Matera
è una città capoluogo dell'omonima provincia
e seconda città della Basilicata. La città
è nota in tutto il mondo per gli storici rioni
Sassi, riconosciuti nel 1993 Patrimonio dell'umanità
dall'UNESCO (primo sito dell'Italia meridionale a
ricevere tale riconoscimento). Matera è tra
le città decorate al Valor Militare per la
Guerra di Liberazione perché è stata
insignita della Medaglia d'Argento al Valor Militare
per i sacrifici delle sue popolazioni durante la seconda
guerra mondiale. La città si trova nella parte
orientale della Basilicata a 401 m s.l.m., al confine
con la Puglia. Sorge proprio al confine tra l'altopiano
delle Murge ad est, e la fossa Bradanica ad ovest,
solcata dal fiume Bradano. Il corso di questo fiume
è sbarrato da una diga, costruita alla fine
degli anni cinquanta per scopi irrigui, ed il lago
artificiale creato dallo sbarramento, chiamato Lago
di San Giuliano, fa parte di una riserva naturale
regionale denominata Riserva Naturale di San Giuliano.
Il torrente Gravina, affluente di sinistra del Bradano,
scorre nella profonda fossa naturale che delimita
i due antichi rioni della città: Sasso Barisano
e Sasso Caveoso. Sull'altra sponda c'è la Murgia,
protetta dal Parco Regionale Archeologico Storico
Naturale delle Chiese Rupestri, più semplicemente
detto Parco della Murgia Materana. Gli antichi rioni
chiamati Sassi, assieme con le cisterne ed i sistemi
di raccolta delle acque, sono la caratteristica peculiare
di Matera. Si tratta di originali ed antichi aggregati
di case scavate nel tufo, a ridosso di un profondo
burrone, la Gravina. Alla fine del 1993 l'UNESCO ha
dichiarato i rioni Sassi Patrimonio Mondiale dell'Umanità.
I
SASSI
Matera è nota anche come città dei Sassi,
proprio per la peculiarità e l'unicità
del suo centro storico. Scavati e costruiti a ridosso
della Gravina di Matera, una profonda gola che divide
il territorio in due, i Sassi di Matera, rioni che
costituiscono la parte antica della città,
si distendono in due vallette, che guardano ad est,
leggermente sottoposte rispetto ai territori circostanti,
separate tra loro dallo sperone roccioso della Civita.
Questa posizione invidiabile, ha reso di fatto la
città invisibile agli occhi dei suoi nemici
per millenni, permettendole di passare pressoché
indenne attraverso secoli di storia. Il Sasso Barisano,
girato a nord-ovest sull'orlo della rupe, se si prende
come riferimento la Civita, fulcro della città
vecchia, è il più ricco di portali scolpiti
e fregi che ne nascondono il cuore sotterraneo. Il
Sasso Caveoso, che guarda invece a sud, è disposto
come un anfiteatro romano, con le case-grotte che
scendono a gradoni, e prende forse il nome dalle cave
e dai teatri classici. Al centro la Civita, sperone
roccioso che separa i due Sassi, sulla cui sommità
si trovano la Cattedrale ed i palazzi nobiliari. Insieme
formano l'antico nucleo urbano di Matera, dichiarato
dall'UNESCO paesaggio culturale. La scelta di questo
sito, sebbene abbia garantito una estrema sicurezza
all'abitato, ha comportato ai suoi abitanti enormi
difficoltà nell'approvvigionamento delle acque.
Di fatto i Sassi si trovano su di un enorme banco
calcarenitico a circa 150 metri dal livello del torrente,
mentre le colline d'argilla che li circondano ad ovest
risultano essere troppo lontane, per una città
che costruita nell'ottica dell'assedio, doveva garantirsi
l'autonomia al suo interno. Sin dai primi giorni quindi,
i suoi abitanti concentrarono le loro energie, non
tanto sulla costruzione delle case, quanto sullo scavo
di cisterne e palombari e dei relativi sistemi di
canalizzazione delle acque. Vista in quest'ottica
Matera risulta essere uno dei più antichi e
meglio conservati esempi di bio-architettura al mondo.
Una breve analisi dei sistemi insediativi costruiti
intorno all'acqua, ci mostra come di fatto tutte le
civiltà e le tradizioni costruttive più
antiche del mondo, abbiano numerosi punti in comune,
sebbene secoli e chilometri le vedano come elementi
distinti. Ad un occhio attento, strutture apparentemente
semplici e rudimentali, si rivelano come dei prodigi
di efficienza tecnica. Le umili tecniche arcaiche,
dimenticate dagli stessi abitanti, acquistano un fascino
ed un valore un tempo inimmaginabile. I trogloditi
che scavano canali e cisterne, costruiscono giardini
pensili, ed attorno agli spazi collettivi, oggi chiamati
vicinati condividono le proprie risorse, appaiono
d'un tratto degli esseri geniali. Ma il bello è
che tutto questo è ancora presente e vivo,
sotto i nostri occhi in una città, Matera,
che ha del magico.
