Marsicovetere
è un comune in provincia di Potenza. È
composto dal centro storico, arroccato su una altura
come tutti i paesi circostanti, e da Villa d'Agri
e Barricelle, che si trovano invece in una zona relativamente
pianeggiante. Marsicovetere è il comune più
importante della Val d'Agri grazie alla crescita della
parte nuova del paese, Villa d'Agri, considerata il
simbolico capoluogo della Valle. Il territorio marsicoveterese,
avente una superfice di 37.82 km² con una densità
di 128 ab./km², confina a nord con il comune
di Calvello, ad est con il comune di Viggiano, a sud
con il fiume Agri e i comuni di Grumento Nova e Tramutola
e ad ovest con i territori di Paterno e Marsiconuovo.
La casa comunale, punto di riferimento per l'altitudine,
è posta nella Marsicovetere storica, a 1036
metri s.l.m., mentre Villa d'Agri e Barricelle a 600
metri di altutudine. Il punto più alto è
la vetta del Monte Volturino (1863 m s.l.m.) quello
più basso in prossimità del fiume Agri
(586 m s.l.m.).
CENTRO
STORICO
Il centro storico di Marsicovetere, con duemila anni
di storia, è uno dei centri più caratteristici
della Basilicata. Ha un aspetto in gran parte medioevale,
con strade in pietra ed archi, anche se le costruzioni
più rilevanti sono posteriori al Quattrocento.
Il centro storico ha una grande panoramicità:
dai suoi 1036 metri di altitudine si gode di una vista
che va dalla media allalta Val dAgri,
impreziosita dallesposizione al sole, che non
abbandona mai il paese dallalba al tramonto.
VILLA
D'AGRI
Lantica frazione Pedali cambiò il nome
in Villa dAgri di Marsicovetere con delibera
municipale n° 4 del 18 gennaio 1955 e conseguente
Decreto del Presidente della Repubblica del 13 gennaio
1957. Da tale data essa ha subito profondi cambiamenti
diventando il centro più importante, dal punto
di vista economico e demografico della Val d'Agri.
Il centro è caratterizzato dalla presenza di
numerosi palazzi e varie villette, con strade larghe,
in particolare via Nazionale, ed ampie piazze. Villa
d'Agri si presenta come cittadina pedemontana, molto
trafficata nei giorni feriali e con negozi ed attività
sempre in fermento. Piazza Zecchettin e la contigua
via Roma sono i luoghi più frequentati dai
cittadini residenti e dei paesi limitrofi.
BARRICELLE
Le contrade Arenara, Barricelle, Molinara, Casale,
Cotura e Arbusto, comunemente denominate Barricelle,
rappresentano un centro agricolo e residenziale alle
pendici del Monte Volturino. Negli ultimi anni Barricelle
è cresciuto demograficamente ed è divenuto
uno dei centri residenziali più noti della
Val d'Agri, a cui si è aggiunta la sede della
protezione civile "Val d'Agri" di Marsicovetere.
IL
CASTELLO
Fino all'età moderna vi era un castello medioevale
nella zona più alta dell'abitato, proprio all'estremità
del dirupo. Successivamente, in data ignota, venne
abbattuto in favore di un mulino a vento. Oggi di
tutto ciò rimangono soltanto parte delle mura,
una torre e la porta d'accesso principale. Quest'ultima
è percorsa da via Castello, su cui vi sono
tre portali in pietra, rispettivamente del 1731, del
1806 e del 1811.
EDIFICI
RELIGIOSI
La chiesa madre dei Santi Pietro e Paolo
Molto interessante è la chiesa madre, dedicata
a san Pietro, oggi intitolata ai santi Pietro e Paolo.
Completata nel 1639, dopo varie ricostruzioni, e ristrutturata
nell'Ottocento in stile barocco napoletano. La facciata
è divisa da lesene, le quali reggono un architrave
aggettante, sormontata ai due lati da due sculture,
che continua ad alzarsi terminando con un timpano.
Fino al Novecento il campanile terminava con una cupola
che venne inspiegabilmente demolita (forse si temeva
un crollo). L'edificio è a croce latina, con
una sola navata e con 6 cappelle, un tempo di proprietà
delle famiglie nobili (la cappella del Carmine e di
San Gaetano era dei Principi Caracciolo). Prima del
terremoto del 1857 il soffitto e l'abside erano adornati
con immensi affreschi, raffiguranti scene sacre ed
angeli (oggi il soffitto è a cassettoni). La
porta in bronzo è stata donata, alla fine dell800,
dalla colonia marsicoveterese di Philadelphia. Possiede
un coro in legno intatto, restaurato nel 1999; l'altare
maggiore (dedicato alla Vergine Maria e ai Santi Pietro
e Paolo) e gli altari delle cappelle del transetto
sono in marmo (i restanti in pietra), e seguono una
linea barocca; vi sono inoltre due leoni in pietra
che sostengono un'acquasantiera del XVI secolo. La
chiesa possiede dipinti di scuola napoletana del Settecento:
i più rilevanti raffigurano san Giovanni Battista,
san Bernardino e lincoronazione di Maria. Vi
sono sei statue, tra cui:
La
Madonna lignea del XIV secolo, ribattezzata Madonna
del Giubileo nel 2000, che è posta su un trono
con Gesù sul braccio. La statua è in
legno massiccio ed un tempo era posta sulla facciata
delledificio;
La Madonna Assunta del Volturino, databile al XVIII
secolo, che, frontalmente in piedi su una nuvola,
circondata da teste alate di cherubini, è in
atteggiamento di estasi, con il ginocchio destro poggiato
sulla parte più alta delle nuvole, con le braccia
aperte e con lo sguardo rivolto verso lalto.
