Caprino
Veronese è un comune della provincia di Verona.
Caprino
è a 36 chilometri da Verona, a nord ovest.
Il capoluogo è ai piedi del Monte Baldo e molte
delle sue frazioni e contrade sono sulle pendici a
sud dello stesso. Il Comune comprende il bacino superiore
del progno (torrente) Tasso dalle sorgenti alla piana
di Camporengo; a nord è delimitato dallo spartiacque
del Monte Baldo e a sud dall'anfiteatro morenico.
I centri abitati, per lo più pedemontani, sono
quattordici di cui sei comuni medioevali: Boi, Caprino,
Ceredello, Lubiara, Pazzon, Pesina, uno d'epoca napoleonica:
Vilmezzano, gli altri antiche frazioni: Boschi di
Lubiara (Lubiara), Braga (Pazzon), Gaon (Caprino),
Porcino (Pazzon), Rubiana (Boi), San Martino (Pazzon),
Spiazzi (Lubiara). L'assetto amministrativo definitivo
risale al 1814-1815.
ETIMOLOGIA
Il toponimo "Caprino" è un etnico
derivato dalla tribù celta dei Cauri, insediatasi
in territorio reta in epoca imprecisata (400 a.C.).
EDIFICI
RELIGIOSI
Chiesa
dei SS. Vito, Modesto e Crescenzia - XIII secolo
Del secolo XIII a Pazzon. Ha un battistero del 1568,
La parrocchia ha numerose chiese ed oratori: Beata
Vergine del Carmelo di Vilmezzano, l'Immacolata di
Braga, di San Michele Arcangelo (romanica) e di San
Martino del XIII come inizio lavori.
Oratorio
di Santa Cristina - XIII secolo
in contrada Ceredello del XIII secolo su resti di
un antico tempio romano.
Cappella
del Sepolcro - XIV secolo
Al Cimitero, ha e aveva una serie di statue del XIV
secolo: deposizione di Cristo nel Sepolcro ora nel
museo di Villa Carlotti.
Chiesetta
di S. Rocco - XIV secolo
Poco fuori da Pesina, del XIV secolo, ampliata dopo
una grave pestilenza nel 1630
Santuario
della Madonna della Corona - XV secolo
A Spiazzi del XV secolo dove era un romitaggio. Divenne
santuario nel 1625 quando i cavalieri di Malta fecero
rifabbricare la chiesa.
Parrocchiale
di Caprino - XVIII secolo
L'attuale chiesa è del 1769 progettata da Adriano
Rossi. La facciata è del 1803 e la torre campanaria
del 1870. È stata eretta sul luogo di una precedente
chiesa dedicata a Santa Maria Maggiore. Eugenio III
nel 1145 ricorda: Plebem de Caprino cum suis capellis.
Onorio III il 5 giugno conferma la deliberazione del
Vescovo Norandino, con la quale costui aveva stabilito
che la chiesa di Caprino avesse dodici Canonici. Nei
pressi è l'oratorio di S. Pancrazio.
Chiesa
di San Gallo - XVIII secolo
A Pesina. Ricostruita nel 1769, ha uno splendido altare
maggiore fatto erigere da Almerigo Gonzaga. Conserva
una bella pala di Giovanni Caliari San Giobbe. La
tela della Madonna e Santi è di Agostino Ugolini.
Precedentemente la chiesa sorgeva a mezza collina
con il suo cimitero soggetto in parte alla pieve di
Garda ed in parte a quelle di Caprino.
EDIFICI
STORICI
Villa Nichesola-Rigo - XIV secolo
In contrada Platano, del XIV secolo ha parco e laghetto.
Villa
Nichesola-Aldrighetti - XV secolo
In contrada Platano, è la più antica
e la più interessante. Del XV secolo, con tre
archi di portico
Villa
Beccherle - XVI secolo
A Pazzon, sorta sul castello dei conti Colpani del
XVI secolo. Ha un viale di cipressi particolare che
ne costituisce l'ingresso.
Villa
Nichesola-Zambellini - XVI secolo
In contrada Platano, è del secolo XVI trascurata,
ha portico a colonne toscane, con scala esterna nel
fondo, porte e finestre in pietra d'ottima fattura
(con inferriate originali sul lato nord, verso la
strada), una cornice a denti di sega sotto la gronda,
un salone al primo piano con soffitto ligneo.
Villa
Carlotti - XVII secolo
Sede del Comune. Villa patrizia del 1632, palazzo
dal 1682. Caratteristica è la Sala grottesca
oggi detta Sala dei sogni con affreschi sulla volta.
Vi ha sede un Museo comunale (1976) che raccoglie
documenti storici locali e il Compianto quattrocentesco
proveniente dalla Cappella del Cimitero.
Palazzo
Bagatta - XVII secolo
Del XVII secolo, ha un portale ad arco con una lunga
facciata con attico sormontato da statue.
Villa
Sometti-Nichesola - XVII secolo
In contrada Platano è tardo rinascimentale,
del 1604.
Palazzo
Nogarola-Abrile - XVII secolo
Villa ex Negrelli - XVII secolo
A Pesina del XVII secolo e anteriore, ha decorazioni
pittoriche e un denso parco con bei cipressi.
Villa
Belvedere - XVIII secolo
A Pesina, è una vecchia casa padronale di architettura
tipicamente rurale. È un unico complesso, con
alcune caratteristiche case note col nome di Canal.
