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Montecchio Maggiore
Veneto

Montecchio Maggiore è un comune di 23.842 abitanti della provincia di Vicenza. Il nome deriva dal latino "monticulus", propriamente monticello o piccolo monte. Il suffisso "Maggiore" è stato aggiunto per distinguerlo da altri monticelli, quali Monticello di Fara o Montecchio Precalcino. Il paese si colloca ad ovest di Vicenza, nella valle dell'Agno. Proprio nel comune castellano il torrente cambia nome in Guà. La morfologia del terreno è prevalentemente pianeggiante, anche se a nord-est si sviluppa una zona collinare, troneggiata dai due castelli della Bellaguardia e della Villa, detti anche "Castelli di Romeo e Giulietta". La sua posizione, a crocevia di importanti nodi economici, fa di Montecchio un centro di importanza notevole per tutto il Triveneto. La presenza della Strada Statale 11 Padana Superiore e della Strada Statale 246 di Recoaro rende il paese un passaggio obbligato per tutti coloro intendano recarsi a Verona o a Venezia. L'economia castellana è retta prevalentemente dal settore industriale, che trova nel campo della meccanica e della chimica le sue punte d'eccellenza. Importanti multinazionali quali Ceccato, leader mondiale nella produzione di impianti di lavaggi, Fiamm (Fabbrica Italiana Accumulatori Montecchio Maggiore), Lowara e FIS si sono sviluppate nel comune montecchiano, sino a conquistare importanti mercati internazionali. Da segnalare anche la presenza di Bisazza, da qualche anno leader nel settore dei rivestimenti in mosaico. Tuttavia il tessuto industriale montecchiano è prevalentemente composto da piccole o piccolissime imprese, caratteristica comune di tutta la regione del Nord-Est italiano. Anche il settore dell'agricoltura assume tuttora un certo rilievo a Montecchio. Numerose sono le aziende agricole, che si dedicano alla coltura prevalentemente della vite, del mais e dei cereali in genere. Un'efficiente rete di commercializzazione, soprattutto dei prodotti vinicoli, fa si che questa attività rappresenti una notevole fonte di reddito per il paese. L'allevamento di bestiame è di scarso rilievo e per lo più lasciato alle diffuse imprese agricole a carattere familiare.

ETIMOLOGIA
Deriva dal latino monticulus, ponticello. La specifica va intesa nel senso di "principale" in riferimento alle alture che circondano l'abitato.

VILLA CORDELLINA
Eretta per volontà del giureconsulto veneziano Carlo Cordellina Molin su disegno dell'architetto Giorgio Massari, i lavori di costruzione della villa durarono dal 1735 al 1742, anno in cui il Massari preparò il progetto per le barchesse, portate a termine verso il 1760. Al progetto collaborò anche l'architetto Francesco Muttoni. Il complesso è formato dalla Residenza padronale, dalle barchesse, dalle torrette e dal grandioso rustico. Nella villa il Massari rende omaggio all'arte di Andrea Palladio con il pronao ionico a quattro colonne, sormontato dal timpano con lo stemma scolpito dei Cordellina (tre cuori con i fiori di lino), e con la disposizione simmetrica delle stanze e delle due scale accanto al salone centrale. Nel 1743 fu affidato al genio del Tiepolo l'incarico di affrescare gli interni della villa. L'artista si ispirò alle gesta dei condottieri Alessandro Magno e Scipione l'Africano per il ciclo di stupendi affreschi che orna le mura della residenza. Dopo essere stata usata anche come sede di allevamenti di bachi da seta e come collegio, nel 1943 la villa passò al conte Gaetano Marzotto e successivamente a Vittorio Lombardi, che promosse un'imponente opera di restauro della residenza e dei giardini annessi. Nel 1966 la vedova Lombardi cedette la proprietà del complesso alla Provincia di Vicenza, attuale proprietaria.

VILLA GUALDA
Risale al 1530 e si ispira ai modi del Sanmicheli. Eretta nelle campagne tra Montecchio e Montebello Vicentino, l'edificio padronale testimonia la civiltà della villa veneta prepalladiana; i rustici sono giganteschi manufatti dell’ottocento finalizzati ad accogliere i prodotti della terra e le stalle per ospitale gli animali. Ora sono ancora utilizzati allo scopo ma la necessità di manodopera non esiste più e la Gualda è diventata un muto testimone della memoria della Montecchio agricola.

