Senise
Basilicata

 
      
Senise è un comune in provincia di Potenza, nono per numero di abitanti nella provincia e diciassettesimo della Basilicata, che ne fanno il centro più importante e di riferimento in tutta la zona della valle del Sinni - Pollino. Il centro abitato dista 121 chilometri da Potenza e il territorio comunale risulta compreso tra i 171 e i 651 metri sul livello del mare con un'escursione altimetrica complessiva pari a 480 metri. A Senise sono presenti due compagnie teatrali, delle quali una (Senise Teatro) presente sul territorio , si occupa esclusivamente di teatro in dialetto locale, proponendo opere di creazione propria, mentre da oltre venti anni la seconda compagnia , la SAMS (Società Artistica Mutuo Soccorso), si occupa di vari generi teatrali, dal teatro napoletano al teatro dell'assurdo. Negli anni la bellezza del paesaggio senisese, grazie anche alla diga di Monte Cotugno, ha attirato molte case automobilistiche le quali hanno scelto il luogo per girare gli spot per le loro auto. Il 28 agosto 2011, per esempio, nei pressi della diga di Monte Cotugno è stato girato un video promozionale, dell'azienda automobilistica Ferrari, che presentava la nuova Ferrari 458 Spider(nel video al minuto 1.31 si vede chiaramente la diga). Sono diverse le leggende nella cultura senisese. Una delle più antiche e conosciute, a causa anche dei fatti avvenuti nel 2006, è una leggenda a Senise riguardante l'antica famiglia nobiliare dei Crocco. Si narra, infatti, che la famiglia avesse nascosto in un pozzo, in tempi in cui la diga non era ancora presente, un enorme tesoro ed avesse messo a guardia della ricchezza un enorme serpente centenario. Nel 2006 cominciarono degli avvistamenti di una lunga anaconda proprio dalle zone della diga e molte furono le persone che giurarono di averlo visto, scatenando una vera e propria ricerca al rettile. Molto verosimilmente, nel caso in cui gli avvistamenti siano reali, si tratterebbe sicuramente di un serpente che, si diceva allora, fosse fuggito da un circo e che in seguito, a detta di molti, sia stato nuovamente catturato. Altra piccola curiosità riguardante la leggenda dei Crocco è di quel che sembra essere un piccolo pozzo, visibile nei periodi di secca della diga, presente nel terreno a destra dell'inizio del ponte crollato (che un tempo collegava una sponda della diga all'altra), andando così ad alimentare la leggenda sul serpente centenario e del tesoro dei Crocco.

DA VEDERE
Da visitare il centro storico del paese, sviluppatosi ai piedi di un castello medievale, lungo le pendici del colle, costituito da vicoli e caseggiati anch'essi medievali, che possono diventare, per chi non ha una minima conoscenza del luogo, un labirinto inestricabile. Importanti palazzi nobiliari sono all'interno del borgo antico; Palazzo Donnaperna, Palazzo Sole, Palazzo Marcone e Palazzo Barletta. Di notevole interesse i loro portali in pietra lavorati in modo particolare. L'intero centro storico si è conservato pressoché intatto, in gran parte perché poco abitato e non soggetto a importanti interventi di restauro, a favore di aree di più recente costruzione; rivive una sorta di ripopolamento solamente d'estate, quando le famiglie emigrate tornano in visita ai parenti. Altro elemento di forte interesse è la chiesa di San Francesco, edificio costruito nel 1200 quale chiesa annessa ad un convento di frati francescani (convento divenuto sede del municipio; sono ancora visibili affreschi raffiguranti la vita di San Francesco). L'esterno, in pietra locale a vista, è caratterizzato da un portale ad ogiva, gotico, in blocchi di pietra lavorati e scolpiti con motivi decorativi; l'interno, caratterizzato da stucchi del XVII secolo e un soffitto ligneo cassettonato, custodisce affreschi di età medievale, lapidi funerarie e, nel presbiterio, un polittico realizzato dal pittore Simone da Firenze nel XIV secolo ed un coro ligneo intagliato con motivi decorativi. Nel centro storico è possibile visitare la casa di Sant'Andrea Avellino, attuale sede del museo etnografico. Nel territorio di Senise è sito un bacino artificiale, la diga di Monte Cotugno, realizzata negli anni settanta del Novecento. L'invaso è il più grande d'Europa in terra battuta e la sua acqua è utilizzata per il bisogno irriguo del metapontino e di gran parte della Puglia; inoltre le sue acque sono spesso teatro di gare nazionali di canottaggio. È inoltre circondato da campi coltivati ad oliveti e da siti naturali ricchi di vegetazione e fauna locali.