Ha un gruppo di piante secolari che lo circonda a
protezione dei venti del nord e a consolidamento del
terreno franoso della collina.
MANIFESTAZIONI
Festa
patronale
Per la festa del Patrono a cavallo tra luglio ed agosto
dal 1873 viene organizzata la Fiera Montebaldina,
manifestazione che unisce cultura antica e moderna,
con esposizione di prodotti e mezzi di artigiani e
industrie locali e non. Un evento in grado di attrarre
anche i bambini e i giovani con le variegate iniziative
di volta in volta proposte dagli organizzatori per
passare giornate di puro divertimento alle pendici
del Baldo. Secondo la tradizione Cattolica il giorno
del 2 agosto, giorno di conclusione della Fiera, si
svolge il rito del Perdon d'Assisi: si concede l'indulgenza
plenaria al fedele che piamente visita la Chiesa
Parrocchiale il giorno 2 agosto, in cui ricorre l'indulgenza
della «Porziuncola». Una grazia che
si rinnova dal 1216, quando San Francesco ottenne
da Papa Onorio III una indulgenza plenaria per quanti
si fossero confessati nella chiesetta della Porziuncola
nel giorno della sua dedicazione a Santa Maria degli
Angeli. Di quella notte di preghiera del 1216 e del
successivo incontro del Santo col Papa a Perugia raccontano
le Fonti Francescane.
Festa
di S. Rocco
Nella frazione di Pesina il 16 agosto c'è la
tradizionale festa di San Rocco, con processione ed
esposizione del Santo.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Le prime documentazioni storiche sono costituite da
castellieri reti (ai Cappuccini o Frati in Caprino)
lungo la via Campiona che univa gli opposti versanti
del M. Baldo. Dopo la conquista romana (89 a.C.) il
territorio entra nell'orbita del Municipio di Verona
(49 a.C.), ma sarà solo nel 16 a.C. che i Romani
prenderanno pieno possesso del territorio; in epoca
imperiale è parte della Regio X "Venetia
et Histria" come semplice "statio"
piccolo centro commerciale (cippo di "Calpurnus
mercator"). Scarse le fonti storiche alto-medioevali
(sarcofago Campasso in epoca longobarda), fece parte
del ducato di Verona e fu al limite dell'avanzata
franco-bavara del 6° secolo. Viene menzionato,
in un editto di re Berengario (X secolo) come "Cà
Ferrera", villa autorizzata, al pari delle altre
ville limitrofe, a edificare un castello per difendersi
dalle invasioni degli Ungari. Nel XII secolo è
menzionata come pieve della diocesi di Verona (S.
Maria de' Cavrini). Nello stesso secolo aderisce alla
Lega Veneta e combatte contro Federico Barbarossa
che distrugge il castello di Pesina, nel 1168. Firma
la pace di Costanza al pari degli altri Comuni italiani.
Dopo un breve periodo autonomo nell'ambito del carolingio
comitato di Garda fu conquistata da Verona di cui
seguirà le sorti. Dal 1405 al 1797 fa parte
della Repubblica di Venezia. Nel 1630 sarà
duramente provata dalla pestilenza (2053 morti su
3250). Un rinnovamento edilizio e fondiario si realizza
sul finire del XVIII secolo Caprino da semplice pieve
diviene borgo e si annette progressivamente i comuni
limitrofi, diviene sede di mercato (1786), viene riedificata
la parrocchiale (1767-1786), erette Villa Carlotti
(1632) e Palazzo Zuccolmagno, edificato il centro
sul sito dell'antico brolo. Sulle alture circostanti
(tra Rivoli e Spiazzi) si svolge la celebre battaglia
di Rivoli. In epoca napoleonica è capoluogo
di un cantone del dipartimento dell'Adige (Verona).
Durante il Regno italico i villaggi di Gaon e Rubiana
insorgono contro le truppe francesi in risposta alle
provocazioni anticattoliche. Dal 1815 al 1866 è
capoluogo di uno dei distretti della provincia di
Verona (Regno Lombardo-Veneto). Nel 1822 si costituisce
una società patriottica e nel 1848 la municipalità
e la cittadinanza simpatizzano per il movimento di
Carlo Alberto, per tale motivo, dopo la riunione al
Regno d'Italia, Caprino otterrà per decreto
di S.M. Vittorio Emanuele II il titolo di città
(1873). Il periodo post-unitario sarà il periodo
più florido nella storia della città:
capoluogo distrettuale e mandamentale, centro logistico
in prossimità del confine, centro commerciale
che integra le attività montane del Monte Baldo
con quelle collinari-moreniche e delle attività
lacustri con le vie commerciali della vallata dell'Adige
(a est); notevole l'attività estrattiva (nembro
rosato, rosso verona) e la costruzione di fortificazioni
militari (Forte Cimo Grande 1913, Forte di Nàole,
Forte San Marco, 1885) a monte di Verona. Dopo la
Prima Guerra Mondiale risente di un declino economico
che durò fino agli anni Ottanta. Nel corso
della Seconda Guerra Mondiale si ha, nuovamente, l'insurrezione
di Gaon e Rubiana contro le truppe di occupazione;
nell'immediato dopoguerra la maggioranza dei cittadini
opta per la repubblica (1946).