Rivello
è un comune della provincia di Potenza. Centro
collinare a 479 m s.l.m., con località a m.
250 s.l.m. (C.da Fiumicello) e altre a m. 1.000 s.l.m.
(loc. Fontana di S. Antonio); si estende per una superficie
di 68 km2. Confina a nord con Casaletto Spartano (SA)
e Lagonegro, ad est col comune di Nemoli, a sud con
i territori di Maratea e Trecchina, mentre ad ovest
con i comuni di Sapri (SA) e Tortorella (SA).
DA
VEDERE
Il monumento di maggior pregio è senz'altro
il convento di Sant'Antonio, posto nella parte bassa
dell'abitato, distante dal centro. Edificato a partire
dal 1512, conserva, sotto le arcate antistanti la
chiesa, affreschi di Girolamo Todisco del XVI secolo,
tra cui un "unicum" dell'iconografia sacra,
ovvero una "Crocifissione dei Martiri Francescani
del Giappone". La chiesa, rimaneggiata in forme
barocche nel XVIII secolo, conserva interessanti tele
del XVI secolo e un pregevole coro ligneo del XVII
secolo. Notevoli anche il chiostro, affrescato sempre
da Todisco e, nel refettorio, l'ultima cena del Pietrafesa.
Al piano superiore è allestito il museo archeologico,
con reperti provenienti da tutta l'area del fiume
Noce (antico Talao) e da quella del Lao.
La chiesa di San Nicola, risalente al periodo medievale,
poi rimaneggiata, conserva una pregevole facciata,
impreziosita da una scalinata settecentesca, tele
del XVIII secolo e affreschi del XIX secolo. Sottostante
la chiesa, la cripta di S. Nicola, dalle caratteristiche
volte a crociera sorrette da colonnine in pietra locale,
che per grandezza è seconda solo a quella di
S. Nicola di Bari, ubicata sotto l'omonima Cattedrale.
La Chiesa di Santa Maria del Poggio, scenograficamente
innalzata come una fortezza, sulla sommità
del colle "Poggio", risalente anch'essa
all'alto medioevo, poi rimaneggiata all'interno in
forme barocche. Conserva un fonte battesimale del
sec. XVI e un polittico del XVII secolo. È
attualmente chiusa per restauro.
Siccome la comunità era molto legata alla religione,
molti erano i sacerdoti; la tradizione voleva che
in ogni famiglia benestante doveva esserci almeno
un prete. Questa tradizione contribuì alla
formazione di Congreghe, divise per vie e per Cappella.
Nel corso del XVIII a Rivello si contavano circa 70
sacerdoti. Per questo motivo il paese è ricco
di Cappelle e Chiesette, di seguito elencate:
La Chiesa di Santa Barbara, che conserva affreschi
di epoca tardo-cinquecentesca, è probabilmente
la più antica.
La Cappella dell'Annunziata, che conserva affreschi
di epoca bizantina.
La Cappella di Santa Lucia.
La Cappella di San Rocco.
La Chiesa di San Michele, attualmente adibita a teatro.
La Cappella di S. Anna.
La Cappella della SS.Trinità.
La Cappella del Purgatorio.
La Chiesa dell'Assunta.
La Cappella della Pietà.
La Chiesetta della Madonna Addolorata, posta sulla
sommità della collina del centro storico, detta
appunto della Motta.
La Chiesetta di S. Margherita, ubicata nell'omonima
contrada.
La Chiesa della Madonna del Popolo, posta a valle
della collina del centro storico, nei pressi del fiume
Noce.
Il Santuario della Madonna di Sovereto eretto nell'800
e nel quale è venerato il simulacro della Madonna
nera ritrovata a Terlizzi (BA)
La Cappella della Madonna del Carmine in contrada
Cammartino.
La Cappella della Madonna Delle Grazie, ubicata in
contrada Colla, poco distante dal centro abitato.
La Chiesa di S. Giuseppe nella frazione S. Costantino.
La Chiesa di S. Maria di Gerusalemme (privata) tra
Via S. Maria e Via Roma.
La Cappella dell'Immacolata in Rione Rotale.
RIONE
MEDICHETTA E CARPINETA
Si presume che il nome abbia avuto origine dalla coltivazione
dell'erba medica.
Medichetta è una piccolo agglomerato urbano
del comune di Rivello. È il rione insieme alla
frazione di S.Costantino più caratteristico
del comune dal punto di vista paesaggistico, dato
che, da una posizione di 500 m slm, s'affaccia sul
Golfo di Policastro. Il rione è diviso in superiore
ed inferiore e conta pochi abitanti residui, la maggior
parte dei quali si trova a Medichetta inferiore. Comunità
dedita all'agricoltura e alla pastorizia, che ha subito
un duro calo demografico durante il periodo dell'emigrazione.