EDIFICI
RELIGIOSI
La Cattedrale: in stile romanico pugliese, fu costruita
nel XIII secolo sullo sperone più alto della
Civita che divide i due Sassi, sopra l'antica Chiesa
di Sant'Eustachio, uno dei due Santi Protettori della
città. All'esterno sono da notare il rosone
a sedici raggi ed il campanile alto 52 metri; all'interno
un affresco bizantino della Madonna della Bruna, un
presepe cinquecentesco dello scultore Altobello Persio
ed un affresco raffigurante il Giudizio Finale.
La chiesa di San Giovanni Battista: costruita nel
1233, anch'essa in stile romanico. All'interno, a
tre navate, vi è una grande volta a vele rifatta
nel 1793, anno in cui furono effettuate diverse modifiche
per preservare la staticità della chiesa, bei
capitelli di tipo pugliese che ornano le colonne con
figure antropomorfe, zoomorfe e vegetali, ed un'imponente
abside.
La chiesa di San Francesco d'Assisi: ricostruita quasi
completamente nel 1670 in stile barocco. Rilevanti
sono la facciata esterna in stile tardo barocco, mentre
al suo interno vi è l'antica cripta dei Santi
Pietro e Paolo, che conserva un affresco raffigurante
la visita a Matera del papa Urbano II nel 1093.
La chiesa di Santa Chiara: fu costruita alla fine
del XVII secolo insieme agli attigui locali che ospitarono
dapprima l'ospedale, poi il convento delle clarisse
ed infine i locali del museo archeologico nazionale
"Domenico Ridola". La facciata, ricca di
decori, presenta un lunettone nella parte superiore
ed in basso il portale con ai lati due semicolonne
e due nicchie con statue di santi. L'interno è
ad una navata.
La chiesa del Purgatorio: costruita nel 1747 in stile
tardo barocco, presenta una facciata con decorazioni
sul tema della morte e della redenzione delle anime.
Notevole il portale in legno diviso in 36 riquadri
che riporta in alto i teschi di prelati e regnanti
ed in basso quelli di comuni cittadini. All'interno,
a croce greca, vi è una cupola ottagonale.
La chiesa di San Domenico: fu costruita insieme al
convento a partire dal 1230 in stile romanico pugliese.
Molto bello il rosone con intorno quattro figure a
rilievo raffiguranti un telamone, due figurine ai
lati, ed in alto l'Arcangelo Michele. Al centro del
rosone un cane con la fiaccola in bocca, simbolo dei
domenicani. L'interno, a tre navate con altari laterali
e con una cupola emisferica a cassettoni, è
stato rimodernato nel 1774.
Il convento di Sant'Agostino, monumento nazionale
italiano, situato nel Sasso Barisano e sorto nel 1593,
insieme all'omonima chiesa, sull'antica cripta rupestre
di San Giuliano risalente al XII secolo (sinora descritta
come cripta di San Guglielmo a causa di un errore
storico).
Il Santuario della Madonna di Picciano: situato sulla
sommità dell'omonimo colle a 15 km dalla città,
è meta di pellegrinaggi. La leggenda narra
che la Madonna apparve sui rami di una quercia ad
alcuni pastori abruzzesi che percorrevano quei luoghi
per la transumanza. A partire dal XIII secolo si insediò
una comunità monastica benedettina, e nei secoli
successivi Picciano appartenne ai templari prima ed
ai cavalieri di Malta poi, che ampliarono la chiesa
ed i locali annessi. All'interno della chiesa, sopra
l'altare maggiore, vi è l'immagine della Madonna,
databile al XV secolo, e nella cappella alle spalle
dell'altare la statua della Madonna che viene portata
in processione. Oggi il Santuario ed il monastero
sono custoditi dai monaci benedettini olivetani.
Il Santuario della Madonna della Palomba: situato
sulla Murgia quasi a strapiombo sulla Gravina di Matera,
si trova nei pressi di una grotta dove era venerato
un affresco con l'immagine bizantina della Vergine
col bambino. A partire dal 1580 fu costruito un nuovo
edificio di culto. La facciata mostra un rosone ed
un campanile a vela, mentre l'interno ad una navata
conserva l'antico affresco databile intorno al XIII
secolo.
