Amantea 
Campania

Amantea è una cittadina turistica sulla costa tirrenica della provincia di Cosenza. Il motto cittadino è Nobilis Fidelissima Regibus. Il comune di Amantea si estende su una superficie di 2800 ettari che ne fa uno dei più grandi della provincia di Cosenza. Il territorio amanteano è attraversato dal fiume Catocastro, che scende dal Cocuzzo, da alcuni torrenti tra cui il Santa Maria, il Colongi, il Calcato, e poi, più a sud, dal fiume Oliva e dai torrenti Torbido e Rubano. Il clima e' straordinariamente temperato. Il territorio di Amantea, infatti, ha una profondita' media di soli 2 km e si snoda lungo il mare per quasi 13 km. Ovviamente il clima ne risente. D'estate, quindi, dominanti sono le brezze marine e collinari che rinfrescano l'aria. Le gelate sono rarissime, cosi' come le nevicate.

ETIMOLOGIA
Il nome deriva dal greco Amantia, nome di città dell'Epiro e della Macedonia. Secondo altri il nome deriva dal latino amans,-antis.

ORIGINI E CENNI STORICI
Nella località di Campora San Giovanni , frazione di Amantea , andrebbe localizzata la antica Temesa , mentre Clampetia sarebbe collocabile nella piana di Amantea, l'unico sinus della costa tirrenica cosentina. I bizantini, quando conquistarono la Calabria, fondarono nell'area dell'attuale Amantea vecchia una cittadella fortificata chiamata Nepetia. Nepetia fu conquistata dagli arabi nel VII secolo, che la costituirono capitale di emirato e la ribattezzarono Al-Mantiah. Quando, una cinquantina d'anni più tardi, Niceforo Foca riconquistà la città, rimase il nome di Amantea. La cittadina fu elevata a sede vescovile finché non venne accorpata, nel Quattrocento, alla Diocesi di Tropea. Amantea non fu mai infeudata, se non per un brevissimo e travagliato periodo alla metà del XVII secolo. La cittadina mantenne sempre, infatti lo status di Città Demaniale, con istituzioni proprie. Amantea subirà l'occupazione francese prima nel 1799, ma poi anche nel 1803, e la seconda volta resisterà strenuamente agli invasori d'Oltralpe.

L'assedio di Amantea
Uno degli episodi storici di rilievo della storia calabrese dei primi dell'ottocento è sicuramente la resistenza armata degli amanteani contro le truppe napoleoniche intenzionate ad espugnare il castello, la rocca. La gloriosa pagina di storia è stata ricordata da acute penne della storiografia locale, ma è ricordata, ancora oggi, da una serie di eventi che trattano il tema del duecentenario dell'assedio di Amantea e, più in generale, i fermenti antinapoleonici che corsero tutta la Calabria ai primi dell'ottocento. Sciogliendosi dall'abbraccio quasi mortale tra le due posizioni che finora hanno diviso gli storici: da un lato la voglia di cambiamento e di novità rappresentata dalla proposta di “egalité, liberté e fraternité” che ha accompagnato la rivoluzione francese esportandola in Europa, Calabria compresa, e che ha indotto moltissimi a prendere parte, attivamente o passivamente, verso il nuovo; dall'altro dalla condizione di sudditanza della massa, incolta, ignara, passiva al cambiamento, culturalmente reazionaria, strettamente legata alla chiesa ed al Re. Ed ecco la “terza via”: il quadro di una Calabria che “soffre” degli eventi di fine settecento: terremoti, carestie e gravi endemie, un popolo calabrese che versa in condizioni economiche gravissime, pur avvertendo comunque l'esistenza di una prima, pronta ed attenta risposta politica e sociale dei Borbone che guidavano e davano impulso allo sviluppo, che soccorrevano le popolazioni (vedi terremoto del 1783), che toglievano alla stessa chiesa i terreni incolti ed improduttivi creando lavoro, così che, a fronte di un primo e positivo orientamento verso il governo francese, quando posti dinanzi ai soprusi ed alle violenze da essi quotidianamente posti in essere, con un rapido cambiamento si ponevano a difesa del vecchio pur avvertendo in esso un forte orientamento al cambiamento. Il declino demografico della Città successivo alla resa ai francesi nel 1807 è drammatico. La popolazione di Amantea all'inizio dell'assedio era di quasi 2.000 abitanti mentre un mese dopo la fine dell'assedio non risulta essere superiore alle mille unità. Amantea poi aveva perso le sue peculiarità ed il suo sviluppo economico, la sua popolazione sentiva questo declino, i latifondisti locali chiusi e retrivi non aiutavano affatto la economia locale. Perfino il porto si era insabbiato ed i ovimenti portuali pur continuando erano certamente ridotti. In un quadro di certo e definitivo declino non restava che il Re a garantire giustizia sociale e sviluppo economico Sicuramente questa terza via della grave situazione economica amanteana e calabrese sembra così realistica da poter essere ulteriormente percorsa. Non più quindi “franza o spagna purché se magna”, ma cosciente decisione di poter essere capaci di autotutelare la propria terra da qualunque ulteriore aggressione.
Amantea divenne, nel 1861, un Comune del Regno d'Italia, dotata di molti uffici pubblici e scuole che ne hanno fatto il punto di riferimento del retrostante entroterra. Nel 1943 la città venne bombardata dagli americani, che colpirono alcune case nella cittadella uccidendo anche bambini innocenti. Dopo il conflitto, la cittadina è risorta dalle macerie e ha iniziato la sua espansione che la ha portata fino a raggiungere il mare, facendone una nota località balneare e turistica. Pochi anni fa è stato inaugurato il porto turistico di Campora San Giovanni, punto di partenza dei battelli per le isole Eolie.