Una grande fetta della gioventù locale si è
trasferita in quegli anni nell'America Meridionale
in cerca di fortuna e spesso Vi è rimasta definitivamente.
Lo stesso vale per il rione Carpineta, abitato ormai
da pochi anziani, ma molto caratteristico per la sua
esposizione a gradoni e la veduta paradisiaca sul
Golfo di Policastro.
Da vedere: la chiesetta di San Vincenzo Ferreri con
la piazzetta adiacente, occasione per sostare ed ammirare
il panorama del Golfo di Policastro e da percorrere
i sentieri dei sovrastanti monte Coccovello di 1505
m slm , di formazione carsica con "inghiottitoi
(pozzi) carsici " e doline, e monte Serra del
Tuono, alla cima del quale c'è un belvedere
sia del golfo di Sapri che di quello di Maratea.
La località è definita regionalmente
"TERRAZZO PANORAMICO LUCANO SUL GOLFO DI POLICASTRO"
SAN
COSTANTINO
San Costantino è una frazione del Comune di
Rivello (PZ) dal cui centro dista circa 15 minuti
di macchina. Situata in collina ad unaltitudine
media di 400 m. s. l. m., la frazione comprende, sul
versante orientale, anche il rione Medichetta dal
quale è separata da un profondo canale che,
partendo da unaltitudine di 600 m. s. l. m.
al bivio del Palazzo, ne delimita la parte Sud Orientale
e raggiunge la costa Tirrenica dellabitato di
Sapri (SA). La particolare posizione geografica consente
unampia veduta del golfo di Policastro, distante
solo pochi chilometri. San Costantino ha una popolazione
di circa 400 abitanti, distribuita in diversi rioni
(Ariola, Vallinoto, Girone, Roccazzo, Carpineta, San
Giuseppe, Calanghe, Palazzo, Medichetta); il nucleo
abitativo più compatto è formato da
diversi palazzi signorili, edificati nella prima metà
del secolo scorso grazie soprattutto alle rimesse
degli emigrati del Brasile, dellArgentina, del
Venezuela e della Spagna. Circondato da boschi e in
posizione baricentrica rispetto al golfo di Policastro
e al massiccio del Sirino, ben collegato allautostrada
A3 Salerno Reggio Calabria (15 minuti di macchina)
e alla stazione ferroviaria di Sapri (20 minuti di
macchina), ha lambizione di proporsi come centro
turistico. Sono presenti diversi servizi, quali la
farmacia, lufficio postale funzionante a giorni
alterni, il servizio di guardia medica festiva, un
pub, due bar e due alberghi, attualmente chiusi per
lavori di ristrutturazione. I primi insediamenti abitativi
si ebbero, probabilmente, nella seconda metà
del XVII secolo ad opera di pastori e boscaioli. Si
formarono diversi nuclei abbastanza distanti tra loro,
che diedero origine agli attuali rioni tra i quali
quello di S Giuseppe si propose quale centro del paese,
essendo stato sede di una chiesa edificata nel corso
del 1700 (le statue lignee presenti nellattuale
Chiesa, risalgono proprio al XVIII secolo). Lemigrazione
verso il Brasile, prima, lArgentina, il Venezuela
e la Spagna, dopo, iniziata, nella prima metà
del 1800, consentì, grazie alle rimesse, un
certo sviluppo abitativo e, conseguentemente, anche
artigianale (muratori, falegnami, fabbri) senza, comunque,
costituirne unapprezzabile tradizione. Nella
seconda metà del 1800 S. Costantino e Medichetta,
con poco più di mille abitanti (1004 abitanti
al censimento del 1891), davano, inoltre, i natali
ad un piccolo gruppo di giovani che incominciava a
diventare sacerdote o si avviava agli studi universitari
(medicina, ingegneria, farmacia). Nel primo decennio
del 1900 si assistette, quindi, ad una consolidata
crescita culturale: venne fondato il circolo culturale
LAvvenire e aperte due scuole private,
una cattolica e laltra laica, per la frequenza
dei primi tre anni del ginnasio (attuali tre anni
di scuola media). Contemporaneamente si registrò
una positiva trasformazione del tessuto urbano: i
palazzi di tipo signorile, in stile liberty, tuttora
esistenti, inseriti armonicamente nel territorio,
risalgono, infatti, a quel periodo. In particolare,
nel 1909 fu posata la prima pietra della seconda chiesa,
che ambiva a diventare Santuario in onore di S. Giuseppe,
ma che, in realtà, oggi è lunico
luogo di culto della Frazione, per altro non ancora
ultimato, da quando, intorno agli anni 60 fu demolita
la chiesetta del rione S. Giuseppe, ufficialmente
per motivi di sicurezza, ma, in realtà, per
disinteresse verso il valore storico artistico
che rappresentava. Sempre nel primo decennio del 1900
fu avviata la costruzione, mai portata a termine,
della nuova sede dellIstituto femminile S. Giuseppe,
gestito dalla suore Battistine di Angri (SA); fu aperto
lufficio postale, la farmacia e lambulatorio
medico comunale. Dopo la prima guerra mondiale le
cose peggiorarono: iniziò un lento declino
che portò ad un progressivo spopolamento. Oggi
S. Costantino e Medichetta sono abitate soprattutto
da anziani, tante sono le case vuote e nulla fa pensare
che si possano riempire in tempi ragionevoli.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Le origini della città si fanno risalire all'alto
medioevo; tuttavia, i numerosi reperti archeologici
(rinvenuti nella contrada detta, appunto, "Città")
fanno supporre che Rivello sia l'erede della città
lucana - esistente già dal periodo preromano
- di Sirinos.
