Lavello
Basilicata

 
      

Lavello è un comune della provincia di Potenza, in Basilicata. Sorge 66 km a nord del capoluogo. Centro agricolo e industriale della media valle del fiume Ofanto. Il nucleo originario è sorto su un dosso dalle pareti ripide, inciso da alti rami del torrente Crapelotto (affluente di destra dell'Ofanto). In seguito il centro si è molto ampliato, con struttura a scacchiera, sull'asse della statale appulo-lucana. È uno dei principali centri agricolo-commerciali della provincia. La fertilità del territorio consente la produzione di cereali, uva, olive, ortaggi e barbabietole. Vi sono olivicultori, frantoi oleari, molini, lavorazione delle barbabietole, impianti vinicoli (vino aglianico e spumante del Vulture). Allevamenti di bovini e ovini con produzione di latte, carne e lana. Vi sono anche botteghe di ceramica e di lavorazione del legno. Come i comuni limitrofi, l'area si caratterizza per l'influenza positiva sull'occupazione della fabbrica e dell'indotto SATA, una delle maggiori aziende del gruppo Fiat. Nella città c'è un gruppo scout Lavello 1 dell'Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani (AGESCI), nato da uno sdoppiamento del Melfi 1. Inoltre a Lavello sono presenti la Junior Calcio, fondata nel 1993, da Agostino e Giuseppe Alberti, e la P.G.S. fondata dalla Parrocchia Sacro Cuore.

DA VEDERE
La Chiesa di Sant'Anna fu rifatta nel secolo XVIII su una fabbrica trecentesca e possiede un' Annunciazione tardo-cinquecentesca dipinta dai napoletani Antonio Stabile e Costantino Stabile. Nel territorio vi sono i resti di una costruzione termale romana e di un sepolcreto paleocristiano; nel 1963 furono rinvenuti materiali databili all' Eneolitico.

Il castello, ora sede del municipio, è una costruzione di epoca sveva trasformata nel secolo XVII, con facciata animata nella parte sinistra da una torre semicircolare, nell'angolo di destra da un corpo aggettante coronato da loggia. L'edificio accoglie anche un antiquarium in cui si conservano reperti dell' età del ferro, provenienti dalla zona, ceramiche indigene e italo-greche e varie iscrizioni in lingua latina ed ebraica.

CENNI STORICI
L'abitato di Lavello ha origini molto antiche come è testimoniato dal ritrovamento di alcuni resti di un villaggio dell'età del ferro. Si origina dall'agglomerato daunio-romano di Forentum.
Il suo nome deriva con molta probabilità dal termine latino labellum, usato per indicare l'abbeveratoio per il bestiame. Il paese sorge, difatti, a metà tra i piani pugliesi e i verdi pascoli del Vulture, lungo i tratturi della transumanza che collegano le zone interne al Tavoliere. La collocazione svolge un ruolo chiave nello sviluppo del paese.
È già centro abitato importante all'epoca dei Longobardi e qui viene ucciso, nell'839, Riccardo, duca di Benevento. Poi è abitata dai Dauni, cacciati intorno al 1040 dai Normanni guidati da Arduino.
Nel territorio del Vulture compare, al seguito della casata Altavilla, il cavaliere Normanno Attolino. Egli partecipa a Melfi al Parlamento generale nel 1043, indetto da Guaimario V di Salerno, da Rainulfo Drengot di Aversa, e da Guglielmo I d'Altavilla. Nasce, così, la Contea di Puglia e Lavello è una delle dodici baronie in cui si articola il nuovo Stato Normanno.
Secondo la cronaca di Amato di Montecassino, Attolino diventa Signore di Lavello. I Normanni tendono a far coincidere la riorganizzazione religiosa con la giurisdizione amministrativa: Lavello, infatti, è già (dal 1025) sede Vescovile ed appartiene all’Arcivescovo di Canosa. Lo studioso Marcello Romano riferisce che “Lavello è un importante centro bizantino alla fine del X secolo".
I Normanni ridefiniscono la struttura urbana di Lavello: C. Beguinot, ne “Il Vulture - Ritratto di un ambiente" (vol. III, p. 218) riferisce che: “Sotto il conte Attolino, ampliarono e ripararono la cattedrale e la dotarono di una cinta muraria, perché da quel periodo in poi viene indicata con il termine di castrum Labelli.”
Nel 1059 al Concilio di Melfi I, il Pontefice Niccolò II, eleva la Contea di Puglia a Ducato di Puglia e la affida alla Casata Altavilla. Lavello ne segue le sorti.
Ai Normanni seguì il dominio degli Svevi, che vi edificarono la loro fortezza. Sede vescovile dal secolo XI, assunse notevole importanza quando Federico II restaurò ed ampliò la rocca longobarda. Nel 1254, a Lavello moriva l'imperatore Corrado IV, figlio di Federico II.
Fedele a Manfredi, Lavello partecipò attivamente alla rivolta ghibellina del 1268. Il paese, nel 1298, come ritorsione subì un grave incendio provocato da Carlo I d'Angiò che distrusse gran parte dell'abitato. Questo evento è ricordato anche dallo stemma comunale, in cui è raffigurata una torre a due piani invasa dalle fiamme.
Dopo la rivolta ghibellina, nel 1268, Lavello fu assegnata da Carlo I d'Angiò a Galard d'Ivry e poi a Riccardo di Bisaccia ed a Simone di Belvedere; fu feudo di Roberto di Suriaco, di Nicola Montorio e di Angelo Tartaglia. Ritornata agli Orsini del Balzo la Contea di Lavello fu incamerata da Ferdinando il Cattolico e venduto nel 1507 ai Del Tufo, che ne ottennero il titolo di marchese. Passò poi ai Pignatelli e infine ai Caracciolo di Torella, che la governarono sino all'eversione feudale.

DATI RIEPILOGATIVI

In aggiornamento

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TERME DI RAPOLLA - POTENZA (PZ)
PONTIFICIO SEMINARIO REGIONALE MINORE - LICEO GINNASIO PARITARIO - POTENZA (PZ)
CANTINA DI VENOSA (PZ)
Casa Maschito - Potenza (PZ)