Altavilla
Vicentina è un comune di 11.613 abitanti della provincia
di Vicenza che si estende per 16,63 km². Il comune
sorge ai piedi dei Colli Berici e attorno alla "Rocca".
La Rocca è l'antico castello posto sulla sommità
del colle omonimo, Rocca o Roccaforte, di cui non sono rimasti
che ruderi. La denominazione del comune fino al 1867 era
Altavilla.
ETIMOLOGIA
La prima parte del nome è un composto di tipo normanno,
con l'aggettivo che precede il nome, con evidente significato,
legato alla collocazione geografica del paese. La specifica
si riferisce alla sua posizione geografica.
MANIFESTAZIONI
Sagra del Baccalà (inizio settembre), nella frazione
di Tavernelle.
DA
VEDERE
Villa Valmarana Morosini.
La realizzazione di questa villa veneta fu opera dell'architetto
Francesco Muttoni nel 1724 per volere del conte Benedetto
Valmarana. La facciata di Villa Valmarana Morosini, che
si ammira dall'autostrada è incompleta, mentre quella
che si vede da via Marconi è la facciata posteriore.
L'edificio è stato costruito su un fondo vecchio
"domenicale". Dagli atti catastali del 1550 figura
che Prospero Valmarana acquisì una "casa in
cantarana"; tale casa è da riconoscersi nella
futura Villa Morosini. Per atti di ereditarietà,
dal momento che la sorella Valmarana sposò un Morosini,
la proprietà passò appunto alla famiglia Morosini.
Quest'ultimo fece affrescare il proprio stemma per coprire
l'iscrizione eseguita da Benedetto Valmarana sulla volta
del salone.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Nel territorio di Altavilla Vicentina le testimonianze di
età preistorica sono piuttosto scarse e non molto
significative. Gli unici reperti ritrovati, sono due asce
levigate in pietra dura, che presentano una lama molto affilata.
La tipologia permette di attribuirle al Neolitico (II-III
millennio a.C.). Inoltre è stato ritrovato, in seguito
a lavori di sterro, un insediamento stabile a nuclei di
capanne intonacate, lungo terrazzamenti disposti sul declivio
nord del colle della Rocca. Essi consistevano in reperti
ceramici (tazze, piccoli vasi, scodellini troncoconici,
olle e da una base di fornello), che hanno permesso di attribuirli
a un momento più evoluto del Bronzo recente (XIV-XII
secolo a.C.). Il sito, in seguito a periodiche ricognizioni
di superficie, ha restituito un certo numero di oggetti
relativi sia alle normali attività produttive sia
a quelle domestiche. Furono recuperati anche numerosi reperti
bronzei, fra cui una punta di pugnale, ed elementi in pietra
come punte di frecce. Altavilla quindi, nel periodo pre-romano,
doveva appartenere al modulo paleoveneto di Vicenza che,
se manifestò una certa autonomia locale, non fu neppure
indenne dagli influssi culturali e tecnologici del mondo
retico, come oramai è stato ampiamente assodato anche
in sede scientifica. Per la sua posizione così centrale,
ideale per il controllo della pianura che collega Vicenza
con Verona, è possibile immaginare lesistenza
di una fortezza residenziale o vigilante fin dai tempi della
preistoria. Non sono però stati attuati scavi sistematici
che potrebbero mettere alla luce reperti interessanti riguardanti
questepoca antica. Inoltre si è scoperto che
la rocca risale all'epoca romana e nel 2010 è previsto
l'inizio degli scavi archeologici nella chiesa della rocca.
Nel 148 a.C. venne inoltre costruita dai Romani la Via Postumia,
il cui tracciato coincide con la porzione della strada statale
11 che attraversa tutta la lunghezza del territorio. Risalgono
allepoca romana, secondo lo studioso A. Morsoletto,
la Via soprannominata "il Melaro" (il milium stradale)
e "la Perara" (da petraia) per la cava di pietre
usate per il selciato stradale. In occasione della costruzione
della strada, i colonizzatori romani operarono una bonifica
della zona pianeggiante attraverso una regolamentazione
dei canali idrici. Questo favorì gli insediamenti
della parte pianeggiante del territorio. Anche la zona di
Valmarana subì gli influssi della colonizzazione
romana, tanto che il nome latino, Maranus, o indica lantico
proprietario, un certo Mario o figlio di Mario, forse un
legionario romano compensato con questa terra, o deriva
da maranus, palude, per indicare la zona paludosa. La pianura
bonificata e lavorata, facilmente raggiungibile dalle orde
barbariche frequentemente presenti sul territorio a partire
dal IX secolo d.C., venne abbandonata dalla popolazione
a vantaggio del colle che garantiva maggiore sicurezza.