I CASTELLI DI ROMEO E GIULIETTA
Il castello della Bellaguardia, detto anche "di Giulietta", in quanto possesso, secondo la tradizione popolare, della famiglia dei Capuleti, si innalza a 273 metri s.l.m.. Notevolmente ricostruito in epoca moderna, è ora adibito a ristorante. È costituito da un recinto a sei lati, con pianta ad elle: l'ingresso si apre proprio nell'angolo più protetto, che era così possibile tenere sotto tiro sia di fronte sia di fianco. La porta, senza ponte levatoio, presenta alcuni accorgimenti tecnici che hanno permesso di ipotizzarne una struttura a doppia chiusura, a saracinesca o a battenti. ogni primo maggio nei castelli si organizza una festa detta "faida" che viene organizzata con una tradizionale marcia "mini marcia" molte persone ne partecipano. a metà strado la mascott del vicenza viaccoglierà con un abbraccio! arrivati in gita per quelli che possiedono il cartellino riceveranno svariati regali e rinfresco gratis e come tradizione la lotteria con premi. Al pomeriggio la tradizionale sfilata in abbigliamento dell'epoca con sbandieratori e tamburini di seguito lo scontro con i capuletti e i montecchi! Il castello della Villa, detto anche di Romeo, sorge a 234 metri s.l.m. ed è detto "di Romeo" in quanto, secondo la tradizione popolare, attribuito alla famiglia dei Montecchi. Edificato per volere di Cangrande II della Scala nel 1354, venne in parte smantellato dal veneziani nel XVI secolo ma conserva ancora il perimetro delle mura e la torre del mastio. Viene ora impiegato solamente nella stagione estiva per eventi e spettacoli. Il castello della Villa è più grande del precedente, ha una forma trapezoidale, se pur con adattamenti dovuti alla necessità di seguire il profilo orografico del colle: lo caratterizzano tre sporgenze, in origine probabilmente turrite. Delle tre torri originarie rimane solo quella di sud-est, posta a protezione dell'ingresso. AI Iato opposto, a nord-ovest, sorge altissimo il Mastio: come il suo "gemello" di Bella Guardia, ha base in pietra a tronco dl piramide e alzata in mattoni. L'insolita vicinanza tra i due castelli ha spinto gli storici ad interrogarsi sulla loro funzione: i nomi che li contraddistinguono hanno portato ad ipotizzarne un utilizzo distinto, militare per quello di BellaGuardia e civile per quello di Villa. I castelli hanno ispirato il letterato vicentino Luigi da Porto, ideatore della novella "Historia novellamente ritrovata di due nobili amanti" trasformata, successivamente, ad opera di William Shakespeare nella tragedia, nota in tutto il mondo con il nome di Romeo e Giulietta.

LA LEGGENDA DI ROMEO E GIULIETTA
Sebbene la patria universalmente riconosciuta di Giulietta e Romeo sia la città di Verona, la funzione dei due manieri di Montecchio (noti, per l'appunto, come "Castelli di Giulietta e Romeo") può non essere così priva di importanza nell’ottica almeno dei presupposti artistici che determinarono l’ideazione, l’ambientazione e la stesura della novella. Una leggenda senese sembra essere la fonte più lontana da cui trasse origine la tradizione letteraria che Shakespeare tradusse in una tragedia immortale: fu Masuccio Salernitano (1415-1476) a dare per primo veste letteraria a questa leggenda, con la novella 'I due amanti senesi' inserita nel suo Novellino, in cui si narra la fine tragica dell’amore contrastato dei due protagonisti, Mariotto e Ganozza. Luigi Da Porto (1485-1529) si ispirò a questa novella per la sua 'Istoria novellamente ritrovata di due nobili amanti' apparsa postuma nel 1531 e poi, in altra versione, con il titolo di 'La Giulietta' nel 1539. Mutati i nomi popolareschi del racconto di Masuccio in quelli di Romeo e Giulietta, che tali rimarranno in tutta la tradizione letteraria successiva fino a Shakespeare, Da Porto immagina lo svolgimento della novella a Verona, al tempo della signoria di Bartolomeo della Scala (1301-1304). Fondandosi su un’errata interpretazione della celebre terzina dantesca “Vieni a veder Montecchi e Cappelletti/Monaldi e Filippeschi, uom senza cura/color già tristi, e questi con sospetti” (Purgatorio VI, vv.106-108), attribuisce una violenta rivalità tra due nobili famiglie veronesi, che si ripercuote tragicamente sull’amore tra i due giovani protagonisti. Nella trama sono già presenti elementi chiave come la rissa, la morte di un cugino dell’amata perpetrata da Romeo, il bando dalla città di quest’ultimo e la tragica fine di entrambi. Con qualche aggiustamento e poche modifiche alla versione originale del Da Porto, la novella fu ripresa prima da Matteo Bandello, poi da novellieri e tragediografi spagnoli, francesi e inglesi; alle versioni inglesi di Painter e Broocke si accostò direttamente Shakespeare che le usò da modello per il suo capolavoro, la cui prima rappresentazione risale al 1596. Luigi Da Porto, uomo d’armi e letterato vicentino (1485-1529), scrisse la novella nella sua dimora di Montorso Vicentino, dove si era ritirato abbandonando la vita militare in seguito ad una grave ferita al volto riportata in battaglia durante la guerra della Lega di Cambrai. Montorso Vicentino dista solo qualche chilometro da Montecchio e dalle finestre di villa Da Porto la vista sulle maestose rocche scaligere, doveva apparire allora come oggi molto suggestiva: è verosimile che tale immagine, di due castelli quasi in contrapposizione tra loro, sia stata di ispirazione all’ideazione della novella, non fosse altro che per l’accostamento tra il nome di Montecchio e quello di Montecchi attribuito proprio dal Da Porto alla famiglia di Romeo. Se dunque l’ambientazione letteraria è stata comunque da sempre collocata a Verona, è possibile pensare che un ruolo non secondario nell’ispirare l’immaginazione poetica del suo creatore abbiano avuto i castelli di Montecchio Maggiore, già di per sé affascinanti e gloriosi per le vicende storiche da essi realmente vissute. La leggenda che attribuisce le due rocche scaligere alle famiglie veronesi di Montecchi e Capuleti, facendone le dimore di Romeo e Giulietta, entra con forza nel folklore popolare alla metà dell’Ottocento, cioè in pieno clima romantico, in un periodo in cui molto sentito era il fascino delle rovine medioevali e facile sembrava calare in tali ambienti vicende suggestive e affascinanti.

