Castel
d'Azzano è un comune italiano di circa 11.000
abitanti della provincia di Verona, in Veneto. Castel
d'Azzano dista 6 chilometri da Verona. È uno
dei comuni confinanti a sud del capoluogo. È
terra di risorgive e fa parte del bacino idrografico
del Tartaro. Una parte del suo abitato è contigua
al corpo urbano del capoluogo ed è facilmente
raggiungibile dall'autostrada A4, uscendo al casello
di Verona Sud. Percorrendo l'A22 del Brennero, si
può uscire al casello di Verona Nord. L'aeroporto
più vicino è il "Catullo"
di Verona-Villafranca che dista solo pochi chilometri.
Il comune ha avuto una radicale trasformazione dell'economia
negli ultimi decenni, il territori è sempre
prevalentemente agricolo, ma sui confini con Verona
si è sviluppata una importante zona artigianale
ed industriale che offre posti di lavoro anche ad
un numero elevato di pendolari extra comune. La presenza
dell'industria dolciaria (Bauli), che per definizione
è stagionale, ha offerto la possibilità
a residenti di mantenere attività agricole
piccole e sotto il reddito minimo o con attività
di raccolta a loro volta stagionali.
ETIMOLOGIA
Il toponimo è probabilmente legato al nome
proprio latino Attius, molto frequente al tempo dei
romani, mentre "Castello" deriva più
semplicemente dall'edificio ancora oggi esistente
e che ha segnato la storia del comune.
MANIFESTAZIONI
Non sono ancora nate tradizioni che portano ad appuntamenti
regolari annuali, salvo le sagre presenti in ogni
paese e il comitato carnevalesco.
Carnevale
Con due maschere locali, che si appoggia alla tradizione
della zona: il Conte Nogarola e la "Contessa
Malaspina" due personaggi realmente esistiti.
Il carnevale del comune si coordina con quello veronese
del Bacanal del Gnoco il più importante carnevale
popolare in Italia che ha una stagione pianificata
dai primi giorni di gennaio ad ottobre.
DA
VEDERE
Santa
Maria di Azzano (demolita) - XIV secolo
Fra le chiese del comune era la più antica
fra quelle citate, più volte ristrutturata
fu demolita nel 1965 quando venne considerata insufficiente
e sostituita con una nuova.
Santa
Maria Annunziata - XIV secolo
Anche questa più volte ristrutturata, la prima
edificazione fu nel 1310 dal conte Dinadano Nogarola,
probabilmente fu la prima costruzione importante dopo
l'acquisizione del fondo Azzano dagli scaligeri. I
Nogarola e successivamente i discendenti ne mantennero
il giuspatronato fino al 1927. Dal 1960 il culto cattolico
è officiato in un nuovo edificio, la recente
ristrutturazione fa sperare ad un destino diverso
dalla chiesa di Santa Maria.
Villa
Malaspina - XIV secolo
Del XIV secolo. È situata in via Cavour, dove
i Malaspina avevano vaste proprietà. In precedenza
la villa era un castello. Attualmente ospita un albergo
di tipo Resort in onore della Contessa Malaspina.
Affincato vi è il ristorante.
Villa
Violini Nogarola detta anche Il Castello - XIX secolo
Fu interamente rifatta all'inizio del XIX secolo,
da un architetto ticinese Simone Cantoni, su un'opera
precedente risalente all'insediamento dei conti sul
territorio. Era dotata di uno splendido parco pieno
di risorgive. La morte dell'ultimo erede dei Nogarola,
primo sindaco dopo l'annessione all'Italia, portò
ad un lento declino culminato con la devastazione
per la destinazione della villa a carcere militare
per i prigionieri di guerra durante la prima guerra
mondiale. Analogamente fu la fine del lago di Vacaldo
che si trasformò in pantano ed acquitrino.
Attualmente
solo una minima parte della villa è restaurata.
Dal 1997 è diventata proprietà comunale.
Ospita il municipio e tutti i suoi uffici, la sede
della polizia municipale e la biblioteca. Di recente
sono iniziati i lavori per il suo complento recupero.
Nel
collegamento ipertestuale sottostante si ha una dettagliata
cronistoria.
