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Malo
Veneto

Malo è un comune di 13.868 abitanti della provincia di Vicenza. Malo è il decimo comune della provincia di vicenza come numero d'abitanti.

MANIFESTAZIONI
8 settembre: Festa patronale di Santa Maria Liberatrice
Carnevale di Malo: con maestosi carri allegorici che da più di 80 anni sfilano per le vie del centro storico per aggiudicarsi la "pessa". Da qualche anno se ne svolge una versione estiva, il Carnevale Estate.

ETIMOLOGIA
Attestato come Malado, ha origine incerta. Potrebbe derivare dal latino malatu, che deriva a sua volta da malum (melo) o da malus (cattivo), riferito alle caratteristiche geografiche del luogo.

MUSEI
Museo "Civiltà Rurale del Vicentino"
Museo Casabianca
Museo dell'Arte Serica e Laterizia

ORIGINI E CENNI STORICI
Il territorio di Malo era abitato nell'antichità da genti euganee. Degli stazionamenti umani non rimane pressoché traccia, mentre è documentata una rete stradale, conosciuta come pista dei veneti [vedi Veneti]. Questa pista collegava tutti gli sbocchi delle valli costeggiando la linea pedemontana, salendo da Sovizzo e Creazzo, costeggiando le colline fino a Schio, e da qui per Caltrano, fino a Marostica e oltre. Probabilmente lungo tale pista erano presenti degli insediamenti; alcuni di questi erano nelle colline di Malo e di Monte di Malo, presso il colle della Sisilla e il Monte Palazzo, vicino la frazione di S.Tomio, oppure presso Priabona e il Buso della Rana. In queste località sono stati ritrovati manufatti, cocci, selci, che comprovano la presenza umana. Inoltre asce in selce risalenti a 4000-3000 anni a.C. sono state ritrovate nel centro storico. In epoca romana la zona di pianura dell'alto vicentino fu interessata a centuriazione, di cui rimangono ancora alcune tracce. Di epoca romana sono state ritrovate tombe e un mosaico pavimentale nei pressi di S.Tomio. Il municipium romano di Vicenza era diviso anticamente in pagi, ovvero dei distretti, uno di questi era quello di Maladum, la pieve di Santa Maria, chiesa del Castello, oggi anche detta S.Libera, sostituì il pagus, i primi cristiani adoperavano il termine pieve sia per indicare il popolo vivente in un territorio sia il luogo delle assemblee religiose. L'antico territorio pievano comprendeva anche gli attuali comuni di Marano Vicentino, Monte di Malo e Isola Vicentina. Con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente e le invasioni di popoli barbari anche il territorio maladense viene interessato dall'insediamento di queste genti. Se nei pressi di Malo, nelle vicinanze di Priabona, esiste ancora oggi un'antica chiesa dedicata a San Giorgio, santo patrono degli eserciti longobardi, si può ritenere fosse la chiesa della fara che custodiva il passo, di certo è stata rinvenuta una spada longobarda in via Porto, in centro storico; inoltre presso la pieve di Santa Maria sono stati ritrovati mattoni di fattura longobarda. In epoca successiva, per far fronte alle incursioni degli ungari, Berengario I, re d'Italia, nel 917 dona al vescovo di Padova i territori montani tra l'Astico e il Brenta, al vescovo di Vicenza rimangono i territori sulla destra orografica dell'Astico, quindi anche quelli di Malo. Nel 1026 l'imperatore Corrado II il Salico conferma alla chiesa vicentina i diritti e i possedimenti, facendo riferimento ad un castello et castellum in eodem loco de Malado, probabilmente il castello menzionato era già una curtis longobarda e poi carolingia. Si può far risalire l'origine del comune di Malo al periodo successivo alla sollevazione del 1110 dei cittadini di Vicenza contro il vescovo Torengo. Negli anni successivi forte sarà la contrapposizione tra i vescovi di Vicenza e i conti di Schio, della famiglia Maltraversi, per il possesso dei feudi sulla destra Leogra, tra cui Malo, feudi vescovili. La contrapposizione arriverà al tentativo di usurpazione dei feudi fino all'uccisione, nel 1184, del vescovo di Vicenza b. Giovanni Cacciafronte da parte di un sicario di Malo, di nome Pietro, probabilmente su mandato del conte Uguccione Maltraversi. Le dispute si riproposero con il successivo vescovo Pistore ucciso nel 1200 presso il castello di Pievebelvicino in uno scontro con il conte Uguccione che aveva occupato il feudo vescovile. I pesanti debiti contratti dei vescovi di Vicenza presso usurai li costrinsero ad alienare alcuni beni della chiesa, nel 1213 l'amministratore apostolico imposto a papa Innocenzo III vescovo Nicolò Maltraversi sospese le vendite e con una saggia amministrazione riuscì a ridurre il grosso debito, il successore vescovo Zilberto fu comunque costretto nel 1222 a vendere a un certo Savino i castelli di Malo e di Priabona (Pietra mala) con il consenso dei legati pontifici Giordano, vescovo di Padova, e frà Giordano Forzatè, priore del monastero di S.Benedetto