Colobraro
è un comune della provincia di Matera in Basilicata.
È un centro agricolo dell'Appennino lucano
nella valle del fiume Sinni. Sorge sulle pendici meridionali
del Monte Calvario a 630 m s.l.m., arroccato su uno
sprone dal quale domina da sinistra un ampio tratto
della valle, nella parte sud-occidentale della provincia
al confine con la parte sud-orientale della provincia
di Potenza. Il paese si trova nei pressi della Strada
statale 653 della Valle del Sinni (che collega Policoro
a Lauria) e non lontano dal bacino artificiale formato
dalla diga in terra (la più grande in Europa)
costruita sul fiume Sinni tra la fine degli anni settanta
e l'inizio degli anni ottanta in prossimità
della stretta di Monte Cotugno e da cui prende il
nome di Lago di Monte Cotugno. Confina con i comuni
di Valsinni (8 km), Tursi (15 km), Senise (PZ) (19
km), Rotondella e Sant'Arcangelo (PZ) (22 km) e Noepoli
(PZ) (23 km). Dista 80 km da Matera e 126 km dal capoluogo
di regione Potenza. Nei paesi vicini, il paese è
chiamato anche, in modo scaramantico più che
dispregiativo, "Quel paese", in dialetto
lucano (a seconda dei paesi): Cudde puaise (a Montalbano
Jonico) o Chille paìse (a Valsinni). Ciò
a causa della presunta innominabilità della
parola "Colobraro" per la credenza superstiziosa
che la semplice evocazione del nome porti sfortuna.
È divenuto leggenda metropolitana a tutti gli
effetti che tale innominabilità risalga ad
un aneddoto di prima della seconda guerra mondiale.
L'allora podestà (carica istituzionale equivalente
a quella odierna di sindaco), avvocato di grande cultura
e persona molto nota alla fine di una sua affermazione
avrebbe detto qualcosa del tipo: "Se non dico
la verità, che possa cadere questo candelabro".
A quanto pare in seguito il candelabro sarebbe caduto
davvero, secondo alcuni facendo molte vittime, secondo
altri in una stanza deserta. Più probabilmente,
la sinistra fama del paese deriva dalla credenza,
soprattutto degli abitanti dei paesi vicini, nelle
arti magiche di alcune donne che vi dimoravano nel
secolo scorso, tra cui la famosa "Cattre",
al secolo Maddalena la Rocca, immortalata da Franco
Pinna nei primi anni cinquanta, una "masciara",
ovverosia una maga locale. Il famoso antropologo visitò
il paese nel 1952 (dal 29 settembre al 29 ottobre)
e successivamente nel 1954 (tra l'8 e il 14 agosto),
e riferì di essere stato protagonista, in accordo
con la superstizione, di episodi sfortunati insieme
alla sua troupe.
MOSTRA
DI ARTE CONTADINA
Dal 2007 nei locali delle ex scuole medie è
aperta al pubblico la Mostra dell'Arte Contadina,
organizzata per i primi due anni dalle scuole di Colobraro
e aperta tutte le estati. La mostra è curata
da Rocco Modarelli e Pasquale Troccoli. Sono esposti,
inoltre, alcuni quadri dell'artista Luca Celano, le
poesie di Antonio Bruno e le sculture di Nicola Iannarelli.
MOSTRA
FOTOGRAFICA
La mostra fotografica è aperta nei locali delle
ex scuole medie in cui sono contenute le fotografie
storiche del paese.
EDIFICI
RELIGIOSI
Chiesa di Sant'Antonio
Chiesa parrocchiale di San Nicola (XII secolo)
Cappella di Santa Maria di Cironofrio, dedicata ora
a Santa Maria della Neve
Cappella di San Rocco (XVIII secolo)
ORIGINI
E CENNI STORICI
Antico centro basiliano, appartenne alla Badia di
Santa Maria di Cersosimo di cui seguì le sorti
fino al secolo XII. Posseduto per breve tempo dal
conte Bertaimo d'Andria, passò ai Conti di
Chiaromonte e da questi, nel 1319, ai Sanseverino
di Tricarico. Assegnato a metà del secolo XIV
ai Poderico, fu successivamente dei Pignatelli, dei
Carafa (principi dal 1617) ed infine dei Donnaperna.
La parrocchiale conserva un trittico (Madonna col
Bambino) del secolo XIV; nella chiesa dei Francescani
vi sono ricchi altari in marmo policromo.