Auronzo
di Cadore è un comune di 3.611 abitanti della provincia
di Belluno. Il Comune di Auronzo si estende su un'area molto
vasta, che comprende anche Misurina col suo lago, nonché
le Tre Cime di Lavaredo. L'area è attraversata dal
fiume Ansiei che, grazie allo sbarramento dell'antica diga,
forma il lago artificiale di Santa Caterina. Il bacino artificiale,
con i suoi 3 km di lunghezza, bagna anche il centro abitato.
Attraversato il lago, l'Ansiei continua il suo percorso
fino alla località di Treponti presso la frazione
auronzana di Cima Gogna, dove si immette nel fiume Piave.
Auronzo è uno dei comuni delle Tre Cime di Lavaredo,
infatti, se la famosa parete settentrionale è situata
completamente sul territorio di competenza del comune di
Dobbiaco, le Tre Cime di Lavaredo sono state da tempo immemorabile
nel Comune di Auronzo, e dal 1752 il confine corre giusto
sopra le cime, e 3/4 del massiccio sono rimaste nel Comune
di Auronzo.
MUSEI
Nel 2008 è stato inaugurato il museo civico in via
Dante presso il palazzo Corte Metto con quattro sezioni;
al primo piano flora e fauna e geologia, al secondo piano
archeologia, al terzo piano la grande guerra, al quarto
piano l'attività mineraria.
EDIFICI
RELIGIOSI
Chiesa di Santa Caterina in Villapiccola (1554)
Chiesa di Santa Giustina
Chiesa delle Grazie
SPORT
Per quattro volte Auronzo di Cadore è stata sede
di arrivo di tappa del Giro d'Italia, la prima nel 1946,
l'ultima nel 1973. In diverse altre edizioni del Giro si
è svolta una tappa con arrivo presso le Tre Cime
di Lavaredo.
Ogni anno si svolgono il Campionato nazionale di Canoa in
giugno e il Campionato mondiale di Motonautica fuoribordo
ed entrobordo corsa l'ultimo week-and di agosto.
Fin dal 1973 si tiene ogni anno in agosto la Camignada poi
sie' refuge, una corsa in montagna non competitiva che si
snoda per 30 chilometri, dal lago di Misurina al lago di
Auronzo, lungo sei rifugi alpini nei gruppi delle Tre Cime
di Lavaredo, del Monte Paterno e della Croda dei Toni.
Da svariati anni, la cittadina nel bellunese ospita il ritiro
estivo della S.S. Lazio
IL
RIFUGIO AURONZO
Il Rifugio Auronzo (in tedesco, Auronzohütte) è
un rifugio situato nel Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi
in provincia di Belluno, a 2.320 m s.l.m. Dal rifugio si
gode una panoramica sulle Tre Cime di Lavaredo e sulla Croda
dei Toni, alle spalle il gruppo dei Cadini di Misurina e
il Monte Cristallo. Il rifugio è spesso usato come
punto d'appoggio per la via ferrata De Luca-Innerkofler
sul monte Paterno, o per il giro attorno alle Tre Cime di
Lavaredo.
CENNI
STORICI
Le prime evidenze archeologiche in Val d'Ansiei che potessero
far pensare ad un popolamento in età romana furono
scoperte negli ultimi anni del XX secolo, benché
uno storico, Giovanni Candido, avesse già scritto
nel resoconto di un suo viaggio tra il Friuli e il Cadore
avvenuto trecento anni prima, di un luogo chiamato Auronzo,
dove molte vestigia d'antichità veggonsi.
Nei
secoli erano state ritrovate soltanto poche monete di fattura
romana, raffiguranti il console Manlio Aquilio (129 a.C.)
e l'imperatore Gallieno (260 d.C.-268 d.C.), senza però
alcun contesto né informazioni aggiuntive. Grazie
anche alla benevolenza del proprietario, negli anni novanta
presso la casa Molin in via Tarin si trovarono le prime
strutture di età romana. Da quel momento le scoperte
si susseguirono con ritmo incalzante, fino a delineare un
quadro assolutamente inedito: la val d'Ansiei è abitata
sicuramente fin dal II secolo a.C. Sul monte Calvario, dietro
la chiesa di Santa Giustina a Villagrande, è in corso
di scavo uno dei siti archeologici più importanti
del Veneto; un luogo di culto attivo dal II a.C. fino alIV
d.C. Le iscrizioni del sito dimostrano l'uso della scrittura
venetica fino almeno a tutto il I d.C., molto più
tardi che in pianura, diventando l'anello mancante per la
nascita della scrittura runica. Il sito è già
stato presentato a Roma in una manifestazione nazionale
sull'archeologia. Peraltro, il rinvenimento di alcuni frammenti
di terracotta, probabilmente cocci di vasi risalenti a età
preromana, hanno dato un senso ai racconti popolari che
parlavano del porteà (cimitero) dei pagane in frazione
Malon (1300 metri s.l.m.). Qui sono visibili imponenti muri
a secco, a dominare le scarpate sottostanti, mentre su un
lato si presentano imponenti terrazzamenti (anche di 3 metri
di altezza), chiamati dai valligiani i altare dei pagane.
In
frazione Villapiccola furono poi trovate, nei pressi della
chiesa, 6 monete di bronzo che coprono tre secoli (27 a.C.-211
d.C.), indizio di un tesoretto o di un abitato. Quasi di
fronte alla chiesa, dall'altra parte del lago, venne ritrovata
una moneta di Augusto durante i lavori di costruzione della
strada che costeggia il bacino.
Rilevanti
anche i reperti scoperti a Cima Gogna che, ancora secondo
le leggende locali, ospitava anticamente un centro abitato
di notevoli dimensioni. Il patrimonio ambientale è
proprietà delle Magnifiche Regole di Villagrande
e Villapiccola, antichissime forme di gestione dei beni
di proprietà collettiva dei "regolieri"
titolari di un patrimonio inalienabile, indivisibile ed
inusucapibile. Tale patrimonio ereditato dai nostri progenitori
deve essere salvaguardato, migliorato e trasferito alle
future generazioni. Con la venuta di Napoleone, nel 1806,
tale patrimonio fu, con la scomparsa delle "regole"
dato in amministrazione ai nascenti comuni, che tuttora
con arroganza e presunzione amministrano parte dei beni
indivisi delle due regole, come fossero proprietari.