Fara
San Martino è un comune della provincia di
Chieti in Abruzzo. Fa parte della Comunità
montana della Maielletta. In questo paese della provincia
di Chieti ci sono diversi pastifici, qualcuno artigianale,
ma anche i pastifici industriali De Cecco e Del Verde
che esportano i loro prodotti in tutta Italia.La tradizione
della produzione della pasta ebbe inizio dalla grande
ricchezza idrica rappresentata dal fiume Verde che
sfocia dalla Majella. Quell'acqua ha permesso sia
di azionare le macine per produrre la semola di grano
che di essere utilizzata come materia prima nella
produzione. I pastai locali vantano un primato assoluto:
aver creato il primo sistema automatico di essiccazione
della pasta. Un tempo la pasta veniva stesa all'aperto
per seccarla. Ma questo sistema era molto dipendente
dalle condizioni climatiche e stagionali. L'essiccatore
ad aria calda consentì di pastificare in ogni
stagione ed in ogni condizione dando impulso alla
produzione su larga scala. Parte del territorio del
comune ricade all'interno del Parco nazionale della
Majella, dal fiume Verde che scorre in questo comune,
i pastifici del luogo attingono l'acqua, per la loro
produzione. Un Ambiente incontaminato dove la coscienza
e l'attaccamento della popolazione del posto, sono
riusciti a fondere il rispetto dell'ambiente con uno
sviluppo industriale.
MANIFESTAZIONI
19 marzo: Fuochi di San Giuseppe.
29 giugno: Fiera di San Pietro, con sagra della pasta.
Agosto: Sagra dei tartufi.
22-24-25 agosto: Festa di Sant'Emidio, Sant'Antonio,
San Rocco.
11 novembre: Fiera di San Martino, con sagra.
ETIMOLOGIA
Fara è un termine di origine longobarda indicante
un gruppo, costituito da famiglie e da individui imparentati,
in cui era diviso il popolo. Lo stanziamento dei Longobardi
avveniva per fare veri e propri organismi politici-militari,
il cui nome indicava anche il territorio abitato dal
gruppo. Vi è inoltre la devozione longobarda
a Santa Fara. Ne sono testimonianza i vari comuni
che ancora oggi in Italia portano questo nome.
DA
VEDERE
Borgo
di Terra Vecchia
Trattasi di una serie di fabbricati che sono disposti
lungo una delle vie principali, nella zona alta del
paese, costruiti sia addossati l'uno con l'altro,
sia separati. Alcuni di questi fabbricati sono abbandonati,
mentre altri sono ancora abitati. Dallo stile di costruzione
delle case si può ipotizzare che siano state
costruite tra la fine del XVIII e la seconda metà
del XX secolo. La struttura degli edifici è
semplice. I muri esterni sono in pietra calcarea smussata
e ciottoli di fiume con, ai cantonali, blocchi di
pietra sbozzata. Molti edifici constano di cornicione.
I solai sono realizzati con travi in legno che sostengono
il tavolato e pavimento in mattoni. I muri sono realizzati
per la maggior parte a doppia falda con travi di legno,
tavolato o mattonato e sormontati da manto di coppi.
I portali e le finestre sono in pietra calcarea.
Palazzo
Di Cecco.
Trattasi di un edificio residenziale su due livelli
più seminterrato scanditi all'esterno da cornici
marcapiano. Tutte le finestre hanno dei contorni lavorati
mentre il portale presenta superiormente un arco a
tutto sesto. Sopra il portale vi è un balcone
sorretto da mensole.
Abbazia
medievale di San Martino in Valle.
L'edificio si trova nelle Gole di San Martino. Secondo
alcune fonti, non suffragate storicamente vorrebbero
l'abbazia fondata da San Benedetto. I primi documenti
che attestano l'esistenza del complesso abbaziale
risale al IX secolo quando un diploma di Ludovico
il Pio del 20 giugno dell'839 viene concede a Fara
il Monatero di Santo Stefano in Lucania di Tornareccio,
la chiesa di San Martino in Valle e la chiesa di San
Pietro alle sorgenti del fiume Verde, quando Lotario
di Montova, il 20 marzo 832 conferma la donazione
del Monastero di San Martino in Valle a Isingario
e quando, dalle rendite di beni di Pietro vescovo
di Spoleto del 26 maggio 844, risulta citata una cella
di San Martino in Valle. Nel XII secolo la chiesa
di San Martino in Valle si separa da Santo Stefano
di Tornareccio passando sotto il vescovato di Chieti
e viene promossa a Badia con la protezione di San
Pietro. L'8 marzo 1451 il monastero passa al Capitolo
Vaticano, mentre il 16 febbraio 1495 fu data a Cesare
Valignani, ed invece, il 18 novembre 1719 venne ricongiunta
al vescovato di Chieti. L'8 settembre 1818 l'abbazia
fu seppellita da un'inondazione. I primi scavi che
riportarono alla luce l'abbazia partirono nel 1891.