Le chiese rupestri: nella città e lungo le
Gravine del Parco della Murgia Materana si contano
circa 150 chiesette scavate nella roccia. Tra le più
importanti chiese rupestri nei Sassi vi sono Santa
Lucia alle Malve, complesso rupestre che anticamente
ospitava una comunità monastica, il Convicinio
di S. Antonio un comprensorio costituito da 4 cripte
rupestri, Santa Maria di Idris sulla sommità
dell'omonima rupe, Santa Barbara ricca di affreschi,
la Madonna delle Virtù che insieme alla sovrastante
chiesa di San Nicola dei Greci oggi ospita importanti
mostre di scultura, e San Pietro Barisano con facciata
e campanile in muratura ed interno quasi completamente
scavato nella roccia. All'esterno della città,
in aperta campagna, vi è la Cripta del Peccato
Originale, recentemente restaurata, esempio di pittura
longobarda con uno straordinario ciclo pittorico di
affreschi che coprono le pareti di sinistra e di fondo.
MONUMENTI
Il Castello Tramontano: in stile aragonese, con un
maschio centrale e due torri laterali rotonde, rimase
incompiuto per l'uccisione del conte Giovan Carlo
Tramontano da parte della popolazione nel 1514.
Il Palazzo Lanfranchi: monumento seicentesco fatto
costruire da Frate Francesco da Copertino per ordine
del Vescovo Vincenzo Lanfranchi tra il 1668 e il 1672.
Ivi sono esposti dipinti di alcuni importanti artisti
come Carlo Levi, Camillo D'Errico, Abraham Brueghel,
Giovan Battista Ruoppolo e Mattia Preti. Ospita i
locali del Museo Nazionale d'Arte Medioevale e Moderna.
Gli ipogei di piazza Vittorio Veneto: situati sotto
la piazza principale della città e tornati
alla luce da pochi anni, contengono oltre a numerosi
ambienti ipogei anche un'antica cisterna, detta il
Palombaro lungo, ed una torre facente parte delle
mura a ridosso del Castello Tramontano.
La fontana ferdinandea: restaurata dal re Ferdinando
II di Borbone nel 1832, era originariamente posta
ai piedi della collina del castello e raccoglieva
le acque provenienti da quella collina. Dopo la seconda
guerra mondiale, esaurita la sua funzione di approvvigionamento,
fu trasferita all'interno della villa comunale. Nel
mese di aprile del 2009 è stata riportata nel
suo luogo originario in piazza Vittorio Veneto.
Palazzo Malvinni Malvezzi: situato in piazza Duomo,
è appartenuto alla famiglia dei Duchi di Santa
Candida. Al suo interno, nel piano nobile sono collocate
14 tele di pregevole fattura ed arredi in stile Luigi
XVI.
AREE
NATURALI
Il Parco della Murgia Materana: parco regionale istituito
nel 1990, comprende il territorio della Gravina di
Matera, le chiese rupestri disseminate lungo i pendii
delle gravine e l'altopiano della Murgia materana.
Importanti le numerose masserie, molte delle quali
fortificate. Simbolo del parco è il falco grillaio,
piccolo rapace presente nel territorio di Matera con
numerosissimi esemplari.
La Riserva regionale San Giuliano: area protetta istituita
nel 2000, comprende il lago di San Giuliano, invaso
artificiale creato dallo sbarramento del fiume Bradano,
ed i tratti fluviali a monte ed a valle del fiume.
Molto rilevante è la presenza dell'avifauna.
Il colle di Timmari: polmone verde situato a circa
15 km dalla città, domina la valle del Bradano
ed il lago di San Giuliano. È un'amena località
residenziale, e sulla cima del colle si trova il piccolo
Santuario di San Salvatore, risalente al 1310, ed
un'importante area archeologica dove sono stati ritrovati
numerosi reperti sia di epoca preistorica sia di tipo
apulo risalenti al IV secolo a.C. (tra cui una tomba
ricchissima di arredi funerari), molti dei quali sono
custoditi nel museo archeologico "Domenico Ridola".
LA
FESTA PATRONALE
La festa patronale della Madonna della Bruna si celebra
il 2 luglio di ogni anno sin dal lontano 1389, quando
il Papa Urbano VI, già arcivescovo di Matera,
istituì la festa della Visitazione, e va ricordata
per la tradizione della distruzione di un carro trionfale
di cartapesta che ogni anno viene ricostruito. Le
fasi principali della festa sono: la processione dei
pastori, che si svolge all'alba con il quadro della
Madonna portato in processione per le vie della città;
la cavalcata, in tarda mattinata, in cui i cavalieri
della Bruna scortano la statua della Madonna dalla
Cattedrale alla parrocchia dell'Annunziata di Piccianello;
la processione di Maria Santissima della Bruna sul
carro, in cui la statua della Madonna viene nuovamente
accompagnata in Cattedrale su un carro trionfale;
ed infine la distruzione del carro, in tarda serata,
quando il carro trionfale, dopo aver fatto scendere
la statua della Madonna, ritorna nella piazza centrale
della città e viene assaltato e distrutto dalla
popolazione.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Matera è città antichissima, il cui
territorio testimonia insediamenti senza soluzione
di continuità sin dall'età paleolitica.
