Brienza
è un comune della provincia di Potenza. Sorge
a 713 m s.l.m. nella parte centro-occidentale della
provincia al confine con la parte centro-orientale
della provincia di Salerno. Confina con i comuni di:
Sasso di Castalda (6 km), Satriano di Lucania (9 km),
Atena Lucana (SA) (12 km), Marsico Nuovo (15 km),
Sant'Angelo Le Fratte (16 km), Sala Consilina (SA)
(18 km) e Polla (SA) (26 km). Dista 32 km da Potenza
e 129 km dall'altra provincia lucana Matera. Si fregia
inoltre del titolo di "Città", con
Decreto del Presidente della Repubblica in data 07/11/2005.
Brienza è Medaglia d'oro al Merito Civile con
la seguente motivazione: «In occasione di un
disastroso terremoto, con grande dignità, spirito
di sacrificio ed impegno civile, affrontava la difficile
opera di ricostruzione del tessuto abitativo, nonché
della rinascita del proprio futuro sociale, morale
ed economico. Splendido esempio di valore civico e
di alto senso del dovere, meritevole dell'ammirazione
e della riconoscenza della Nazione tutta.»
MANIFESTAZIONI
Fucanoie
Falò rionali con balli e gastronomia tipica.
19 marzo (S. Giuseppe), 25 marzo (S. Annunziata)
Domenica delle Palme
La notte che procede la domenica delle palme diviene
lo scenario per i giovani del paese per consumare
le proprie vendette o per le proprie dichiarazioni
amorose: con l'ausilio dell'oscurità, l'amante
respinto deposita davanti all'abitazione della ragazza
un fascio di "Fav'lop", pianta ranuncolare,
di discrete dimensioni, maleodorante, che abbonda
nei boschi intorno al centro abitato; tale gesto è
simbolo di rammarico e di disprezzo, ma spesso è
compiuto con intenzioni scherzose. Un tempo, per indicare
una forte volontà di amore nei confronti della
propria ragazza, il fidanzato depositava un folto
ramo d'ulivo dinanzi la porta della sua bella, intrecciato
con nastri e fiori, ed essa, come forma di accettazione
e di pegno, raccoglieva tale ramo e lo faceva essiccare,
per poi bruciarlo nel giorno delle Palme dell'anno
successivo, per trarne gli auspici, favorevoli o meno
al matrimonio.
Festa del SS. Crocifisso
Di particolare interesse le sacre rappresentazioni
dell'Incontro e del Volo dell'Angelo.
I domenica di maggio e III domenica di settembre.
Festa di San Cataldo
Patrono del paese
10 maggio
Estate Burgentina
Manifestazioni di cultura e spettacolo a cura della
Pro Loco nei mesi estivi
Notti al Castello
Visite giudate per le vie del Borgo Medioevale e nel
Castello Caracciolo (uno dei più antichi e
imponenti del Meridione), con concerti, rievocazioni
storiche e antichi mestieri. Le ultime edizioni hanno
avuto come titolo "Anni ribelli 1967/1977 - Dieci
anni di inquietudine" ed ha visto la partecipazione
di circa 10.000 visitatori. Durante le date di svolgimento
della manifestazione, è possibile visitare
il Castello Caracciolo, chiuso negli altri periodi
dell'anno.
IL BORGO
Il borgo di Brienza si presenta con un modello ad
avvolgimento centripeto avente per fulcro naturale
il Castello Caracciolo, posto alla sommità
di un colle sui pendii del quale si avviluppano e
si divincolano in una miriade di prospettive fasci
concentrici di case, abbarbicati precariamente alla
roccia scoscesa. Alla fine di via Mario Pagano, dove
anticamente era situata una delle porte di accesso,
si inerpicano sul poggio due stradine, quella di Santa
Maria a sinistra e della di San Michele dei Greci
a destra. Sul versante opposto, ove si accede per
la "Portella" ancora visibile nella cinta
muraria del Castello, brandelli di muri su viottoli
ormai quasi del tutto cancellati testimoniano l'esistenza
andata di quegli altri rioni che completavano il borgo:
la Torricella, san Martino, San Sebastiano, Via Nuova,
San Nicola e Santa Elisabetta. Più giù,
verso il fiume, si alza ancora il perimetro dell'antichissima
Chiesa di San Martino, probabilmente il primo centro
di culto della "Burgentia Fidelis". Domina
sulla confluenza di due torrenti (il Pergola e il
Fiumicello) la torretta di guardia ("Trucedda"
- torretta), all'estremità della cinta muraria
che sale fino alla torre circolare del Castello, posta
a nord.
