Cortina
d'Ampezzo è un comune italiano di 6.075 abitanti
della provincia di Belluno in Veneto. Cortina è il
più grande e il più famoso dei 18 comuni che
formano la Ladinia, è una rinomata ed esclusiva località
turistica invernale, che ha ospitato le Olimpiadi invernali
del 1956 e ancora oggi è teatro di numerosi eventi
sportivi di importanza internazionale. Con la semplice denominazione
di Ampezzo, il comune fece parte della provincia di Trento
(all'epoca comprendente anche l'Alto Adige) fino al 1923,
quando vi fu l'aggregazione del territorio alla provincia
di Belluno. Durante il periodo austro-ungarico (1511 - 1918)
il comune faceva ancora parte del Tirolo. Cortina è
situata al centro della Valle d'Ampezzo, che fu il bacino
terminale di un antico ghiacciaio quaternario,[5] ed è
posizionata tra il Cadore (a sud) e la Val Pusteria (a nord),
la Val d'Ansiei (a est) e l'Alto Agordino (a ovest). Con
i suoi 254,4 km², Cortina d'Ampezzo il secondo comune
più esteso del Veneto (dopo il capoluogo Venezia)
ed è circondata a 360° dalle Dolomiti Ampezzane,
facenti parte della sottosezione delle Dolomiti di Sesto,
di Braies e d'Ampezzo, nelle Alpi Orientali, che conferiscono
alla vallata una bellezza unica al mondo. Tra le montagne
più famose si ricordano le Tofane a ovest, il Pomagagnon
a nord, il Cristallo a nord-est, il Faloria e il Sorapiss
a est, il Becco di Mezzodì, la Croda da Lago e il
gruppo del Nuvolau a sud. Il territorio comunale varia d'altitudine
da un minimo di 1.057 m a un massimo di 3.244 m, con un'escursione
altimetrica pari a 2.187 m. Il centro urbano, invece, si
trova all'incirca a 1.224 m d'altitudine. La valle e i monti
d'Ampezzo sono spesso stati scelti da registi e sceneggiatori
come set ideali per la realizzazione di svariate pellicole
cinematografiche, soprattutto per via dell'ineguagliabile
bellezza dei paesaggi naturali. È questo il caso
emblematico di Cliffhanger - L'ultima sfida, film statunitense
di Renny Harlin, con Sylvester Stallone (1993): benché
la vicenda di questo film si svolga nelle Montagne Rocciose,
l'ambientazione ideale fu individuata in Cortina proprio
in virtù della spettacolarità e della magnificenza
dei propri massicci montuosi. Altri film di fama internazionale
girati in Ampezzo sono La Pantera Rosa (1963), con David
Niven e Peter Sellers, il celeberrimo episodio della saga
di James Bond Agente 007 - Solo per i tuoi occhi (1981),
con Roger Moore, Il colonnello Von Ryan (1965), con Frank
Sinatra e Il grande silenzio (1968), con Jean-Louis Trintignant.
Tra le pellicole e le serie televisive nostrane qui girate
ricordiamo due episodi della fortunata serie natalizia di
commedie leggere interpretate dalla coppia Massimo Boldi
- Christian De Sica: Vacanze di Natale e Vacanze di Natale
2000, entrambi diretti da Carlo Vanzina, e parte della serie
televisiva Un ciclone in famiglia[77] (sempre diretto da
Carlo Vanzina), con Massimo Boldi, Barbara De Rossi, Maurizio
Mattioli e Monica Scattini. La valle ampezzana è
stata scelta come scenario ideale anche per numerosi spot
pubblicitari, specialmente per quelli invernali dell'azienda
di telefonia mobile TIM, andati in onda sulle reti televisive
nazionali negli ultimi anni.
ETIMOLOGIA
Alcuni esperti hanno ipotizzato che la parola "Cortina"
possa derivare dal diminutivo di curtis (dal latino tardo,
"corte"), che nell'Alto Medioevo indicava piccole
unità territoriali facenti parte di un feudo, e comprendenti
case e terre, alcune delle quali usufruibili liberamente
dai paesani, altre invece proprietà private del signore.
Ma "Cortina" poteva anche indicare una "piccola
corte", cioè uno spazio delimitato da un muretto,
utilizzato in passato per le funzioni religiose e come cimitero.
