Prato
è un comune capoluogo della provincia omonima.
La città è famosa in Italia e nel mondo
per la produzione tessile. Negli ultimi anni è
stata protagonista di un notevole boom demografico
e, attualmente, è la seconda città toscana
(dopo Firenze) e la terza dell'Italia centrale (dopo
Roma e Firenze) per numero di abitanti. Prato
è una città della Toscana nord-orientale
e si estende per circa 100 km². È posta
ai piedi del monte della Retaia (768 metri), ultima
cima della Calvana. Il punto più alto del comune
è la cima del monte Cantagrilli (818 metri).
L'altitudine minima è di 32 metri, in corrispondenza
delle Cascine di Tavola. È attraversata dal
fiume Bisenzio, affluente dell'Arno. E'
stata inserita (con la relativa provincia) nell' Area
metropolitana fiorentina con la Delibera 130 dell'anno
2000 dal Consiglio Regionale della Toscana.
ETIMOLOGIA
Fu chiamato così dai suoi fondatori, che acquistarono
una terra privata e vi posero la loro dimora. Dal
1863 al 1931 fu associato al nome la specifica in
Toscana.
CLIMA
Il clima della città è caratterizzato
da inverni freddi e moderatamente secchi (minima assoluta
di -13,8°C l' 11 gennaio 1985 secondo i dati del
Lamma) ed estati calde e afose (massima assoluta di
+40,0°C il 14 agosto 1985 secondo i dati del Lamma).
Le precipitazioni (circa 950 mm annui secondo i dati
del Lamma) si concentrano prevalentemente in autunno
ed hanno un massimo secondario in primavera. Rispetto
alla vicina Firenze e all'area urbana della città
di Prato, la stazione meteorologica di Galceti presenta
maggiori caratteristiche di ruralità, essendo
situata a 110 metri s.l.m. sulle prime propaggini
collinari alla periferia nord-occidentale della città.
I dati rilevati, a differenza di quelli del capoluogo
toscano, non risentono pertanto dell'effetto isola
di calore nella stagione estiva, mentre risulta meno
incidente l'effetto albedo susseguente ad eventuali
nevicate nella stagione invernale, sia per l'ubicazione
della stazione stessa che per la ventilazione tendenzialmente
maggiore.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Alcuni ritrovamenti testimoniano che il territorio
collinare circostante Prato risultava già abitato
sin dal Paleolitico. La piana venne successivamente
abitata dagli Etruschi. Grande scalpore ha suscitato
la notizia, nel 1998, del ritrovamento dei resti di
una città etrusca (fino ad allora sconosciuta)
nell'area di Gonfienti, a ridosso del comune di Campi
Bisenzio: fino a quel momento si pensava che prima
del Medioevo non esistesse nessun insediamento stabile
nella zona. Gli scavi hanno dimostrato che la città,
i cui reperti risalgono al VI secolo a.C., non era
affatto piccola, e vi era praticata già a quell'epoca
la tessitura e la filatura. Uno studioso ha addirittura
avanzato l'affascinante ipotesi (basandosi su alcuni
toponimi della zona) che questa possa essere la mitica
Camars (o Clusium), patria del re Porsenna, e che
in queste zone possa trovarsi la sua mitica tomba.
In effetti la città aveva assi viari ben pianificati
(indicanti quindi una presenza costante nel territorio
di genti etrusche), con unastrada di oltre dieci metri
di larghezza e un'estensione notevole (oltre i 35
ettari). All'interno di essa è stata rinvenuta
una villa di circa 1450 mtq (la più grande
dell'Italia antica), sviluppata sul modello delle
domus pompeiane (ma di alcuni secoli precedente) con
una rete di canali idrici e un'eccezionale quantità
di ceramiche greche a figure rosse e nere, su cui
spicca una kilix attribuita a uno dei più importanti
artisti greci del V secolo, (Douris). Indizi sull'esistenza
in loco di una città etrusca erano già
stati ipotizzati nel corso del XVIII secolo, quando
vennero raccolti svariati reperti di quell'epoca (tra
cui il cosiddetto "offerente" esposto al
"British Museum"), suggerendo per essa il
nome di "Bisenzia", una mitica città
etrusca scomparsasecoli fa. La città, anche
se intuibile solo parzialmente per la rapida urbanizzazione
nella sua area, era quasi certamente collegata commercialmente
a Misa-Marzabotto al fine di favorire gli scambi attraverso
l'Appennino, lungo la direttrice che collegava le
città di Spina e Pisa nel corso del VI-V secolo
a.C. fino a decadere quasi improvvisamente al termine
del V secolo a.C., per circostanze ancora non chiare.