Verosimilmente l'abbazia era a tre navate di cui quella
centrale era provvista di abside. Inoltre il monastero
constava di cappelle, ossario, sagrestia ed un piccolo
cimitero.
Chiesa
di San Remigio
È sita a Piazza Piano dei Santi, nel centro
storico. Alcune fonti bibliografiche citano la fondazione
della chiesa nel XIII secolo. La parte centrale della
facciata è più alta delle laterali ed
è suddivisa in due livelli, racchiusa tra paraste
e sovrastata da un timpano. Le due parti laterali,
anch'esse racchiuse da paraste, sono decorate con
delle volute. L'interno è a tre navate ed abside
in fondo alla navata centrale. La navata centrale
ha una volta a botte ad arco a sesto ribassato, invece
le navate laterali presentano una volta a vela. All'interno
vi è una tela di Tanzio da Varallo ritraente
la "Circoncisione con i Santi Carlo Borromeo
e Francesco d'Assisi.
Chiesa
di San Pietro Apostolo
Trattasi di una piccola costruzione a navata unica
sita al termine della Via San Pietro, presso le sorgenti
del fiume Verde. Secondo alcuni studiosi la chiesa
sarebbe costruita nel IX secolo. La facciata ha coronamento
orizzontale con un piccolo campanile a vela. Il portale
è in pietra cui è posta, superiormente,
una lunetta al cui interno vi è dipinto un
affresco che rappresenta un episodio della vita di
San Pietro. In una nicchia dell'altare principale
vi è una statua di San Pietro.
Chiesa
di San Nicola
La chiesa è composta da un'aula unica con ingresso
posto sul fianco della chiesa ov'è anche il
campanile a vela. Sulla facciata principale vi è
un'unica finestra.
Cappella
della Santissima Trinità
È posta sulla Valle del Fiume Verde. Secondo
alcune fonti la chiesa fu terminata tra il 1839 ed
il 1847 quando fu costruito il convento francescano
attualmente abbandonato. La facciata è a capanna,
mentre il portale è sormontato da una finestra
circolare. L'interno è stuccato a realizzare
degli archetti pensili medievali.
Chiesa
dell'Annunziata
È sita nel centro storico presso una porta
urbana. Secondo alcune fonti la chiesa risalirebbe
al Cinquecento. Il fornice del sottopasso della porta
è tra delle paraste aventi capitelli di ordine
dorico che sostengono la trabeazione e l'attico. Il
sottopasso ha un arco a tutto sesto. Il campanile
ha delle pietre cantonali. La facciata della chiesa
è anonima con unico elemento d'interesse il
portale architravato sormontato da una finestra a
sesto ribassato. L'interno è ad aula unica
con delle nicchie sui lati e di fronte all'ingresso.
Quest'ultima nicchia sono siti l'altare e dei glifi
e degli affreschi.
Chiesa
di Santa Maria delle Grazie. È sita tra la
Piazza dei Santi e la Chiesa di San Remigio. la facciata
è a coronamento orizzontale con una decorazione
a volute. Il portale sito tra due paraste è
racchiuso superiormente da delle volute. Il campanile
è sito alla destra della chiesa, è stato
costruito successivamente all'edificio di culto stesso.
L'interno è a navata unica con abside con volta
a vela.
Chiesa
della Madonna del Suffragio. La facciata è
rivestita interamente di cemento eccetto gli stipiti
e gli architrave. Il campanile, suddiviso da cornici
marcapiano, è sito ad un lato della chiesa.
Secondo alcune fonti la chiesa risalirebbe al XVIII
secolo.
Riserva
naturale Fara San Martino Palombaro
La riserva è sita nelle Gole di San Martino.
Gole suddivise in tre parti:
la Iª detta Vallone di Santo Spirito, nome dall'omonima
grotta;
la 2ª la zona detta Macchia Lunga;
la 3ª detta Valle Cannella terminante in un circo
di formazione glaciale pieno di doline ed inghiottitoi.
MUSEI
Museo Parco Nazionale Majella
TEATRI
Teatro Comunale
MANIFESTAZIONI
Presepe Vivente (28 dicembre).
ORIGINI
E CENNI STORICI
Il paese appare documentato nel IX e nel X secolo
quando la zona fu abitato da monaci benedettini, nella
zona c'era l'abbazia di San Martino in Valle. In seguito
fu confermata da papa Onorio III. Nel XIV secolo venne
citato per le decime degli anni 1324-25 per la chiesa
di S. Remidii in Fara. In seguito il paese fu feudo
degli abati, ma, decaduta l'abbazia, fu soppressa
ed unita, nel XV secolo al Capitolo Vaticano da papa
Nicolò V, indi, dopo cinque secoli, fu venduto
ai Valignani di Chieti che, nel 1584 la vendettero
a Melchiorre Reviglione per 4000 ducati.