Villa
Cesari - XIX secolo
Situata nel'ononima via Abate Cesari, nella parte
est di Castel d'Azzano, è una villa campestre,
ha all'ultimo piano l'oratorio privato, ricco di affreschi,
usato dall'abate Antonio Cesari. Era la dimora preferita
dall'Abate, che visse a cavallo del 1800. Fu un importante
scrittore e critico di lingua italiana. Due tratti
importanti del suo lavoro furono il rilancio e la
riqualificazione dell'opera di Dante Alighieri assieme
ad altri dantisti veronesi del calibro di Bartolomeo
Perazzini, Pier Iacopo Dionisi, Scipione Maffei con
molti altri. Scrisse le Bellezze della Commedia di
Dante Alighieri in cui organizza un dialogo fra altri
quattro importanti dantisti veronesi precedenti al
gruppo di cui faceva parte: Filippo Rosa Morando,
Giuseppe Torelli, Agostino Zeviani e Girolamo Pompei.
L'altro tratto importante del suo lavoro fu la pubblicazione
de Dissertazione sopra lo stato presente della lingua
italiana l'atto di nascita del purismo ottocentesco,
dove poneva le basi della lingua nelle opere del tosco-fiorentino
del trecento escludendo ogni contaminazione dei fiorentinismi.
Parco
Raziol
Il parco Raziol ospita una cospicua parte delle risorgive
del comune. Sono oggetto di manutenzione e permettono
di conoscere questa caratteristica della pianura veronese
presente anche in altri posti della pianura padana
e del mondo.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Il comune era abitato fin dalla preistoria, anche
se i ritrovamenti sono pochi, interessanti e concentrati
intorno alla Villa Violini Nogarola. Fino agli scaligeri
non ci sono tracce scritte sul territorio del comune,
Il territorio, vista la presenza di risorgive era
coperto da un lago, il lago di Vacaldo, che ne condizionò
la storia e lo sviluppo fino al suo prosciugamento.
Il lago era di 14 ettari. Essendo di risorgiva il
lago aveva di acqua pulita e rinnovata continuamente.
Due erano gli utilizzi economici, il primo era di
essere un serbatoio sempre pronto per le campagne
dei dintorni, il secondo, probabile, era quello di
fornire pesce, ma a poche persone. L'uso economico
del lago poteva essere fortemente limitato da un vincolo
feudale, l'utilizzo nella sua storia come riserva
di caccia, una riserva a pochi chilometri da Verona
e con un castello che permetteva di spostare corti
e centri di comando in estate.. Il lago entrò
nella storia più volte, Con Federico Barbarossa,
nel 1164, che si accampò nei pressi di Vigasio
e sfruttò il lago, i suoi canali e le strutture
di fossi allagabili come difesa passiva. Il Barbarossa
stava cercando di ristabilire il dominio sull'Italia
contro i comuni, tutti ostili, e in quel momento non
aveva alleati. Fu probabilmente in Italia il primo
acquartieramento di difesa di un esercito di conquista
in aperta campagna che sfruttò oltre a pochi
castelli un sistema di difese naturali sostituendo
i campi di difesa urbani. L'acqua del lago era concesso
agli abitanti di Vigasio come utilizzo, con un duplice
scopo, l'irrigazione ed il funzionamento del Molino
Nuovo. Ancora nel 1812 il vescovo di Verona Innocenzo
Liruti scrisse nel suo diario:
Nogarola:
sessanta campi chiusi entro un muro di tre miglia
di giro... Nel recinto di tre miglia canali d'acqua,
viali coperti di salici marini, pioppe cipressine
e piante esotiche, statue, peschiera, tutto disposto
senza apparenza d'arte, come all'inglese.
Il
lago arrivò rimaneggiato fino alla Prima guerra
mondiale e poi fu abbandonato e prosciugato.
La
storia locale che arriva ad oggi parte dall'acquisto
dei conti Nogarola del fondo di Azzano dagli Scaligeri.
Si svilupparono piccoli centri con attività
legata all'agricoltura. Nel 1799 vi fu uno scontro
armato fra austriaci e francesi. Al compiersi dell'Unità
d'Italia divenne sindaco di Castel d'Azzano fino al
1889 il conte Antonio Nogarola, l'ultimo erede della
casata, lo sostituì fino al 1917 il conte Ludovico
Violini Nogarola che ne ereditò anche il titolo.
Una strana commistione fra dinastia e funzioni elettive
comune in piccoli comuni italiani.
La cronaca dei nostri giorni ha visto un forte inurbamento
con la migrazione di famiglie da Verona. Oggi un continuo
urbano con connotati cittadini unisce le località
di Azzano a quella di Beccacivetta con l'unica denominazione
di Castel d'Azzano.