MANIFESTAZIONI
Festa di San Rocco (annuale 16 agosto).
U Strittul ru Zafaran (dal 7 al 10 agosto, arrivata alla 9 edizione, la prima edizione del 2003).
Il 7 dicembre 2009 si è svolta la celebrazioni dei 150 anni dalla morte del poeta Nicola Sole, durante la quale è stato dato il premio denominato appunto "Premio Nicola Sole" al famoso attore Claudio Santamaria (originario del luogo) invitato a Senise appositamente per questa prima edizione. Durante la cerimonia, Claudio ha risposto a diverse domande di un'intervista e, dopo aver guardato, insieme ad un pubblico preso e divertito, degli spezzoni di alcuni suoi film più delle parodie di alcune pubblicità registrate da lui stesso con alcuni amici, ha cantato, accompagnando il tutto con una chitarra, delle canzoni del celeberrimo cantautore Rino Gaetano, da lui interpretato nella miniserie televisiva andata in onda su Rai1 l'11 e il 12 novembre 2007 "Rino Gaetano - Ma il cielo è sempre più blu".

DIGA DI MONTE COTUGNO
La diga di Monte Cotugno, situata vicino Senise, è la più grande diga d 'Europa costruita in terra battuta. Essa consente di invasare le acque del fiume Sinni per usi agricoli, industriali, potabili e civili. Il lago ha una regolazione pluriennale e per assicurare la massima frequenza di riempimento del serbatoio è previsto di convogliare in esso le acque del torrente Sarmento e del fiume Agri, intercettate in apposite sezioni di sbarramento e condotte tramite gallerie di valico. La tenuta idraulica dello sbarramento dipende da uno strato di conglomerato bituminoso applicato sul paramento di monte che si salda in basso col dispositivo di tenuta fondazione. Il manto impermeabile è formato da uno strato di base e di livellamento, anch'esso in conglomerato bituminoso chiuso dello spessore di 5 cm, da uno strato drenante in conglomerato molto aperto dello spessore variabile da 10 a 16 cm, da due strati di tenuta in calcestruzzo bituminoso, da uno strato di sigillo superficiale. Lo scarico di superficie è costituito da un settore di calice con apertura al centro di 120°, attraverso un pozzo verticale si collega con una galleria circolare di 6,20 m di diametro di lunghezza di 1.104 m che porta le acque a valle della diga. Lo scarico di mezzofondo è costituito da due coppie di luci, con soglia a quota 236,70 ciascuna munita di due coppie di paratoie piane. Esso s'immette nella galleria del soprastante scarico di superficie. L'opera di presa utilizza un'apposita galleria situata nella sponda destra e lunga 756 m, e collegata con una torre di presa, con paratoie d'immissione a diversi livelli per consentire l'utilizzazione delle acque ad uso potabile. Il muro della diga misura in lunghezza 1850 m in altezza 60 m, è largo alla base 260 m. Il diametro del tubo misura 3 m, la portata massima della diga (in estate) è di 15-13 metri cubi, nel periodo invernale la portata minima è di 4-5 metri cubi. La capacità massima è 530.000.000 metri cubi. La diga di Monte Cotugno è situata nel territorio della valle del Sinni nel comune di Senise che domina la valle alla confluenza del Serrapotamo nel Sinni, al centro tra il mar Ionio e il mar Tirreno. Entrata in funzione nel 1983 è una delle più grandi opere in terra battuta realizzata in Europa, sbarra il corso del fiume Sinni nel punto in cui il letto del fiume si restringe. Esso, l'antico "Siris" dei Greci nasce a circa 1850 m di quota dalla Serra della Giumenta, propaggine del Sirino e scorre per 94 km. Raccoglie le acque dei torrenti Cogliandrino e Serrapotamo da sinistra e i torrenti Frido, Rubbio e Sarmento da destra. L'aspetto del Sinni è quello tipico della fiumara con un letto largo e ciottoloso, quasi asciutto per gran parte dell'anno, impetuoso durante le piene invernali. Il suo bacino è delimitato a sud dal massiccio del Pollino e dal monte la Spina e a nord dal massiccio del Sirino, dal monte Alpi, dalla Tempa Coda di Volpe e dalla Tempa Acqua Seccagna.