CASTELLO CARACCIOLO
Assegnata da Federico II a Gentile de Petruro e, successivamente,
dagli Angioini ai De Poncellis, dal XV sec. Brienza
legò strettamente la sua storia alla famiglia
dei Caracciolo che si insediarono stabilmente nel
castello, ampliandolo. L'ultimo vero feudatario fu,
nel 1700, Litterio Caracciolo che si adoperò
molto per il paese: arricchì la rocca di numerose
opere d'arte, e rifondò, nel 1788, il “Monte
del S.S. Rosario di Brienza”, istituzione benefica
che aveva lo scopo di assistere i poveri del luogo,
cui forniva medicamenti gratuiti, assicurando quattro
maritaggi all'anno. Istituì altresì
la Scuola Normale per l'insegnamento ai bambini di
ogni ceto sociale. La rocca era, forse, un'antica
fortezza angìoina di cui rimane traccia nel
mastio cilindrico, che emerge dalla massiccia mole,
e nella semitorre circolare, situata al centro della
cinta muraria per interrompere l'uniformità
della cortina e assicurare una più efficace
difesa: nel Medioevo si presentava protetto, secondo
il metodo delle fortificazioni longobarde, con le
case addossate le une alle altre, che costituivano
una valida difesa da eventuali attacchi nemici. Una
scalinata in pietra, a cielo aperto, conduce ad un
terrazzo a terrapieno posto davanti all'ingresso principale.
Un'antica tradizione attribuisce al castello 365 stanze,
una per ogni giorno dell'anno. I Caracciolo, con alterne
vicende, rimasero proprietari dei feudo e del castello
fino al 1857, anno in cui l'ultima esponente della
famiglia, Maria Giulia, lo lasciò in eredità
al nipote Luigi Barracco. Iniziò da questo
momento la lenta decadenza del maniero; infatti, alla
morte del Barracco, il feudo passò a vari feudatari
e amministratori che si disfecero, con una serie di
vendite, dei beni rustici lasciando in completo abbandono
il castello (fortemente danneggiato dal sisma del
1857). L'ultimo proprietario, il De Luca, lo donò,
infine, a Francesco Mastroberti, il quale cominciò
a vendere quanto di vendibile rimaneva nell'antica
costruzione per mantenere i suoi 18 figli in un paese
che non aveva ormai più niente altro da offrire.
Il maniero, che all'inizio dei 1900 era stato dichiarato
di interesse storico, subì, in seguito al terremoto
del 1980, il crollo della parete est e della parete
sud. Attualmente in fase di radicale restauro, sono
stati potati alla luce e recuperati le originarie
pavimentazioni di numerosi ambienti e ritrovate varie
statue, in pietra dura locale, poste in Municipio,
in attesa di restauro; durante l'Estate, Il borgo
antico e il Castello sono lo scenario e i soggetti
principali di numerose manifestazioni e rievocazioni,
tra le più importanti della regione, che continuano
ad attrarre migliaia di visitatori.
EDIFICI RELIGIOSI
Chiesa dell'Annunziata
Chiesa ad unica navata dalla volta affrescata con
l'immagine di Gesù Cristo e dei quattro Evangelisti.
Risalente al 1571 e già appartenuta ai Padri
Minori Osservanti, è opera di Cafaro Pignoloso
di Cava dei Tirreni, attivo pure a Marsico Nuovo,
ove eresse il palazzo di don Francesco Santomango.
Due altari marmorei laterali furono della famiglia
Caracciolo e ne portano lo stemma gentilizio. Sull'altare
maggiore è un dipinto su tavola, raffigurante
la Deposizione e sui dieci altari laterali le statue
dei santi. Fra le opere un pulpito ligneo del 1735,
di Antonio la Sala di Potenza, con confessionale sottostante,
ed un coro a 29 stalli alle spalle dell'altare maggiore.
Chiesa Madre di Santa Maria
Assunta
Nelle vicinanze del Castello è la Chiesa Madre
dell'Assunta, probabilmente risalente alla fine dell'Xl
secolo, fortemente rimaneggiata a seguito dei terremoti
del 1761 e 1857, quando furono aggiunti l'ampio sagrato
e la cripta per la sepoltura del clero. Costruita
fra l'XI ed il XII secolo, si presenta con linea sobria.
