Acerra
è un comune della provincia di Napoli. È
il secondo comune della provincia di Napoli per estensione
territoriale (dopo Giugliano in Campania) escludendo
il capoluogo; confina con la provincia di Caserta.
È collegata direttamente all'autostrada A1,
A30, A16 e A3 tramite l'Asse Mediano, quello di Supporto
e la diramazione dell'Asse Mediano 162 Dir. Acerra
- Centro Direzionale. Prossimamente inizieranno i
lavori per l'uscita autostradale di Maddaloni (A30):
anche questo svincolo servirà direttamente
Acerra e la zona archeologica di Suessula con il costruendo
parco naturalistico. Sul territorio comunale insistono
due zone industriali: Acerra e Pomigliano d'Arco.
Lo stabilimento dell'Alfa Romeo è ubicato per
un terzo nel territorio comunale di Acerra, come si
può evincere dalla piantina posta all'entrata
del suddetto stabilimento automobilistico. La città
è servita da due stazioni ferroviarie: quella
di Trenitalia e quella della Circumvesuviana. Acerra
è uno dei pochi comuni della Provincia di Napoli
ad avere soluzioni di continuità con i comuni
confinanti e la maggioranza del territorio non è
urbanizzata. Pur avendo un ubicazione felice, lo sviluppo
del terziario avanzato non passa per Acerra; alcuni
accusano le grandi catene della distribuzione di preferire
altre aree già fortemente urbanizzate, a costo
di compromettere la situazione viaria, per un mero
interesse di parte. L'odierno comune comprende, oltre
le frazioni di Gaudello e Pezzalunga, anche l'antichissima
città distrutta di Suessula, che fa parte integrante
del territorio comunale. La zona occidentale è
tra le più fertili della penisola italica,
così come decantato dai poeti latini come Virgilio.
La fertilità del suolo è dovuta alla
sua origine da formazioni piroclastiche (dalle ceneri
vulcaniche delle eruzioni) e alla presenza di acque
sotterranee (falda acquifera poco profonda e sorgenti
minerali). L'attività economica tradizionale
è quella agricola (produzione di ortaggi, frutta,
e soprattutto fagioli cannellini, cachi e patate precoci),
anche se parte della popolazione è ormai impiegata
nel terziario. Il Ptcp della provincia di Napoli la
definisce zona industriale. Grandi speranze di un
decollo economico erano nate quando la Montefibre
vi aveva installato una fabbrica di fibre poliesteri
che ha visto poi ridurre i livelli occupazionali.
Recentemente grandi polemiche sono nate in conseguenza
della decisione di costruire ad Acerra un inceneritore
per lo smaltimento dei rifiuti, in prossimità
dell'area archeologica di Suessula. L'insediamento
di tale impianto aggrava infatti una situazione in
alcune zone già fortemente compromessa a causa
delle discariche abusive gestite dalla criminalità
organizzata e non solo. Per cercare di contribuire
alla soluzione del problema rifiuti nel gennaio 2008
è stato presentato a tal proposito un piano
per la raccolta differenziata porta a porta nel comune,
ma mai decollata. Bisogna infatti ricordare che sul
territorio insistono ben 2.000 aziende agricole, non
tutta la campagna acerrana è inquinata. La
superficie compromessa, a detta degli esperti, è
di 6 Km quadrati a fronte dei 54 km quadrati complessivi
del comune. Che incidono però, sull'intero
territorio sia dal punto di vista ambientale che economico,
i prodotti agricoli sono difficilmente collocabili,
perché ritenuti a torto o a ragione inquinati.
Secondo una recente ricerca medica, malattie gravi
(quali il cancro) e altre patologie correlate, hanno
un'incidenza tre volte maggiore nella zona compresa
nel triangolo: Acerra, Marigliano, Nola, rispetto
alla media europea.
ETIMOLOGIA
Di origine etrusca, deriva dal nome Acerrae, così
come è testimoniato da Plinio, secondo alcuni
collegato al termine sacro Acerrae che significa "navetta
con l'incenso", secondo altri collegato invece
al nome greco Acherrai, o al nome di fiume (in greco
Acqueron) perché la zona era paludosa e soggetta
ad inondazioni.
EDIFICI
STORICI E RELIGIOSI
Chiesa
cattedrale più volte rimaneggiata e ricostruita
che sorge su di un tempio romano dedicato a Ercole.
Oggi si presenta dopo la sua ricostruzione avvenuta
nel XIX secolo con pianta a croce latina con tre navate
divise da pilastri con grande cupola. La facciata
è di stile neoclassico con otto grandi colonne
con capitelli ionici, che poggiano su un ampio atrio
pavimentato in basalto e pietra calcarea, creando
una sorta di scacchiera. Vi sono custodite numerose
opere d'arte:
dipinto sull'altare maggiore, raffigurante la "Madonna
Assunta" del 1796, opera di Giacinto Diana,
tela di Giovan Bernardo Azzolino con la "Madonna
del rosario", del XVII secolo,
tela raffigurante "San Girolamo" opera di
Fabrizio Santafede del XVII secolo,
cattedra vescovile con schienale del Cinquecento,
altorilievo della scuola di Giovanni da Nola,
acquasantiera risalente al XVI secolo.
Annessa alla cattedrale vi è l'episcopio o
Palazzo vescovile, dove vi dimorano i vescovi della
diocesi.
Chiesa del Corpus Domini del XVI secolo, oggi sede
del museo Diocesano.
