San
Marcello Pistoiese é un comune toscano che
interessa un'area montana di media altitudine gradevole
nella stagione estiva per il clima fresco e asciutto.
La località Campo Tizzoro lega la sua immagine
agli stabilimenti industriali che vi vennero impiantati
nel 1910 dalla Società Metallurgica Italiana.
Maresca é una vivace stazione climatica posta
ai margini della foresta demaniale del Teso.
LUOGHI
DI INTERESSE
Nei pressi di Gavinana, a Pian dei Termini, si trova
l'osservatorio astronomico della Montagna Pistoiese,
sito sulla strada che porta alla piana di Pratorsi.
Parco Farina Cini
Chiesa di Santa Caterina
Propositura di San Marcello
Pieve di Santa Maria Assunta a Gavinana
Pieve di Santa Maria Assunta a Lizzano
Chiesa di San Biagio a Mammiano
Chiesa di San Gregorio Magno a Maresca
Chiesa di Sant'Isidoro a Pontepetri
Ponte sospeso di San Marcello Pistoiese
MANIFESTAZIONI
Festa di Santa Celestina (8 settembre) con lancio
della mongolfiera.
ORIGINI
E CENNI STORICI
In epoca preromana, la zona fu probabilmente abitata
da sparute popolazioni italiche (particolarmente i
Liguri), mentre gli Etruschi non vi ebbero mai dei
veri e propri insediamenti, anche se certamente vi
passarono più volte nei loro spostamenti.
Fra
il III e il II secolo a.C., i Romani sconfissero definitivamente
queste popolazioni locali. Forse, proprio per questa
situazione di guerriglia, fu costruito un loro insediamento
nei pressi dell'attuale San Marcello, dove sembra
che vasti territori fossero posseduti dalla nobile
famiglia dei Marcelli, da cui si ipotizza derivi il
toponimo del paese, solo in epoca successiva trasformato
nell'attuale San Marcello, in onore dell'omonimo Papa
martirizzato nel 309.
Nel
gennaio del 62 a.C. Catilina ed un centinaio di suoi
fedelissimi furono intercettati dall'esercito romano
nei pressi di Pistoria (ora Pistoia); Catilina morì
nella battaglia, e i suoi furono gettati in un fiume.
Tale battaglia si svolse sull'appennino pistoiese
nei pressi dell'attuale abitato di Campo Tizzoro,
alla confluenza del torrente Maresca nel fiume Reno
(parecchi storici individuano lo scontro come Battaglia
di Campo Tizzoro).
Durante
il Medio Evo, la Montagna Pistoiese si caratterizzò
per la presenza di un articolato sistema di insediamenti
fortificati, dove la vita era dura e difficoltosa,
finché, dopo il Mille, le condizioni economiche
degli abitanti della zona migliorano notevolmente,
grazie alla rivoluzione agricola che si ebbe all'inizio
del secondo millennio. San Marcello, per la sua posizione
lungo gli itinerari appenninici, divenne in breve
il più importante fra i centri della Montagna
Pistoiese. Inizialmente feudo del Conte Guido Guerra
di Modigliana, nel XIII secolo San Marcello fu costituito
libero comune, entrando a far parte dei territori
sottoposti a Pistoia, che, non senza fieri contrasti,
impose il nuovo ordinamento amministrativo che portò
all'istituzione della Comunità della Montagna
ed alla nomina dei primi Capitani che, dal 1361, risiedettero
alternativamente a Lizzano e a San Marcello.
I
decenni successivi videro continue lotte fra i vari
paesi della zona, in quanto appartenenti a fazioni
nemiche. Risale a questo periodo la costruzione di
torri e strutture difensive di cui ancora permangono
resti. Nel 1530, il paese fu teatro di guerra per
il passaggio di Francesco Ferrucci che cercava di
raggiungere Firenze per liberarla dall'assedio degli
imperiali. L' abitato, essendo schierato con il partito
avverso, subì una durissima lezione di cui
ancora oggi la toponomastica porta traccia (Port'Arsa,
Piazzetta Bruciata). Ma non solo per questo i tempi
erano duri. La popolazione, sia per le vicende politiche
che per la povertà dell'economia, non riusciva
a migliorare il tenore di vita, così il governo
mediceo, fu indotto a creare sulla Montagna Pistoiese
una serie di ferriere, tra cui quelle di Mammiano
e di Malconsiglio, che si approvvigionavano nei boschi
di San Marcello, ricche di faggete. Insieme alla riorganizzazione
dello sfruttamento del patrimonio boschivo, queste
ferriere apportarono finalmente un miglioramento dell'economia
delle genti montane.
Ma
l'avvenimento che determinò una svolta essenziale
per la vita delle popolazioni locali avvenne durante
il governo lorenese: l'apertura nel 1781 della famosa
strada Ximenes-Giardini, che collegava Pistoia a Modena.
L'urbanistica di San Marcello subì una notevole
modificazione: il primitivo nucleo urbano fu tagliato
a metà e si ebbe un notevole processo di espansione
fuori dalla cerchia antica. Tutto ciò portò
ad un rinnovamento economico-amministrativo che aumentò
l'importanza del capoluogo, anche per la presenza
del Gonfaloniere e del Vicario Regio. Durante il periodo
napoleonico il territorio montano fu diviso in quattro
comuni: Cutigliano, Popiglio, Sambuca e San Marcello,
dove nel 1811 furono creati una Biblioteca Comunale
ed un Ufficio di Stato civile, da cui si può
notare, all'epoca, un certo aumento di popolazione,
dovuto anche a numerosi impianti produttivi sorti
in prossimità della Via Modenese. Si ricordano
tra questi le cartiere di Limestre e de La Lima, fondare
dai Fratelli Cini.
Altro
fattore importante per l'economia sammarcellina fu
l'inaugurazione, nel 1864, della Ferrovia Porrettana
che collegava Pistoia con Bologna e che si concluse,
nel 1926, con la tranvia elettrica che univa Pracchia
con San Marcello, denominata Ferrovia Alto Pistoiese
(F.A.P.). Lo sviluppo del paese ebbe impulso anche
all'inizio del '900 dall'apertura degli stabilimenti
della S.M.I. a Campo Tizzoro e Limestre. In precedenza
le industrie per la fusione e la lavorazione del rame
a Limestre e Mammiano fondate e gestite dalla famiglia
Turri (prima la Felice Ponsard & C. a Limestre
e poi la Ferdinando Turri & C. a Limestre e Mammiano)
avevano portato la Montagna Pistoiese ai vertici nazionali
per la lavorazione del rame: queste industrie arrivano
alla fine dell'800 ad occupare quasi quattrocento
addetti. Nel 1899 sono entrambe vendute alla S.M.I..
Non soltanto l'attività industriale è
stata importante per l'economia di San Marcello. Fino
dal secolo scorso il paese è stato, infatti,
una nota località di soggiorno che accoglieva
ospiti famosi e internazionali, grazie alla dolcezza
del suo clima, alla tranquillità dei suoi boschi
ed alla vicinanza di importanti città d'arte
toscane.