Belmonte
Calabro, conosciuta semplicemente come Belmonte, è
un comune italiano di oltre 2.000 abitanti, della
provincia di Cosenza, in Calabria. Il paese, situato
circa quattro chilometri nell'entroterra in posizione
panoramica su una collina che domina un vasto tratto
di mar Tirreno, venne fondato dagli Angioini nella
seconda metà del Duecento. Il feudo fu governato
dai Cossa, dai Di Tarsia, dai Ravaschieri, dai Pinelli
ed infine dai Pignatelli. Nel 1619 venne creato il
titolo di principe di Belmonte, soppresso solo dalla
costituzione repubblicana del 1948. Il comune è
interessato dal fenomeno del turismo balneare estivo,
che rappresenta la principale industria del territorio,
accanto al tradizionale settore primario legato all'allevamento.
Il corso d'acqua più importante del territorio
belmontese è il Verre (fiume)|fiume Verre,
chiamato anche "fiume di Belmonte": esso
scaturisce da diversi corsi d'acqua alle pendici di
Monte Cocuzzo, presso la località significativamente
chiamata Capo di Fiume (725 m s.l.m.) e scorre in
un suggestivo scenario di piccoli "canyon"
e di antichi mulini ad acqua abbandonati fino alla
località Acquicella, presso la quale sfocia
nel mar Tirreno. Nell'ultimo tratto segna il confine
meridionale del comune di Belmonte con Amantea. Nonostante
il comune di Belmonte si estenda fino alle pendici
di Monte Cocuzzo (1530 m s.l.m.), la cima dello stesso
ricade in comune di Mendicino, segnando anche il confine
con i comuni di Fiumefreddo Bruzio e Longobardi: l'altitudine
massima raggiunta in territorio belmontese è
perciò quella del Cozzo Serralto (1129 m s.l.m.).
Un'altra montagna che supera i 1000 metri di altezza
è la Pietra del Corvo (1038 m s.l.m.), che
assieme al Cozzo Pescato (974 m s.l.m.) ed al Cozzo
Burrara (921 m s.l.m.) segna il confine con il comune
di Lago. Accanto alla lingua italiana, a Belmonte
è nel suo territorio è parlato il dialetto
belmontese, facente parte dei dialetti calabresi influenzati
in parte dal dialetto napoletano in parte da quello
siciliano.
MANIFESTAZIONI
Festa patronale di Santa Maria Assunta; si festeggia
il 15 agosto, giorno dell'Assunzione di Maria.
Festa compatronale di San Bonaventura da Bagnoregio;
si festeggia il 15 luglio, giorno della festa di san
Bonaventura da Bagnoregio. La festività venne
istituita nel XVII secolo su pressione dei Padri Cappuccini.
Festa compatronale della Madonna del Carmine; si festeggia
il 16 luglio, giorno della festa della Beata Vergine
Maria del Monte Carmelo. Fu introdotta a partire dalla
costruzione della Chiesa del Carmine, avvenuta nel
1562.
Festa compatronale di San Francesco di Paola; si festeggia
il 2 aprile, giorno della festa di san Francesco di
Paola. la festività venne istituita su interessamento
dei Padri Carmelitani a partire dal 1768.
Sagra degli ziti con la carne di pecora; si festeggia
il 16 agosto a partire dal 1974, nel giorno della
demolizione dello sperone roccioso che occupava il
sito dell'attuale Municipio.
Sagra del pomodoro e della bruschetta; si festeggia
nella prima settimana di agosto nella località
di Santa Barbara.
Premio Letterario Galeazzo di Tarsia.
MARINA
DI BELMONTE
Marina di Belmonte; situata sulla costa del mar Tirreno,
lungo le direttrici della Strada Statale 18 Tirrena
Inferiore e della Ferrovia Tirrenica Meridionale,
è il centro più vitale del comune anche
se il più recente. Vi sorgono il seicentesco
Palazzo del Rivellino, la sede Riserva Marina Naturale
WWF Scogli di Isca e la chiesa di San Pasquale di
Baylon. Posta ad un'altitudine di 10 m s.l.m., conta
circa 690 abitanti.
