Baschi
è un comune della provincia di Terni.
ETIMOLOGIA
Documentato con il nome di Vaschi, potrebbe derivare
dal nome Vasco, variante di Basco, ossia Guascone,
abitante della Guascogna, che ha poi assunto il significato
di "bravaccio". Secondo altri deriva dal
latino vasculum, piccolo vaso.
EDIFICI
STORICI
Castello dei Signori di Baschi
EDIFICI
RELIGIOSI
Chiesa di San Nicolò (XVI secolo)
ANTIQUARIUM
E' stato inaugurato il 16 dicembre 2000 ed è
posto nel Palazzo Comunale, dove occupa i locali del
piano terra e quelli del piano interrato ed è
stato creato in funzione dell'esposizione dei materiali
rinvenuti a Scoppieto dal 1995. Il territorio di Baschi,
tutto attraversato dal fiume Tevere, si trovò
in una posizione molto vantaggiosa, ma la scarsità
di ricerche sistematiche sul terreno non avevano fino
ad ora consentito di valutarne a pieno la situazione
storica, pur intuibile dall'importanza del noto porto
di Pagliano, un porto fluviale creato nella tarda
età romana repubblicana alla confluenza del
Paglia nel Tevere al confine con Baschi, ma in territorio
compreso nel comune di Orvieto. L'Antiquarium è
stato creato con l'obiettivo di evidenziare la storia
economica del territorio in età antica, per
l'età romana attraverso l'esposizione dei materiali
più interessanti provenienti da Scoppieto,
per gli altri periodi attraverso una mostra fotografica
degli oggetti rinvenuti nel territorio e conservati
in vari Musei italiani. I due piani in cui si articola
il percorso espositivo riflettono questi due aspetti.
Al primo piano viene illustrata l'attività
del complesso produttivo di Scoppieto attraverso una
serie di pannelli illustrativi; un modello di fornace
romana riprodotto in scala 1:5 rispetto a quella presente
nell'area archeologica permette di comprenderne il
funzionamento, mentre nelle vetrine sono esposti i
pezzi più significativi rinvenuti fino al 1999
tra cui i punzoni e le matrici, che presentano pezzi
molto rari. Non è stato ancora possibile esporre
i materiali rinvenuti dal 2000 in poi, perché
sono mancati i finanziamenti necessari per il restauro.
Non deve quindi stupire che siano stati esposti sui
ripiani dei frammenti, che dal punto di vista scientifico
sono ugualmente importanti. Essi documentano aspetti
essenziali di questo villaggio di artigiani, i cui
nomi sono impressi all'interno dei vasi che producevano.
Se per il futuro si reperiranno i finanziamenti necessari
per proseguire i restauri altri materiali verranno
a sostituire quelli frammentari ora esposti. Il piano
interrato è dedicato alla ricomposizione ideali
dei materiali archeologici provenienti dal territorio
del Comune e dispersi in vari Musei italiani. Molti
pezzi importanti sono stati rinvenuti infatti nel
corso dei secoli nel territorio: a Civitella del Lago,
a Baschi, a Salviano, ad Acqualoreto, in località
La Rota, nella necropoli del fosso S.Lorenzo in località
Le Macee. Ma nessuno, tranne l'ara con la dedica al
"dio tiberino" è rimasto sul posto.
La maggior parte di esso vennero rinvenuti nel corso
del 1700 e i loro proprietari, come accadde anche
a Todi, li donarono ad un personaggio famoso di Pesaro
appassionato di archeologia, l'avvocato Giambattista
Passeri, che in seguito, a sua volta, li donò
all'amico Annibale degli Abbati Olivieri, fondatore
dei Musei Oliveriani di Pesaro e lì sono tuttora
conservati. Noi esponiamo le fotografie di questi
oggetti come degli altri di cui abbiamo trovato notizie
dalla bibliografia scientifica con lungo e paziente
lavoro. Determinante per la realizzazione del progetto
è stata la collaborazione delle istituzioni
amministrative (Comune e Regione) e scientifiche (Università
e Soprintendenza Archeologica per l'Umbria); grazie
a questa collaborazione è stato possibile arrivare
all'apertura dell'Antiquarium a distanza di quattro
anni dalla sua ideazione ed a tre anni dalla elaborazione
del progetto. L'Antiquarium ha una funzione didattica
che si esplica, come già detto, attraverso
una ricca serie di pannelli che sono stati redatti
da una equipe di esperti dei vari settori coordinati
da M. Bergamini: dott. Angelo Barili (aspetto botanico),
dott. Giorgio Basilici (aspetto geologico), dott.
Margherita Bergamini (complesso produttivo di Scoppieto),
dott. Barbara Canzonetta e Barbara Cuppoloni (presenze
archeologiche nel territorio), prof. Marcello Gaggiotti
(navigabilità del Tevere), dott. Francesca
Goracci (documentazione archeologica a Civitella del
Lago), dott. Simona Moscara (la produzione di lucerne),
dott. Natalia Nicoletta (la produzione di vasellame
di terra sigillata), Gabriele Terenzi (le importazioni
di terra sigillata chiara e di anfore), dott. Alessandro
Trapassi (la documentazione archeologica della necropoli
di Fosso San Lorenzo).