Veste una tunica gialla, su cui scorre unaltra
veste trapuntata di fiori e con una cintura alla vita.
Un manto azzurro ed un velo color giallo completano
labbigliamento;
La Madonna del Rosario, databile anchessa al
XVIII secolo, la quale è posta in piedi con
Gesù in braccio. Veste un manto floreale che
venne intessuto in parte con fili doro;
San Bernardino, patrono del comune di Marsicovetere,
è rappresentato con il dito destro alzato,
in fase d'oratoria, e con il Cristogramma IHS.
La
chiesa di Santa Maria Addolorata
La chiesa di Santa Maria Addolorata viene eretta tra
il 1956 e il 1958 con la conseguente istituzione dell'omonima
parrocchia che il 1 marzo 1958 si stacca dalla storica
SS. Apostoli Pietro e Paolo del centro storico. La
chiesa segue le linee del razionalismo italiano degli
anni 50 ed è abbellita dal portale in
pietra cinquecentesco che apparteneva al monastero
di Santa Maria di Costantinopoli.
I
monasteri
Gli unici monasteri rimasti sono quelli di Santa Maria
di Costantinopoli, sito ai piedi del centro storico
e commissionato dal Principe Ettore Caracciolo nel
1575 al celebre architetto Donato Antonio Cafaro,
e di Santa Maria dell'Aspro, del Trecento, dove visse
gli ultimi anni della sua vita Angelo Clareno.
IL
MONTE VOLTURINO
Il Monte Volturino è uno dei posti più
affascinanti ed incantevoli della Val d'Agri. È
dotato di zone attrezzate per pic-nic e campeggi,
frequenti nell'estate ed in particolare a ferragosto,
di una pista da sci, lunga all'incirca 2 km, di difficoltà
medio/alta, e di uno skilift per principianti. Gli
impianti di risalita, rimessi in sesto pochi anni
fa dopo un lungo abbandono, sono moderni e conducono
sin sulla vetta. Sul Monte Volturino è presente
il Santuario della Madonna Assunta: il santuario viene
aperto l'ultima domenica di maggio e viene chiuso
il 15 agosto, giorno della festa in paese.
CENNI
STORICI
Marsicovetere ha origini molto antiche, confermate
dai resti di un'antica civitas che lo storico romano
Strabone indicò con il nome di Vertina[6].
Alle pendici dellattuale abitato e quindi non
lontano dallantica Vertina, la potente famiglia
romana dei Brutii Praesentes edificò unimponente
villa di 1700 mq, che fu nel II secolo residenza dell'imperatrice
Bruzia Crispina[7] , moglie di Commodo.
Nel
VII secolo Vestina fu distrutta e i profughi si spostarono
sull'altura dove oggi sorge Marsicovetere, per trovare
rifugio [8]. Il nome di Marsicovetere pare che abbia
origine da un'altra etnia che si insediò nel
territorio: i Marsi. Questi provenivano dalla Marsica,
territorio degli Abruzzi, scesero in Lucania e si
stabilirono qui dando origine alla città.
Nel
1118 vi è attestata la presenza di un castello
con un borgo circostante, il cui proprietario era
un certo Bartolomeo, che si intitolava inclytus dominus.
Nel 1334 giunse a Marsicovetere un francescano dissidente
che fuggiva per contrasti con la Chiesa romana e con
la politica ecclesiastica della gerarchia francescana:
Angelo Clareno. Egli attirò fedeli a Marsicovetere,
nel convento di Santa Maria dell'Aspro, avendo prodotto
un'effervescenza religiosa, basata su di una spiritualità
che predicava il rinnovamento della vita in attesa
dellapocalisse e, secondo alcune fonti, avendo
compiuto diversi miracoli. Clareno si spense il 15
giugno 1337, dopo aver fondato l'ordine dei fraticelli
della povera vita, e tutto dun colpo finì
anche questo spontaneismo religioso.
Ben
altra importanza assunse Marsicovetere nelletà
moderna , infatti re Ferdinando I donò, nel
1468, Marsicovetere ad Ettore Caracciolo Pisquizi
(patrizio napoletano e fratello di Sergianni Caracciolo,
primo ministro al tempo di Giovanna II) con il titolo
di Signore. Il primo ad essere insignito del titolo
di Principe di Marsicovetere da re Filippo III di
Napoli fu Salvatore Caracciolo il 4 giugno 1646. Secondo
una descrizione dei beni feudali, effettuata dallerario
Giovanni Masino, i principi possedevano un palazzo
a Marsicovetere, con un giardino (detto il Giardinello)
e con una cappella intitolata a San Michele, oltre
ad un palazzo in campagna con numerosi vigneti intorno.