ALTRE
FRAZIONI E LOCALITA'
Il comune di Belmonte ha numerose località
abitate dislocate nei 2300 ettari di territorio, in
buona parte montagnoso. Tutte queste località
sono sostanzialmente isolate e in buona parte disabitate,
e collocate in zone montuose, eccezion fatta per la
vitale Marina di Belmonte. Almeno una delle località
di Belmonte, Santa Barbara, esiste da prima della
fondazione di Belmonte stessa.
Acquicella; situata al confine con il comune di Amantea
lungo l'antico tracciato della Strada statale 18 Tirrena
Inferiore, solo una parte di questa località
ricade in territorio belmontese, ed esattamente la
parte posta sulla sinistra del fiume Verre.
Annunziata; situata a nord del centro storico, è
una località piuttosto antica ed importante
di Belmonte, situata nell'area probabilmente dell'antico
casale di Tinga. Abitata già dal tempo della
colonizzazione greca, la Chiesa dell'Annunziata è
forse uno dei luoghi di culto cristiani più
antichi della zona. Posta ad un'altitudine 384 m s.l.m.,
conta circa 141 abitanti.
Bastia.
Buda; situata a 377 m s.l.m. sulla sommità
di un'altura panoramica sul mar Tirreno, presso l'antico
tracciato della Strada Statale 18 Tirrena Inferiore
per Longobardi, conta circa 67 abitanti.
Palombelli.
Petrone.
Regastili.
Salice.
Santa Barbara; situata nell'entroterra, è uno
dei due casali precedenti la fondazione del castello
di Belmonte stesso. Anticamente suddivisa in due zone,
San Pietro e Santa Barbara, è un centro abitato
di 235 abitanti circa posto a 300 m s.l.m.
Spineto.
Vadi; situato su un colle a oriente del centro storico
di Belmonte, fronteggia quest'ultimo. Collocato in
prossimità del valico della strada per Lago,
conta circa 395 abitanti ed è a 425 m s.l.m.
DA
VEDERE
Collegiata di Santa Maria Assunta, edificata nei locali
dell'antica Curia a partire dal 1585 per volere del
conte Carlo Ravaschieri, nel 1759 fu elevata a Collegiata.
L'attuale aspetto, dovuto ai lavori di rifacimento
del XVIII secolo, è stato in parte modificato
dopo il terremoto del 1908, nel quale crollò
parte dell'alto campanile oggi[quando?] ricostruito.
Chiesa dell'Immacolata Concezione, edificata nel 1622
per devozione della Comunità di Belmonte, all'epoca
poco fuori dalle mura dell'abitato, all'interno si
conservano alcuni affreschi di scuola napoletana del
XVIII secolo.
Convento e Chiesa del Carmine, fondato dai PP. Carmelitani
il 15 luglio 1562, nel 1583 il conte Torino Ravaschieri
fece ricostruire la chiesa, dedicata alla Beata Vergine
Maria del Monte Carmelo, dove sono sepolti molti dei
principi di Belmonte. Soppresso il convento nel 1807
con la legge Murat sulla soppressione degli ordini
religiosi, venne venduto a privati nel 1820. Presso
la chiesa si festeggia la festa compatronale della
Madonna del Carmelo.
Convento e Chiesa dei Cappuccini, fondato dai PP.
Cappuccini nel novembre 1608, nel 1611 venne completato
con la chiesa, dedicata a San Giuseppe. Soppresso
il convento nel 1807 con la legge Murat di soppressione
degli ordini religiosi, nel 1829 venne venduto a privati.
Presso la chiesa si festeggiava la festa di Sant'Antonio
Abate.
Chiesa dell'Annunziata, sorge su un antico tempio
pagano dedicato ad Afrodite. In seguito vi sorse una
chiesa cristiana. Venne rinvenuto nella chiesa un
sarcofago raffigurante San Giorgio nell'atto di uccidere
il drago, che sarebbe la prima testimonianza della
penetrazione del Cristianesimo in questa zona. La
vecchia chiesa crollò nel 1434. Perciò
l'arcivescovo di Cosenza Carlo de Carreto nel 1490
volle far ricostruire una chiesa, che venne terminata
solo nel 1523.
