Castel
Viscardo è un comune della provincia di Terni.
Castel Viscardo si erge a ridosso dell'Altopiano dell'Alfina,
a 507 m s.l.m. e dista 13 km da Orvieto. La località
si pone in una splendida posizione panoramica, che
si apre nella vallata del fiume Paglia fino ad Orvieto.
Castel Viscardo fa parte della Comunità Montana
Monte Peglia e Selva di Meana. Le attività
produttive sono legate all'agricoltura e all'artigianato.
La ricchezza geologica del territorio è data
dall'argilla, materiale primo dell'industria del laterizio:
il Comune conta infatti una decina di aziende che
producono il "cotto (mattone)". Altra attività
produttiva è data dal settore vitivinicolo:
nel territorio di Castel Viscardo si producono pregiatissimi
vini, tra i quali l'Orvieto DOC; accanto a questa
produzione non si può non citare l'olio di
oliva extra vergine, ottenuto tramite la spremitura
a freddo delle olive.
ETIMOLOGIA
Il termine castello deriva da Castrum, ossia castello,
fortezza. La specifica si riferisce ad un nome di
origine germanica, Viscardo.
EDIFICI
RELIGIOSI
Chiesa di Maria SS. Annunziata (1682).
MANIFESTAZIONI
3 maggio: Festa Patronale dell'Esaltazione della Croce
27 agosto: Festa Patronale in onore di sant'Antonio
di Padova
Agosto: Sagra della Cannelletta
Notte dell'Epifania: Canto della "Pasquarella"
per le vie del paese
17 gennaio: benedizione degli animali e distribuzione
dei "panettuzzi di Sant'Antonio"
Venerdì di Pasqua: processione del Cristo Morto
AEROPORTO
DI ORVIETO/CASTEL VISCARDO
L'aeroporto, di cui oggi rimangono solo poche rovine,
venne realizzato, nel 1938, sull'altopiano a confine
dei comuni di Orvieto e Castel Viscardo. Il progetto
delle caserme e degli edifici funzionali si deve all'ing.
Roberto Marino, mentre le aviorimesse furono progettate
dall'ing. Pier Luigi Nervi. Queste ultime, interamente
realizzate in cemento armato, fecero dell'aeroporto
un'opera unica nel suo genere. L'inaugurazione dell'aeroporto
avvenne il 27 marzo 1938. L'aeroporto, tra il 1938
e il 1940, ospitò la "scuola di pilotaggio
di 2° periodo", tra il 1940 e il '42 vennero
costruite, sempre dall'ing. Nervi, altre due aviorimesse,
nel 1942 venne dislocato ad Orvieto il 18º Stormo
o "Stormo Trasporti". Il 9 settembre 1943,
il giorno dopo l'armistizio, l'aeroporto viene assediato
dalla Wehrmacht e divenne ben presto la base operativa
dell'aviazione tedesca; dopo diversi bombardamenti
degli alleati, i tedeschi, nel 1944, decisero di spostarsi
più a nord bruciando i velivoli e distruggendo
tutte le strutture.
BANDA
MUSICALE "GIUSEPPE VERDI"
La banda musicale di Castel Viscardo fu fondata nell'estate
del 1886 da alcuni appassionati di musica che decisero
di intitolarla a Giuseppe Verdi, che in quegli anni
veniva acclamato in tutto il mondo. Il primo Maestro
fu Giovanni Glicerio Bonserini, un valente musicista
di Orvieto. La banda era costituita da una trentina
di persone; tutti lavoravano in campagna e nei mesi
caldi la maggioranza di loro andava alle fornaci.
La stagione cominciava in primavera e terminava in
autunno; i concerti, chiamati "servizi",
si svolgevano soprattutto in occasione delle feste
del paese. La banda di Castel Viscardo, unica in tutto
il circondario, cominciò ad essere richiesta
anche nei centri vicini. Fu così che i musicanti
iniziarono a spostarsi esibendosi nei paesi limitrofi.
Tuttora la banda è in funzione.
CENNI
STORICI
Il centro si sviluppa attorno al castello denominato
"Castello di Madonna", eretto nel XIV secolo,
dapprima proprietà della famiglia Monaldeschi
della Cervara, poi feudo dei principi Spada e tuttora
di proprietà dei duchi di Montevecchio. Testimonianze
di un centro abitato antecedente la costruzione del
castello, si hanno sin dal VI secolo a.C., è
infatti databile a quest'epoca la necropoli etrusca
che si estende a pochi chilometri dal paese, in località
"Caldane". Il paese possiede una chiesa
parrocchiale che custodisce ancora un bel crocifisso
in avorio del '600, regalato da Luigi XIV a un cardinale
della famiglia Spada residente a Parigi. Un altro
membro degli Spada, Francesco, ufficiale al servizio
dei Veneziani, conquistò agli Ottomani uno
stendardo custodito anch'esso nella chiesa parrocchiale.