GASTRONOMIA
La gastronomia locale è ricca di pietanze conosciute ovunque, in particolare, la cucina senisese è famosa per il suo "Peperone di Senise", chiamato nel dialetto locale e conosciuto ovunque anche con lo pseudonimo di "Zafaran"; prodotto IGP, presenta una forma appuntita, ad uncino o a tronco, a seconda del tipo. Si presenta di colore verde, rosso porpora, e si caratterizza per le dimensioni e la polpa sottile (da 1,5 a 2,2 mm). Il peduncolo è ben saldato alla bacca, tale da non staccarsi nemmeno ad essiccazione avvenuta. Il prodotto secco si deve presentare in collane o serte di lunghezza variabile da 1,5 a 2 m *[1]. Il sapore è dolce. Viene commercializzato fresco, secco ed in polvere. La zona di produzione comprende le aree limitrofe al comune di Senise che si affacciano sulla valle del Sinni e sull'Agri. Sin da quando il peperone arriva a Senise, tra il 1500 e il 1600, i contadini locali riuscirono ad appropriarsene, selezionando nel tempo una varietà che ancora oggi primeggia nei mercati, tanto che sono frequenti i tentativi di contrabbandare per Peperoni di Senise altre varietà certo non di ugual pregio. Inizialmente questa solanacea crebbe e si sviluppò in un panorama agricolo caratterizzato soprattutto dall'autoconsumo, diventando successivamente una coltura sempre più specializzata e quindi capace di garantire un reddito. L'essiccazione dei Peperoni di Senise avviene secondo metodi locali naturali per mezzo di esposizione indiretta ai raggi solari in lunghi serti appesi in siti soleggiati ed aereati. Un ultimo passaggio rapidissimo nel forno elimina ogni residuo di umidità ed agevola la eventuale successiva molitura per ottenere la famosa polvere. Con i peperoni di Senise si realizzano numerosi piatti della tradizione contadina. Passati in olio bollente e salati vengono chiamati "cruschi" cioè croccanti, e accompagnano formaggi e verdure fresche, come fave o insalate.