L'interno si presenta diviso in tre navate (ma originariamente
potrebbe essere stata una sola), con un prezioso altare
maggiore bicromo con decori in oro. Nella navata sinistra
è posto un secondo altare, del 1729, arricchito
da un paliotto a motivi floreali. Di un certo interesse
è il coro ligneo a 38 stalli, risalente al
1769, e la cantoria finemente lavorata e arricchita
di un organo. Sul fonte battesimale - un'acquasantiera
in pietra lastricata - troviamo scolpito lo stemma
della famiglia Caracciolo.
Chiesa di San Michele dei Greci
La Cappella di S. Michele Arcangelo, detta dei Greci
perché adibita al rito ortodosso, è
ad unica navata, in pietra rettangolare, all'interno
contiene un unico altare e un ciclo di bellissimi
affreschi di difficile attribuzione.
Chiesa del S.S. Crocifisso
A monte dell'abitato è posta la Chiesa del
SS. Crocifisso risalente, secondo la tradizione, al
1237, sebbene studi più recenti l'abbiano datata
a non più di quattro secoli fa. Si tratta di
un piccolo edificio ad unica navata che conserva,
al suo interno, alcuni affreschi del 1700. Di sicuro
impatto per il visitatore è la sua posizione,
su un'altura che domina l'intero corso del Melandro,
in un'area circondata da boschi che si anima durante
le celebrazioni del SS. Crocifisso.Vi si può
godere un panorama assai suggestivo.(S.S. n.95 - Direzione
Atena Lucana - Bivio al Km. 3).
DA VEDERE
Il Chiazzino
Situato dove era l'accesso principale del borgo, vi
si può ammirare il portale più bello
del paese. Partendo da questo punto, ci si inerpica
per le fitte stradine della rocca prima di raggiungere
il castello. Da visitare: la chiesa di S. Maria Assunta(XII
sec.), la Torricella, la cappella di S. Michele dei
Greci (XII sec.), la chiesa di S. Martino (XI sec.).
Via degli Archi
Il borgo è un succedersi interessante di antri
e piccoli tuguri scavati nella roccia, di modeste
abitazioni e di qualche più signorile costruzione.
La via degli archi ne è uno degli angoli più
accattivanti: archi poveri e stretti che si rincorrono
su un budello in cui si riesce a stento a conservare
la linea del cielo e che culmina in una piazzetta
scoscesa dove le case sembrano la proiezione necessaria
della roccia[5].
Piazza del Municipio
Al centro della piazza campeggia il monumento bronzeo
(inaugurato nel 1890), a Francesco Mario Pagano (Brienza,1748-1799),
giurista, filosofo e martire della Repubblica partenopea.
Sullo sfondo si ergono il convento dei Frati Minori
Osservanti (Opera di Cafaro Pignoloso-1571), oggi
sede municipale, e l'annessa chiesa dell'Annunziata,
coeva. Il 12/03/2011 è stata inaugurata "Piazza
dell'Unità d'Italia".
Aree naturali
Gran valore dell'intera comunità Burgentina
è il suo immenso patrimonio ambientale, paesagistico
e faunistico: trovandosi in una posizione strategica
(è il punto di incontro tra la Val d'Agri,
la valle del Melandro e confinante con il Val di Diano),
il comune Burgentino è arricchito da un patrimonio
boschivo che copre oltre l'80% dell'intero territorio,
con la presenza di una sorprendente varietà
di specie biologiche e zoologighe, che vanno dai grandi
boschi di Faggio, presenti soprattutto sul monte San
Gennaro (1012 m), alle varietà di querce sparse
su tutto il territorio (cerri, querce secolari, roverelle),
fino al castagno, che dà il nome a una famosa
località, ai piedi del Monte del S.S. Crocifisso,
denominata, appunto, Castagneta. Di gran valore paesagistico
è la località Lago, Faggeto a 1400 metri
di altitudine, di bellezza entusiasmante e selvaggia,
regno del silenzio e ricco di aria purissima.(S.S.
598-Direz. Atena Lucana- Uscita Pozzi - proseguire
per 5 km), con aria pick-nik attrezzata, e fonte di
acqua purissima, che sgorga direttamente dalle rocce.
La Roverella
La Roverella è una quercia ultrasecolare (la
sua età è stimata tra i quattrocento
e i mille anni), situata in uno degli scorci più
suggestivi del territorio burgentino, ad oltre 1000
metri di quota: essa rientra nelle prime venti piante
più grandi d'Italia e, per abbracciarla completamente,
ci vogliono più di sette persone; questo maestoso
monumento è stato vittima di un tentativo di
incendio, nel 2009, e per questo motivo è stata
recintata con una staccionata, che permette, inoltre,
l'ingresso in una'area pick-nick antistante.
