Rio
Marina è un comune della provincia di Livorno
in Toscana, situato sulla costa orientale dell' Isola
d'Elba. È posizionata circa 130 km a sud-est
di Firenze e 80 km a sud di Livorno. Al 31 dicembre
2004 la popolazione conta 2.160 abitanti e l'area
è di 19,5 km². È stato riconosciuto
comune autonomo nel 1881.
MINIERE
Miniera di Rioalbano
Procedendo da nord a sud si incontra la miniera di
Rioalbano che si estende dal tratto di costa tra Cala
del Telegrafo e Rialbano a tutto il Monte Calendozio.
Già ai tempi degli Etruschi e dei Romani il
minerale veniva estratto da questa miniera e lavorato
in loco. Vi si estraeva in prevalenza ematite e limonite.
Miniera di Rio
In prossimità delle ultime case del paese c'è
la miniera di Rio Marina che arriva fino al Monte
Giove. Qui si ricavavano in abbondanza ematite e pirite.
Miniera di Ortano
Si trova sulle pendici del Monte Fico, a nord della
spiaggia di Ortano. La pirite estratta veniva utilizzata
per produrre l'acido solforico. In questa miniera
sono stati rinvenuti cristalli di hedembergite e ilvaite
di dimensioni eccezionali.
Miniere di Terra Nera e Capo Bianco
A nord-est di Porto Azzurro, a poco più di
un chilometro in linea d'aria l'una dall'altra, ci
sono le miniere di Terra Nera e Capo Bianco. La miniera
di Terra Nera, da cui si estraeva pirite, ematite
e magnetite, è diventata, in seguito agli scavi,
un laghetto di acqua dolce prossimo al mare. Dalla
miniera di Capo Bianco, così chiamata per il
colore delle sue rocce, si ricavava soprattutto limonite.
ETIMOLOGIA
Il termine Rio significa ruscello, la specifica indica
la sua posizione geografica.
MUSEI
Museo dei Minerali della gente di Rio
EDIFICI RELIGIOSI
Chiese e altri edifici religiosi riesi
Chiesa parrocchiale dei Ss. Giacomo e Quirico.
CENNI
STORICI
La zona di Rio Marina è stata sfruttata fin
dai tempi degli Etruschi per scopi minerari, a causa
della forte presenza di minerale di ferro nel terreno.
I primi insediamenti fissi risalgono intorno al quindicesimo
secolo: in quel periodo la zona era conosciuta come
"Piaggia di Rio", e costituiva il punto
di accesso al mare del vicino centro abitato di Rio
nell'Elba. In quei periodi infatti le incursioni dei
pirati spingevano gli abitanti a costruire i paesi
sulle colline: le uniche costruzioni presenti all'epoca
erano la Torre di guardia, l'oratorio di San Rocco
ed alcuni edifici di servizio. È nel XVIII
secolo, quando ormai le incursioni piratesche sono
un ricordo, che il borgo comincia a svilupparsi: alcuni
padroni di bastimento e marinai, liguri e corsi, si
trasferiscono alla Marina di Rio ed insieme alle guardie,
ai pesatori, ad alcuni pescatori e ad altri padroni
e marinai scesi da Rio nell'Elba, danno origine alla
prima comunità piaggese. Ai tempi dell'invasione
francese del 1799 il paese conta circa 800 abitanti.
È in quel periodo che comincia lo sfruttamento
industriale delle miniere di ferro: vengono importate
nuove tecnologie e aperte nuove cave. Nel 1841, nonostante
la viva opposizione da parte della parrocchia di Rio
nell'Elba, un decreto vescovile sancisce la nascita
della parrocchia paesana, che troverà sede
nella chiesa di Santa Barbara. La chiesa verrà
ultimata nel 1843, distrutta nel 1860 e successivamente
ricostruita alla periferia del paese, dove è
tuttora. Nel 1853 si insedia nel paese una piccola
comunità valdese, attiva fino al giorno d'oggi.
Con la spinta delle miniere, il paese vede una forte
crescita demografica, fino a raggiungere l'apice alla
fine del XIX secolo, quando possedeva una delle migliori
flotte della penisola ed era diretta da uomini economicamente
forti e politicamente determinati. È di questo
periodo la scissione a comune autonomo: per celebrare
l'occasione, sulla cima della torre ottagonale, ormai
inutilizzata, viene costruita una torretta con l'orologio,
donando al monumento l'aspetto attuale. A cavallo
del 1900, il paese vive una profonda crisi, che terminerà
quando la società Elba ottiene il possesso
dell'intera catena produttiva delle miniere di Rio,
dall'estrazione al trasporto. Sono momenti di ricchezza
per il paese, ma spesso le condizioni di lavoro in
miniera sono proibitive: turni di dodici ore in un
ambiente malsano, la povertà degli operai che
costringeva anche gli anziani e le donne a lavorare.
È in questo periodo che arrivano a Rio le nuove
idee socialiste ed anarchiche: nasce nel 1904 la sede
locale del Partito Socialista. Nel 1911 si apre una
dura contestazione degli operai contro i dirigenti
delle miniere, che si concluderà con la cocente
sconfitta del proletariato e il licenziamento di molti
operai. Nove anni dopo, in pieno biennio rosso, venne
addirittura tentata l'occupazione e autogestione delle
miniere, ma nonostante l'aiuto della giunta comunale
socialista anche questo tentativo fallì. Tuttavia,
con l'avvento dei tempi moderni, le miniere subirono
un brusco ridimensionamento, fino alla chiusura definitiva
nel 1981. Dopo la chiusura delle miniere, l'attività
estrattiva ha dovuto lasciare il passo allo sviluppo
turistico, trasformando così Rio Marina in
una fiorente località balneare.