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Longarone
è un comune italiano di 4.073 abitanti della provincia
di Belluno, in Veneto. È tristemente noto perché
completamente distrutto dal disastro del Vajont del 9 ottobre
1963. A Longarone arriva l'Alta via n.3, che parte da Villabassa.
Durante la I guerra mondiale Longarone fu sede di una nota
battaglia. Nel dicembre 1959 la cittadina diede vita alla
prima Fiera del Gelato: oggi Longarone è la sede
della Mostra Internazionale del Gelato Artigianale (MIG).
Questo anche grazie alla tradizione ultracentenaria delle
storiche famiglie di gelatieri che, dai comuni delle valli
limitrofe di Zoldo Alto, Forno di Zoldo e Zoppè di
Cadore, hanno contribuito in maniera determinante a far
conoscere il gelato artigianale tradizionale italiano in
Italia, Germania, Austria, Olanda e nel mondo intero. Il
9 ottobre 1963 il paese fu colpito dal Disastro del Vajont,
una strage causata da una frana staccatasi dal Monte Toc,
di fronte ad Erto e Casso, e precipitata nel bacino artificiale
creato dalla diga del Vajont, provocando un'onda che scavalcò
la diga e travolse il paese sottostante, distruggendolo
e provocando 1.910 morti. Longarone è Medaglia d'oro
al Merito Civile con la seguente motivazione: «In
occasione dell'immane disastro abbattutosi sul suo territorio,
nel quale perdevano la vita ben millequattrocentocinquanta
suoi figli e la quasi totalità dei fabbricati andava
distrutta, la forte popolazione di Longarone, prodigandosi
nell'opera di soccorso dei superstiti e di recupero delle
salme, dava fulgida testimonianza, tra l'unanime ammirazione
del Paese, di mirabile fermezza d'animo e di preclare virtù
civiche». Quella che è oggi lurbanità
di Longarone, prende matrice da un Piano Particolareggiato,
approvato nel 1965. Fu il primo piano urbanistico a seguito
del disastro del Vajont, caratterizzato da un risultato
finale di matrice tradizionale. Liniziale Piano Urbanistico
di Giuseppe Samonà e del suo gruppo multidisciplinare,
comprendente un ambito geografico di ventinove comuni, dagli
aspetti tipicamente modernisti e impregnato di nozioni lecorbusieriane,
viene limato nei suoi aspetti più innovativi, fino
ad assumere una decisa impronta tradizionale e limitato
alla sola Longarone. Lapprovazione del Piano passa
attraverso uno scontro con il comitato superstiti che si
oppone a ogni tentativo modernista, proponendo di contro
una ricostruzione dello stato precedente il disastro, con
moduli e materiali tipicamente alpino-locali. Il comitato
ha una forza tale da portare lamministrazione ad avocare
a sé il sistema edilizio da innestare sul Piano,
lasciando a Samonà lincarico di redazione del
solo Piano. Il nuovo incarico di studio del sistema edilizio
viene conferito a Gianni Avon e Francesco Tentori che attraverso
metodi di analisi e ricerca locale, quali sondaggi casa
per casa, riescono a proporre un innesto tradizionale, frammentando
i blocchi di Samonà in edifici più piccoli
quali case a schiera e mantenendo un profilo tradizionale
nei punti storicamente più significativi, come in
Via Roma.
LA
DIGA DEL VAJONT
La diga del Vajont è una diga progettata dall'ingegner
Carlo Semenza e costruita negli anni tra il 1957 e il 1960
nel territorio del comune di Erto e Casso (PN) lungo il
corso del torrente Vajont. Di tipo a doppio arco, lo sbarramento
è di 261,60 m (la quinta diga più alta del
mondo, la seconda ad arco) con un volume di 360.000 m3 e
con un bacino di 168,715 milioni di metri cubi. All'epoca
della sua costruzione era la diga più alta al mondo.
Lo scopo della diga era di fungere da serbatoio di regolazione
stagionale per le acque del fiume Piave, del torrente Maè
e del torrente Boite, che precedentemente andavano direttamente
al bacino della Val Gallina, che alimentava la grande centrale
di Soverzene. Le acque sottratte al loro corso naturale
vennero così incanalate dalla diga di Sottocastello
(Piave), da quella di Pontesei (Maè) e da quella
di Valle di Cadore (Boite) al bacino del Vajont tramite
chilometri di tubazioni in cemento armato vibrato e spettacolari
ponti-tubo. A questo complesso si aggiunse successivamente
la vecchia diga di Vodo di Cadore, che con la sua quota
permise di alzare di 15 m la diga del Vajont, rispetto al
progetto originario. In questo sistema di "vasi comunicanti",
le differenze di quota tra bacino e bacino venivano usate
per produrre energia tramite piccole centrali come quella
del Colombèr, ricavata in caverna ai piedi della
diga del Vajont e quella di Castellavazzo. Le acque scaricate
dalla centrale di Soverzene venivano poi condotte, tramite
un canale, al Lago di S.Croce e ai successivi, con relative
centrali. Era un sistema concepito per sfruttare al massimo
tutte le acque ed i salti disponibili del fiume Piave e
dei suoi affluenti, di cui il bacino del Vajont era il cuore;
esso venne presto compromesso prima dalla frana del Lago
di Pontesei (ora quasi vuoto per motivi di sicurezza) e
poi dalla frana che causò il disastro del Vajont.
Negli ultimi anni è avvenuta una ripresa di interesse
verso la diga e la tragedia del Vajont e si sono fatte frequenti
le visite guidate da parte di specialisti interessati agli
aspetti scientifici della diga ma anche di gente comune.
L'ENEL, oggi proprietaria delle strutture e dei terreni,
ha aperto al pubblico nell'estate 2002 la prima parte del
coronamento sopra la diga, affidando ad alcune associazioni
del territorio (tra cui l'Associazione Pro Loco di Longarone)
il compito di gestire le visite guidate. Da sabato 12 agosto
2007 è stato aperto al pubblico, dopo l'inaugurazione
ufficiale, il coronamento della diga. La gestione è
affidata al Parco naturale delle Dolomiti Friulane. I turisti
possono ora accedere ai primi venti metri di coronamento,
pur senza la prenotazione, per osservare con i propri occhi
l'impressionante scenario della frana del Monte Toc e della
valle sottostante di Longarone. Non si possono ancora perlustrare,
invece, le gallerie interne alla montagna, anche se, dal
settembre 2006, è stata ideata una manifestazione
podistica non competitiva, con cadenza annuale denominata
"I Percorsi della Memoria", che permette al pubblico
partecipante di poter attraversare anche le strutture all'interno
della montagna.
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Popolazione
Residente 4.047 (M 1.954, F 2.093)
Densità per Kmq: 39,1
Superficie: 103,38 Kmq
CAP
32013
Prefisso Telefonico 0437
Codice Istat 025031
Codice Catastale E672
Denominazione
Abitanti longaronesi
Santo Patrono Maria Immacolata
Festa Patronale 8 dicembre
Il
Comune di Longarone fa parte di:
Area Geografica: Bacino Idrografico del Fiume Piave
Comunità Montana Cadore Longaronese Zoldano
Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi
Associazione Città del Gelato
Comuni Confinanti
Belluno, Castellavazzo, Erto e Casso (PN), Forno di
Zoldo, La Valle Agordina, Ponte nelle Alpi, Sedico,
Soverzene
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