Valsinni
è un comune della provincia di Matera in Basilicata.
Il nome è relativamente recente; infatti fino
al 1873 si chiamava Favale. Quest'ultimo nome significherebbe
terra ricca di sorgenti. A Valsinni è stata
assegnata la Bandiera arancione, un marchio di qualità
turistico-ambientale conferito dal Touring Club Italiano
ai piccoli comuni dell'entroterra italiano. Valsinni
si trova ad un'altitudine di 250 m s.l.m., nella parte
sud-occidentale della provincia al confine con la
parte sud-orientale della provincia di Potenza e con
la parte parte nord-orientale della provincia di Cosenza,
su un'altura che domina la valle del Sinni, il cui
corso proprio nel tratto a valle dell'abitato procede
incassato tra suggestive rupi. Lo scorrere del fiume,
che in passato caratterizzava con il suo rumore pacato
e continuo il paesaggio del piccolo centro, è
dal 1985 fortemente diminuito perché le acque
del fiume sono imbrigliate dalla diga di Monte Cotugno,
che rifornisce di acqua buona parte della provincia
di Matera e della Puglia. Confina a nord con il comune
di Colobraro (7 km), ad est con Rotondella (14 km)
e Nova Siri (15 km), a sud con il comune calabrese
di Nocara (CS) (15 km), e ad ovest con San Giorgio
Lucano (16 km) e Noepoli (PZ) (18 km). Dista 79 km
da Matera e 124 km da Potenza. Alle spalle del centro
abitato si erge il monte Coppolo, sulla sommità
del quale si trova anche un'importante area archeologica,
ed è inserito nel territorio del Parco nazionale
del Pollino. Fa parte della Comunità Montana
Basso Sinni.
MANIFESTAZIONI
La festa patronale di San Fabiano si tiene il 9 e
10 maggio con vespri solenni e bacio della reliquia
la sera del 9. Il giorno successivo si svolge al mattino
la Santa Messa solenne celebrata dal parroco e nel
pomeriggio si svolge la processione per le vie del
paese accompagnata dalla banda musicale. La sera in
cassarmonica concerto bandistico e successivamente
estrazione dei biglietti della riffa e i fuochi pirotecnici.
Gli eventi legati al Parco letterario Isabella Morra:
in particolare sono organizzate visite al Castello
feudale, mostre d'arte ed artigianato artistico, spettacoli
come Il Borgo racconta per le vie del centro storico
con menestrelli e cantastorie, e recitazione di versi.
IL
CASTELLO
Il castello di Valsinni è posto sul punto più
alto del borgo antico, i cui vicoli si snodano in
file concentriche e sovrapposte ai suoi piedi, e domina
la valle del Sinni. Di aspetto aragonese ma già
esistente in epoca medioevale, infatti fu presumibilmente
edificato su una preesistente fortificazione longobarda.
Sono ancora conservati opere, documenti e scritti
testimonianti la vicenda esistenziale e la solitudine
della poetessa che lì visse.
L'ANTICA
CITTA'
Sulla cima del monte Coppolo sono visibili i resti
di un'antica città fortificata, ed in particolare
l'acropoli edificata nel IV secolo a.C. e la cinta
muraria formata da blocchi squadrati. Secondo il professor
Lorenzo Quilici quest'antica città potrebbe
essere la mitica città greca di Lagaria, fondata
da Epeo, il costruttore del cavallo di Troia.
DA
VEDERE
La parte antica di Valsinni (il Borgo) è stretta
intorno al castello ed è molto suggestiva anche
perché non è accessibile alle automobili.
È costituita da abitazioni vecchie di secoli
accostate l'una all'altra e separate da strette vie
che si inerpicano sui fianchi dello sperone roccioso
su cui è edificato il paese. Poiché
sono presenti spesso dislivelli di alcuni metri nell'ambito
di una stessa abitazione, molte case hanno come accesso
o punto di transito tra due vie un Gafio, cioè
un passaggio coperto in pietra che passa sotto un'abitazione.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Il luogo dove sorge Valsinni è uno tra quelli
ritenuti più probabili come luogo dove sorgeva
l'antica città della Magna Grecia Lagaria.
Il paese è comunque menzionato a partire dall'XI
secolo con il nome di Favale, appartenne in feudo
ai Sanseverino, ai Vivacqua di Oriolo, ai Capaccio,
ai Galeota, ai Morra. Nel 1528 il feudo di Gian Michele
Morra, padre della poetessa Isabella Morra, passò
sotto la Corona di Spagna in seguito alla sconfitta
delle truppe di Francesco I di Francia nei confronti
di Carlo V, ed il Morra, che appoggiava il re francese,
fu costretto ad emigrare a Parigi insieme a suo figlio
Scipione. Sua moglie e gli altri figli, tra cui Isabella
molto legata al padre, invece restarono a Favale,
nel castello che ancora oggi domina la parte antica
del borgo. Così l'antica Favale fu teatro della
tragica storia di Isabella Morra, giovane ed illustre
poetessa petrarchista uccisa dai fratelli a soli 26
anni dopo che questi ultimi scoprirono la sua relazione
epistolare con il poeta spagnolo Diego Sandoval de
Castro, barone di Bollita.