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Tolve
è un comune della provincia di Potenza in Basilicata.
Tulbium è l'antico nome di Tolve. Il paese, 30
km a nord-est di Potenza, sorge su uno sperone arenario
su cui si sviluppa il rione castello, a 568 metri sul
livello del mare, alla confluenza dei corsi del torrente
Castagno con la fiumara del Bosco. La collina è
circondata da monti alti fino a 1000 metri, ricoperti
di boschi abitati da una fauna variegata, tra cui vanno
segnalati il lupo appenninico ed il cinghiale. Tolve
viene menzionato in almeno 3 libri: in Cristo si è
fermato a Eboli di Carlo Levi, in Rosso cardinale di
Peter Nichols, in Fuochi del Basento di Raffaele Nigro.
FESTA DI SAN ROCCO
Tra i tanti paesi del Mezzogiorno d'Italia in cui
il Santo di Montpellier è venerato e festeggiato,
un posto di rilievo va senza dubbio riconosciuto a
Tolve, vista la lunga tradizione e la vivacità
del culto per il santo che ogni anno richiama, nella
duplice ricorrenza della festa, 16 agosto e 16 settembre,
decine di migliaia di pellegrini da tutta la regione
e dalle regioni vicine, come testimoniano le migliaia
di ex voto conservati nella "Casa del Pellegrino".
In entrambe le occasioni, a mezzogiorno, si svolge
una solenne processione per le vie del paese. La statua
di San Rocco è portata a spalla dai devoti
per le vie cittadine in un solenne corteo che si apre
con i Confratelli del Purgatorio in tunica bianca
e mantellina rossa. Seguono i pellegrini scalzi, con
i ceri delle varie compagnie di appartenenza, artisticamente
disposti su basi di legno e raffiguranti chiese, campanili
e altre strutture sacre. La vera folla dei pellegrini,
di cui alcuni pure scalzi, è quella che segue
la Statua e accompagna la processione con un canto
tradizionale; La storij r' Sand'Rocc', composto da
cento versetti sulle traversie della vita umana e
sulla gloria del Santo patrono. In occasione dell'evento
festivo la statua è ricoperta da un manto d'oro
realizzato componendo i numerosissimi ex voto donati
al Santo per testimoniare il particolare legame di
devozione e testimoniare le Sue virtù taumaturgiche.
Scrive in proposito Carlo Levi nel suo Cristo si è
fermato a Eboli:
«Il discorso cadde così sui santuari
e sui santi, e sul San Rocco di Tolve, un Santo di
cui io stesso ho potuto conoscere, per prove e favori
personali, la particolare virtù. Tolve è
un villaggio vicino a Potenza, e c'era stato in quei
giorni un pellegrinaggio, come tutti gli anni, al
principio di agosto. Uomini, donne e bambini vi concorrono
da tutte le province circostanti, a piedi, o sugli
asini camminando il giorno e la notte. San Rocco li
aspetta, librato nell'aria, sopra la Chiesa. “Tolve
è mia, e io la proteggo” dice San Rocco
nella stampa popolare che lo rappresenta, vestito
di marrone con la sua aureola d'oro, nel cielo azzurro
del paese».
EDIFICI RELIGIOSI
Convento dei Cappuccini (1585)
Chiesa Madre di San Nicola
Chiesa di San Pietro
Chiesa del Purgatorio
ORIGINI E CENNI STORICI
Dell'età preistorica sono giunte a noi, almeno
finora, solo tracce. Due insediamenti neolitici, risalenti
al 2800-2500 a.C. sono stati ritrovati alle falde
del monte Moltone (816 m) e in località Magritiello.
Si tratta di villaggi composti di capanne neolitiche
con materiali di risulta di scarso valore, importanti
tuttavia perché attestano la frequentazione
del luogo già nel III millennio a.C. grazie
alla sua posizione strategica. Alcuni studiosi hanno
ipotizzato frequentazioni neolitiche delle numerose
grotte che caratterizzano il territorio, come farebbero
pensare incisioni rupestri ritenute autentiche e ritrovate
sulle pareti delle grotte stesse. Le testimonianze
di età arcaica sono decisamente più
ricche, sono stati infatti ritrovati numerosi insediamenti,
anche di notevole interesse storico ed archeologico.
