
del nome "Bisaccia", sono state avanzate
diverse ipotesi: secondo alcuni studiosi deriverebbe
dal latino bis facta (cioè "fatta due
volte"), secondo altri da vis ("forza")
e acies ("schiera"), secondo altri ancora
da castrum Byzacii.
Nel 1246 il Signore di Bisaccia
Riccardo di Bisaccia venne privato del suo feudo dall'imperatore
Federico II in quanto reo di aver preso parte alla
congiura di Capaccio. Il castello venne ristrutturato
da Federico II, il quale lo utilizzò come prigione
e visitò Bisaccia nel 1250. Secondo la tradizione
locale, Federico II avrebbe usato il castello di Bisaccia
come residenza di caccia: nelle sue vicinanze, infatti,
vi era il Formicoso, colle ribattezzato da Federico
II "Monte Sano" ("Mons Sanum"),
dove si ritiene che l'Imperatore svevo praticava la
caccia col falcone. Sarebbe stato inoltre sede saltuaria
della scuola poetica siciliana.
Manfredi donò il feudo
al conte di Acerra. Nel 1254 il castello di Bisaccia
fu proprio il luogo dove l'Imperatore Manfredi, figlio
di Federico II e braccato dall'esercito del Papa,
si rifugiò. Morto Manfredi nella battaglia
di Benevento (1266), il feudo di Bisaccia e il suo
castello venne restituito a Riccardo II in quanto
avolo del Riccardo I che aveva congiurato contro Federico
II. Bisaccia passò successivamente ai Cotignì.
L'universitas di Bisaccia aveva un governatore che
si occupava dell'amministrazione della giustizia e
che era nominato ogni anno dal barone del luogo.
Durante il periodo medioevale
Bisaccia fu anche sede vescovile per quattro secoli,
fino al 1513, anno in cui Papa Leone decise di fondere
la diocesi di Bisaccia con quella di Sant'Angelo dei
Lombardi (anche se fu solo nel 1540, con la morte
dell'ultimo vescovo di Bisaccia, che la fusione venne
attuata).
Dal XV-XVI secolo fino al 1861
Bisaccia fece parte del Regno di Napoli (poi divenuto
Regno delle due Sicilie nel 1815) che dal 1501 al
1707 fu di dominio spagnolo. Bisaccia ebbe tra i suoi
feudatari Giovanni Battista Manso, amico di Torquato
Tasso che fu suo ospite, e Ascanio Pignatelli, duca
e poeta. Bisaccia, nel corso dei secoli, ospitò
anche letterati come Torquato Tasso (1588) e Francesco
De Sanctis.
Nel 1600 il re Filippo II di
Spagna elevò a ducato Bisaccia per i meriti
di Ascanio Pignatelli (primo duca di Bisaccia) e i
servigi resi alla corona da suo padre Scipione, marchese
di Lauro. Nel 1700 scoppiò una guerra di successione,
nel corso del quale la Spagna vide minacciati i suoi
possedimenti in Italia. Nel 1707, nonostante l'aiuto
offertogli dal duca di Bisaccia, il viceré
spagnolo Ascalona venne sconfitto dagli austriaci
che si impossessarono del Ducato di Napoli e fecero
prigionieri il duca di Bisaccia, il viceré
e altri nobili.[30] Tra il 1731 e il 1739 l'Austria
fu coinvolta nella guerra di successione polacca nel
corso della quale perse il regno di Napoli e di Sicilia
sul quale si insediarono i Borboni. Con la fine della
dominazione austriaca Bisaccia venne inserita nel
Principato Ultra del Regno di Napoli.
Nel 1805, l'imperatore francese
Napoleone Bonaparte occupò il Regno di Napoli,
dichiarando quindi decaduta la dinastia borbonica.
L'imperatore dei francesi nominò quindi il
fratello Giuseppe re di Napoli. Sotto un'amministrazione
prevalentemente straniera, venne abolito il feudalesimo.
A partire dal 12 gennaio 1807 Bisaccia passa dalla
provincia di Capitanata a quella di Principato Ulteriore,
dalla quale ultima avrebbe poi tratto origine l'attuale
provincia di Avellino. L'8 marzo 1809, l'ottavo duca
di Bisaccia Giovanni Armando Pignatelli morì
senza lasciare eredi; il feudo e il titolo di duca
di Bisaccia vennero quindi devoluti alla corte regia.
Dal 1861 Bisaccia fa parte
dell'Italia. Il titolo e il castello sono passati
alla famiglia de La Rochefoucauld-Doudeauville nel
1851. L'11º duca di Bisaccia Edouard François
Marie de La Rochefoucauld (Parigi, 4 febbraio 1874
- 8 febbraio 1968) vendette il castello nel 1956.
Dopo il terremoto del 1980,
il comune ottenne un finanziamento statale che ammontava
a circa 250 miliardi di lire. Con i fondi venne costruita
una parte nuova di Bisaccia, detta "Piano Regolatore",
abitato dalla maggior parte dei bisaccesi, mentre
il centro storico si è spopolato anche a causa
del terremoto e dell'emigrazione verso altri paesi
e città (come ad esempio Nord Italia, Germania,
Svizzera, U.S.A. e Canada).