EDIFICI RELIGIOSI
Duomo di San Biagio.
Ex-Chiesa di San Francesco d'Assisi con annesso Ex-Convento dei PP. Francescani. Nelle strutture della Chiesa sorgeva originariamente una moschea, testimonianza della conquista islamica di Amantea; in seguito, con la riconquista bizantina della città nel 1031, vi si in stallò un cenobio basiliano. Il 3 dicembre 1122 nel cenobio venne ospitato Papa
Verso il Castello, la grande e cadente Chiesa del Gesù col bombardato e cadente ex-Collegio dei Gesuiti prospetta la sua cupola settecentesca sull'abitato. Lì vicino sorge anche l'ex-Convento delle Clarisse. Nell'abitato moderno, sorge la ricostruita Chiesa dei Cappuccini.

EDIFICI STORICI
Il Castello domina l'abitato dall'alto del colle, con la torre del Mastio al centro e i ruderi della vecchia Chiesa di San Francesco d'Assisi (forse ex-Moschea) poco lontano. Dagli studi di Enzo Fera risulta ricostruito il sistema di difesa costiera edificato tra il 1100 ed 1600 dopo Cristo. Numerose torre e fortificazioni infatti fanno del comprensorio una zona presidiata contro le incursioni dei pirati barbareschi. Sono presenti manufatti ancora integri. A parte il Palazzo delle Clarisse, che appartiene ad un privato ed è stato ristrutturato con l'intervento di una società a capitale pubblico, il resto degli edifici storici sono in condizioni pietose (l'intera area del Castello è praticamente impraticabile). La Chiesa di S.Bernardino è fruibile grazie alla presenza della comunità dei monaci.

GASTRONOMIA
Amantea è famosa per il suo dolce tipico, il Buccunotto, dolciume a forma di barchetta ripieno di cioccolata e spezie. Per la lavorazione dei Fichi Secchi al cioccolato nero e bianco o in altre ricette. Inoltre, molto importante è anche la Lavorazione dei Pesci: quali le alici le sarde e la neonata "rosamarina", che vengono preparate da aziende locali seguendo scrupolosamente le ricette tramandate dai vecchi pescatori.

DATI RIEPILOGATIVI

Popolazione Residente 13.268 (M 6.490, F 6.778)
Densità per Kmq: 463,4

CAP 87032
Prefisso Telefonico 0982
Codice Istat 078010
Codice Catastale A253

Il Comune di Amantea è:
Località balneare segnalata con una vela nella Guida Blu di Legambiente

Il Comune di Amantea fa parte di:
Regione Agraria n. 18 - Colline Litoranee di Amantea

Comuni Confinanti
Belmonte Calabro, Cleto, Lago, Nocera Terinese (CZ), San Pietro in Amantea, Serra d'Aiello

Musei nel Comune di Amantea
Biblioteca - Museo Alessandro Longo

Chiese e altri edifici religiosi amanteani
Chiesa di San Bernardino da Siena (XV secolo).

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