Chiesa dell' Annunziata del XV secolo che conserva
un antichissimo crocifisso ligneo del XII secolo uno
dei pochi rimasti di epoca angioina, una tavola dipinta
quattrocentesca raffigurante l' "Annunciazione",
attribuita a Dello Delli.
Chiesa del Suffragio del XVII-XVIII secolo.
Chiesa di San Pietro XVI-XVII secolo.
Chiesa di San Cuono.
Cappella di Santa Maria delle Grazie, del XVII secolo.
Cappella della Madonna Santissima di Montevergine
del XIX secolo.
Sacro seminario fondato nel XVII secolo.
Convento dei padri Domenicani del XVII secolo.
Il "Castello Baronale", distrutto dai Longobardi
nell'834, divenne feudo degli Aquino fino al XIII
secolo. Vi dimorò Manfredi di Svevia come attestato
da un documento del 1255. In seguito fu conquistato
dal conte Roberto Sanseverino; entro poi nel possesso
di Gurello Orilia che lo abbelli per ospitare degnamente
il consorte della regina Giovanna II, Giacomo de La
Marche. Vi ospito anche il famoso capitano di ventura
Attendolo Sforza. Nel 1421, il castello fu assediato
dagli aragonesi, ma non venne espugnato per la valorosa
resistenza degli Acerrani. All'assedio presero parte
i più valorosi capitani di ventura del tempo,
per citarne alcuni: Niccolò Piccinino, Braccio
da Montone, Muzio Attendolo Sforza. Fu implicato nella
Congiura dei baroni fu assediato dal sovrano Aragonese
Ferrante I che si impossesso del castello e del feudo.
In seguito appartenne ai de Cardenas, che lo tennero
fino al 1806, quando da Napoleone fu abolita la feudalità.
Divenne sede del comune, oggi è sede di numerosi
musei. Nelle fondamenta del lato orientale (scuderie)
sono stati rinvenuti i resti di un teatro romano.
Area Archeologica di Suessula.
ORIGINI
E CENNI STORICI
La città, fra le più antiche della Campania,abitata
sin dall'epoca preistorica, per la presenza di ricca
vegetazione e fauna, e numerosi corsi d'acqua. In
base a recenti ricerche archeologiche probabilmente
fu fondata dagli Ausoni, in seguito fu chiamata dagli
Osci Akeru (Acerrae è il nome latino), e fece
più tardi parte della Dodecapoli etrusca della
Campania. Nel 332 a.C. ricevette per prima nelle province
romane la civitas sine suffragio, ossia la cittadinanza
romana senza diritto di voto. Rimase fedele a Roma
durante la seconda guerra punica e fu assediata nel
216 a.C. da Annibale che la distrusse parzialmente.
Fu ricostruita nel 211 a.C.. Durante la guerra sociale
fu nuovamente assediata da Papio Mutilo, ma fu difesa
dal console Lucio Giulio Cesare. Divenne Municipium
e nel 22 a.C. sotto l'Imperatore Augusto divenne colonia
per i veterani. Alcune iscrizioni pervenuteci attestano
l'esistenza di culti e forse di templi dedicati a
Iside, Serapide ed Eracle. La presenza di un anfiteatro
era stata ipotizzata al di sotto del Castello, ma
sotto le antiche scuderie si sono rinvenute tracce
delle strutture di un teatro risalente al II secolo
a.C.. Fu dominio longobardo, con la costruzione di
un castello (826), poi distrutto da Bono, Duca di
Napoli. Fu quindi saccheggiata dai Saraceni intorno
all'881. In seguito divenne dominio normanno: il castello
fu ricostruito e la città divenne contea normanna.
Ad essa appartenevano molti casali tra cui quello
di Pomigliano d'Arco, Marigliano, Mariglianella,Ottaviano,
(fatti rientrare oggi nell'area Nolana) e Licignano
(oggi frazione di Casalnuovo di Napoli). Tra i conti
di Acerra occorre ricordare i Di Medania: di questa
famiglia fu Sibilia, che sposò Tancredi Re
di Napoli. Acerra è anche sede vescovile, istituita
come tale proprio dai Normanni. Sotto il dominio di
Svevi, Angioini e Aragonesi ne furono feudatari Tommaso
d'Aquino, gli Origlia, i Del Balzo Orsini e dal 1496
i De Cardenas, fino al 1812. Essendo il territorio
di Acerra frequentemente inondato dall'antico fiume
Clanio e quindi poco salubre, la zona rimase quasi
del tutto disabitata. A partire dal XVIII secolo una
serie di imponenti bonifiche - come la costruzione
di canali per il deflusso delle acque - ha migliorato
la situazione anche dal punto di vista agricolo-economico,
permettendo alla zona di diventare una tra le più
fertili della Campania: a ciò si deve il notevole
aumento della popolazione e la costruzione di nuovi
quartieri. Non a caso i Borbone in località
Calabricito vi fecero erigere un casino di caccia,
poiché la limitrofa zona boscosa era ricca
di selvaggina. La città fino al 1927 fece parte
della provincia di Terra di Lavoro. All'indomani dell'armistizio,
oggetto di una spietata e sanguinosa reazione dell'occupante
tedesco che aveva passato per le armi numerosi civili,
tra cui anziani donne e fanciulli, e incendiato gran
parte dell'abitato e delle infrastrutture, affrontava
con fierezza le più dure sofferenze e intraprendeva,
poi, con gran coraggio e generoso spirito di solidarietà,
la difficile opera di ricostruzione.