Sant'Arcangelo
Basilicata

 
      

Sant'Arcangelo è un comune della provincia di Potenza. Il paese sorge in collina, a 388 metri sul livello del mare, lungo la valle del fiume Agri. Il territorio del comune ha un'estensione di 188,47 km2. Dista 89 km da Potenza e 78 km da Matera. Un tempo era nota per l'allevamento di una superlativa razza di cavalli detta “Neapolitana”, per la produzione di cotone, di ortaggi di olio e di vino. Rinomata è, ancor oggi, la produzione di olio di oliva, di ortaggi, di prodotti caseari, di vino. Nonostante la presenza di risorse agricole così importanti, l'economia di Sant'Arcangelo si basa prevalentemente su poche attività commerciali ed artigianali e sul terziario.

SAN BRANCATO
La frazione di San Brancato appartiene al comune di Sant`Arcangelo e dista 1,91 chilometri dal medesimo. Il comune di Sant`Arcangelo non ha altre frazioni oltre quella di San Brancato che sorge a 388 metri sul livello del mare. Nella frazione risiedono 1105 abitanti.

MANIFESTAZIONI
8 maggio - Festa Patronale San Michele Arcangelo
6 giugno - Prima domenica di Giugno [[Categoria:]]Fiera in occasione della ricorrenza di San Fortunato Martire le cui ossa riposano nella Chiesa dei Padri Riformati (Chiesa del Convento)
16 agosto - Festa in onore di San Rocco
7/8 settembre - Festa di Santa Maria di Orsoleo
agosto - Agglutination Festival
Fiere e Mercati
Fiere: 12 agosto - 7 settembre
Mercati: II° e IV° sabato del mese

La Città della Pace per i bambini
Nel 2009 è stata costituita su iniziativa del Premio Nobel per la Pace Betty Williams la Fondazione Città della Pace per i bambini, che prevede strutture che possano ospitare i bambini che vivono in situazioni di pericolo nei loro paesi, da realizzarsi a Sant'Arcangelo ed a Scanzano Jonico. La Città della Pace ha l'obiettivo di garantire assistenza, istruzione ed educazione a minori in condizioni di disagio sociale o pericolo derivanti da guerre o disastri ambientali.

DA VEDERE
Complesso monastico di Santa Maria di Orsoleo
Palazzo della Cavallerizza
Chiesa Madre di San Nicola di Bari
Chiesa dei Padri Riformati o di San Rocco
Chiesa di Santa Maria degli Angeli o Mauro
Chiesa di Sant'Anna
Cappella della Provvidenza
Palazzo Guarini
Palazzo De Ruggiero
Torre Giocoli
Palazzo Scardaccione
Palazzo Carafa-Di Gese
Palazzo Sansanelli
Torre Molfese
Fontana di Mederico
Fontana di Parlante
Fontana del Cannone

CENNI STORICI
Nell'agro di Sant'Arcangelo si trovano insediamenti risalenti all'VIII secolo a.C., periodo in cui tutta l'area era densamente popolata da un antico popolo, gli Enotri, proveniente dall'Arcadia. Nell'arco temporale identificato tra la fine del V secolo a.C. e gli inizi del IV, la valle dell'Agri viene occupata dai Lucani, un popolo guerriero di stirpe oscosabellica che conquistarono ed assorbirono gli Enotri, a questo periodo infatti risale il sito della comunità di San Brancato dove negli anni ottanta è stata scoperta un'importante necropoli, con circa duecentoventi sepolture.

Successivamente è stato rinvenuto un borgo abitato databile al IV-III secolo a.C. tra la fontana sita in contrada Gavazzo a quella sita in contrada Cannone e da questa a quella sita in contrada Mulino. Nel III secolo, con la conquista romana e la II guerra punica, i Lucani entrano nel sistema istituzionale di Roma come “soci”, mentre nel I secolo e con le guerre sociali conquistano la cittadinanza romana “optime iure”. La decadenza del centro di San Brancato coincide con la fondazione delle colonie latine, mentre il punto di riferimento diventa la colonia romana della vicina Grumentum.