Quindi la residenza e la vita della comunità vennero
a costituirsi sul colle, mentre durante il giorno la gente
scendeva a lavorare le fertili terre della pianura. Il primo
documento storico in cui compare il nome di Altavilla è
il diploma dell'anno Mille con il quale il vescovo di Vicenza,
Gerolamo, si vedeva riconoscere dall'imperatore Ottone III
la possibilità di costruire, sulla sommità
del colle, un sistema di fortificazioni contro eventuali
incursioni barbariche, tra cui i Longobardi. Nell'incrocio
tra Via Morosini e la ferrovia, si trovava una località
chiamata Stanghe; si presume che il nome abbia origini longobarde:
pare, infatti, che in questa zona sorgesse un cimitero dove
ora si trova la rottamazione delle auto. Le popolazioni
barbariche avevano lusanza di piantare sulla tomba
un palo sormontato dallimmagine di un animale (uccello,
anitra), rivolto verso il luogo della morte del defunto.
Unaltra ipotesi di interpretazione del nome Stanghe
trae origine dal fatto che a quellepoca, per risolvere
una lite, i contendenti si sfidavano a duello in una precisa
zona periferica della città delimitata da stanghe.
Il pericolo diventò mortale nel IX secolo con le
prime incursioni degli Ungari. Guerrieri a cavallo percorsero
le principali vie di comunicazione costruite dai Romani,
attuando razzie, stragi e distruzioni nelle fattorie e nei
villaggi indifesi, saccheggiando chiese e monasteri. Allinterno
della Rocca fu edificata la fortezza vera e propria, in
prossimità della quale cera il pozzo per il
rifornimento dellacqua. L'obiettivo del lavoro di
fortificazione fu quello di dare residenza e sicurezza alla
gente che avrebbe potuto resistere in condizioni piuttosto
agevoli anche agli assedi più duri. Il castello fu
oggetto di attacchi ed incursioni da parte di vari signori
che ambivano ad ottenere una posizione così vantaggiosa
a ridosso di Vicenza. Nel 1194 il Vescovo riuscì
a riconquistare il castello e a farlo spianare, visti i
rischi che procurava. Il periodo che va dal XIII secolo
al XIV secolo vide la Rocca spopolarsi progressivamente.
Nel 1250 è testimoniata la presenza nella Rocca di
un castellano particolare, Giovanni da Apricena, un aristocratico
pugliese, forse venuto in Veneto come comandante dellesercito
dellimperatore Federico II. Alla morte di Giovanni
gli succedette il figlio Roberto. Nei tempi antichi solo
pochi potevano professare un mestiere, la gran parte viveva
del lavoro dei campi, o, come nel caso di Valmarana, del
prodotto dei boschi. Le cronache raccontano che, vista labbondanza
della materia prima e la richiesta che se ne faceva in città,
"le genti di codesta villa con barche conducono la
loro legna vendibile a Vicenza". Sicuramente a Valmarana
intorno al 1250 esisteva un castello. La costruzione, situata
sul dosso roccioso della collina, comprendeva anche qualche
casupola. Probabilmente non era murato, perché le
difese consistevano in strapiombi naturali. Altra costruzione
sicuramente risalente alla prima metà del Duecento
è la chiesa di San Biagio. Una chiesa del tutto particolare,
perché edificata e jus patronatus della famiglia
Valmarana. In pratica, il parroco di San Biagio, denominato
rettore, non veniva scelto dal vescovo, ma eletto dai Valmarana
e poi confermato e investito dal Vescovo. Alla fine del
XIII secolo i Vescovi persero l'importanza per le investiture
che furono affidate ai feudatari del luogo, si crearono
così contese che videro Altavilla in lotta con i
signori Trissino e i Da Velo. Successivamente le scorribande
di Ezzelino da Romano interessarono anche Tavernelle, quindi
il territorio divenne dominio degli Scaligeri nel 1311,
poi dei Visconti nel 1387 ed infine della Repubblica di
Venezia nel 1404. Dal 1404 al 1797 fece parte della Serenissima.
