Benevento
è un comune della Campania, capoluogo dell'omonima
provincia, conosciuta anche come Sannio. E' il nono
comune più popoloso della regione. Città
sannitica, romana, longobarda e poi pontificia, Benevento
vanta un buon patrimonio storico ed archeologico.
Una leggenda che risale al medioevo la vuole la "città
delle streghe", fama che sopravvive ancora oggi.
Benevento è sede dell'Università degli
Studi del Sannio e dell'Arcidiocesi di Benevento.
Sta vivendo un periodo di intense trasformazioni,
con un occhio soprattutto al turismo sempre in crescita.
La città si trova nell'entroterra appenninico
della Campania, nella parte meridionale della regione
storica del Sannio, in una posizione quasi equidistante
dai mari Tirreno e Adriatico. È posta in una
conca circondata da colline; ad ovest in particolare,
oltre la Valle Vitulanese, si trova il massiccio del
Taburno Camposauro: le sue cime, viste dalla città,
disegnano la sagoma di una donna distesa, la Dormiente
del Sannio. Dalla parte più alta della città
si possono scorgere le cime del Monte Mutria del Matese
a nord-ovest, l'alta cortina del Partenio con il monte
Avella a sud, il brullo Trimunzio montecalvese a sud-est
e le appendici dei monti Dauni a est. La città
è attraversata da due fiumi: il Calore Irpino,
affluente del Volturno, e il Sabato, che confluisce
nel Calore in contrada Pantano, poco ad ovest del
centro cittadino. Il territorio su cui si estende
la città è piuttosto ondulato. Il suo
centro infatti si eleva su una collina nel mezzo della
vallata, ed alcune contrade sorgono su altre colline
circostanti. L'altezza media sul livello del mare
è pari a 135 m, con una minima di 80 m ed una
massima di 495 m, pari ad un'escursione di 415 m.
ETIMOLOGIA
In passato la città era chiamata Maluentum,
poi diventato Maleventum, con il significato di "città
di montagna", "terra di greggi". Quando
fu conquistata dai romani, poiché quest'ultimi
associavano il nome a malus (cattivo) lo sostituirono
con bene, da qui Beneventum.
DA
VEDERE
Il centro storico di Benevento si trova su un'altura
fra il corso dei fiumi Calore e Sabato, digradante
verso la loro confluenza, ad ovest. È attraversato
da un asse viario principale costituito dal Corso
Dante e dallo spazioso Corso Garibaldi, sul quale
si aprono alcune piazze (Cardinal Pacca, Duomo, Orsini,
Roma, Matteotti). Nel punto più alto si trova
il castello, la Rocca dei Rettori. Nei due corsi confluisce
un'irregolare rete di vicoli, nella quale sono distinguibili
alcuni rioni storici, fra cui i medievali Piano di
Corte e Triggio, situati rispettivamente all'estremo
nordorientale e sudoccidentale. I longobardi eressero
una cinta muraria che includeva tutta la zona, della
quale oggi rimangono oggi solo alcuni tratti. L'acropoli
di Benevento conserva una cospicua quantità
di monumenti, di cui i principali sono posti su Corso
Garibaldi.
ZONA
NUOVA DEL CENTRO CITTADINO
La zona nuova del centro cittadino sorge ad est del
centro storico, continuando la salita della stessa
collina. Lo attraversano due lunghi viali alberati:
Viale Antonio Mellusi, costruito nel dopoguerra, e
Viale Atlantici, prosecuzione ideale di Corso Garibaldi,
completato nel 1932 su progetto dell'ingegnere Gennaro
De Rienzo e dedicato ai "Trasvolatori Atlantici".
All'inizio dei due lunghi viali si trovano, ripettivamente:
la grande Piazza Risorgimento, in cui si trova la
sede della Banca d'Italia e si tiene il mercato della
frutta; e Piazza IV Novembre, su cui si apre l'ingresso
della rinomata Villa Comunale. Il quartiere è
costituito principalmente da palazzi, ingentiliti
da molto verde. Risalendo Viale Atlantici si trovano
la sede della Soprintendenza ai Beni Archeologici
(nell'ex convento di San Felice), il Seminario Arcivescovile,
la Scuola Allievi Carabinieri. Circa a metà
del viale, sulla destra vi è un crocefisso
posto nel XIX secolo. Nel quartiere si trova inoltre
il Teatro-Auditorium Nicola Calandra. I viali Mellusi
ed Atlantici ad est si ricongiungono portando ad un
un piazzale sopraelevato, dove si trova il Convento
dei Cappuccini.
