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Belluno
è una città del Veneto, capoluogo della
provincia omonima e maggiore centro abitato della
Valbelluna. La parte antica della città di
Belluno sorge su uno sperone di roccia in prossimità
della confluenza del torrente Ardo con il fiume Piave.
A nord si staglia verso il cielo l'imponente gruppo
dolomitico della Schiara (2565 s.l.m) con la caratteristica
Gusela del Vescovà, il monte Serva (2133 s.l.m)
con la sua mole e il monte Talvena, mentre a sud le
prealpi separano il Bellunese dalla pianura veneta.
Sempre a sud, nella zona del Castionese, si erge il
Nevegal (pronuncia: Nevegàl) sul quale sono
situati impianti di risalita e piste da sci. Belluno
è indicata come la città capoluogo di
provincia più fredda d'Italia nelle temperature
medie invernali. Anche la temperatura media annua
è forse la più bassa fra quelle dei
capoluoghi di provincia italiani. Nel 1998, ad esempio,
essa fu di 9,8 °C, mentre la media mensile di
gennaio fu di circa 0 °C. Nel torrido 2003 la
temperatura media annua non raggiunse i 10,0º.
Secondo le classifiche stilate da Legambiente la città,
sia nel 2007 che nel 2008 e 2010, si è classificata
al primo posto per sostenibilità dell'ecosistema
urbano fra tutti i capoluoghi di provincia italiani.
Inoltre il Comune ha ricevuto già nel 2007
la certificazione EMAS, confermata dopo controllo
ispettivo anche per il 2008. La certificazione EMAS
si riferisce al rispetto del Regolamento CE n. 761/2001
(EMAS) e viene attribuita a quelle amministrazioni
che si impegnano a migliorare le proprie prestazioni
ambientali (gestione dei rifiuti, qualità dell'aria
e delle acque etc.). Belluno è il primo Comune
Capoluogo d'Italia a essere stato inserito nel Registro
Europeo delle Organizzazioni registrate EMAS.
ETIMOLOGIA
Il nome della città deriva dal celtico belo-donum
che significa collina splendente, proprio per la posizione
favorevole che occupa l'abitato nel cuore della Valbelluna.
MANIFESTAZIONI
Numerose le manifestazioni culturali organizzate.
Palazzo Crepadona negli ultimi anni è divenuto
il centro culturale cittadino per antonomasia ospitando
grandi mostre: Marco Ricci e il paesaggio veneto del
Settecento, Capolavori della pittura veneta dal Castello
di Praga, Da Van Gogh a Picasso: capolavori del disegno
francese del XIX e XX secolo dal Los Angeles County
Museum of Art, Da Corot a Monet: opere impressioniste
e post-impressioniste dalla Johannesburg Art Gallery,
A nord di Venezia: scultura e pittura nelle vallate
dolomitiche tra Gotico e Rinascimento, Caffi: luci
del Mediterraneo, Andrea Brustolon: 1662-1732, il
Michelangelo del legno. La mostra Tiziano: l'ultimo
atto, dedicata al grande pittore cadorino, ha attirato
oltre 100.000 visitatori da tutto il mondo. La città
è sede di un'orchestra da camera, di numerosi
cori polifonici e popolari. Nell'ottobre 2006 ha ospitato
il IV Festival della Coralità Veneta. Ogni
anno, in occasione della festa patronale di San Martino,
viene organizzata un'ex tempore di scultura su legno,
durante la quale degli scultori, sparsi negli angoli
più suggestivi della città, si sfidano
a colpi di scalpello. Ogni anno all'interno della
manifestazione Oltre le vette: metafore, uomini, luoghi
della montagna vengono effettuati incontri, concerti,
convegni, mostre, rappresentazioni teatrali dedicati
alla montagna. All'interno del Filo d'Arianna Festival
si svolgono manifestazioni fra le più diverse
che coinvolgono le arti della danza e del teatro,
installazioni artistiche, mostre fotografiche, videoproiezioni
e quanto altro abbiano da offrire singoli artisti
(giovani proposte o scambi con altre città)
o associazioni che vengano coinvolte dall'organizzazione.
La
"sagra de i fisciòt" ("dei fischietti")
è senza dubbio la più caratteristica
fiera della città: si svolge due domeniche
prima di Pasqua. La consuetudine (nata nel 1716[9])
relativa alla festa, nata come religiosa, prevede
una lunga processione con la statua della Madonna
Addolorata che durante l'anno è custodita in
una cappella laterale della chiesa di Santo Stefano.