Nel VII secolo vi fu l'emigrazione dei monaci bizantini, chiamati Basiliani, che lasciavano la Siria, la Libia e l'Egitto devastati dalle prime invasioni arabe. La conquista dell'Italia da parte dei Bizantini fu compiuta da Belisario e Narsete, però il dominio greco venne subito ostacolato dai Longobardi che, scesi dal settentrione, avevano occupato vasti territori. La simultaneità longobarda e bizantina porta con sé anche un problema toponomastico in quanto il nome San Brancato secondo alcuni deriverebbe da San Barbato vescovo longobardo, secondo altri da San Pancrazio, questa seconda ipotesi pone il problema di rivedere in modo più critico l'origine stessa del nome Sant'Arcangelo.

I Longobardi giunsero in Italia dalla Pannonia, l'attuale Ungheria, guidati dal loro re Alboino, e sconfitti i Bizantini, costituirono il Ducato di Benevento, autonomo rispetto al Regno Longobardo e, in questa epoca, fondarono Sant'Arcangelo (seconda metà del VII secolo), chiamandolo così per devozione all'arcangelo Michele, loro patrono. Sant'Arcangelo è attestato in Catalogus Baronum (aa. 1150-1168) <et in Sancto Archangelo> n° 72, il toponimo si riferisce al culto di S. Michele, patrono del paese (TCI Ann.).

L'arma ed il nome non han bisogno di spiegazione: nulla meno giova ricordare che l'arcangelo san Michele era il protettore dei Longobardi, epperò a quell'epoca agevolmente possa risalir l'origine. Il Lacava afferma poi, ed il Racioppi nega, che sia una delle 12 città ripartite tra 12 Conti Normanni nelle prime conquiste: ad ogni modo è certo che a quel tempo era terra di non poca importanza. Appare infatti dal Catalogo dei Baroni recensiti per il servizio militare sotto Guglielmo il Buono, qual feudo di 10 militi, dei quali 6 spettanti al dominio diretto, ch'era il conte Berteraimo di Andria (che aveva pure Policoro, Colobraro ecc. in Basilicata) e 4 ad altrettanti suffeudatarii, che con l'aumento ne presentarono più del doppio, oltre un gran numero di serventi secondo il costume. Emerge in seguito dalla carte Angioine, e propriamente agli ultimi anni di Carlo II, un atto di prepotenza di un certo feudatario di Sant'Arcangelo, di cui si tace il nome, che, pretendendo di suo diritto la chiesa e badia di Santa Maria d'Orsoleo, mandò di forza a scassinarne le porte ed asportarne il meglio che v'era; onde avutosene ricorso dal Vescono d'Anglona, questi conseguì ordine reale il 12 novembre 1305, perché il Giustiziere di Basilicata avesse cura far restituire la chiesa e gli altri bene ingiustamente occupati.

All'epoca durazzesca era di Nicolò Lamarra, da cui passava nel 1390 a Beatrice di Ponziaco, e poi a Carlo Artus, che nel 1419 lo vendé a Pietro Barrile, la cui Casa il 27 agosto 1626 ne otteneva il titolo di principe; ma estinta questa negli Spinelli perveniva qual semplice feudo alla famiglia Colonna dei Principi di Stigliano. Per quel riguarda il titolo di Principe per contrario trovasi passato fin dal 1853 nei Ricciardi, duchi di Caivano, marchesi di Fuscaldo e conti dei Camadoli.

Fu poi Sede di Mandamento con 4.703 abitanti del Circondario di Lagonegro e diocesi d'Anglona e Tursi: ha chiesa parrocchiale sotto il titolo di san Nicola di Bari, e la cura d'un arciprete con altre 4 cappelle e 5 confraternite, poi opere pie riunite per la beneficenza ed istituto di prestanza. Aveva anche un convento di riformati con 4 padri e 3 laici, oltre i minori osservanti in numero di 12 padri e 12 laici, allocati nel Monastero d'Orsoleo.

DATI RIEPILOGATIVI

In aggiornamento

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TERME DI RAPOLLA - POTENZA (PZ)
PONTIFICIO SEMINARIO REGIONALE MINORE - LICEO GINNASIO PARITARIO - POTENZA (PZ)
CANTINA DI VENOSA (PZ)
Casa Maschito - Potenza (PZ)