Forse già in epoca romana poteva esistere un centro
abitato in Ampezzo - ma non vi sono testimonianze certe
a sostegno di questa tesi - ove sorgeva per l'appunto questa
"cortina". Secondo lo studioso Mario Toller, anche
Ampezzo trarrebbe le proprie origini dal latino: o dalla
locuzione ad piceum, ossia "presso l'abete", o
dalla parola amplitium (a sua volta derivante da amplus,
"ampio"), cioè "luogo aperto e spazioso".
Lorenza Russo, invece, ritiene che tale etimologia sia sorpassata
e che sia piuttosto da ricercare più indietro nel
tempo «risalendo a una radice prelatina amp-/amb-
che designa piante selvatiche da cui si estrae un liquido
atto alla fermentazione, dalla quale sia il nome italiano
che le denominazioni atesine del lampone: ampomola (Val
Lagarina), ampoma (Val di Sole) e ampomes (Val Gardena)».
Da un punto di vista prettamente storico, la prima testimonianza
del nome di questa località montana nonché
della presenza in Ampezzo di una comunità stabile,
risale a un antico documento notarile datato 15 giugno 1156,
data secondo la quale due fratelli, Giovanni e Paganello,
acquistarono un appezzamento di terra da un possidente trevigiano.
Artroto, il notaio che stilò il rogito di compravendita,
specificò che il nome del luogo in cui si trovavano
tali terreni era Ampicium Cadubri, "Ampezzo del Cadore".
La più antica testimonianza dell'accostamento di
queste due deonominazioni, Curtina ampitii, si riscontra
invece in un documento del 1317, oggi conservato nell'archivio
della Regola Alta di Lareto.
MANIFESTAZIONI
Gennaio:
D'inverno a tavola, appuntamento con i prodotti tipici del
bellunese;
Col Gallina Cup, gara di sci amatoriale aperta a tutti;
Coppa del mondo Bob a 2 e Bob a 4;
Arte ghiaccio. Festival internazionale delle sculture in
neve;
Coppa del mondo di sci alpino femminile, da quasi vent'anni
sulla celebre pista "Olympia" della Tofana;
Una Montagna di Libri, la nota rassegna di incontri con
l'autore che si svolge da Natale ad aprile, al Palazzo delle
Poste.
Febbraio:
Ra corsa dei Sestiere, tradizionale palio invernale tra
i sestieri d'Ampezzo;
La Dobbiaco-Cortina: gara di fondo, a inizio febbraio;
Il Carnevale di Cortina, appuntamento culturale e folcloristico
della settimana precedente l'inizio del periodo quaresimale;
Cortina Winter Polo, torneo di polo sulle acque ghiacciate
del lago di Misurina.
Giugno:
La Cortina-Dobbiaco marathon: gara di corsa aperta a tutti;
Luglio:
Feste campestri, musica, intrattenimento e cene a base di
piatti locali aperte al pubblico, tutti i weekend di luglio
e della prima metà di agosto;
La Cortina-Dobbiaco Mountain Bike Race, gara ciclistica
aperta a tutti;
Concorso Ippico Internazionale Cortina International Show
Jumping, competizione di alto livello tra i migliori cavalieri
del salto ad ostacoli al mondo.
Una Montagna di Libri - Estate, la rassegna di incontri
con l'autore che si svolge da luglio a settembre, al Palazzo
delle Poste.
Agosto:
Cortina InConTra, l'ormai conosciuta rassegna culturale,
musicale e politica di attualità organizzata dal
giornalista Enrico Cisnetto;
La Notte dei falò alla vigilia di Ferragosto, con
la suggestiva fiaccolata notturna sulle Tofane a formare
una grande "M" luminosa, in onore della Vergine
Maria;
El siro de Pianozes, tradizionale corsa campestre di Ferragosto;
La Feta de ra Bandes, settimana di musica classica
e tradizionale, spettacoli e folklore, con bande musicali
del Veneto, del Friuli e del Trentino-Alto Adige, durante
la quale cittadini e turisti sono soliti scendere per le
vie del paese indossando abiti tradizionali ampezzani.
Settembre:
La Coppa d'oro delle Dolomiti, competizione tra automobili
d'epoca.
Dicembre:
Festa di San Nicola, in cui il Santo sfila per le vie cittadine
distribuendo doni ai bambini;
Il Mercatino di Natale, durante tutto il periodo dell'Avvento;
Cortina InConTra - Natale, edizione invernale dell'omonima
manifestazione estiva svolgentesi nelle settimane di Natale
e Capodanno.
DA
VEDERE
Chiesa
dei santi Filippo e Giacomo
La Chiesa dei santi Filippo e Giacomo, dedicata agli apostoli
Filippo e Giacomo il Minore, patroni del paese, è
sede della parrocchia e del decanato di Cortina d'Ampezzo.