ARCO
DI TRAIANO
È non solo il massimo monumento della città,
ma uno dei migliori esemplari dell'arte traianea ed
il più insigne arco onorario romano. Ha un
solo fornice. Fu eretto, come attesta l'iscrizione
ripetuta sull'attico delle due fronti, dal senato
e dal popolo romano nel 114 all'inizio della nuova
via Traiana, per ricordare ed esaltare il governo
dell'optimus princeps, e terminato nel 117. I piloni
sono decorati con bassorilievi; in particolare la
faccia dei piloni rivolta verso la città presenta
scene di pace, l'altra scene militari. L'Arco fu inserito
nel medioevo nella cinta di mura della città,
della quale costituì la Porta Aurea.
PONTE
LEPROSO
Il Ponte Leproso era l'attraversamento sul fiume Sabato
tramite il quale la via Appia arrivava in città.
Restaurato sotto Settimio Severo e Marco Aurelio Antonino,
fu più volte rimaneggiato nel corso dei secoli.
Allo stato attuale ha quattro arcate. Chiamato originariamente
Ponte Marmoreo, deve probabilmente il nome attuale
ad un vicino lebbrosario del Medioevo. Nelle sue vicinanze
sorge l'antico cimitero di Santa Clementina.
TEATRO
ROMANO
Il nuovo prevalere, sulla severa arte traianea, delle
correnti elleniche promosse da Adriano trovò
in Benevento il suo documento aulico nel grandioso
Teatro, dalla scena che si stagliava preziosa di marmi
policromi verso il virgiliano Taburno, dalla cavea
candida e luminosa, dagli atri scintillanti di mosaici
e di stucchi. Fu costruito sotto l'imperatore Adriano
(inaugurato nel 126) ed ingrandito da Caracalla tra
il 200 e 210. Realizzato in opus latericium, ricorda
il Teatro di Marcello di Roma. Misura 90 metri di
diametro e può contenere circa 10.000 spettatori.
Si è perso gran parte del rivestimento marmoreo;
sono giunti fino a noi la cavea, la scena, il primo
e parte del secondo dei tre ordini di arcate.
CHIESA
DI SANTA SOFIA
La chiesa di Santa Sofia è un edificio longobardo
che risale circa al 760, di piccole proporzioni: si
può circoscrivere con una circonferenza di
diametro 23,50 m. Si tratta di una delle chiese più
importanti della Langobardia Minor giunta fino ai
giorni nostri, notevole soprattutto per la sua originalissima
pianta stellare e la disposizione anomala dei pilastri
e delle colonne (un esagono circondato da un decagono).
Fu quasi completamente distrutta dal terremoto del
1688 e ricostruita in forme barocche per volere dell'allora
cardinale Orsini di Benevento (poi divenuto papa Benedetto
XIII). Le forme originarie furono nascoste, e furono
riscoperte solo con il discusso restauro del 1951.
La chiesa è parte di un più ampio complesso
monumentale di cui fanno parte l'ex monastero, ora
sede del Museo del Sannio, il campanile settecentesco
e la fontana al centro della piazza, che si affaccia
sul Corso Garibaldi.
DUOMO
Sorto nel 780, fu ampliato nel XII secolo: a quell'epoca
risale la facciata in stile romanico pisano, a tre
portali, sormontate da un ordine di arcate e da una
loggia. Il massiccio campanile in stile gotico è
invece del 1280. Nel XVIII secolo il Duomo fu ulteriormente
arricchito. Fu quasi completamente distrutto durante
i bombardamenti alleati del 1943: ne rimasero soltanto
il campanile, la facciata e la Cripta con i suoi affreschi,
nonché la porta di bronzo del XII secolo, la
Janua Major, composta da 72 formelle con bassorilievi
(citata tra l'altro nel film Hannibal con Anthony
Hopkins), recentemente restaurata. Il Duomo attuale,
ricostruito nel dopoguerra, ha 5 navate. Sono in corso
lavori di ripristino dell'aspetto antecedente la distruzione
del 1943.