Notoria è la divisione, a partire dal medioevo,
della città in due distinti quartieri, quello
superiore, i cui abitanti, detti bardàv'ti,
erano legati uno alla chiesa di rito latino (San Nicola
di Bari) e quello inferiore, i cui abitanti, bardàsci,
erano fautori della parrocchia di rito greco (Santa
Maria del Poggio).
Resistono ancora nella toponomastica ("Fonte
dei Lombardi", "Piazza dei Greci"),
riferimenti alle due etnie contrapposte, che hanno
dato vita alla città: longobardi, sicuramente
stanziatisi a seguito delle invasioni barbariche,
e greci, probabilmente provenienti, a seguito della
sua distruzione da parte dei Saraceni, dalla vicina
Velia da cui si dice derivi il nome moderno (Rivello
ovvero Re-Velia).
Difatti, il motto del comune recita ancor oggi "Iterum
Velia renovata Revellum" (Una volta Velia, rinnovata
in Rivello).
Feudo dei Sanseverino, dei Ravaschiero e dei Pinelli,
Rivello si riscattò, nel corso del XVIII secolo,
divenendo città libera. L'ultimo feudatario,
Oronzo Pinelli, sul rogito di cessione del Comune
stipulato nel 1719 (Restituta libertas), oltre a 55.000
ducati, da pagarsi a rate coi relativi interessi,
pattuì che ogni anno avrebbero dovuto dare
a lui e poi ai suoi eredi, una certa quantità
di salami artigianali e precisamente: "Cantare
(1) quattro di salami di ogni bontà, così'
come si fanno in detta terra di Rivello.......(omissis)",
a conferma della bontà dei salumi che ancora
oggi si confezionano in paese. Il popolo dal canto
suo, per timore che arrivasse un altro "signorotto",
distrusse il castello, del quale oggi si distinguono
alcuni spezzoni di mura, costruendovi sopra la cappella
della Madonna Addolorata e ampliando la Chiesa madre
di San Nicola. Le notevoli testimonianze architettoniche
e le numerose opere artistiche testimoniano il ricco
passato di Rivello; le attività più
fiorenti erano quelle dell'artigianato orafo e del
rame, esportate in giro per il mondo. A testimonianza
dello sviluppo dell'attività di lavorazione
del rame, basta citare che intorno al 1820, in pieno
sviluppo dei moti Carbonari a Rivello si era costituita
la "setta dei Calderai", composta ovviamente
da artigiani che lavoravano il rame soprattutto per
produrre calderoni, pentolame e accessori vari. Il
XVIII secolo fu quello più fiorente, tanto
che vi fu una forte immigrazione che portò
ad un notevole incremento demografico, come testimoniano
gli archivi ecclesiastici. Purtroppo l'arrivo dei
Francesi causò un declino, dovuto all'incertezza
del momento storico. In seguito al Congresso di Vienna
ed alla reastaurazione del regime Borbonico, vi furono
segnali di ripresa; ma il destino era ormai segnato:
con l'arrivo dei Piemontesi, dopo l'impresa dei Mille
e quindi la costituzione del Regno d'Italia, le scelte
politiche dei primi governi, il fenomeno del brigantaggio,
la miseria e la mancanza di lavoro, costrinsero centinaia
di Rivellesi, così come in tutto il centro
- sud, ad emigrare per le Americhe, in cerca di miglior
fortuna. Basta consultare il sito: http://www.ellisisland.org/search/passSearch.asp,
fare una ricerca per cognome, e vengono fuori interi
nuclei familiari di Rivellesi emigrati per gli Stati
Uniti e poi per il Brasile, l'Argentina, la Colombia,
l'Uruguai, il Messico, Il Costarica, ecc. Dopo la
seconda guerra mondiale, ripartì l'emigrazione,
questa volta in direzione del Nord Italia, in particolare
verso la Lombardia; questo fenomeno fu molto marcato
tra la fine degli anni '50 e la metà degli
anni '70.