Isola
della Scala è un comune della provincia di
Verona che dista 19 km da Verona, in
posizione sud rispetto
al capoluogo. Fa parte del bacino idrografico del
Tartaro. Fa parte dell'area di produzione del Riso
Nano Vialone Veronese che viene coltivato su terreni
della pianura veronese irrigati con acqua di risorgiva.
Presenti anche allevamenti bovini, suini e avicoli.
Specialità locale è il risotto all'isolana,
uno dei piatti più conosciuti nel panorama
gastronomico veronese.
ETIMOLOGIA
Nel periodo romano le paludi del fiume Tartaro, che
occupavano la parte meridionale del territorio, erano
molto estese così da procurarne l'"isolamento"
dai villaggi e contrade circostanti. Di qui il nome
di Insula Cenensis. La specifica si riferisce a un
possesso della nobile famiglia degli Scaligeri.
MANIFESTAZIONI
Fiera del riso, manifestazione che conta un numero
elevatissimo di visitatori.
Sagra di San Giacomo e Sant'Anna svolta annualmente
dall'ultimo venerdì di luglio fino al martedì
successivo, serata conclusiva in cui la gente si riversa
per le strade per godere dei fuochi artificali organizzati
per l'occasione.
Appartiene alla tradizione della cittadina in quanto
si svolge da antica data, e durante il periodo attira
numerosi visitatori dai paesi limitrofi.
DA
VEDERE
Chiesa abaziale di Isola della Scala - XI secolo
Un documento, il più antico, parla della pieve
in data 20 luglio 1011. Un nuovo riferimento è
nella bolla di papa Eugenio III del 1145 che la indica
fra le pievi alla diretta dipendenza del vescovo di
Verona, chiamandola plebem Azanensis Il titolo di
abate per il rettore della chiesa è del 1672
in un breve del papa Clemente X. Al 25 luglio 1619
risale la consacrazione della attuale chiesa e la
nomina a compatrono per San Giacomo. Nel 1968 vi fu
una ristrutturazione che riportò all'aspetto
antico la chiesa che durò fino al 1997 in cui
si terminò la ricostruzione dell'ala del cinquecentesco
Oratorio parrocchiale. Il campanile ospita un concerto
di 5 campane in tonalità RE3. La maggiore pesa
966 kg. Sono state fuse nell'anno 1881 dal fonditore
veronese Achille Cavadini, ed elettrificate totalmente
negli anni '60.
Chiesa SS.Stefano e Giacomo - XVI secolo;
Chiesa di S. Maria Maddalena - XVIII secolo, chiamata
anche "cesa dei frati" in quanto inizialmente
utilizzata dalla congregazione francescana, è
attualmente sconsacrata e adibita ad Auditurium pubblico;
Santuario della Bastìa - costruzione terminata
nel 1126, dove si venera una statua lignea della Madonna
che la tradizione popolare vuole miracolosa; sorge
su un rialzo a ovest del capoluogo, nella valle del
fiume Tartaro, che è ritenuto un antico bastione
che ospitava sulla sommità una probabile fortificazione
(da qui il nome Bastìa, detto in maniera più
consona l'etimo deriva da "bastita" ossia
riparo in quanto potrebbe trattarsi di una costruzione
del '400 d.C. effettuato dalle popolazioni rurali
del luogo); tale supposizione ha dato origine alla
leggenda metropolitana (tramandata fino a qualche
decennio fa) che la chiesa, sorgendo sui ruderi di
tale fortificazione, fosse sotterraneamente collegata
all'ossario del cimitero posto a sud del capoluogo
e che tali sotterranei fossero stati usati nel tempo
per nascondersi durante le guerre o nascondere corpi
e tesori: leggenda impossibile a verificarsi in quanto,
durante alcuni lavori di manutenzione effettuati dalla
parrocchia circa trent'anni fa, i pannelli dell'altare
laterale di destra della chiesa (sotto i quali si
suppone esserci l'apertura ai sotterranei) sono stati
murati;
Chiesa della Formica (cesa de la formiga), cappella
di ridotte dimensioni (a cui deve probabilmente il
nome) ma di pregevole fattura in riva al fiume Tartaro,
molto cara alla gente del luogo, attualmente di proprietà
comunale;
Villa Pindemonte (Vo') - XVIII secolo
Villa Boschi XVII secolo
Villaggio Mariano, primi del novecento
Torre scaligera - XIII secolo
Pila Vecia - XVII secolo, da documenti dellArchivio
di Stato di Venezia, risulta che la richiesta per
poter costruire la pila fu inoltrata alla Serenissima
il 26 aprile 1644 da Domenico Cristato, latifondiere
del tempo, e che nel 1656 essa era già da tempo
funzionante. Nel corso dei secoli diverse famiglie
del patriziato veneto si susseguirono nella conduzione
della Pila Vecia. Durante la seconda Guerra mondiale,
fu risparmiata dai bombardamenti dellaviazione
alleata, probabilmente perché vicina ad un
campo di prigionieri inglesi. Per questa ragione,
una quindicina di famiglie rimaste senza abitazione
si rifugiarono alla Pila, trasferendo qui le loro
attività quotidiane. Nacque così una
piccola comunità, ricordata come Piccola Italia.
La grande ruota a pale, di 7,5 metri di diametro,
azionata dall'acqua della Fossa Zenobia, è
ancora intatta e funzionante, così come lo
sono le 9 pile ricavate in un blocco unico di marmo
rosso di Verona ed i relativi pestelli, che con il
loro movimento ritmico liberano il risone dalla pula.
Nel secondo dopoguerra, ai secolari cinematismi sono
stati aggiunti macchinari mossi dall'energia elettrica.
ORIGINI
E CENNI STORICI
I primi insediamenti risalgono all'età del
Bronzo, che si sono ampliati durante la dominazione
romana e con la costruzione della via Claudia Augusta.
Nel periodo medievale si registra l'insediamento di
monasteri benedettini, che lavorarono alla bonifica
del territorio agricolo. In epoca comunale il territorio
appartenne quasi interamente ai conti Bonifacio di
Verona e fu chiamato "Isola dei Conti".
Nel XIII secolo il paese venne assoggettato dagli
Scaligeri, i quali rafforzarono le difese sul fiume
Tartaro. Con gli Scaligeri il territorio assunse il
nome definitivo di "Isola della Scala".
Con la conquista della Serenissima Repubblica di Venezia
ci fu l'insediamento di molte famiglie veneziane,
che provvidero alla costruzione di opere di idraulica
e d'arte. Lo stesso nome fu mutato in "Isola
di San Marco", ma non ebbe molta sorte nell'uso
perché gli abitanti della cittadina rimasero
sempre legati all'antico nome si da ripristinarlo
al tramonto della dominazione. In quel periodo tuttavia
le paludi furono bonificate e dal XVII secolo fu introdotta
la coltivazione del riso. Durante il periodo napoleonico,
Isola della Scala perse la sua autonomia, a favore
del distretto di Villafranca, ma tornò ad un
ruolo di primo piano con la dominazione Austriaca.