PARCHI
La Villa Comunale, all'estremità più
elevata del centro storico, fu realizzata fra il 1875
ed il 1880 su progetto di Alfredo Dehnardt. È
assai armoniosa nelle sue linee strutturali, che assecondano
la conformazione naturale del luogo. Le aiuole sono
ornate da busti di illustri personaggi sanniti: è
notevole il monumento al patriota Salvatore Rampone,
realizzato dallo scultore Nicola Silvestri nel 1925.
La flora del luogo è costituita da alberi secolari,
pini, cedri ed ippocastani. Bello il laghetto, con
cigni e varie specie di pesci.
I giardinetti Francesco Pepicelli si trovano all'estremità
alta del viale Atlantici. Abbelliti negli anni Novanta,
sono un belvedere che guarda sulla zona bassa della
città, e sulla vallata del Sabato. Costeggiano
un quadrivia oltre il quale si trova la caratteristica
chiesetta dell'Angelo, di recente restaurata.
Fido park è l'unico parco giochi per cani in
Campania, inaugurato il 22 settembre 2007.
MUSEI
Il principale museo di Benevento è il Museo
del Sannio, allestito nella Rocca dei Rettori, che
ospita la sezione storica, e nel chiostro della chiesa
di Santa Sofia: qui si trovano importanti reperti
di epoca sannitica, romana, longobarda, e una serie
di opere d'arte dei secoli dal XVI al XX; inoltre
una raccolta numismatica e di volumi e documenti antichi.
Il
Museo Diocesano è una raccolta di quanto è
stato possibile salvare dalla distruzione del duomo
di Benevento durante la seconda guerra mondiale. È
situato nella sua cripta, che in realtà è
la prima chiesa su cui poi fu elevata la cattedrale.
Oltre a conservare antichi affreschi, ospita la cattedra
vescovile detta di San Barbato, e quanto rimane dei
tumuli dei principi longobardi una volta situati in
piazza Duomo.
Il
Museo d'Arte Contemporanea Sannio (ARCOS), inaugurato
il 25 giugno 2005, si trova nel piano seminterrato
del Palazzo del Governo; oltre a possedere un'esposizione
permanente, organizza periodicamente mostre tematiche
con opere dei grandi dell'arte contemporanea. Vi sono
esposizioni anche al Palazzo Paolo V.
Infine,
è da poco aperto il Musa (Museo della tecnica
e del lavoro in agricoltura), nella contrada di Piano
Cappelle. Oltre a ricostruzioni degli ambienti di
una casa contadina, esso è principalmente una
mostra dei macchinari usati in agricoltura nel corso
della storia.
GASTRONOMIA
Cucina: i primi piatti sono a base di pasta (condita
con sugo di agnello o ragù). Tipici di tutto
il Sannio sono i cecatielli, le lasagne, i cavatelli
con i broccoli, le fiavole preparate con pasta sfoglia
con ripieno di uova e formaggio e i panzerotti di
San Giuseppe (a base di pasta sfoglia con ripieno
di ceci e cannella). Altri piatti tipici sono il mugniatiello,
involtino a base di fegato, polmone, prezzemolo, aglio,
avvolti con budella di agnello e di legumi, preparati
in vari modi, e il natalizio cardone, a base di germogli
di carciofo opportunamente trattati.
Liquori: liquore Strega, nocino, lacrime di Bacco.
ORIGINI
E CENNI STORICI
La fondazione di Benevento risale a tempi remoti.
