Corleto Perticara
Basilicata

 
      

Corleto Perticara è un comune in provincia di Potenza. I residenti sono distribuiti in 1248 nuclei familiari, con una media per ciascuno di essi di 2,18 componenti. Il capoluogo, raggiungibile unicamente attraverso l'obsolescente ss 92 dell'Appennino Meridionale, dista 61 km. La località marittima più vicina è Policoro, distante 70 km e raggiungibile percorrendo l'agevole Strada provinciale 2 Saurina fino al suo innesto, dopo 30 km, con la ss 598 di Fondo Valle dell'Agri e di lì proseguendo verso la costa jonica. Lambìto dai torrenti Fiumarella, Cerreto, Favaleto e dal fiume Sauro a carattere torrentizio, rientra nella categoria altimetrica della montagna interna.

DA VEDERE
Chiesa Matrice di Santa Maria Assunta, davanti alle ampie scalinate di Via Gorizia. Costruita nel Seicento su un impianto precedente, subì ingenti danni con i bombardamenti aerei della Seconda guerra mondiale. Presenta una facciata moderna a mattoncini in cotto a vista, impreziosita da tre rilievi in stucco, eseguiti nel 1966 dal pittore e scultore Sebastiano Paradiso, in occasione del suo restauro; posti nelle lunette a ogiva che sormontano i portali in pietra chiara, essi raffigurano San Francesco, la Madonna con cherubini e San Rocco. Degni di menzione i portoni in legno intarsiato. Il campanile, a due ordini, termina con una cupola arabeggiante. L'interno, a tre navate, conserva notevoli altari di marmi policromi, un coro intarsiato di scuola napoletana del Seicento, tele del Settecento e affreschi novecenteschi sul soffitto della navata centrale e nell'abside;
Chiesa Nuova di Sant'Antonio da Padova, dall'imponente facciata in pietra di Teggiano; fu edificata nel 1958 in Via Trento, nelle adiacenze di una vecchia chiesa del Convento completamente rasa al suolo nel corso della seconda grande guerra;
Cappella di Santa Domenica, la più antica del paese, nel cuore del Rione Costa dalle viuzze quantomai anguste;
Chiesa della Madonna di Saulo la cui festività ricorre la prima domenica di maggio e poi la prima domenica di settembre.
Resti del Castello Normanno, ora Palazzo degli Uffici nonché sede municipale;
Fontana vecchia in Corso Pietro Lacava, tutta in pietra, con due abbeveratoi ai lati e volute sul frontone, che porta la seguente dicitura: I cittadini riconoscenti al Municipio che attuava un desiderio annoso di un fonte pubblico dedicano questa pietra dichiarandolo benemerito della patria - Corleto Perticara 22 ottobre 1863.
Fontane, sorgenti d'acqua, folto bosco di Sant'Elìa;
Località Pietra Iaccata: in un'area boschiva incontaminata lungo la Strada Statale 103 di Val d'Agri, una sorgente sgorga da una fenditura nella roccia a 1.100 m s.l.m.

ETIMOLOGIA
Secondo lo storico Giacomo Racioppi il toponimo deriva dal latino coryletum (bosco di nocciuoli); quanto a Perticara, si tratta di una specificazione ufficialmente assunta con il Regio Decreto 1196 del 4 gennaio 1863, che riprende il nome del Castrum dictum Perticarii, che gli eruditi facevano corrispondere ad una antica colonia romana chiamata Perticaria, il cui sito viene individuato nelle rovine sull'apice del rilievo tutto scosceso di Serra Perticara, prospiciente l'attuale centro abitato.

ECONOMIA
La vocazione produttiva tipica è costituita dall'attività agricola e zootecnica, mentre è molto basso il tasso di industrializzazione, con attività concentrate prevalentemente nel campo dell'edilizia, con la carpenteria metallica e in legno e con la produzione di calce e calcestruzzo, e nel campo dell'artigianato tradizionale, con la lavorazione della pietra, del legno e del ferro. La Statistica Murattiana (1811) del Regno di Napoli ci segnala che all'inizio del secolo romantico a Corleto Perticara si producevano ottimi vini, latticini, tele in lino per uso di camicie e lenzuola e legname da costruzione.
A fronte delle considerevoli risorse ambientali, ecologiche ed enogastronomiche naturalmente presenti sul territorio, il turismo ambientale rappresenta solo una potenzialità di sviluppo, così come è ancora tutta da valorizzare la ricchezza storico-archeologica.
Uno scenario affatto nuovo si è tuttavia aperto per la comunità di Corleto Perticara nel 1989, con la scoperta di un vasto giacimento petrolifero che si estende in superficie per circa 30.000 ettari di terreno boschivo a nord-est dell'abitato, ampiamente sfruttato già dal 2001 nella produzione di energia eolica. Sfumata negli anni immediatamente successivi l'ipotesi di un Parco Nazionale dell'Appennino Lucano che l'avrebbe attraversata, quest'area è rapidamente ricaduta al centro degli interessi strategici nel settore energetico nazionale. Alle 12:30 del 28 gennaio 2008 il comune nella persona del suo sindaco, avvocato Paolo Pietro Montano e Total Italia S.p.A. nella persona del suo amministratore delegato per il settore Esplorazione e Produzione, Dott. Lionel Levha, hanno siglato un Patto storico per la concessione dei diritti di superficie necessari alla realizzazione di un centro olio in località Tempa Rossa, a quattro Km in linea d'aria dal centro abitato, per un tempo pari a 99 anni. La coltivazione di idrocarburi, che a pieno regime comporterà l'estrazione di 50.000 barili di greggio al giorno, gas naturale per 250.000 m³, GPL per 267 tonnellate e zolfo per 60 tonnellate, avrà inizio entro l'anno 2011. Le riserve sono stimate intorno ai 420 milioni di barili equivalenti.
Questa nuova realtà ha posto senz'altro un'ipoteca sul futuro di Corleto Perticara per i prossimi cent'anni; data la sua portata epocale essa suscita, insieme, timore per l'impatto ambientale, paesaggistico, sociale e politico, ma anche speranza di riscatto per un territorio caratterizzato nel suo insieme da un immobilismo atavico e da un fragile tessuto socio-economico, falcidiato per decenni, sin dagli albori dello Stato unitario, dal fenomeno esiziale dell'emigrazione di massa.
Tra i corletani è indubbiamente diffusa la consapevolezza che il petrolio non è innocente e che per scongiurare lo scenario di una nuova cattedrale dell'industria estrattiva nel deserto di una società culturalmente impreparata, dall'economia agraria scarsamente monetizzata, urge un impegno politico collettivo realmente innovativo nel campo delle scelte strategiche, volto ad animare l'economia e ad articolarla sul territorio circostante, energico nel contrastare il funesto processo di declino demografico, la dissipazione delle risorse, le enfiagioni morbose nella pubblica amministrazione come nell'edilizia ablativa, per una Basilicata e un Mezzogiorno moderni, fondati sui diritti e sui doveri di ciascuno anziché sulla catena delle elargizioni clientelari di privilegi e favori senza fine.