Chiesa del Purgatorio, sorta forse in contemporanea
con il Castello (1270), fino al 1585 la piccola chiesina
di Santa Maria o del Purgatorio svolse le funzioni
di Chiesa Parrocchiale di Belmonte. Nel 1506 fu in
questa chiesa che si sposarono Vincenzo Di Tarsia,
signore di Belmonte, e Caterina Del Persico. Vi era
la sede della Confraternita del SS. Rosario, attiva
fino a pochi decenni fa. Oggi[quando?] la chiesa è
chiusa al culto e di proprietà della famiglia
Del Giudice.
Chiesa di Santa Barbara
Chiesa di San Filippo di Baylon
Chiesa di San Pietro
Chiesa di Santa Maria di Poliano
Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo
Palazzo Ravaschieri della Torre; edificato tra il
1639 ed il 1640 dal principe Orazio Giovan Battista
Ravaschieri, fu la residenza ufficiale della famiglia
Ravaschieri durante i loro soggiorni nel feudo. Acquistato
nel 1798 dalla famiglia Del Giudice, fu teatro di
spiacevoli eventi legati all'assedio di Belmonte del
1806. (Vedi Palazzo Ravaschieri della Torre)
Palazzo del Rivellino; edificato in forma di palazzo
nel 1627 dal principe Orazio Giovan Battista Ravaschieri
su una precedente torre costiera del XVI secolo. Fu
sia fortificazione che magazzino e punto di raccolta
sulla costa belmontese. Divenuto proprietà
demaniale nel 1806, fu venduto poi a privati. (Vedi
Palazzo del Rivellino)
Palazzo Barone-Del Giudice; edificato nel XVIII secolo
dalla famiglia Barone, venne in seguito acquisito
dai Del Giudice per legami ereditari, divenendo la
residenza ufficiale di questa famiglia nel paese.
Annessa al palazzo c'è l'antica chiesa del
Purgatorio.[18] (Vedi Palazzo Barone-Del Giudice)
Palazzo Pignatelli; costruito all'inizio del XVIII
secolo dal principe Antonio Pignatelli sulla principale
arteria del centro storico, l'attuale via IV novembre.
Sono pregevoli gli affreschi del salone, opera del
pittore settecentesco Baldassare Buontempo. Diversi
terrazzi rivolti a settentrione sono stati in seguito
chiusi. Il palazzo, sequestrato al tempo dei francesi,
tanto che fu anche loro quartier generale dopo la
presa del paese a seguito dell'assedio di Belmonte
del 1806. Venne acquistato da ultimo dalla famiglia
Del Giudice.
Nel centro storico ci sono poi almeno otto abitazioni
appartenenti o appartenute a storiche famiglie belmontesi
dotate di feritoie: queste sono Casa Guercio, Casa
Bassareo, Casa Osséo, Casa Cuvelli, Casa Giuliani,
Casa Aloisio, Casa Barone, Casa Bossio.
Belmonte nasce essenzialmente da un complesso fortificato,
rappresentato dal Castello di Belmonte, di fondazione
angioina, e dalla successiva espansione della cerchia
muraria. Il sistema fortificato del paese era composto
da:
Castello di Belmonte Calabro; edificato nel 1271 circa,
rappresentò l'impulso alla nascita del paese.
Di dimensioni considerevoli e situato in un luogo
molto strategico, venne danneggiato da vari sismi
e dall'assedio francese del 1806. Tra i resti è
stato aperto un centro culturale, oltre alla Biblioteca
Comunale ed al Museo della Civiltà Contadina.
(Vedi Castello di Belmonte Calabro).