Una leggenda narra che Benevento debba le sue origini
all'eroe greco Diomede, sbarcato in Italia dopo la
distruzione ed l'incendio di Troia e secondo Procopio
di Cesarea avrebbe anche ospitato l'incontro tra Diomede
ed Enea . Una moneta del IV secolo a.C., attribuita
alla città e recante impresso l'emblema del
cavallo e la scritta Malies, avvalorerebbe la tesi
dell'origine greca, in quanto il cavallo era il simbolo
particolare di Diomede. In realtà, la fondazione
si dovrebbe agli Osci, passando successivamente ai
Sanniti. Inoltre, la parola Malies (o Malocis), nome
probabilmente osco o sannita, sarebbe all'origine
del primo nome della città che era Maloenton,
da cui quello latino di Maleventum o Maluentum. Del
periodo pre-romano la città offre ceramiche
e bronzi del secolo VIII e VII. Per la prima volta
nella storia romana nel 314 a.C., Maleventum, definita
a proposito della prima guerra sannitica quale fiorente
centro del Sannio Meridionale. Nei suoi pressi, le
legioni di Papirio Cursore e di Bibulco sconfissero,
nel corso della seconda guerra sannitica, le truppe
sannitiche. Nelle vicinanze della città, nel
297 a.C., il console romano Publio Decio Mure, avrebbe
sconfitto durante la terza guerra sannitica gli Apuli,
impedendo in tal modo il ricongiungimento con i Sanniti.
Nel 275 a.C., i Romani vinsero Pirro, venuto in Italia
con i suoi elefanti: questo fatto si dimostrò
fondamentale per lo sviluppo della città. Per
assicurarsi il possesso di Benevento, vennero dedotti
nel 268 a.C. il primo stanziamento di coloni romani
con diritto latino. A quest'epoca risale il nome di
Beneventum, mutuato da Maleventum, considerato di
cattivo augurio. Durante la seconda guerra punica,
vennero combattute due battaglie decisive: nel 214
a.C. il generale cartaginese Annone fu sconfitto da
T. Gracco; nel 210 a.C., il campo di Annone venne
assalito e preso dal console Q. Fulvio. Nel 209 a.C.
fu una delle diciotto colonie latine a somministrare
contingenti di uomini e denaro per la continuare la
guerra. L'importanza della città crebbe con
la realizzaione della via Traiana, nuovo traccaito
della via Appia. Nell'86 a.C., i Romani la elevarono
al rango di municipium. Verso la fine della Repubblica,
Benevento viene descritta come una delle città
più floride del Meridione. Augusto, nel 42
a.C., vi deduce una nuova colonia, mentre da Nerone
viene dedotta una terza colonia, che prende il nome
di Concordia, come è documentato anche nelle
iscrizioni del regno di Settimio Severo: Colonia Julia
Augusta Concordia Felix Beneventum. Adriano poi la
unì alla Campania. Benevento trasse particolari
benefici dall'essere situata su una importante arteria
di comunicazione quale era al tempo la via Appia.
Vi confluivano la vecchia via Latina e la via Egnazia.
Traiano la scelse quale punto di partenza per la via
che prese il suo nome. Fu così che per tutto
il III e IV secolo d.C. la città prosperò
in modo particolare, arricchendosi di numerosi e splendidi
monumenti. In quel periodo fu la città più
popolosa del Meridione dopo Capua. Sede vescovile
a partire dal IV-V secolo, fu quasi interamente distrutta
da un terribile terremoto nel 369 d.C., segnando il
suo lento ed inesorabile declino, favorito anche dalla
crisi dell'Impero romano d'Occidente. Nel 410 d.C.,
subì l'invasione dei Visigoti e nel 455 quella
dei Vandali. Poco tempo dopo, si verificò la
caduta dell'Impero Romano d'Occidente. Nel 490 d.C.