La festa prevede una fiera con numerosi stand gastronomici
e di artigianato locale. Alla sera la città
viene illuminata da una festa di fuochi pirotecnici.
La
Fiera di San Martino, patrono della città,
si svolge a novembre e prevede, oltre alla già
citata ex tempore internazionale di scultura su legno,
un mercatino dell'antiquariato e di degustazione dei
prodotti locali con le immancabili castagne accompagnate
da vino novello (un motto bellunese legato a questa
festa è infatti "San Martino castagne
e vino").
A
Belluno, inoltre, analogamente a varie zone del Friuli
e del Nord Europa, sono ancora vive la tradizioni
legate al giorno di San Nicolò: la sera del
5 dicembre i bambini lasciano al santo un bicchiere
di vino e un po' di fieno per il suo asinello e, il
mattino successivo, trovano in cambio dolci o piccoli
regali. Per l'occasione in piazza dei Martiri si tiene
un mercatino di dolciumi.
DA
VEDERE
Piazza Duomo è il cuore della città
antica. In essa si affacciano i palazzi dell'antico
potere cittadino: il palazzo dei Rettori del 1491
si dice su disegno di Lorenzo Ghiberti (oggi prefettura),
il palazzo rosso (municipio) in stile neogotico, il
palazzo dei Vescovi oggi sede dell'auditorium, eretto
nel 1190 dal vescovo-conte Gerardo de' Taccoli e la
torre civica abbellita nel '500 da Andrea Palladio.
La cattedrale, elevata al rango di basilica minore
da papa Giovanni Paolo II nel 1980 in onore del predecessore,
il bellunese Giovanni Paolo I, si sviluppa su tre
navate con l'abside rivolta verso occidente; il progetto
dell'attuale Cattedrale è attribuito a Tullio
Lombardo, architetto veneziano, che venne a Belluno
nel 1517 quando i lavori di costruzione erano già
stati iniziati da qualche tempo sotto la direzione
di un capomastro del luogo, un certo Nicolò
Tagliapietra, autore anche dell'orologio di Palazzo
dei Rettori. L'interno, a tre navate, conserva opere
di Andrea Schiavone, Cesare Vecellio, Jacopo Bassano,
Palma il Giovane, Pietro Muttoni, Gaspare Diziani,
Tullio Lombardo. Lo svettante campanile è stato
progettato dall'architetto messinese Filippo Juvarra:
misura 71,98 metri ed è il più alto
della provincia. L'altare della cripta è formato
da un'arca tombale degli Avoscano risalente al XIV
secolo. Camminando per via Mezzaterra (l'antico decumano
massimo della città romana) su cui si affacciano
decine di palazzi tutti risalenti all'arco temporale
incluso tra 1300 e 1600, si giunge alla chiesa di
San Pietro collegata a uno dei chiostri dell'attiguo
Seminario Gregoriano, come è documentato da
un'iscrizione all'interno dell'attuale Cappella Fulcis,
la chiesa di S. Pietro fu terminata nel 1326, dopo
più di quarant'anni di lavori, svoltisi in
concomitanza con il Giubileo del 1300 indetto da Bonifacio
VIII. La chiesa, costruita dai frati minori in stile
gotico, oggi si presenta in stile barocco con numerose
opere d'arte: quattro dipinti di Andrea Schiavone
(San Pietro, San Paolo e l'Annunciazione), tre capolavori
di Sebastiano Ricci (una "Sacra Conversazione"
su tavola, collocata nell'abside e due affreschi,
"Decollazione di San Giovanni Battista"
e "Chiamata di San Pietro", nella Cappella
Fulcis, costruita nel 1704 tra la chiesa e la sacrestia)
e soprattutto due pale lignee di Andrea Brustolon.