Molti aristocratici altavillesi si fecero costruire "palazzi
di villeggiatura" dove potevano trascorrere le loro
vacanze. Questo è il caso dei conti Chiericati, che
alla fine del Cinquecento avevano vasti possedimenti ad
Altavilla. Francesco Chiericati, fratello di Camillo fu
ucciso nel 1581 forse dalla moglie Franceschina Monza. Bianca
Chiericati, figlia di Francesco, che aveva lo jus nella
chiesa parrocchiale antica di Altavilla (Sant'Urbano), sul
muro esterno della parete fece apparire il suo stemma a
bucranio entro corona di grosse perle. Il padre di Bianca,
Francesco Chiericati, fu comandante di cinquecento fanti
e nel 1509 combatté con Massimiliano I Imperatore
che si era accampato con le sue truppe nella campagna fra
Tavernelle e Creazzo, vincendolo. Nel XVII secolo il territorio
di Altavilla fu colpito dallepidemia di peste che
decimò la popolazione. La legge Napoleonica che espropriava
le terre appartenenti al Clero raggiunse anche Altavilla.
La località San Tomà indicante un insediamento
religioso fu soppressa dai decreti Napoleonici e pertanto
i monaci di questa comunità furono ospitati nella
proprietà di quella che era allora lOpera di
Carità e Assistenza. Dopo il trattato di Campoformio,
nel 1797, Altavilla passò sotto il dominio asburgico
entrando a far parte del Regno Lombardo Veneto. In questo
periodo il territorio fu interessato dal passaggio delle
truppe austriache lungo la statale. Si dice che lungo la
statale per Verona, nelle trattorie venissero sistemati
dei tavolini dove gli oppositori dell'Impero si sedevano
a mangiare cibi, dove comparivano immancabilmente il bianco,
il rosso e il verde. I funzionari di polizia austriaci in
borghese, che diffidavano dei frequentatori di quel posto,
non riuscivano mai a sequestrarli. Appena entravano nelle
trattorie, i commensali che insistevano nel fare i patrioti
anche mangiando, con il cucchiaio scompaginavano larmonia
e il significato dei colori. Nell'aprile 1848 Altavilla
fornì 211 voti favorevoli, allannessione al
Regno Sabaudo. Il 9 giugno lArmata austriaca del feldmaresciallo
Radetzky passò per Altavilla, al comando del generale
Von Culoz per accerchiare le truppe italiane a Monte Berico
e svanì per il momento il sogno dellindipendenza.
Il 31 luglio 1866, con lannessione del Veneto al Regno
d'Italia, il sovrintendente austriaco Ceschi Santa Croce
e i suoi funzionari salivano sul treno per Vienna. Si racconta
che tutti i rivoluzionari, finalmente venuti allo scoperto,
abbandonati sui tavoli i risotti tricolori, si siano armati
di zolle di terra e le abbiano lanciate con grande impeto
contro la carrozza che trasportava gli austriaci. Durante
la prima guerra mondiale, per Altavilla, e soprattutto per
Tavernelle, continuarono a passare eserciti diretti al fronte
e le locande diventarono luogo di ristoro. Sulla Rocca vennero
costruite delle trincee e avviati i lavori di fortificazione,
tanto da ridiventare una roccaforte, anche se per fortuna
non fu utilizzata per combattimenti. Nel periodo fra le
due guerre Altavilla non fu interessata da episodi particolari.
Durante la seconda guerra mondiale furono ospiti delle fattorie
molti sfollati di Vicenza: alcuni abitanti di Altavilla
aderirono alla Resistenza nella "Brigata Argina"
e nella "Brigata Segato" collegate alla "Divisione
Vicenza", scontrandosi con i tedeschi. Dal 9 settembre
1943, subito dopo lannuncio dell'Armistizio, al 28
aprile 1945 le brigate partigiane attuarono nella zona vari
atti di sabotaggio. Altavilla subì ben 39 incursioni
aeree con bombardamenti che danneggiarono gran parte della
vicina linea ferroviaria dove passavano le tristemente famose
tradotte militari. Nel secondo dopoguerra Altavilla ha visto
un grande sviluppo economico, che nel corso degli anni le
ha dato un aspetto urbanizzato come possiamo vedere oggi.