R' Tnedd
Altra zona interessante e caratteristica è
sicuramente la zona denominata in dialetto burgentino
"Tnedd": l'etimologia del nome deriva dalla
locuzione "tnedde", che non erano altro
che dei tini, dove si conservavano acqua o vino, ed
essa è stata denominata in questo modo proprio
perché il letto pietrificato del fiume, eroso
dall'incessante lavorio dall'acqua, presenta dei grandi
buchi, dove, appunto, si raccoglie l'acqua, creando
piccole isolette di pietra che spuntano dal letto
del fiume. L'estate, nel periodo di secca del torrente
Pergola, è il momento perfetto per andarci,
dato che in autunno e in inverno esso è in
accessibile per via delle fortissime piogge e delle
conseguenti numerose piene. Infine, punto ideale per
osservare tale caratteristica aerea di Brienza è
il lato est del Borgo e del castello Caracciolo, con
la parte più antica del Paese, il rione Torricella.
LA LEGGENDA DI BIANCA DA BRIENZA
Verso la metà del Trecento viveva, in lusso
sfarzoso, nel castello di Brienza una bellissima donna
di nome Bianca. Ella era solita dare delle feste alle
quali si presentava vestita solo dei suoi gioielli,
verso i quali aveva un attaccamento morboso. Si narra
che il "suo tesoro" fosse custodito in una
stanza segreta la cui ubicazione era conosciuta solo
da Bianca e dalla sua fedele ancella. Durante un viaggio
verso Amantea, Bianca e il suo seguito furono catturati
dai pirati e condotti ad Algeri per essere venduti
come schiavi. Un pascià, vista la bellissima
Bianca, se ne invaghì e la condusse con sé
nel suo palazzo come favorita. Da quel momento non
si è saputo più nulla né della
bella Bianca, né del suo fantastico tesoro,
rimasto rinchiuso nella segreta e mai più ritrovato.
Nel 1644 il castello fu "teatro" di un'altra
intricata vicenda. Proprietario del castello era il
marchese Rodolfo, costretto per necessità finanziarie
a cedere il castello e il podere circostante al barone
Tiburzio, che gliene lasciava provvisoriamente l'uso.
Rodolfo, innamorato di Clorinda, sua pupilla e ospite
(a sua volta innamorata del fattore Eugenio) dopo
aver appreso dal suo confidente Enrico di un incontro
amoroso tra Clorinda ed Eugenio, adirato, scacciò
Eugenio. Costui rivelò di essere in realtà
il barone di Laurente, incaricato dal fratello di
Clorinda, in cambio della sua mano, di scoprire come
Rodolfo la trattasse, avendo avuto sentore del fatto
che il marchese aveva dissipato tutte le sostanze
della sorella ed era pieno di debiti. Enrico consigliò
il marchese di sopprimere il finto Eugenio, ma, nel
duello che ne seguì e che si svolse tra il
confidente ed Eugenio, fu Enrico ad avere la peggio.
Ciorinda ed Eugenio si sposarono e perdonarono al
marchese tutte le sue malefatte. Queste storie, leggendaria
la prima, tratta da dramma lirico "Rodolfo da
Brienza" (dramma in tre atti, ambientato nel
castello di Brienza e privo di fondamento storico;
su libretto di Domenico Bolognese e musica di Achille
Pistilli, fu rappresentato per la prima volta nel
Real Teatro del fondo di Napoli nel 1846) la seconda,
ci introducono nel castello di Brienza, oggi ridotto
a rudere ma un tempo palpitante di vita e di più
o meno grandi drammi esistenziali.
ORIGINI E CENNI STORICI
L'origine di Brienza è quasi sicuramente longobarda:
la radice burg (luogo fortificato), dal toponimo latino
Burgentia, suffragherebbe tale ipotesi. Il primo nucleo
sembra datare al VII secolo d.C. Il borgo antico si
sviluppa soprattutto dopo il 1000, tutto intorno al
castello. Colpisce il visitatore con il suo fascino
immediato e misterioso che fa di Brienza uno dei centri
di origine medioevale più interessanti del
mezzogiorno. Il sacerdote Giuseppe Paternoster (1823-1888),
raccontando in uno scritto le vicende del luogo dove
era nato, osservava che "malagevole, per non
dire impossibile, si è l´origine del
nostro Paese, essendo come quella di tante Città
e Paesi del Regno ravvolta nei; misteri dell´antichità.