In alto, sul presbiterio, vi è uno dei pochissimi
esempi di organo fonocromico a due manuali di Giovan
Battista De Lorenzi (1860). Ai due estremi della città
antica si possono ammirare, pressoché integre,
le due porte principali, l'imponente porta Dojona
a nord e, con i suoi merletti in pietra e mattoni,
porta Rugo a sud, nei pressi della quale si trova
anche il Palazzo del Capitano di Giustizia. Alcuni
ruderi testimoniano la presenza di un castello che
sorgeva nella parte superiore della città antica
alle spalle della quale, appena fuori dalla cinta
muraria, si apre l'antico "Campedel", dal
1945 Piazza dei Martiri, con la sua lunga passeggiata
(detta "listòn"), i portici e la
cinquecentesca chiesa di San Rocco con opere di Padre
Santo da Venezia, Gaspare Diziani, Valentino Panciera
Besarel e Luigi Cima. Proseguendo verso est e oltrepassando
piazza Vittorio Emanuele II, su cui si affaccia il
teatro Comunale, si giunge in via Roma e da lì
si arriva alla chiesa di Santo Stefano. La chiesa,
la cui costruzione viene deliberata nel 1463, sostituì
l'antica chiesetta di Santa Maria delle Grazie. Nel
1480 durante i lavori di scavo viene portato alla
luce il sarcofago di Flavio Ostilio, ora custodito
nel cortile di palazzo Crepadona. Fra le opere d'arte
più interessanti conservate nella chiesa vi
sono due angeli lignei di Andrea Brustolon (autore
anche di un crocifisso - sulla parete della navata
sinistra). Nella Cappella Cesa (1485), a destra del
presbiterio, spicca un altare ligneo intagliato, attribuito
al bellunese Andrea di Foro (XV secolo), con piccoli
affreschi nella cornice attribuiti a Matteo Cesa;
gli affreschi, di Jacopo da Montagnana, raffiguranti
il martirio di S.Stefano, la conversione di Paolo
e scene della vita di Gesù, sono tornati alla
luce in seguito al terremoto del 1873. Sembra che
l'altare provenga dall'antica chiesetta di Santa Maria
delle Grazie. Da segnalare inoltre il tabernacolo
ligneo di frate Francesco della Dia; tele della scuola
del Vecellio, una "Adorazione dei Magi",
forse della bottega di Tiziano; una tela di Francesco
Frigimelica nella cappella di sinistra; tele di Cesare
Vecellio e del Frigimelica lungo la navata sinistra.
A lato della chiesa sorge il convento dei Serviti
con il chiostro gotico oggi sede dell'intendenza di
finanza. Il campanile è impreziosito da un
orologio con suddivisione in ventiquattro ore, secondo
l'uso nordico del quattrocento. Percorrendo via Rivizzola
si raggiunge la chiesa di San Biagio, l'edificio di
culto più antico tuttora conservato in città.
Da ricordare inoltre la chiesa di San Nicolò
nel quartiere meridionale di Borgo Piave che lambisce
le sponde dell'omonimo fiume e la chiesa di San Giuseppe
"marangon" (falegname) a Borgo Prà
che fino alla fine del medioevo fu la capitale europea
della produzione di spade da battaglia assieme a Tolone.
La città poi continua verso i quartieri residenziali
di Cavarzano, Baldenich, Mussoi e San Lorenzo.
ORIGINI
E CENNI STORICI
La città fu fondata attorno al 200 - 220 a.C.
e a partire dal 181 a.C. diventò una strategica
base militare romana e il municipium Bellunum al tempo
di Augusto entrò con un ruolo di primaria importanza
nella Regio X Venetia et Histria. La particolare ubicazione
geografica garantiva infatti un controllo assoluto
su tutta l'attuale Valbelluna, anche grazie alla costruzione
della prima torre di quello che oggi è il castello
di Zumelle, sulla via di comunicazione più
importante verso il nord, la Claudia Augusta Altinate,
la resero una roccaforte inespugnabile. Ciononostante
i barbari invasero più volte la città
ed iniziò il lento ed inesorabile tramonto
della città romana, malgrado la temporanea
riconquista da parte di Giustiniano. Belluno (Beilun
in Alto tedesco antico) rimase a lungo sotto il dominio
longobardo (VII secolo d.C.) e carolingio (VIII-IX
secolo). Con il X secolo si affermarono i governi
aristocratici dei Vescovi-Conti; fu in particolare
il vescovo Giovanni II ad espandere il dominio della
città lungo tutto il corso del Piave (dal Cadore
a Jesolo e da Bassano del Grappa a Venzone). In questo
periodo si definì la città medievale
con castello, cinta di mura, porte e torri. Belluno
è una delle località coinvolte nelle
vicende che, tra l'XI secolo e il XIII secolo, vide
come protagonista la potente famiglia degli Ezzelini,
guidata da Ezzelino che la conquistò nel 1249.
