La famiglia Obizzi, originaria della Borgogna (in Francia), si
può considerare, nella storia italiana, una famiglia di
"Capitani di ventura", giunti in Italia al seguito dell'imperatore
Arrigo II nel 1007.
Dopo
una prima residenza in Toscana, la famiglia si stabilì
nel territorio della Repubblica di Venezia, allora molto potente
e raramente in guerra con gli stati Italiani perché più
interessata alle conquiste esterne all'Italia, legate alle sue
attività marinare.
In
un periodo di pace Pio Enea degli Obizzi (il quale impose il nome
all'obice, il cannone da assedio), attratto dalla bellezza dei
luoghi, decise di costruire un palazzo adeguato alla gloria della
famiglia.
Esso
fu ideato dallo stesso Pio Enea senza l'aiuto di architetti e
quindi sta a metà tra il castello militare e la villa principesca.
Fu costruito in soli tre anni fra il 1570 e il 1573 (tranne che
per l'ala in alto, risalente al secolo XIX). All'inizio erano
previste pitture solo nei muri esterni (ora scomparse) ma nel
1571 Pio Enea chiamò Gian Battista Zelotti (allievo di
Paolo Veronese) ad affrescare i muri interni con le gesta della
sua famiglia.
La
famiglia Obizzi si estinse nel 1805 con il marchese Tommaso, che
lasciò il castello agli eredi della casa d'Este (Arciduchi
di Modena); sotto Francesco IV fu costruita l'ala visibile più
in alto e detta "Castel Nuovo". Alla morte di Francesco
V, senza figli, il Catajo passò all'Arciduca ereditario
d'Austria Francesco Ferdinando.
Fu
per opera di questi due ultimi proprietari che l'armeria ed il
museo degli Obizzi, assieme ad una vasta collezione di strumenti
musicali e quadri, furonotrasferiti rispettivamente nel castello
di Konopischt ed a Vienna. Dopo la prima guerra mondiale il Catajo
fu assegnato al governo italiano come riparazione dei danni di
guerra ed esso poi lo vendette alla famiglia Dalla Francesca nel
1929.
Chi
ci viene a trovare in visita, potrà vedere le stanze del
piano nobile accompagnato da una guida, per poi potersi rilassare
liberamente nel parco, ricco di piante antiche e con un laghetto
al suo interno.
Inutile dire che l'imponente complesso è la cornice ideale
dove organizzare non solo riunioni e convention, ma anche eventi
post-congressuali, ricevimenti, serate di gala, matrimoni e manifestazioni
culturali.
Le
sei sale multifunzionali aperte al pubblico offrono fino a 350
posti a sedere: il salone pricipale, chiamato "delle tre
forme di governo" in virtù dei magnifici affreschi
del soffito, che illustrano la Democrazia, l'Aristocrazia e la
Monarchia, può accogliere fino à 164 persone.
Come si conviene a una dimora blasonata, dove vip e eventi di
prestigio sono di casa, il servizio è prefetto, il catering
all' altezza di qualsiasi situazione.
La
terrazza del piano nobile ospita, nella bella stagione, banchetti
per 350 persone.
Tutte
le attrezzature per il congressuale sono disponibili su richiesta.
Offerti sono anche i seguenti servizi accessori: traduzione simultanea,
interpreti, servizio di segreteria, hostess.
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