Inevitabilmente menzionati sono anche boschi, terre
e mulini.
Grazie
alla presenza di una delle famiglie più potenti
del regno, Marsicovetere fu protagonista di una grande
espansione demografica (toccò la soglia di
4000 abitanti a metà del XVI secolo), urbanistica
(con ledificazione del 1639 della Chiesa di
San Pietro, oggi dedicata ai Santi Pietro e Paolo)
e culturale (vi fu la nascita di un ceto borghese
professionistico e proprietario terriero). I Caracciolo
sovvenzionarono a Marsicovetere anche leducazione
per i poveri, come da testamento del principe Nicola
(o Niccolò) Caracciolo, nel 1777. Vi fu nella
storia feudale di Marsicovetere una breve parentesi
dei di Palma nel 1627, ma i Caracciolo lo riacquistarono
immediatamente e lo tennero sino al 1777, quando i
Principi Nicola (o Niccolò) e Antonio morirono
e lerede Laura Caracciolo lo vendette al marsicoveterese
Bernardo Brussone per 34000 ducati. Nel 1778 le altre
famiglie borghesi, impaurite dallincombenza
dei Brussone, proclamarono Marsicovetere Città
Regia, chiedendo al sovrano di riconoscere Marsicovetere
appartenente al Regio Demanio. Il 26 giugno 1782 la
Regia Camera assecondò la richiesta, con il
benestare di re Ferdinando IV di Borbone. Nel 1861
Marsicovetere fu annessa al Regno d'Italia, nonostante
i numerosi conflitti tra i briganti, supportati dai
Borboni, e i Sabaudi. Nel 1857 il paese fu gravemente
danneggiato da un violentissimo terremoto che semidistrusse
il Convento di Santa Maria di Costantinopoli e distrusse
completamente la seconda chiesa di Marsicovetere,
secondo alcuni la chiesa di San Vito. Questo avvenimento
segnò per Marsicovetere linizio della
crisi, supportata da una ricostruzione difficile,
ed in parte ancora non conclusa (il Convento di Santa
Maria di Costantinopoli non è mai stato più
ricostruito), oltre che dallemigrazione verso
le Americhe. La crisi durò sino agli anni '50,
quando iniziò lo sviluppo della frazione di
Pedali. Pedali, che ha cambiato il nome in Villa dAgri,
rappresenta oggi il cuore pulsante della Val d'Agri
e tiene in vita Marsicovetere e la sua storia millenaria.
Dinastia
dei Principi Caracciolo Pisquizi di Marsicovetere
Ettore Caracciolo Pisquizi (+ 1498), patrizio napoletano,
Signore di Marsicovetere dal 1468 al 1498;
Giovanni Caracciolo Pisquizi (+ 1514), patrizio napoletano,
Signore di Marsicovetere dal 1498 al 1514;
Ettore Caracciolo Pisquizi II (+ 8-11-1528), patrizio
napoletano, Signore di Marsicovetere dal 1514 al 1528;
Giovanni Caracciolo Pisquizi II (+ 19-1-1587), patrizio
napoletano, Signore di Marsicovetere dal 1528 al 1587;
Ettore Caracciolo Pisquizi III (), patrizio napoletano,
Signore e barone di Marsicovetere dal 1587 al 1593;
Francesco Caracciolo Pisquizi (* 1576 ca. + post 1626),
patrizio napoletano, Signore e barone di Marsicovetere
dal 1593 al 1626;
Orazio Caracciolo Pisquizi (* 1590 ca. + ?), patrizio
napoletano, Signore e barone di Marsicovetere dal
1626 al 1646, dopo Gonsalvo di Palma dArtois,
Signore e barone di Marsicovetere per breve tempo
nel 1626;
Don Salvatore Caracciolo Pisquizi (* 9-1-1627 + 6-4-1668),
I Principe di Marsicovetere dal 4 giugno 1646 al 1668,
patrizio napoletano;
Don Orazio Caracciolo Pisquizi (* 1651 ca. + 31-8-1681)
II Principe di Marsicovetere dal 1668 al 1681, patrizio
napoletano;
Don Giambattista Caracciolo Pisquizi (* 1653/1654
ca. + Napoli 4-6-1725), III Principe di Marsicovetere
dal 1681 al 1725, patrizio napoletano;
Don Domenico Caracciolo Pisquizi (* 1696 + 16-3-1761),
IV Principe di Marsicovetere dal 1725 al 1761, patrizio
napoletano;
Don Nicola (o Niccolò) Caracciolo Pisquizi
(* 1697 + 4-1-1778), V Principe di Marsicovetere dal
1761 al 4 gennaio 1778, patrizio napoletano;
Don Antonio Caracciolo Pisquizi (* 1701 + 8-1-1778),
VI Principe di Marsicovetere dal 4 all'8 gennaio 1778,
patrizio napoletano;
Donna Laura Caracciolo Pisquizi, moglie di Don Nicola
Caracciolo Pisquizi, ultima principessa di Marsicovetere,
vendette il feudo a Bernardo Brussone.