Di Brienza non fa menzione scrittore alcuno; né
vi sono tradizioni che ci guidano al vero. Il sito
però ove trovasi edificato, quello che ora
chiamasi antico Paese intorno al Castello, accenna
a quel periodo di tempi procellosi, in cui le continue
invasioni barbaresche costringevano i Popoli a ridursi
in luoghi pressoché inaccessibili, per causare
stragi e rapine. Secondo Giuseppe Gattini, Brienza
veniva "nomata Burgentia e non si sarebbe alieni
dal credere possa essere stato un accantonamento di
terre burgansatiche ridivenute poi feudali, o semplicemente
un borgo. È tra i pochi paesi della Basilicata
che ha conservato la sua struttura architettonica
di borgo medioevale. Uno studio comprensivo del periodo
feudale è "The Continuity of Feudal Power:
The Caracciolo Di Brienza in Spanish Naples",
Tommaso Astarita, Cambridge University Press (CUP),
1991 (in Inglese). I marchesi Caracciolo di Brienza,
erano un ramo di uno dei clan più antichi e
potenti nel regno di Napoli, ed erano tra le cento
più ricche famiglie feudali in quel periodo.
FRAZIONI
Pergola (4,89 km)
La frazione di PERGOLA dista 4,89 km dal Comune di
BRIENZA (PZ) Coordinate: latitudine 40°26'34"N
- longitudine 15°39'16E Altitudine: 887 metri
s.l.m.
Acqua dei Salici (6,70 km)
La frazione di ACQUA DEI SALICI dista 6,70 km dal
Comune di BRIENZA (PZ) Coordinate: latitudine 40°31'40"N
- longitudine 15°35'2E Altitudine: 554 metri s.l.m.
Braide (7,57 km)
La frazione di BRAIDE dista 7,31 km dal Comune di
BRIENZA (PZ) Coordinate: latitudine 40°28'41"N
- longitudine 15°33'43E Altitudine: 745 metri
s.l.m. Popolazione: 40 abitanti
Case del Monte (6,55 km)
La frazione di CASE DEL MONTE dista 6,55 km dal Comune
di BRIENZA (PZ) Coordinate: latitudine 40°31'15"N
- longitudine 15°35'17E Altitudine: 548 metri
s.l.m.
Cesinale (3,43 km)
La frazione di CESINALE dista 3,43 km dal Comune di
BRIENZA (PZ) Coordinate: latitudine 40°27'30"N
- longitudine 15°39'10E Altitudine: 757 metri
s.l.m.
Chiuse (1,58 km)
La frazione di CHIUSE dista 1,58 km dal Comune di
BRIENZA (PZ) Coordinate: latitudine 40°28'47"N
- longitudine 15°38'44E Altitudine: 783 metri
s.l.m.
Noce del Monte (7,36 km)
La frazione di NOCE DEL MONTE dista 7,36 km dal Comune
di BRIENZA (PZ) Coordinate: latitudine 40°31'19"N
- longitudine 15°34'50E Altitudine: 640 metri
s.l.m.
Pisciolo (6,05 km)
La frazione di PISCIOLO dista 6,05 km dal Comune di
BRIENZA (PZ) Coordinate: latitudine 40°30'44"N
- longitudine 15°35'23E Altitudine: 642 metri
s.l.m
San domenica (1,23 km)
La frazione di SAN DOMENICA dista 1,23 km dal Comune
di BRIENZA (PZ) Coordinate: latitudine 40°27'58"N
- longitudine 15°38'8E Altitudine: 729 metri s.l.m
San Giuliano (1,01 km)
La frazione di SAN GIULIANO dista 1,01 km dal Comune
di BRIENZA (PZ) Coordinate: latitudine 40°28'59"N
- longitudine 15°38'16E Altitudine: 785 metri
s.l.m.
Schiavi(6,00 km)
La frazione di SCHIAVI dista 6,00 km dal Comune di
BRIENZA (PZ) Coordinate: latitudine 40°28'32"N
- longitudine 15°34'19E Altitudine: 906 metri
s.l.m. Popolazione: 11 abitanti
Taverne (3,45 km)
La frazione di TAVERNE dista 3,45 km dal Comune di
BRIENZA (PZ) Coordinate: latitudine 40°27'36"N
- longitudine 15°36'6E Altitudine: 891 metri s.l.m.
Visciglieta (5,15 km)
La frazione di VISCIGLIETA dista 5,15 km dal Comune
di BRIENZA (PZ) Coordinate: latitudine 40°26'29"N
- longitudine 15°39'33E Altitudine: 826 metri
s.l.m.