Vietri
di Potenza è un comune della provincia di Potenza,
in Basilicata. Il Comune di Vietri di Potenza fa parte
dell'Area Programma "Marmo-Platano-Melandro".
Il paese è denominato la "Porta della
Basilicata", grazie alla sua posizione geografica,
essendo il primo paese lucano da attraversare per
chi proviene dalla Campania. Nel territorio di Vietri
di Potenza ci sono diversi chilometri del Raccordo
Autostradale "Sicignano-Potenza". Dallo
svincolo "Vietri-Balvano" (in territorio
Vietrese, in contrada Cugni), fino al Viadotto Platano
(confine con Romagnano al Monte, Salerno). Vietri
ha due svincoli autostradali. Quello di Vietri-Balvano
e quello di Vietri-San Vito. A Vietri di Potenza è
stato conferito il titolo di "Città dell'Olio",
vista l'eccellente qualità dell'olio e l'imponente
produzione. Vietri di Potenza sorge sulla sommità
di una collina, a 305 m s.l.m., nei pressi del confine
campano, ultimo paese lucano nella sua posizione geografica
confinante con la provincia di Salerno. Da Potenza
dista circa 35 km, da Salerno 67, da Battipaglia 47,
da Eboli 35 e da Napoli 99 km. Vietri di Potenza è
stata insignita dalla nomina di "Città
dell'Olio", da parte dell'Associazione Nazionale
Città dell'Olio. Vietri è Medaglia d'oro
al Merito Civile con la seguente motivazione: «In
occasione di un disastroso terremoto, con grande dignità,
spirito di sacrificio ed impegno civile, affrontava
la difficile opera di ricostruzione del proprio tessuto
abitativo, nonché della rinascita del proprio
futuro sociale, economico e produttivo. Mirabile esempio
di valore civico ed altissimo senso di abnegazione.»
(Terremoto dell'Irpinia del 1980 23 novembre 1980).
MANIFESTAZIONI
1ª domenica di maggio: festeggiamenti in onore
del patrono Sant'Anselmo martire (processione con
le statue di tutti i santi)
2ª domenica di luglio: festeggiamenti in onore
del patrono Sant'Anselmo martire
1ª e 2ª domenica di agosto: festeggiamenti
in onore di Sant'Emidio vescovo e martire
3ª domenica di settembre: festeggiamenti in onore
della protettrice la Madonna del Carmine
3ª domenica di ottobre: festeggiamenti in onore
di San Francesco di Assisi e di San Gerardo Maiella
EDIFICI RELIGIOSI
Chiesa Madre di San Nicola di Mira
Chiesa di San Giuseppe
Chiesa di San Michele
Chiesa della Santissima Annunziata
Chiesa della Madonna del Carmine
Chiesa della Madonna delle Grazie
Convento dei Frati Cappuccini (1652)
DA VEDERE
Cinta muraria (ruderi)
Monumento dei Caduti (Piazza del Popolo)
Torre dell'Orologio in Piazza del Popolo
Palazzo dei Briganti
Palazzo Taglianetti-Capuano
Palazzo Iovine
Palazzo Di Stasio-Spremolla
Fontana-Lavatoio
ORIGINI
E CENNI STORICI
Ubicato su un terrazzo proteso a Nord verso la vallata
con i suoi ripidi pendii, e dominante a Sud il corso
del fiume Melandro, in cui confluisce la Fiumarella
di Vietri, il centro (prima della costruzione della
Basentana) è collegato con Salerno e Potenza
tramite la Strada Statale SS 94 che è stata
oggetto di numerosi lavori di sistemazione a partire
dai primi decenni dell'Ottocento, quando si è
realizzato il collegamento con il capoluogo lucano.
Numerosi reperti confermano la presente dei "Lucani"
fin dal VI sec. a.C. Già con il suo nome, formato
dalla radice Vet(antico), riflette l'esistenza di
un sito abitato fin dalle epoche più remote;
ciò trova riscontro nella toponomastica del
suo territorio (v. Vetranico), ove, a differenza del
centro abitato occupato da edifici, riscontriamo attestazioni
di rinvenimenti archeologici sin dalla storiografia
dell'Ottocento (c.da San Giovanni, S. Felice, S. Vito,
etc.). Recenti conferme sono pervenute negli ultimo
anni dalla scoperta di strutture di epoca romana nei
pressi della cappella di S. Vito oltre che di reperti
del IV/III sec. a.C. in contrada San Felice; interessante,
quanto alla ubicazione nei pressi della viabilità
antica ed in luoghi ricchi di sorgenti, il rinvenimento
di un a villa rustica tardo-romana non lungi dal Varco
di Pietrastretta, preceduta nello stesso sito da un
complesso repubblicano di identica destinazione. Ne'
da sottintendere quanto di antico si conserva nel
centro abitato: una stele funeraria del I sec d.C.