Costruita tra il 1769 e il 1775 sul luogo in cui erano sorte
due precedenti chiese del XIII e del XVI secolo, è
il vanto della comunità. È posizionata nel
pieno centro del paese, chiusa tra il celebre Corso Italia
(sul lato destro) e Via del Mercato (su quello sinistro).
Composto di un'unica navata, l'interno rispecchia il tipico
gusto settecentesco, elegante e ricco, appariscente ma senza
gli eccessi del Barocco, con nicchie poco profonde e un
ampio presbiterio illuminato da due finestroni rettangolari.
Le decorazioni della navata sono state realizzate tra il
1774 eil 1775 dal pittore tirolese Franz Anton Zeiller,
mentre i cicli pittorici del soffitto sono opera dall'ampezzano
Giuseppe Ghedina (1859). Degne di nota sono anche una pala
del Brustolon e una tela del pittore ottocentesco cortinese
Luigi Gillarduzzi. Sono inoltre conservate le spoglie attribuite
a San Liberale e a San Teofilo. L'imponente organo Mauracher
(tre manuali - 54 registri - 3078 canne) è del 1954.
Celeberrimo è, infine, il campanile della chiesa
parrocchiale, divenuto un simbolo inconfondibile di Cortina
d'Ampezzo. Eretto dall'architetto Silvestro Franceschi tra
il 1852 e il 1858 al posto di una precedente torre campanaria
tardocinquecentesca, il campanile si erge per 71 metri,
in uno stile sobrio, elegante e maestoso che non è
né tirolese, né cadorino. In estate è
aperto anche al pubblico, che può così ammirare
il paesaggio dolomitico a più di 60 metri d'altezza.
Chiesa
della Madonna della Difesa
La Chiesa della Madonna della Difesa, con l'annesso cimitero
comunale, in località Bigontina, è attualmente
gestita dai Frati Minori Francescani. È dedicata
alla Madonna della Difesa, culto molto radicato in Ampezzo
a seguito di due avvenimenti miracolosi, attribuiti alla
Madre di Dio, avvenuti nel 572 e nel 1412 in difesa della
popolazione ampezzana. Edificata nel 1750 su un preesistente
sacello del XIV secolo, presenta sulla liscia facciata a
capanna un delicato affresco raffigurante la Madonna della
Difesa. Gli interni sono decorati con grande ricchezza di
statue, dipinti, marmi policromi e foglie d'oro.
Chiesa
di Sant'Antonio da Padova
La Chiesa di Sant'Antonio da Padova, a Chiave, la cui edificazione
terminò nel 1791, fu ricostruita interamente ai primi
dell'Ottocento a seguito di un devastante incendio che rase
al suolo l'intera frazione di Chiave. Dedicata ad Antonio
di Padova, di cui il villaggio celebra solennemente la festa
il 13 giugno, la chiesetta pare protetta e racchiusa tra
le antiche mura della frazione. L'impianto è classico
ad un'unica navata, con il soffitto in pietra appoggiato
su un largo cornicione. All'interno sono conservati due
pregevoli busti lignei (il Cristo flagellato e santa Caterina),
una pala di sant'Antonio del cortinese Giuseppe Lacedelli
e un altare ligneo riccamente lavorato.
Cappella
della Santissima Trinità
La Cappella della Santissima Trinità, in località
Majon, risale alla fine del Seicento e la sua storia è
legata a quella della nobile famiglia ampezzana e dei de
Zanna e del loro castello. La chiesetta fu infatti fatta
costruire a ridosso del proprio castello per volere di Zamaria
de Zanna, già nobile per discendenza da tal Pietro
de Zanna e "laureato in ambo le leggi", che fu
insignito nel 1692 dallImperatore Leopoldo I del titolo
di "Nobile di S. Trinità e Pietra Reale",
donde deriva la dedicazione della cappella. L'esterno presenta
un arioso porticato, mentre l'interno, in tipico gusto settecentesco,
è decorato da due altari lignei e un dipinto attribuito
a Palma il Giovane.
Chiesa
di San Rocco
La Chiesa di San Rocco, sita in località Zuel di
Sopra, è dedicata a San Rocco di Montpellier, venerato
come protettore dalla peste. L'edificio, consacrato il 10
settembre 1604, è costruito in tipico stile tirolese,
con il caratteristico campanile "a cipolla". Vi
è conservato il "Cristo de Zuel", un crocifisso
del XVII secolo che, secondo la tradizione, fu miracolosamente
rinvenuto nell'estate del 1695 tra lo strame di una stalla
di Zuel.