fu presa dai Goti, nel 536 o 537 liberata da Belisario
e nel 545 conquistata e saccheggiata da Totila. Nel
571 i Longobardi vi fondorono il ducato di cui Zottone
fu il primo duca fino al 591. L'ultimo fu Arechi II,
genero di re Desiderio, dal 778 al 787. Protetto dalla
sua grandezza, dalla situazione appartata e dalle
difficoltà di portarvi e sostenervi guerra,
il ducato si mantiene incolume davanti alla minaccia
dei Franchi e lo stesso Carlo Magno è costretto
ad arrestarsi ai suoi confini. Nell'840, dopo la morte
violenta di Sicardo, il dominio fu diviso nei due
principati di Benevento e Salerno e nella contea di
Capua. Seguì la serie dei principi indipendenti
di Benevento da Radalgisio a Landolfo VI. Nel 969,
papa Giovanni XIII innalzò Benevento a Chiesa
metropolitana. Il principato finì nel 1053
con la battaglia di Civitella sul Fortore e la presa
di Benevento da parte di Riccardo I di Aversa e Roberto
il Guiscardo. Nel 1077, Enrico III la cedette alla
Chiesa. Fu per qualche anno in mano ai Normanni (1078
- 1081), rimanendo poi per secoli un'enclave pontificia
nel Regno di Napoli, governata da rettori papali,
pur fra alterne vicende: vi furono infatti tentativi
di conquistarla da parte di Federico II e Manfredi
di Svevia, che qui rimase ucciso in una battaglia
contro Carlo d'Angiò. Fu sottratta alla Chiesa
durante le lotte tra Angioini e Aragonesi. Nel 1458,
papa Callisto III, alla vigilia della sua morte, crea
il nipote Pedro Luís duca di Benevento, infeudazione
illusoria, in quanto la città è saldamente
tenuta da re Ferrante. Alessandro VI, per non essere
da meno, confermando a Federico d'Aragona l'investitura
del regno di Napoli, nel 1497 l'ottiene per il figlio
Giovanni, già duca di Gandia, principe di Tricarico,
conte di Garinola e di Claromonte, nonché Gonfaloniere
della Chiesa. Benevento fu poi turbata dalle lotte
intestine sorte tra la fazioni di Castello e quella
della Fragola (Fravola), concluse con la pace del
1530. Nel Seicento, però, pestilenzie, carestie
e terremoti annientarono gli sforzi compiuti e impoverirono
sempre più la città. Benevento ritrova
serenità sotto il papa, salvo un breve assedio
operato dagli spagnoli dal 4 settembre al 28 settembre
1633. Nel 1688 fu distrutta da un terremoto. Si salvò
dalle rovine del suo palazzo il cardinale arcivescovo
Orsini, il futuro Benedetto XIII, che non solo ricostruì
la città, ma ne incrementò tutte le
attività. Nel 1702, Benevento fu però
squassata da un nuovo cataclisma e il Pastore non
desisté dalla sua opera, tanto da essere celebrato
come Alter Conditor Urbis ("nuovo fondatore della
città"). Con l'arrivo in Italia di Napoleone
Bonaparte nel 1798, Benevento fu dapprima occupata
da Ferdinando IV di Borbone. In seguito, Napoleone
la fece sede di un nuovo principato, retto dal Talleyrand
(1806). Tornata alla Chiesa con la Restaurazione,
nel 1860 i garibaldini del patriota Salvatore Rampone
la sottrassero al dominio pontificio, e fu così
annessa al nascente Regno d'Italia. Cominciava così
una nuova vita per la vetusta città, che riprendeva
nel Mezzogiorno d'Italia la sua funzione, sviluppandosi
notevolmente nel suo complesso urbano ed abbellendosi
di edifici interessanti e di bei monumenti, progredendo
nell'agricoltura, specie nella coltivazione dei tabacchi
e dei cereali, nelle famose industrie dolciarie, meccaniche,
dei liquori, del legno, dei laterizi, nei suoi floridi
commerci, nelle istituzioni assistenziali e culturali.
Né tale fervore poteva essere spento dall'immane
distruzione del secondo conflitto mondiale, allorché
la cittadinanza diede tale prova di coraggio e di
abnegazione, da meritare la Medaglia d'Oro al Valor
Civile (15 giugno 1967). La città fu bombardata
dagli Alleati nel 1943: duemila abitanti morirono
e oltre la metà della città rimase distrutta.
Ingenti danni furono poi causati da un'alluvione nel
1949. Da allora ad oggi Benevento si è notevolmente
espansa, ed è tuttora oggetto di grandi interventi
di riqualificazione.