Bondone
è un comune della provincia di Trento. Il
paese di Bondone è collocato su un pianoro
a mezza montagna a 720 m s.l.m. ed è il comune
più meridionale della Valle del Chiese, nell'estremo
lembo sud-occidentale del Trentino. È composto
da due frazioni: il paese di Bondone e il paese di
Baitoni nella piana alle foci del fiume Chiese abitato
dalla metà del secolo XIX dopo la bonifica.
Dal punto di vista geologico e floristico è
interessante consultare su questa enciclopedia la
voce Tombea.
MANIFESTAZIONI
Il giorno di festa del patrono cade l'otto settembre
quando nella liturgia della Chiesa Cattolica si festeggia
la Natività della Beata Vergine Maria. A Bondone
per tradizione si festeggia anche la vigilia in preparazione
alla festa. È una occasione importante per
la popolazione perché in quei giorni i carbonai
e le loro famiglie dispersi sui monti dalla primavera
per produrre il carbone di legna, tornano in paese
per incontrarsi e festeggiare. La peste del 1628 -
1630, (quella di manzoniana memoria) fece molte vittime
anche a Bondone: vennero risparmiate otto famiglie
che a ringraziamento fecero dipingere sulle loro case
immagini sacre che ancora oggi è possibile
ammirare. I sopravvissuti fecero un voto in onore
della Beata Vergine effigiata a Bondone con una statua
lignea che rappresenta la Madonna con il bambino in
braccio (La Madono dal Bambì en bròs)
stabilendo che il giorno 9 settembre di ogni anno
sarà un giorno di festa durante il quale si
terrà una solenne processione, portando la
statua della Madonna fino alla località Plos
ove furono seppelliti i parenti morti di peste che
non poterono trovare posto nel luogo consacrato attorno
alla Chiesa. Il voto si trova ufficializzato negli
archivi della parrocchia il 9 settembre 1855 nei seguenti
termini: «Dedicare e consacrare un giorno che
non sia già prima vincolata festa di precetto,
per una pubblica venerazione di Maria Vergine, quale
inno di solenne ringraziamento e a perenne invocazione
di nuove grazie». E così a Bondone dal
7 settembre fino al 9 settembre, o al 10 se il 9 è
già festa, si festeggiano le ricorrenze religiose
e anche il ricordo del ritorno in paese per alcuni
giorni dei carbonai e delle loro famiglie a ridare
vita alla comunità.
CENNI
STORICI
La storia di Bondone si intreccia con la storia del
vicino comune di Storo e con la storia dei conti Lodron.
Il documento più antico sulla zona a nord del
lago d'Idro è dell'anno 1000 e contiene l'invito
ai padri benedettini di san Pietro in Monte presso
Brescia perché vengano a fondare un monastero.
I monaci si insediano sulla sponda di San Giacomo
e da qui guidano la bonifica delle paludi del Pian
d'Oneda. Un documento del 1086 riguarda un contratto
di affitto agli uomini di Anfo di alcuni pascoli presso
il Caffaro e il diritto di pesca sul lago. Nell'indicare
i confini si nomina un castrum de summo lacu (un castello
alla sommità del lago d'Idro). Non si sa quale
sia ma si può ben pensare al castello di san
Giovanni di Bondone che in un documento del 24 agosto
1189 viene affidato a titolo di feudo a sette famiglie
di Storo (le sette torri dello stemma del vicino comune
di Storo?) in successione al conte Calapino, primo
personaggio nominato nella storia dei conti Lodron).
Nel 1300 per un intero secolo gli uomini di Bondone
difendono contro gli storesi i loro diritti sui pascoli
e boschi della grande conta dell'Alpo: ne parla un
documento del 27 dicembre del 1301 rinvenuto nell'archivio
di Bondone e uno del 18 luglio del 1367 rinvenuto
nell'archivio di Storo. Si giunge a una sentenza del
5 ottobre 1367, pronunciata da un arbitro nominato
fra i conti Lodron, ma nel luglio del 1396 riesplode
la lite che porterà all'attuale determinazione
dei confini del 20 ottobre 1399. Altri due documenti
rispettivamente del 16 aprile 1312 e del 15 febbraio
1321 dell'archivio di Storo riguardano invece una
decima o un feudo della gente di Condino nei confronti
di quelli di Bondone che la contestano.
Gli
storesi sostennero una altra lite secolare con il
monastero di santa Giulia in Brescia riguardante il
possesso dell'ampia zona compresa tra Lorina e l'Alpo,
comprendente tutto il bacino del Rio Torto e la Valle
del Comune che cessò in seguito ad un atto
col quale il monastero donava quei boschi e pascoli
agli uomini di Storo e di Bondone. Il territorio controverso
forma oggi il Comune Catastale di Bondone Storo, (detto
catasto da Siora) nel territorio amministrativo del
Comune di Bondone e composto da quattro particelle
fondiarie di cui due di proprietà del Comune
di Storo e due del Comune di Bondone. In un atto del
1312 del notaio Deladio di Bono risulta che a Bondone
ci sono almeno 26 fuochi o famiglie quindi circa 130
abitanti che era allora una popolazione di una certa
importanza se paragonata a Storo quando nello stesso
periodo vi erano circa 300 persone. I primi statuti
della comunità di Bondone sono del 5 marzo
1401 messi su pergamena dal notaio Giovanni fu Pietro
di Condino e vengono determinati in Castel Romano
da alcuni delegati del paese alla presenza di Pietro
fu Parisino di Lodrone (definito sovrano generale
degli uomini, delle persone e della comunità
di Bondone) In una pergamena dell'archivio di Storo
del 21 aprile 1420 si parla di alcuni uomini di Bondone
che compaiono a Levido (Pieve di Bono) dinanzi al
notaio per nominare un loro sindaco procuratore incaricato
con altri per una supplica al principe vescovo di
Trento per una decima. Il 1 dicembre 1434 un Paolo
fu Bonardo di Bondone abitante allora nella villa
di Zucca (Lodrone) riceve in dono da Paride Lodron
il paese e il territorio di Darzo per i servizi prestati
ai conti nelle guerre del precedente quinquennio co
persone e sostanze.