La
Ciasa de ra Regoles (o Casa delle Regole), posizionato in
Piazza Venezia, a metà di Corso Italia, era, un tempo,
il centro dell'amministrazione ampezzana e rappresenta tuttora
lo spirito di cooperazione e il senso comunitario di un
popolo che conosceva già molti secoli or sono l'importanza
del buon utilizzo del patrimonio collettivo, fatto di edifici,
pascoli e boschi. Oggi la Casa delle Regole ospita al proprio
interno oltre agli uffici della Comunanza Regoliera, una
triade di musei, conosciuta sotto il nome di Musei delle
Regole d'Ampezzo: il Museo Paleontologico "Rinaldo
Zardini", una raccolta di centinaia di fossili di ogni
colore, forma e dimensione, trovati, radunati e catalogati
dal fotografo ampezzano Rinaldo Zardini, appassionato di
paleontologia. Tutti i pezzi esposti sono stati rinvenuti
sulle Dolomiti e narrano di un'epoca in cui queste alte
vette alpine si trovavano ancora sul fondale di un grande
mare tropicale, popolato da invertebrati marini, pesci,
coralli e spugne. il Museo Etnografico "Regole d'Ampezzo",
nel quale sono esposti oggetti della vita quotidiana, contadina
e pastorale di un passato non tanto lontano: sono conservati
oggetti della religiosità popolare, testimonianze
artistiche, utensili agricoli, tecniche di lavorazione dei
materiali e abiti tipici di questa valle che ancora oggi
vengono sfoggiati nelle maggiori occasioni. il Museo dArte
Moderna "Mario Rimoldi", ove sono conservate 300
opere dei maggiori pittori del '900 italiano: Campigli,
Carrà, de Chirico, de Pisis, Guttuso, Morandi, Muic,
Savinio, Severini, Sironi, Tomea e molti altri. La galleria
espone occasionalmente anche opere di altri artisti provenienti
da pinacoteche internazionali o da collezioni private.
Forte
Tre Sassi
Il Forte Tre Sassi (o Forte Tra i Sassi, in tedesco: Werk
Tre Sassi e in ladino: Fort 'ntra i sas) è un fortilizio
di costruzione austro-ungarica fatto erigere a partire dal
1897 presso il Passo Valparola. Posto tra il Sass de Stria
e il Piccolo Lagazuoi, il forte dominava il passaggio tra
il Passo Falzarego (ossia l'Ampezzo, il Cadore e il Bellunese)
e la Val Badia in Alto Adige. Esso faceva parte del grande
complesso di fortificazioni austriache al confine italiano,
fatto costruire per volere dello Stato Maggiore austro-ungarico
tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo. La funzione
di tale edificio militare era quella di respingere una possibile
avanzata del Regio Esercito Italiano, che, provenendo dalla
Valle del Boite o dalla Val Cordevole, avrebbe potuto proseguire
verso la Val Badia e in Val Pusteria. Reso inutilizzabile
a causa di un bombardamento italiano il 5 luglio 1915, il
rudere rimase in uno stato di totale abbandono fino all'avvento
del nostro secolo, quando venne restaurato dalle Regole
d'Ampezzo assieme alla famiglia divenutane proprietaria,
i Lacedelli. Il restauro, appaltato al comune di Cortina
per un totale di 263.820,00 €, si è svolto tra
il 2007 e il 2008.[38] Il Forte Tre Sassi ospita oggi un
Museo della Grande Guerra, all'interno del quale sono conservati
reperti (bellici e non) risalenti agli anni del primo conflitto
mondiale.
Castello
di Botestagno
Il Castello di Botestagno (detto anche di Podestagno, dal
tedesco Peutelstein, "Rocca sul Boite") era un
fortilizio d'età medievale (oggi, purtroppo, quasi
completamente scomparso) che si ergeva sull'omonimo sasso,
situato nella valle del fiume Boite, poco più a nord
di Cortina, in località Prà del Castel. Si
ritiene che i primi a costruire un appostamento ligneo su
Botestagno siano stati i Longobardi tra il VII e l'VIII
secolo, certamente con al fine di dominare le tre valli
che sotto di esso convergono: la Valle del Boite, la Val
di Fanes e la Val Felizon; il primo nucleo in pietra, tuttavia,
risale probabilmente all'XI secolo.[23] Nel corso dei secoli
successivi fu tenuto dai tedeschi (fino al 1077), dai patriarchi
di Aquileia (XII secolo) e dai Caminesi (XIII secolo), sotto
i quali Botestagno divenne sede di un capitanato. Passò
poi in mano veneziana e infine asburgica. Durante il Settecento
il castello perse via via d'importanza, fino a quando fu
messo all'asta nel 1782 per volontà dell'imperatore
Giuseppe II. La demolizione finale della rocca avvenne nel
1915 ad opera del Regio Esercito Italiano. Oggi sono visibili
solamente pochi poveri ruderi di quelle che dovevano essere
le cantine e le fondamenta del castello, ormai in buona
parte inghiottite dalla vegetazione e dal tempo.