CENNI STORICI
In assenza di una ricerca storica e archeologica metodica ed articolata sul territorio e date anche le scarse testimonianze documentarie quantomai rare, frammentarie e occasionali, non abbiamo notizie certe sulla storia antica di Corleto Perticara, le cui origini vengono fatte risalire al XII secolo. Il primo nucleo abitativo sorse attorno a un massiccio fortino posto in posizione strategica, la cui edificazione è ascritta ai Normanni, all'epoca della loro espansione nell'Italia meridionale. Di quella roccaforte, andata pressoché distrutta con i bombardamenti statunitensi durante la ritirata tedesca del 1943 e in seguito pesantemente rimaneggiata, perdurano soltanto tre arcate, qualche porzione di muro perimetrale e una profonda cisterna sotterranea interna. Sui suoi ruderi intorno al 1990 è stato edificato il Palazzo degli Uffici ove ha sede il nuovo Municipio che campeggia, come un tempo, sul paesaggio circostante. Dietro al castello feudale rimane un irto pendio, mentre tutto davanti ad esso era un profondo fossato con funzione difensiva contro le incursioni esterne: ancora oggi i corletani usano indicare la grande Piazza del Plebiscito, antistante il vecchio castello, come la Piazza del Fosso. La storia di Corleto Perticara, similmente a quella delle comunità intorno, è caratterizzata da un incessante processo di conquiste e colonizzazioni. Assoggettati nel corso dei secoli a più dominazioni, i corletani sono passati da un feudatario all'altro, senza mai consolidarsi in stabili strutture economiche, sociali e politiche: ai Normanni succedettero i Suebi, poi gli Angioini e gli Aragonesi; nel Cinquecento, sotto l'imperatore Carlo V, il feudo passò ai De Castella per diventare, a cavallo del Seicento, marchesato di Casa Costanzo. Nel 1659 passò quindi ai Riario, i quali conservarono il potere fino alla fine del sistema feudale. Negli anni successivi, del dominio borbonico, Corleto Perticara fu un attivo centro liberale e assunse una posizione di primo piano nell'insurrezione lucana contro quella dinastia, che dopo una lunga cospirazione fu dichiarata decaduta il 16 agosto 1860, in una gremita Piazza del Fosso rinominata quel giorno in Piazza del Plebiscito. La toponomastica del paese ci rammenta bene i giorni del Risorgimento: Via del Comitato (dalla sede degli insorti contro la dinastia borbonica), Via 16 agosto, Via Camillo Boldoni (colonnello cavouriano), Sopportico della Bandiera; e poi Via Giacinto Albini, Largo Senise, Corso Pietro Lacava, in riferimento ai patrioti protagonisti dell'insurrezione lucana antiborbonica.

Dopo il 1860, il fenomeno del brigantaggio attraversò anche Corleto Perticara; gli oppositori del processo di unificazione dell'Italia arruolarono tra le proprie truppe i corletani Leonardo Brigo, Maria Gallicchio, Pasquale Cavalcante, Vito Francolino.

Durante il secondo conflitto mondiale il paese venne gravemente danneggiato dai violenti bombardamenti aerei degli Statunitensi sui Tedeschi in fuga: il 60% delle abitazioni fu abbattuto, interrotti per lungo tempo i servizi elettrici ed idrici. Enorme fu lo sforzo umano ed economico per la ricostruzione del paese, ufficialmente terminata nel 1978.

DATI RIEPILOGATIVI

In aggiornamento

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TERME DI RAPOLLA - POTENZA (PZ)
PONTIFICIO SEMINARIO REGIONALE MINORE - LICEO GINNASIO PARITARIO - POTENZA (PZ)
CANTINA DI VENOSA (PZ)
Casa Maschito - Potenza (PZ)