La Basilicata nell'epoca arcaica era abitata dal popolo
dei Lucani, che si fa risalire al mitologico re Italo,
da cui deriverebbe l'attuale nome di Italia. I ritrovamenti
più noti sono quello della tomba di un guerriero
lucano, in località Cappuccini, del quale restano
uno splendido elmo di tipo corinzio, uno schiniere
in bronzo ed un frammento della spada. Si tratta sicuramente
della tomba di un personaggio di rango, vissuto tra
il VII ed il V secolo a.C. Tra il VII ed il IV secolo
a.C. la presenza umana a Tolve si fa più importante,
in relazione alle numerose ed evolute comunità
nel territorio. Nella vicina Serra di Vaglio il tempio
della Dea Cibele è una testimonianza dei culti
di divinità di tradizione italica a cui si
affiancavano le tradizioni di origine greca. A questo
periodo (IV secolo a.C.) risalgono le ville del Moltone
e di piana San Pietro, case coloniche di grandi dimensioni,
dotate di confort evoluti per l'epoca (al momento
del ritrovamento il bagno della villa del Moltone
era il più antico esempio al mondo di bagno
con condotte di scarico), autonome per la produzione
di suppellettili e abbellite con elementi decorativi
che, seppur rozzi, testimoniano lo spirito evoluto
degli abitanti. Sono stati ritrovati elementi fittili
e decorazioni che dovevano regalare al prospetto della
villa una visione elegante ed imponente a chi vi si
avvicinava dalle pendici del Moltone. La villa aveva
un cortile con impluvium su cui gravitavano un'area
residenziale con 4 stanze ed un piccolo ma funzionale
impianto termale ed un'area di servizi per la produzione
di suppellettili (una fornace attiva sino al momento
dell'incendio che distrusse la villa stessa) e per
la custodia degli animali. La villa venne abitata
stabilmente fino al III secolo a.C., quando, anche
a causa delle razzie delle truppe di Annibale, il
territorio fu progressivamente abbandonato dalle numerose
unità rurali di cui si ha traccia. Dalla fine
del III secolo al I secolo le tracce di presenza umana
stabile sono piuttosto scarse. Si deve arrivare al
periodo imperiale per ritrovare segni di una presenza
stabile documentata dalla già citata villa
di San Pietro, corredata anch'essa di un impianto
termale e di pavimentazioni a mosaico dell'età
tardo-imperiale e della villa di Piforni. La villa
di San Pietro, il cui impianto originale risale al
IV secolo a.C., viene abitata a più riprese,
soprattutto nel III secolo d.C. e sono state ritrovate
tracce di frequentazioni fino al XIII secolo. Numerosi
frammenti di colonne romane, di iscrizioni funerarie
e di monete di età augustea sono la testimonianza
della riabitazione del territorio da parte di autoctoni
che ritornano nelle campagne ridiventate sicure dopo
l'affermazione dell'Impero di Roma. Un elemento molto
discusso è il cosiddetto Ponte Vecchio o Ponte
del Diavolo la cui struttura originaria è di
chiaro impianto romano e modificata in epoca medioevale.
Alcuni studiosi affermano che è stato costruito
in epoca medioevale, ma altri ritengono che vi siano
passate le truppe di Gaio Terenzio Varrone di ritorno
a Roma, sconfitte nella battaglia di Canne da Annibale.
In epoca medioevale, Tolve conosce un'ampia espansione
dell'attuale abitato. Lo stemma del comune, con un
castello a tre torri, ha fatto pensare all'esistenza
nel paese di una struttura castellare, ma Tolve non
ha mai avuto un castello bensì una fortificazione
muraria che avvolgeva tutto il borgo antico, l'attuale
centro storico. All'interno del borgo numerose abitazioni
e botteghe artigiane raccontano una vita attiva che
ne struttura definitivamente le caratteristiche di
centro agricolo-pastorale-artigiano conservato fino
ai giorni nostri. La dominazione longobarda lascia
molte tracce negli usi e nelle abitazioni dei centri
fortificati lucani, poi modificati durante la dominazione
normanna. A quest'epoca risale la fortificazione dell'attuale
rione castello, di cui restano le scarse tracce sopravvissute
ai terremoti e all'incuria dell'uomo. Un altro documento
importante è datato 1001: si tratta di un documento
bizantino, sottoscritto dal catapano Gregorios Tarkaneiotes[3],
che nell'ambito di una contesa territoriale con la
vicina città fortificata (kastron) di Tricarico
cita Tolve (Toulbas) riportando anche i nomi di cinque
suoi cittadini. Tra essi, oltre a Goinandos, Pancratios,
Giovanni di Kara e suo figlio, spicca un Sighenoulphos
(nome che tradisce la sua origine longobarda). Tra
il IX e l'XI secolo il paese rappresenta insieme ad
Acerenza la linea di confine tra il mondo cattolico
e il mondo bizantino, di cui si conserva traccia nell'antica
chiesa del Purgatorio del IX secolo. In epoca successiva
il paese è occupato dai Normanni e nel 1250
il feudatario di Tolve è il conte Galvano,
zio materno di Manfredi. Tra il 1300 ed il 1500 il
feudo di Tolve passa di mano in mano dagli ungheresi
ai francesi, e conosce un periodo di prosperità
per la fervida attività artigianale nella produzione
di armi da fuoco. Centro fortificato gotico e longobardo,
venne successivamente inglobato dai Normanni nella
Contea di Tricarico. Nel 1647/48 partecipò
ai moti antispagnoli, e nel 1799 all'insurrezione
repubblicana.
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Popolazione
Residente 3.326 (M 1.686, F 1.640)
Densità per Kmq: 26,0
Superficie: 127,75 Kmq
CAP 85017
Prefisso Telefonico 0971
Codice Istat 076090
Codice Catastale L197
Denominazione Abitanti
tolvesi
Santo Patrono San Rocco
Festa Patronale 16 agosto
Il Comune di Tolve fa parte
di:
Comunità Montana Alto Bradano
Comuni Confinanti
A est: Irsina (MT); a est e ovest: Tricarico (MT);
a nord: Cancellara, Oppido Lucano; a ovest: Vaglio
Basilicata; a sud: Albano di Lucania, San Chirico
Nuovo. |
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