Apollosa
è un comune della provincia di Benevento, situato
in zona collinare. Sorge sulla cima di un colle, alla
sinistra del torrente Corvo, affluente del fiume Calore,
laddove c'era il confine fra Regno di Napoli e Stato
della Chiesa. Il territorio comunale confina con quello
di Benevento.Dista dal capoluogo di provincia circa
10 Km. La città si trova sulla destra della
vecchia via Consolare, che da Benevento va nella valle
Caudina. Il suo territorio risulta compreso fra i
136 ed i 656 m.s.l.m., con un'escursione altimetrica
di 520 m. Nel territorio comunale si producono: ulivo,
vite, frumento, legumi, foraggi, frutta, legname.
Il comune ha una superficie agricola utilizzata in
ettari (ha) di 477,45.
ETIMOLOGIA
Il nome non deriva da Apollo, così come si
è creduto per lungo tempo. E' più probabile
che derivi dal latino lapillus, pietra miliare, nei
pressi della quale forse sorse il paese, e che con
il tempo sia diventato Lapillusia, pietrosa. E poco
a poco si sia trasformata in "Apollosa".
ORIGINI
E CENNI STORICI
Nacque forse in epoca romana lungo la via Appia. Secondo
lo storico Alfonso Meomartini la forma originale del
nome fu Pelasia o Lapelusia. L'abitato sorse sulla
cima di una piccola collina che dominava la via (in
località "Terravecchia", dove prima
della prima guerra mondiale si trovavano un mulino,
la "Taverna del Passo" e una cappella dedicata
a san Domenico. L'iscrizione di Turpilio del VI secolo
la cita come urbs ("città"). Sotto
i Normanni fu in possesso dei baroni di Fenucchio,
della chiesa di Santa Sofia a Benevento, ai Frangipane,
ai Della Leonessa. Nel 1460 era in possesso alla famiglia
dei Della Leonessa: avendo questi parteggiato per
Giovanni d'Angiò, il re di Napoli Ferdinando
I distrusse l'abitato e questo fu in seguito spostato
nella sede attuale. In seguito il feudo fu ancora
in possesso dei Caracciolo, dei Ricca, dei Piscicelli,
degli Spinelli e dei Langellotti.
DA
VEDERE
Vi è stato rinvenuta una colonna miliare della
via Appia, datata al 203 (Settimio Severo). Si conservano
i ruderi dell'antico castello e un palazzo baronale.
Le chiese di interesse sono quelle di Santa Maria
Assunta, di San Giuseppe e di San Giovanni.
PALAZZO
BARONALE
Il palazzo baronale (o ducale) è senz'altro
il monumento restaurato ed in condizioni soddisfacenti
più antico di Apollo sa: poco purtroppo sappiamo
della sua storia. Nè documenti, nè testimonianze
d'altro tipo ci sono pervenute, in grado di raccontarci
la storia di questo palazzo. le cui linee architettoniche
richiamano ad uno stile tardo barocco. La struttura
si sviluppa su due e tre ordini di piani, a soddisfazione
del declivio e negli ambienti non ancora sottoposti
a restauro (una parte dell'edificio è dotata
dei doverosi conforti, siccome èabitata) ancora
si notano fregi, stucchi e decorazioni parietali e
da vòlta di pregevole fattura, risalenti forse
alla prima metà del XVIII secolo. Abbiamo affermato
a ragione che il palazzo baronale è l'abitazione
più antica del paese, insieme al palazzo ecclesiale
del Monte Frumentario, nella piazza principale di
Apollosa (seconda metà XVII secolo) ed al palazzo
Guadagno (inizi XVIII secolo). Nelle stanze del palazzo
baronale si sono decise pagine di storia locale, già
da quando, abbandonato il torrione a Terravecchia,
i feudatari vollero costruirsi una nuova, più
confortevolè dimora più a monte, tra
il XII ed XIII secolo. Ovviamente il palazzo che oggi
si vede non è lo stesso: tuttavia riteniamo
che il sito dove sorgeva la primitiva struttura lo
sia: questo diciamo sulla base di esperienze di castelli,
poi trasformati a residenze più confortevoli,
in diversi altri centri del Sannio (vedi il castello
di Montesarchio o di Ceppaloni. Raramente i feudatari
abbandonavano il palazzo di residenza per costruirne
un altro ex novo: ciò succedeva solo se le
spese di riadattamento (ad esempio un castello diroccato)
erano esose e quindi valeva la pena di edificare su
suolo nuovo. Il palazzo baronale ha subito numerosi
interventi di restauro e di ampliamento nel corso
dei secoli: la struttura che vediamo conserva comunque
diversi elementi architettonici e portanti, che saggiamente
sono stati risparmiati: senz'altro seicentesco è
l'arco in pietra del portone principale, con pietra
angolare a decoro e brevi capitelli a termine delle
colonne laterali; interessanti sono anche gli stucchi
decorativi delle stanze non ancora restaurati e le
decorazioni che affiorano sulle pesanti porte interne.
Crediamo sia settecentesco il porticato che sostiene
il piano elevato, che affaccia sul cortile, mentre
la vòlta rientrante dell'ingresso principale
presenta un affresco di recente ripresa. Interessanti
affreschi decorano le vòlte dell' appartamento
ducale: ancora sopravvive, ad esempio, un pregevole
affresco di buone proporzioni e gradevoli tonalità
cromatiche, raffigurante la Sacra Famiglia , mentre
nella pinacoteca privata ancora si conservano due
pregevoli tele della seconda metà del XVIII
secolo, raffiguranti la prima una Santa Elisabetta
con Bambino, l'altra un Apparizione a San Giuseppe
Sposo, che in origine adornavano le pareti della Chiesa
privata, adiacente al palazzo. Sul porticato superiore
si vede un buon affresco settecentesco, che sormonta
la porticina d'ingresso al Coro della Chiesa: raffigura
ancora una volta San Giuseppe ed è di buona
fattura, seppure evidenzia i segni inclementi del
tempo e necessiterebbe di immediato e competente restauro.
Segnaliamo infine un San Giuseppe con Bambino. espressivo
mezzobusto ligneo del 1735 . Ancora nella Chiesa.
va segnalato per la singolare vivacità cromatica
dell'insieme il paliotto dell'Altare Maggiore. che
nelle adiacenze laterali riporta lo stemma nobiliare
dei Savoia., mentre nel il medesimo altare trova posto
una grande tela, incorniciata a stucco e fregi ornamentali,
raffigurante una Madonna con Bambino, San Giuseppe,
un angelo e le Anime del Purgatorio di scuola napoletana
(prima metà sec.XVIII). Attualmente il palazzo
baronale, così come l'annessa Chiesa attende
i necessari restauri, siccome lo stabile è
risultato danneggiato dal sisma del 1980.