Mura di cinta; edificate dopo il XIII secolo in seguito
all'espansione dell'abitato sul colle, ne restano
alcuni spezzoni. Alcuni tratti non presentavano cerchia
muraria, ma solo le pareti delle case: ogni casa eleggeva,
in caso d'emergenza, un capitano a guerra che aveva
il compito di coordinare la difesa di quel tratto
della cerchia. Nel perimetro murato c'erano almeno
cinque torrioni, sia rivolti verso la valle del fiume
Verre sia verso il Vallone della Porta. Uno, il torrione
riadibito a belvedere antistante Palazzo Ravaschieri
della Torre, è chiamato 'A Turra, a causa del
fatto che è la torre più in vista del
paese, che caratterizza l'immagine del paese stesso
visto dalla Marina di Belmonte. Un tratto della cerchia
era anche, ed è ancora, chiamato 'u Muraglio,
ed è collocato nell'area dell'abitato denominata
'u Diestru. Quattro erano le porte che davano accesso
al paese:
Porta di Mare; accesso del paese dal mare, era situata
sull'antico tracciato stradale che saliva lungo il
colle della torre di Bastia e la località Paganelli,
e che è ridotto ad un sentierello.
Porta del Vallone; attualmente[quando?] murata e ridotta
a sostruzione dei giardini di Palazzo Barone-Del Giudice,
durante alcuni lavori negli anni settanta vi venne
rinvenuta praticamente un'intera armeria risalente
all'epoca dell'assedio di Belmonte del 1806.
Porta di Terra; rasa al suolo con l'espansione orro-novecentesca
del paese, dava accesso agli antichi sentieri per
i conventi suburbani e per le frazioni montane, oltre
che per il fontanile pubblico situato presso la Chiesa
dell'Immacolata Concezione.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Il sito dell'attuale abitato di Belmonte non fu in
età antica, stando ai resti pervenuti ai giorni
nostri, sede di alcun abitato pre-romano o romano.
Tuttavia, nel vasto territorio belmontese sono state
attestate presenze antiche, anche collegate a stabilimenti
di coloni Greci nella zona. Il territorio belmontese
era incluso all'epoca della colonizzazione greca e
poi in età romana nel territorio della città
di Clampetia, identificata o nel territorio di Fiumefreddo
Bruzio o, secondo l'ipotesi più diffusa, nel
territorio di Amantea. In località Cuoco è
stato attestato sorgesse in età pre-romana
e poi romana un piccolo villaggio, stazione di posta
sulla via Traianea. Presso quest'area è venuta
alla luce negli ultimi anni del XX secolo una necropoli
risalente all'incirca al II secolo a.C. Il reperto
più interessante è rappresentato da
un'anfora d'argilla alta 1.05 metri, conservata oggi[quando?]
presso il Museo Archeologico Nazionale della Sibaritide
a Sibari, in comune di Cassano allo Ionio, contenente
lo scheletro di un bambino di diciotto mesi inumato
secondo il rituale funerario punico dell'enkytrismos,
introdotto dunque attraverso legami commerciali con
Cartagine. Questi legami con altre zone del mar Mediterraneo
sono anche testimoniati dai ripostigli di Belmonte
Calabro, vasi di terracotta rinvenuti in località
Serra nel 1935 contenenti in tutto ventitré
monete provenienti dalle zecche di Locri, Crotone
e Cartagine risalenti grosso modo all'età della
seconda guerra punica. In località Regastili,
poco lontano dalla località Cuoco, sorgeva
secondo alcune ipotesi un tempietto pagano o un'antica
officina. Il toponimo Regastili infatti deriverebbe
o dal greco antico e??ast????? ("ergasterion",
"officina, fabbrica") o dalla corruzione
del greco antico "dieci colonne", nomi che
farebbero pensare comunque ad una costruzione antica
presente nel sito, di cui fino ad oggi[quando?] non
si è trovata traccia. La località Annunziata
è anche denominata Greci, il che sarebbe giustificabile
con la presenza di un antico tempio dedicato alla
dea Venere, su cui sarebbe sorta con l'avvento del
Cristianesimo l'attuale Chiesa dell'Annunziata, che
sarebbe uno dei primi luoghi di culto cristiani della
zona. Dopo la caduta dell'Impero Romano, nell'846
i Saraceni conquistarono la città bizantina
di Nepetia, collocata nel sito dell'attuale Amantea
e il cui territorio comprendeva anche quello di Belmonte,
e ne rimasero padroni dopo aver creato un Emirato
fino all'885 quando i Bizantini al comando di Niceforo
Foca il vecchio riconquistarono la città. I
primi abitati attestati nel territorio belmontese
in età medioevale sono i casali di Santa Barbara,
corrispondente con molta probabilità all'attuale
frazione omonima, e Tinga, corrispondente probabilmente
alle località attuali di Annunziata e Serra.
