Casier
è un comune della provincia di Treviso, in
Veneto. Si tratta di un comune sparso in quanto il
municipio si trova nella frazione Dosson.
È situato nella bassa pianura veneta lungo
il corso del fiume Sile, adiacente al capoluogo provinciale
in direzione sud-sudest ed a ca. 15 km a sudovest
dalla riva destra del fiume Piave.
ETIMOLOGIA
Dal latino casearius (relativo al formaggio), in riferimento
ad un luogo dove si lavora il formaggio o anche taberna
casearia, luogo dove si conserva il formaggio. La
voce veneta casera indica l'edificio principale di
una malga.
DOSSON
La frazione principale del comune di Casier è
Dosson, che ne ospita la sede municipale. Nonostante
dipenda nominalmente da quest'ultimo, di fatto è
Dosson il vero polo del comune, essendo il centro
più importante sia dal punto di vista demografico,
sia per quanto riguarda i maggiori enti e infrastrutture
(tra i quali la scuola media e, come detto, il Municipio).
Si trova ad ovest di Casier. Il suo recente sviluppo
urbano è notevole, tant'è che oggi le
ultime abitazioni sono adiacenti a Frescada (comune
di Preganziol) e a Sant'Antonino (comune di Treviso).
In occasione della Giornata della Memoria 2004, in
piazza Leonardo Da Vinci, è stata inaugurata
una stele dedicata ai bambini ebrei morti nel campo
di concentramento di Terezin, opera dell'artista Giorgio
Celiberti. L'economia è basata per lo più
sull'industria (esiste una buona zona industriale)
e il terziario. L'agricoltura, che caratterizza il
paesaggio della periferia, è peculiare perché
questo è uno dei luoghi dove è coltivato
il tipico radicchio rosso di Treviso. Tra le manifestazioni
si ricordano la "Festa del radicchio rosso"
(tra fine gennaio e inizio febbraio) e la "Giornata
della Memoria", (solitamente l'ultima domenica
di ottobre), alla quale intervengono gli alunni della
scuola media ed elementare di Dosson e testimoni della
II guerra mondiale.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Casier fu per secoli sede di quello che è considerato
il più antico complesso monastico del Trevigiano:
il monastero di San Teonisto. Nel Sei e Settecento furono
edificate nel capoluogo alcune ville ad opera di patrizi
veneziani fra le quali possiamo ancora ammirare quelle
dei nobili Barbaro e dei Franceschi-Rombo. Esse, con
la chiesa parrocchiale, conservano ancora gioielli d'arte
dell'epoca, sia di pittura che di scultura.