ORIGINI E CENNI STORICI
Una vecchia tradizione narra che il paese fosse posto più in basso, verso la confluenza del Serrapotamo col Sinni, ma per la mortifera malaria fu abbandonato ed edificato nel punto dov'è attualmente collocato. La tradizione avrebbe un fondamento nel significato del toponimo Senise, che vorrebbe significare "luogo del Sinni" e non "colonia di Siena". La gente del luogo, favoleggia che un cavalier di Siena, un Senese, errando verso le Crociate, avrebbe fondato il paese omonimo. E siccome Siena, fondata dai figli di Remo, ha per emblema una lupa che allatta un bambino, anche Senise volle assumer questo simbolo, ma la critica, a base di documenti, ha dimostrato che Senise è anteriore alle Crociate. Infatti, Senise sorse già in epoca romana imperiale come dimostrano i resti di una villa ritrovati in località San Filippo. Mentre il fortunato ritrovamento degli Ori di Senise, attualmente custoditi nel Museo Nazionale di Napoli, testimonia la presenza a Senise dei Longobardi (VII). Lo stemma si ammira in un libro del censimento del 1753 (Catasto generale della Terra di Senise in Basilicata), importante documento conservato in quell'Archivio Municipale. La fondazione dell'attuale centro abitato di Senise è da farsi risalire al periodo normanno quando fu edificato un primitivo castello, dipendente dalla contea di Chiaromonte, parte di un complesso sistema difensivo creato a difesa della valle sottostante. Intorno a tale baluardo difensivo andò a costituirsi il primo nucleo abitato. Dopo l'arrivo degli Angioini venne edificato il Convento e la Chiesa di San Francesco(1270) e si spostò il castello in posizione più elevata, il tessuto urbano si espanderà fino ad occupare l'intera collina a forma di triangolo, definita a valle del torrente Serrapotamo, ed ai lati da due profondi valloni che costituiranno una vera e propria difesa naturale. All'interno di tale triangolo, successivamente chiuso da cinta muraria e dominato dalle emergenze del castello, dal convento (che rappresenterà per secoli il punto di riferimento religioso e culturale della comunità) e dalle chiese, il tessuto edificato si svilupperà assecondando la morfologia del suolo, cioè con gli isolati disposti a terrazze collegate da una fitta trama di percorsi ortogonalmente alle curve di livello stesse. Sostanzialmente, dalla metà del Cinquecento alla fine dell'Ottocento, l'impianto urbanistico di Senise rimarrà pressoché inalterato, tutto compreso nella cerchia delle mura, registrandosi semplicemente una crescita su sé stesso del centro urbano, con operazioni di sostituzioni edilizia o di accorpamento di più edifici, per la realizzazione, a partire dal XVIII secolo, dei palazzi nobiliari-signorili della borghesia agraria nata dal disfacimento e dall'abolizione dei privilegi feudali. Quindi per tutto il XIX secolo e parte del XX secolo l'immagine urbana risulterà caratterizzata, oltre che dalla mole del castello e del convento francescano, simboli di un potere laico e religioso ormai in decadenza, da un consistente numero di edifici signorili contornati da un'edilizia minore, in qualche misura legata al palazzo signorile stesso, che rifletteranno in maniera evidente i rapporti gerarchici di natura socio-economica esistenti all'interno della comunità senisese. Organizzazione socio-economica che ritroviamo anche nel territorio agricolo, dove a fronte di un certo numero di masserie, che assumeranno il ruolo, mantenutosi costante fino a qualche decennio fa, di vere e proprie cellule base dell'organizzazione sociale ed economica dello spazio agricolo, si ritrova un'edilizia povera costituita da edifici ad un piano realizzati con blocchi d'argilla e paglia (ricoveri giornalieri dei contadini), diffusi soprattutto nelle aree ex demaniali poi quotizzate. In sintesi, quindi, fino ai primi del Novecento, il nucleo urbano di Senise sarà il risultato di stratificazioni secolari testimoniate, non da emergenze architettoniche di eccezionale valore, bensì da un tessuto minuto compatto, ricco di soluzioni tipologiche particolari, di tecniche costruttive e di diffusi elementi architettonici, in parte ancora evidenti all'interno di quello che oggi definiamo centro storico.

 

DATI RIEPILOGATIVI

In aggiornamento

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TERME DI RAPOLLA - POTENZA (PZ)
PONTIFICIO SEMINARIO REGIONALE MINORE - LICEO GINNASIO PARITARIO - POTENZA (PZ)
CANTINA DI VENOSA (PZ)
Casa Maschito - Potenza (PZ)