di Padova. Nel 1230 Savino fu nominato conte di Malo dall'imperatore Federico II. Savino del fu Giovanni da Faenza fu presentato con esplicita raccomandazione ecclesiastica di papa Onorio III, sembra comunque che fosse un usurario come si desume da atti del 1204 per un prestito ad usura ad un nobile milanese scolaro dello Studio (Università) di Vicenza, e da un prestito del 1225 alla contessa Adelasia, madre dei conti Guido e Alberto Maltraversi. Il conte Savino aveva come vicecomes un certo Bartolomeo Pagani di Malo, anch'egli usuraio, questi nel 1225 comperava dal comune di Malo, pesantemente indebitato a causa dei suoi stessi prestiti, beni sutuati in Leguzzano e altre località del monte. Savino aveva due figlie, Ziborga andò sposa a Guido Maltraversi, figlio di Emilia da Romano, il fratello di Guido, Uguccione sposò Anselice sorella di Ziborga. Sembra che il conte Savino, passato dalla parte ghibellina, parteggiando con Federico II e il suo vicario Ezzelino, alla parte guelfa, sia morto nel 1241 a San Bonifacio contro Ezzelino III. Probabilmente il castello di Malo, congiuntamente a quello di Priabona, di cui non si avrà più notizia, è stato distrutto dallo stesso Ezzelino in quegli anni o comunque poco dopo durante le guerre con i padovani in seguito al patto di custodia, infatti già nel 1311 del castello di Malo non si fa più menzione. Successivamente alla morte di Beroardo Maltraversi, figlio di Ziborga, come nobili possidenti si farà menzione prima di Enrico Scrovegni, 1298, e poi di Vitaliano dei Lemici, entrambe le famiglie erano di potenti usurai padovani. Con una congiura di nobili vicentini, accordatisi con Enrico VII di Lussemburgo e Cangrande della Scala, nel 1311 Vicenza e il territorio si liberano ad dominio padovano. Dopo questi avvenimenti la vita pubblica, in mancanza di signori feudali, verrà amministrata dal Comune, che si appresterà a definire i confini della circoscrizione comunale. I confini a quel tempo erano più estesi di quelli attuali, e comprendevano anche l'attuale comune di Monte di Malo, mentre erano in contestazione i confini presso Leguzzano. Le contestazioni dei confini fra comuni portarono a ripetuti interventi dei Signori della Scala. Ben presto però si videro segni di frattura da il piano e il monte per motivi prettamente etnici,il piano era abitato da genti latine mentre il monte da genti di origine e lingua tedesca. Infatti nel 1322 Bailardino Nogarola concedeva ai tedeschi che abitavano oltre il torrente Giara o Livergon la possibilità di unirsi in comune, fatti salvi gli oneri verso in comune di Vicenza. Nel 1388 le genti e il sacerdote del monte chiesero al vescovo di Vicenza Pietro Filargo, e successivamente a Roma per conferma apostolica, di poter essere separati dalla pieve matrice e retti in parrocchia autonoma. La conferma apostolico di papa Innocenzo VII fu ricevuta ed eseguita dal vescovo Giovanni Castiglione; le motivazioni della separazione furono: l'uso della lingua tedesca, la distanza dalla pieve, l'amministrazione dei sacramenti riservata all'arciprete della pieve per cui molti morivano senza sacramenti. Comunque, almeno dal punto di vista simbolico, con sentenza del 1407 venivano confermati i diritti della pieve. La separazione dell'amministrazione religiosa e poi civile portò durante la dominazione scaligera all'istituzione dei vicariati, Malo fu sede si uno degli 11 vicariati maggiori nel territorio vicentino, la sua giurisdizione comprendeva i comuni di: Malo, Castelnovo, Isola di Malo, Ignago, Monte di Malo, Priabona e Torreselle. Nel 1437 il piano e il monte fanno parte dello stesso comune ma è evidente dalle fonti una certa autonomia del monte che allora comprendeva le terre oltre il torrente: Santomio, Priabona, Campipiani, Faedo fino a dei mansi in Leguzzano. Da documenti è evidente che comunque già era in atto la separazione del piano dal monte, di fatto in atto nel 1456, nel 1468 si decide la separazioni degli estimi comunali, mentre con atto del 1496, peraltro andato perduto, si sancirà la definitiva separazione tra il comune di Malo e quello di Monte di Malo.

DATI RIEPILOGATIVI

Popolazione Residente 14.510 (M 7.218, F 7.292)
Densità per Kmq: 475,3
Superficie: 30,53 Kmq

CAP 36034
Prefisso Telefonico 0445
Codice Istat 024055
Codice Catastale E864

Denominazione Abitanti maladensi
Santo Patrono Natività di Maria Vergine
Festa Patronale 8 settembre

Il Comune di Malo fa parte di:
Area Geografica: Bacino Idrografico del Fiume Brenta-Bacchiglione
Regione Agraria n. 7 - Pianura di Vicenza
Comuni Gemellati con la Fondazione Città della Speranza

Località e Frazioni di Malo
Case, Molina, San Tomio

Comuni Confinanti
Castelgomberto, Cornedo Vicentino, Isola Vicentina, Marano Vicentino, Monte di Malo, San Vito di Leguzzano, Thiene, Villaverla

Il comune è gemellato con
Peuerbach (Austria)