Infatti nelle grotte sparse lungo le Gravine materane
sono stati ritrovati diversi oggetti risalenti a quell'epoca,
testimonianti la presenza di gruppi di cacciatori.
Nel periodo Neolitico gli insediamenti diventarono
più stabili, tanto che sono presenti tracce
evidenti di diversi villaggi trincerati. Con le Età
dei metalli nacque il primo nucleo urbano, quello
dell'attuale Civita, sulla sponda destra della Gravina.
La città sembra essere stata anticamente chiamata
Mataia ole dai Greci, che deriva da Mataio olos, il
cui significato è tutto vacuo, con riferimento
alla Gravina, fossa attraversata da torrenti; ulteriore
ipotesi è che il nome derivi da Mata (cumulo
di rocce), radice utilizzata per diversi nomi geografici;
altri sostengono che il nome derivi dalle iniziali
di Metaponto ed Heraclea, avendo accolto profughi
delle due città dopo la loro distruzione; infine
Mateola, nome antico della città, potrebbe
derivare dal consolato romano di Quinto Cecilio Metello.
Plinio il Vecchio nella sua Naturalis historia (Liber
III, 105), chiamò Mateolani gli abitanti della
città e li elencò tra gli Apuli Lucani,
una delle tre stirpi di Apuli da lui menzionate (Apulorum
genera tria). Nel periodo della Magna Grecia, Matera
ebbe stretti rapporti con le colonie situate sulla
costa metapontina, e successivamente in età
romana fu solo centro di passaggio ed approvvigionamento.
Nel 664 d.C. Matera passò sotto il dominio
longobardo e venne annessa al Ducato di Benevento.
I secoli IX e X furono caratterizzati da aspre lotte
fra gli stessi Longobardi, i Saraceni ed i Bizantini,
che tentarono più volte di impadronirsi del
territorio, e la città fu distrutta dalle truppe
di Ludovico II, imperatore dei Franchi, proprio nel
tentativo di cacciare i Saraceni. Nel frattempo, a
partire dall'VIII secolo, il territorio materano fu
teatro di una notevole immigrazione di monaci benedettini
e bizantini, che si stabilirono lungo le grotte della
Gravina trasformandole in Chiese rupestri. Dopo l'insediamento
dei Normanni avvenuto nel 1043 la città conobbe
un periodo di pace. Nei secoli seguenti, fra carestie
e terremoti, Matera fu a lungo città Regia,
in quanto si liberava dal dominio feudale riscattandosi
più volte, ma sotto gli Aragonesi la città
fu ceduta al Conte Gian Carlo Tramontano, che nel
1514 venne ucciso dalla popolazione oppressa dalle
tasse. Nel 1663, in epoca spagnola, Matera uscì
dalla provincia di Terra d'Otranto, di cui fino ad
allora era parte integrante, diventando capoluogo
della Basilicata. Tale titolo le rimase fino al 1806,
quando Giuseppe Bonaparte trasferì le competenze
a Potenza. Nel 1927 la città divenne capoluogo
di provincia. Matera fu la prima città del
Mezzogiorno ad insorgere contro i nazisti; infatti
il 21 settembre 1943 il popolo materano insorse contro
l'oppressione esercitata dall'occupazione nazista.
Dieci persone trovarono la morte a seguito dei mitragliamenti
tedeschi in ritirata. La giornata raggiunse il suo
culmine con la feroce rappresaglia nazista che costò
la vita ad altri 12 materani fatti saltare in aria
nel "palazzo della milizia". Nel 1948 nacque
la questione dei Sassi di Matera, sollevata da Palmiro
Togliatti prima, e da Alcide De Gasperi dopo. Nel
1952 una legge nazionale stabilì lo sgombero
dei Sassi e la costruzione di nuovi quartieri residenziali
che svilupparono la città nuova nella quale
confluirono i 15.000 abitanti dei Sassi. Nel 1980
fu parzialmente danneggiata dal terremoto che colpì
l'Irpinia e dalle scosse che seguirono. Nel 1986 una
nuova legge nazionale finanziò il recupero
degli antichi rioni materani, ormai degradati da oltre
trent'anni di abbandono. Nel 1993 infine i Sassi di
Matera furono dichiarati dall'UNESCO Patrimonio mondiale
dell'umanità.