Castello
de Zanna
Il Castello de Zanna è una piccola fortezza, situata
in località Majon, la cui costruzione è legata
ad una particolarissima storia di fine Seicento. Costituito
di bianche e basse mura perimetrali e da due candide torrette
angolari, presenta, su quella che doveva essere la facciata
principale, una piccola cappella dedicata alla Santissima
Trinità (di cui abbiamo già parlato nella
sezione Edifici religiosi). Il castello fu voluto da Zamaria
Zanna che, già nobile per discendenza da Pietro de
Zanna (creato nobile nel 1559), fu insignito dall'Imperatore
Leopoldo I d'Asburgo di una nuova patente di nobiltà,
con il titolo di "Nobile di Santa Trinità e
Pietra Reale", come riconoscimento per essersi valorosamente
distinto nella difesa di Vienna assediata dai Turchi. La
costruzione del castello iniziò nel 1694, ma il 19
agosto 1696 i lavori furono interrotti dalla stessa comunità
ampezzana che, temendo conseguenze in caso di guerra e fedele
alle proprie tradizioni di eguaglianza e democrazia, non
gli riconobbe la facoltà di potersi costruire una
fortezza come dimora, «pel pregiudicio che puol apportare
a la Patria».[39] Di qui la pittoresca leggenda degli
ampezzani che, come moderne Penelopi, distruggevano nottetempo
le stesse mura che avevano costruito durante il giorno.
L'edificio rimase così incompiuto fino a quando,
nel 1809, venne dato alle fiamme dalle truppe rivoluzionarie
francesi che avevano invaso l'Ampezzo, rimanendone parzialmente
danneggiato. Da allora il castello non ha subito altri interventi
e oggi si presenta come una piccola e bianca fortezza diroccata,
perfettamente inglobata nel paesaggio circostante, affiancata
dalle moderne case di abitanti e turisti.
Audi
Palace
L'Audi Palace è un centro congressistico e culturale
aperto nell'agosto 2003, attualmente sede estiva ed invernale
della manifestazione culturale Cortina InConTra, organizzata
dal giornalista Enrico Cisnetto. La struttura, precedentemente
conosciuta col nome di PalaVolkswagen (2003-2005), di PalaLexus
(2005-2009) e successivamente di PalaInfiniti,[32] è
situata nel pieno centro del paese, in piazza della Stazione,
e si presenta come un grande tendone bianco, dalle linee
curve, ampie e sinuose, che ospita al proprio interno più
di 500 posti a sedere. Copre una superficie di forma rettangolare
di 768 m² e misura 40 m. per 20. Il palco interno riprende
le forme di una tipica stua (il salotto della tipica abitazione
ampezzana) ed è di dimensione sufficientemente ampie
da poter accogliere complessi musicali, corali e gruppi
concertistici. All'ingresso è poi presente una reception
riservata agli accrediti, alla stampa, alla distribuzione
di libri e brochure riguardanti le attività svolt
o in programma e agli eventuali spazi post-congress e coffee-break.
Il PalaInfiniti è infine dotato di un efficace impianto
di riscaldamento, che permette lo svolgimento di incontri
e dibattiti culturali in questa sede anche durante il periodo
invernale.