Nel casale di Santa Barbara c'erano due chiese, Santa
Barbara e San Pietro, menzionate per la prima volta
nel 1097, quando il duca di Puglia e Calabria Ruggero
Borsa concesse queste chiese in beneficio all'abbazia
benedettina della SS. Trinità di Mileto. In
seguito nel giugno 1202 Riccardo vescovo di Tropea
concesse le stesse chiese all'abbazia florense di
Fontelaurato di Fiumefreddo. Durante il tentativo
di Corradino di Svevia di conquistare il regno di
Napoli, la città fortificata di Amantea, poiché
si era ribellata agli Angioini, venne assediata e
conquistata da questi ultimi nel 1269. Per mantenere
sotto controllo la città irrequieta, Carlo
I d'Angiò ordinò al maresciallo Drogone
de Beaumont di costruire un castello di proprietà
demaniale in territorio amanteano. Nacque così,
tra il 1270 ed il 1271, Belmonte. Dall'inizio del
XIV secolo il castello di Belmonte vene infeudato
ad alcuni esponenti della nobiltà napoletana.
Tra il 1305 ed il 1338 fu sottoposto alla famiglia
Mastroiodice o Mastrogiudice, tra il 1338 ed il 1367
ai Cossa o Salvacossa, dal 1367 al 1443 alla famiglia
Sacchi. Negli stessi periodi, i casali di Santa Barbara
e Tinga avevano una loro successione feudale, fino
a che non scomparvero e vennero unificati anche loro
nel territorio di Belmonte. Un diploma della regina
di Napoli Giovanna I di Napoli risalente al 1345 delimitò
il territorio di Belmonte separandolo da quello di
Amantea, sancendo de iure l'autonomia del primo paese
dalla città costiera. La famiglia Di Tarsia
entrò in possesso del castello e dei suoi casali
nel 1443 e lo mantenne fino al 1578 tra alterne vicende.
Il 15 luglio 1562 viene posata la prima pietra del
convento dei Padri Carmelitani, su un terreno donato
appositamente dal barone Tiberio Di Tarsia e da sua
moglie Ippolita Carafa.
La signoria dei Di Tarsia si interrompe momentaneamente
quando Tiberio Di Tarsia vende il feudo a Camillo
Sersale per la somma di 15.000 ducati, con diritto
di retrovendita dopo dieci anni. Nel 1570 Tiberio
morì a Napoli senza eredi legittimi, e lasciò
i suoi beni al nipote Cola Francesco Di Tarsia, che
aveva dei precedenti con la giustizia spagnola. Il
Demanio nel frattempo requisì Belmonte e gli
altri feudi ai Di Tarsia, in forza del testamento
di Galeazzo Di Tarsia che sanciva, in assenza di figli
maschi di Tiberio, che i suoi beni sarebbero stati
donati alla Corona. Nell'agosto 1974 iniziarono i
lavori di costruzione del nuovo -ed attuale- Municipio:
per realizzare l'edificio, venne fatta saltare l'antica
"praca" -l'ingresso- del Castello, simile
a quella conservata davanti al Castello della Valle
a Fiumefreddo Bruzio. Da quell'anno, ogni terzo sabato
di agosto, si tiene la sagra della pasta col piecoro,
noto evento di degustazione gastronomica organizzato
dal Comune e dalla Pro Loco.