MANIFESTAZIONI
Montecchio Medievale (nota anche col nome 'Faida')
L'ultima domenica di aprile e il 1 maggio il comune si tuffa in un'atmosfera medievale per rivivere la storica disfida tra le casate dei Montecchi e dei Capuleti e per assaporare il gusto e i colori di un borgo tardo quattrocentesco. Il premio finale per chi si aggiudica più prove è il palio, drappo dipinto dal noto ed apprezzato pittore Felice Cosentino, che sarà custodito dalla squadra vincitrice fino all'edizione seguente. Il culmine della rievocazione storica si raggiunge con l'elezione di Romeo e Giulietta, scelti tra "baldi giovani e gentili fanciulle" che si candidano a rivestire i panni dei due innamorati. I prescelti, votati dal pubblico presente, rappresentano per un anno la città di Montecchio Maggiore nei maggiori eventi in cui è richiesta una delegazione ufficiale del comune o a cui partecipa il Gruppo Storico Culturale Giulietta e Romeo, organizzatore della manifestazione. Per la giornata medievale, ai castelli viene ricostruito un vero e proprio borgo quattrocentesco animato da un grande mercato tipico, dal quartiere degli armigeri, da falconieri, alchimisti, giocolieri, cavalieri, sputafuoco, e da spettacoli ed intrattenimenti rigorosamente in stile medievale. L'appuntamento del 1º Maggio è tra gli eventi più apprezzati a livello nazionale, nel campo della rievocazione storica: nell'area tra le due rocche, resa interamente pedonale, si danno appuntamento tra le 15 e le 20mila persone. La manifestazione, la cui prima edizione è stata nel 2000, ha mutato il nome originario "Faida" in "Montecchio Medievale", a partire dall'anno 2006.
Trofeo delle Regioni
Operaestate Festival Veneto

PERSONAGGI FAMOSI
Silvio Ceccato, filosofo e linguista italiano;
Christian Maggio, calciatore del S.S.C. Napoli;
Giovanni Buonconsiglio, pittore rinascimentale.

MUSEI
Museo Civico "Giuseppe Zannato"

EDIFICI STORICI
Castello della Bella Guardia
Villa Cordellina Lombardi
Villa Lorenzoni

EDIFICI RELIGIOSI
Chiesa di San Pietro

DATI RIEPILOGATIVI

Popolazione Residente 23.857 (M 12.165, F 11.692)
Densità per Kmq: 777,9
Superficie: 30,67 Kmq

CAP 36075
Prefisso Telefonico 0444
Codice Istat 024061
Codice Catastale F464

Denominazione Abitanti montecchiani
Santo Patrono Madonna di Monte Berico
Festa Patronale 8 settembre

Il Comune di Montecchio Maggiore fa parte di:
Area Geografica: Bacino Idrografico del Fiume Brenta-Bacchiglione
Regione Agraria n. 5 - Colline dell'Agno
Rete dei Comuni Solidali: Comuni della Terra per il Mondo (Recosol)
Comuni Gemellati con la Fondazione Città della Speranza

Località e Frazioni di Montecchio Maggiore
Alte Ceccato, SS. Trinità, Sant'Urbano, Valdimolino

Comuni Confinanti
Altavilla Vicentina, Arzignano, Brendola, Castelgomberto, Montebello Vicentino, Montorso Vicentino, Sovizzo, Trissino, Zermeghedo