Trampolino
olimpico Italia
Sulla collina Zuel dove oggi sorge il celebre trampolino
olimpico "Italia", divenuto uno dei simboli di
Cortina, già esisteva, fin dagli anni Trenta, un
trampolino in legno per il salto con gli sci, utilizzato
principalmente per gli allenamenti degli atleti. L'attuale
struttura, invece, fu costruita nel 1955 in occasione dei
VII Giochi olimpici invernali del '56, ed inaugurata l'8
dicembre di quello stesso anno: la torre, in cemento armato
cavo e dotata di ascensore interno, è alta più
di 54 m; la rampa di lancio, invece, ne misura 86,5. Quest'ultima
ha un'inclinazione di 35° e la pista di atterraggio
è inclinata sul punto massimo di 38°. Lanciandosi
in volo da essa, durante la competizione olimpica che qui
si svolse, il finlandese Anti Hyvarien si aggiudicò
l'oro nel salto speciale, mentre il norvegese Sverre Stenersen
quello per la combinata nordica. Il trampolino ha ospitato
gare nazionali ed internazionali di salto con gli sci (come
il "Gran Prix delle nazioni di salto con gli sci"),
e gare di Coppa del mondo. In periodo estivo, la pista di
atterraggio è utilizzata per incontri di calcio di
squadre locali e come sede di un concorso ippico di salto
ostacoli. Le tribune laterali e l'anfiteatro che circondano
questo impianto hanno una capacità totale di circa
43.000 spettatori.
Stadio
del Ghiaccio
Lo Stadio Olimpico del Ghiaccio (o semplicemente Stadio
del Ghiaccio), inaugurato il 26 ottobre 1955, fu fatto costruire
a partire dal 1952 dall'impresa "Viviani Donato e figli"
di Cornuda (TV), su progetto dell'ing. Ghedina e degli architetti
Nalli ed Uras. L'edificio, in cemento armato rivestito in
legno (cirmolo, abete e larice), era originariamente aperto,
con una struttura open air, ma nei decenni successivi è
stato chiuso tramite una moderna struttura in acciaio e
vetro (ciò permette l'uso dell'impianto anche nel
periodo estivo e anche in condizioni di maltempo). L'area
di pattinaggio misura 4.320 m2, di cui 1.800 refrigerati
artificialmente. Le tribune, disposte a forma di U e rivolte
verso sud, sono alte più di 14 m. e suddivise in
4 piani.Ha una capienza di 7.000 spettatori (2.000 nelle
gradinate e 5.000 in tribuna), con possibilità di
ampliamento fino a 12.000 persone. La sala macchine, all'avanguardia
per i tempi in cui fu costruita, contiene diversi compressori,
una centrale di smistamento dell'energia elettrica e serbatoi
di ammoniaca anidra NH2. L'edificio, inoltre, comprende
al proprio interno quattro spogliatoi per le squadre di
hockey, diciannove tra spogliatoi singoli e spogliatoi per
il pubblico, una sauna, magazzini e laboratori tecnici.
L'impianto fu costruito in occasione dei VII Giochi Olimpici
Invernali, per ospitare le celebrazioni di apertura e di
chiusura di tale manifestazione e per ospitare le competizioni
sportive sul ghiaccio. Lo Stadio Olimpico è aperto
al pubblico sia d'inverno sia d'estate con una pista di
pattinaggio 30 x 60 m., solarium, servizio bar e un piccolo
parco giochi per i più piccoli. Ospita le attività
delle varie Società Sportive di hockey su ghiaccio
(partite della Sportivi Ghiaccio Cortina), broomball, curling,
short track e pattinaggio artistico, fungendo da stadio
"di casa". Durante il periodo estivo, inoltre,
vi sono allestiti numerosi spettacoli musicali, nonché,
per i più giovani, l'Ice Disco Dance, una sorta di
discoteca sul ghiaccio.
FRAZIONI
Come riportato nello statuto comunale, il territorio è
articolato in numerosi villaggi, nessuno dei quali è
però considerato frazione. Essi erano inizialmente
piccolissimi borghi unitisi poi col nome del maggiore di
questi, Cortina, e poi affiancati più recentemente
da alcuni nuovi insediamenti abitativi (tra parentesi gli
originali nomi ladini): Acquabona (Agabòna), Alverà,
Bigontina (Begontina), Cadelverzo (Ciadelvèrzo),
Cademai, Cadin (Ciadìn), Campo (Ciànpo), Chiamulera
(Ciamulèra), Chiave (Ciàe), Cianderìes,
Coiana (Cojana), Col, Cortina, Crìgnes, Doneà,
Fiames (Fiàmes), Fraìna, Gilardon (Jilardòn),
Grava (Gràa), Guargné, Lacedel (Lazedèl),
Manaìgo, Maion (Majon), Melères, Mortisa (Mortìja),
Pecol (Pecòl), Pezié, Pian da Lago, Pierosà,
Pocol (Pocòl), Ronco, Salieto, Socol (Socòl),
Staulin (Staulìn), Val, Verocai (Gnoche), Vera (Ra
Éra), Zuel (Suél).