recante due busti di coniugi, inserita nella parete
laterale della Chiesa Madre, ed altre antiche documentazioni
(colonne, stele) conservate secondo la storiografia
moderna e contemporanea in cortili di palazzi della
borghesia locale, se raccolti nell'area dell'attuale
abitato, inducono a ritenere probabile sul posto l'esistenza
di un pagus, che con i vici dispersi nell'agro formava
la struttura insediativi nell'antichità. Numerosi
quesiti storici, come quello più noto, relativo
alla identificazione nell'Agro di Vietri del luogo
della più famosa battaglia dei Campi Veteres,
che la storiografia ha nel complesso ubicato presso
i confini della Calabria antica (Bruttium) per la
velocità di spostamento degli eserciti accampati
in quell'area, rimangono al momento parzialmente risolti
per la rarità o la completa carenza di fonti
documentarie. Quanto al Medioevo, ad esso si riportano
le prime attestazioni del nome della località
(Vetrum ad es. nel 1299 quando è compreso in
un elenco di centri del Principato Citeriore, di cui
fa parte fino al 1816 quanto viene compreso nella
Basilicata, o anche Betrum (1290) quando deve inviare
a Padula viveri per sostenere gli armati durante la
guerra del Vespro. È da ricordare che nella
seconda metà del XII sec. Vietri era posseduta
da due feudatari, Guaimario de Rotonda e Accardo De
Vetro che devono fornire armati per la spedizione
organizzata dai Normanni contro il Barbarossa ed altri;
inoltre, come si evince da una lapide attualmente
posta sulla parete destra della facciata della Chiesa
Madre, ma già sistemata insieme ad un busto
di Innocenzo II, al suo interno, nella cappella del
Rosario, Vietri festeggia nel 1137 il passaggio del
Papa che fuggendo alla persecuzione dell'antipapa
Anacleto, appoggiato dal normanno Ruggero, va incontro
a Potenza all'imperatore Lotario II. Nel periodo angioino
è da menzionare per il suo contributo in uomini
per la manutenzione del castello di Burgentia (Brienza);
nelle Decime degli anni 1308-1310 il suo clero, che
fa parte dall'inizio della Diocesi di Conza, poi di
Campagna ed infine dal 1973 di quella di Potenza,
è tra i più importanti della circoscrizione
ecclesiastica. La "Cronista Conzana" riporta
nel 1691 che nella Chiesa Madre, dedicata a S. Nicolò,
sono riposte le reliquie di S. Anselmo martire che
Giovanni De Sangro, Duca di Vietri, ha donato al paese
il 25 aprile 1616; sono inoltre menzionate la Chiesa
dell'Annunziata, le numerose confraternite (Immacolata
Concezione, Monte dei Morti, del Rosario, di S. Tommaso)
e benefici, amministrati da famiglie di benestanti
del posto come di De Mauro (S. Maria della Visitazione),
Laspro, Passannante, Nigro-Forzati, Gerardelli, Guida,
etc. Venticinque anni prima è stato costruito
sulle pendici collinari a Sud di Vietri il Convento
dei cappuccini, che ha sostituito quello edificato
nella contrada Cappuccini vecchi, nel luogo over attualmente
sorge la Chiesa del Carmine, fondata nel 1689. È
l'anno in cui per rendere grazie alla Madonna di essersi
salvato da una caduta da cavallo, D. Carlo de Sangro,
Duca di Vietri, ordina la costruzione della chiesa
sulle rovine del vecchio convento. Questo è
stato fondato intorno al 1562 quanto Vietri era feudo
del Conte di Potenza D. Carlo de Guevara: su un terreno
concesso da un fattore del feudatario viene costruito
l'edificio composta da 16 locali, a forma quadrata
secondo l'uso dei frati, con cortile e chiesetta,
forse la metà dell'attuale. D. Frabrizio de
Sangro successe per acquisto del feudo alla famiglia
Del Tufo (che con Paolo ne è venuta in possesso
a seguito di vendita all'asta reclamata nel 1568 dai
creditori di D. Carlo de Guevara, duca di Potenza)
diventa il primo Duca di Vietri (1595) e sostiene
con fervore il convento nel cui ordine chiede ed ottiene
di entrare. L'ubicazione sfavorevole del complesso,
posto ai margini della strada che collega Vietri con
Salvia (l'attuale Savoia di Lucania), induce a cercare
il sito dell'attuale la cui costruzione è già
in corso nel 1653, quando il vecchio edificio crolla
sotto le fiamme. Anche il nuovo non conduce un'esistenza
serena se si lamentano tra l'altro le continue depauperazioni
del patrimonio librario della sua fornita biblioteca
che si provvede sempre a dotare di nuovi testi, e
se il 12 marzo 1815 esso viene soppresso in seguito
alle leggi del periodo napolenonico. L'impianto urbano
si è accresciuto nel tempo: ad esempio il nome
Casale, che a metà Settecento contraddistingue
un borgo del paese e che per numero di abitanti è
il secondo dopo quello detto Gorga, può definirsi
un aggregato in origine al di fuori del nucleo medievale.