Il
2 luglio 1446 sulla piazza comune di Bondone l'assemblea
di regola aggiorna lo statuto alla presenza di un
notaio. In un atto del 26 giugno 1462 si parla di
una via Camarella che corre sotto Bondone. Un atto
del 12 ottobre 1472 riprende l'accordo del 1399 per
i monti Calva e Tignone Il 18 aprile del 1498 in contrada
Zucca di Lodrone nella casa di Francesco, Bernardino
e Paride Lodron dove si esige il dazio compaiono 25
capifamiglia (su 30 circa) di Bondone per decidere
di vendere dei beni ai propri vicini per avere il
denaro per pagare i conti Lodron.
INTERREGNO
DI STORO
In ossequio alla volontà accentatrice del fascismo
con regio decreto 1° marzo 1928 n. 540 (G.U. 2
aprile 1928 n. 78) i comuni di Darzo, Lodrone e Bondone
sono aggregati a quello di Storo. Con legge regionale
24 agosto 1953, n. 10 pubblicata sulla G.U. 28 agosto
1953 n. 15 viene ricostituito il comune di Bondone
con la circoscrizione territoriale preesistente.
Durante
il ventennio fascista ai comuni pervenivano dal Prefetto
disposizioni di dedicare nomi di vie anche a eroi
e simboli del fascismo oltre a quelli del Risorgimento.
Il Podestà del comune di Storo con determina
n. 144 del 14 settembre 1939 adeguandosi denominava
a Bondone e Baitoni (non a Storo) le seguenti vie:
a
Bondone: via Tullio Baroni, via Giuseppe Verdi, via
Giuseppe Giusti e via Tito Minniti
a Baitoni: via Aldo Sette, via Giovanni Prati e via
fratelli Bronzetti.
Tullio Baroni è nato a Santa Croce del Bleggio
Superiore il 25 novembre 1905 e deceduto in combatimento
nella guerra civile di Spagna in località «strada
di Francia» l'11 marzo 1937 ottenendo la medaglia
d'oro al valor militare alla memoria come «tempra
eccezionale di fascista e di soldato». Era un
alpino ed è ricordato fra le dodici medaglie
d'oro sul vessillo della sezione trentina dell'Assoziazione
nazionale alpini. Il suo nome risulta citato in:
José
Luis Alcofar Nassaes, C.T.V., los legionarios italianos
en la Guerra Civil Española, 1936-1939, Barcelona,
DOPESA, 1972. pagina 101 c'è scritto: «el
capo manipolo Tullio Baroni tambien condecorado con
la Medalla de Oro
Giacomo Scatti Luciano Viazzi, Le aquile delle montagne
nere: storia dell'occupazione e della guerra italiana
in Montenegro (1941 - 1943) , Mursia, 1987 . a pagina
456 c'è scritto «protagonisti che qui
elenchiamo, ex combattenti in Montenegro. A tutti
va il nostro sentito ringraziamento per [...] Tullio
Baroni»
A Villa Bellavista di Borgo Buggiano esiste una casa
di Convalescenza e di riposo per vigili del fuoco
intitolata a "Tullio Baroni"
Aldo Sette, milanese, fu uno dei primi squadristi
caduto negli scontri delle squadre d'azione che operarono
prima della marcia su Roma. Si riportano alcune fonti
bibliografiche:
Un
Trentennio di attività anarchica (1914-1945),
Cesena, Forlì, L'Antistato, 1953. pagina 61:
«Questo l'epilogo del processo di Turro, avvenuto
il 20 marzo 1921, in cui venne uccisa dai fascisti
una donna e molti cittadini rimasero feriti. Restava
ucciso nel conflitto il fascista Aldo Sette.»
Marcello Gallian, Il ventennale: gli uomini delle
squadre nella rivoluzione delle Camicie Nere , Roma,
Azione letteraria italiana, 1941. pagina 82 «Passan
altri dieci giorni e cadeva a Milano un ragazzetto
squisito e acerbo Aldo Sette, assieme a una donna
del popolo capitata per caso»
Giorgio Alberto Chiurco, Storia della rivoluzione
fascista , Firenze, Valsecchi, 1929 . a pagina 159
si parla di una «squadra Aldo Sette» e
a pagina 170 di una «banda Aldo Sette»
e le seguenti notizie:
A
Milano durante il ventennio furono denominate parecchie
vie a personaggi a simboli fascisti, fra cui anche
Via Aldo Sete, poi divenuta Via Transiti. A Milano
il 25 aprile 1945 fra l'altro venne occupata la sede
fascista Aldo Sette in via Padova.