Il centro è citato nel computo delle proprietà
della casata, stilato dopo la sua sconfitta avvenuta
nel 1260. In seguito la città affronta un periodo
di alterne vicende politiche che la vedono scontrarsi
in sanguinose guerre contro i trevigiani[6] e passare
sotto numerose dominazioni (Caminesi, Scaligeri, Carraresi
e Visconti). Ma ben presto la superiorità di
Venezia obbligò il governo bellunese ad optare,
non senza gravi divergenze interne, alla dedizione
spontanea alla città lagunare nel 1404 anno
in cui si conclusero guerre esterne contro i Trevigiani
e le lotte interne fra le varie fazioni. Per un breve
intervallo nel XIV secolo Belluno venne anche incorporata
nell'immenso territorio della signoria veronese dei
Della Scala, che si estendeva da Parma a Cividale
del Friuli. Si poté rinnovare il tessuto urbano
grazie alla costruzione di case e palazzi dei nobili
e della nascente borghesia, in un clima di nuova prosperità
economica favorita dagli intensi rapporti con Venezia,
cui si fornivano legname e spade. Il Piave fu in questi
secoli l'importantissima via di navigazione delle
zattere, prezioso legname che dai boschi del Cadore
al mare riforniva la Serenissima e alimentava l'attività
economica di artigiani, segherie, porti. Con la rivoluzione
francese le truppe rebubblicane arrivano anche a Belluno
nel 1797 e nel 1806 la città diventa capoluogo
del Dipartimento della Piave, per passare poi all'Austria,
all'interno dei domini del lombardo-veneto. Con l'annessione
del Veneto nel 1866, anche Belluno entra nel Regno
d'Italia. Durante la prima guerra mondiale Belluno
è impegnata nella difesa del confine italo-austriaco,
assieme ad altri centri del Veneto come Bassano del
Grappa. Con la disfatta di Caporetto del 1917, l'esercito
italiano arretra fino alla linea del Piave e città
e provincia vengono a trovarsi ancora di più
nel cuore dello scontro. È in queste circostanze
che viene fatto saltare (per interrompere i collegamenti
tra le due sponde del Piave) il Ponte Vecchio, di
cui oggi restano i ruderi della prima arcata, sostituito
alla fine della guerra dal Ponte della Vittoria, che
ne commemora l'esito nel nome. Viene annessa all'Italia
la parte settentrionale della provincia. Belluno è
tra le Città decorate al Valor Militare per
la Guerra di Liberazione perché è stata
insignita della Medaglia d'Oro al Valor Militare per
i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività
nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale.
La resistenza bellunese fu una delle prime ad organizzarsi
tanto che già l'8 settembre 1943 si era costituito
un Comitato che si trasformerà nelle prime
settimane dell'occupazione nazista in CLN Belluno.
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Popolazione
Residente 36.618 (M 17.195, F 19.423)
Densità per Kmq: 248,8
Superficie: 147,19 Kmq
CAP
32100
Prefisso Telefonico 0437
Codice Istat 025006
Codice Catastale A757
Denominazione
Abitanti bellunesi
Santo Patrono San Martino di Tours
Festa Patronale 11 novembre
Il Comune di Belluno fa parte di:
Area Geografica: Bacino Idrografico del Fiume
Piave
Comunità Montana Belluno Ponte nelle Alpi
Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi
Associazione Rete Italiana Città Sane -
OMS
Località e Frazioni di Belluno
Antole, Bes, Bolzano Bellunese, Caleipo-Sossai,
Castion, Castoi, Cavessago, Cet, Chiesurazza,
Cirvoi, Col di Piana, Col di Salce, Collungo,
Cusighe, Faverga, Fiammoi, Giamosa, Giazzoi, Levego,
Madeago, Miér, Nevegal, Orzes, Pedeserva,
Pra de Luni, Rivamaor, Safforze, Sala, Salce,
San Pietro in Campo, Sopracroda, Sois, Sossai,
Tassei, Tisoi, Vignole, Visome
Comuni Confinanti
Farra d'Alpago, Limana, Longarone, Ponte nelle
Alpi, Sedico, Vittorio Veneto (TV).
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