Infine la piana fu abitata dai Romani (vi passava
la via Cassia, nel tratto che collegava Firenze con
Pistoia, sulla via per Luni). Il territorio dove sorge
oggi Prato però era destinato alla centuriazione
e non ad insediamenti umani. Nell'Alto Medioevo la
zona venne occupata da Longobardi e Bizantini. La
storia della città vera e propria è
testimoniata a partire dal X secolo, quando si hanno
notizie dei due villaggi distinti di Borgo al Cornio
(corrispondente a quattro strade incrociate a scacchiera
appena a sud dell'attuale Piazza del Duomo) e di Castrum
Prati (corrispondente all'area antistante l'attuale
Castello dell'Imperatore e dove si trova il nome di
una chiesa intitolata a S.Maria in castello). Questi
due nuclei urbani si fusero nel corso dell'XI secolo
ed i signori del Castrum Prati, gli Alberti, ottennero
l'investitura imperiale di "conti di Prato".
Nello stesso periodo venne conclusa l'opera di bonifica
della Piana e la costruzione del sistema idrico, che
regolava il corso del fiume Bisenzio (grazie alla
pescaia detta Cavalciotto, presso Santa Lucia, tuttora
esistente), e ne incanalava le acque in una fitta
rete di gore, che servivano per far funzionare le
gualchiere, cioè gli opifici tessili. Dopo
l'assedio del 1107 da parte delle truppe di Matilde
di Canossa, i conti Alberti si ritirarono nei propri
castelli della Val di Bisenzio e l'abitato cominciò
a costituirsi come libero Comune. Per due secoli Prato
conobbe una forte espansione urbana (vennero quasi
raggiunti i 15000 abitanti), dovuta alla fiorente
industria della lana e alla forte devozione verso
una reliquia appena giunta: la Sacra Cintola. L'urbanizzazione
è testimoniata dalla necessità di costruire
due nuove cerchie di mura, una intorno alla metà
del XII secolo e l'altra a partire dal 1300. Nel 1326,
per sottrarsi alle mire espansionistiche di Firenze,
e alle proprie lotte interne tra le famiglie più
possidenti per il controllo amministrativo, la città
si sottomise alla Signoria di Roberto d'Angiò,
re di Napoli. Il 23 febbraio 1351 Giovanna d'Angiò
vendette la città a Firenze per 17500 fiorini
d'oro, e a quest'ultima città rimase successivamente
legata fino ai giorni nostri. Nonostante la perdita
della libertà, Prato continuò a svilupparsi
nei secoli seguenti, seguendo le sorti di Firenze,
prima sotto la dinastia dei Medici, quindicon la Repubblica
Fiorentina dal 1494. A causa di questo, l'esercito
della Lega Santa (creata fra il Papa Giulio II e gli
Spagnoli) cinse d'assedio sotto il comando di Raimondo
de Cardona, conquistò e devastò Prato
il 29 agosto 1512. Tale saccheggio (noto come Sacco
di Prato) segnò profondamente la vita della
città e l'inizio del declino, che durò
per circa due secoli. Nel 1653 Prato ottenne finalmente
il tanto ambito status di Città e di Diocesi
(quest'ultima era limitata soltanto all'interno delle
mura cittadine e con il Vescovo in comunione con Pistoia).
Tale titolo diede un nuovo sviluppo all'economia e
all'urbanizzazione locale: per l'occasione venne fatta
realizzara la Fontana del Bacchino? da Ferdinando
Tacca. Nel XVIII secolo, con la salita dei Lorena
alla guida del Granducato di Toscana, la città
venne abbellita e conobbe anche un notevole sviluppo
culturale, che veniva promosso dagli stessi granduchi.
Dopo l'Unità d'Italia si ebbe una fortissima
industrializzazione (soprattutto nel settore tessile)
e cominciò un'incredibile crescita demografica,
che fece uscire la città dalla cerchia di mura
trecentesche e la portò ad inglobare pian piano
i borghi circostanti, con la popolazione cittadina
passata dai 50000 abitanti del 1901 agli oltre 180000
del 2001. Per descrivere l'industra tessile della
città, lo storico Emanuele Repetti nell'Ottocento
definì Prato "la Manchester della Toscana".
Inoltre, la concentrazione di opifici tessili era
così elevata che Prato divenne famosa come
la città dalle cento ciminiere. Nel secondo
dopoguerra, quando il progresso tecnologico rese obsoleti
i vecchi opifici, le grandi ciminiere in mattoni sparirono,
tranne alcune che sono tutt'ora in piedi in quanto
reperti di archeologia industriale, come quella della
Cimatoria Campolmi. Dopo la consistente immigrazione
proveniente dal Sud degli anni sessanta e settanta,
a partire dagli anni novanta, la città è
stata meta di una immigrazione extracomunitaria molto
consistente. Fino
al 1992 Prato, come tutti gli altri comuni della sua
provincia, faceva parte della provincia di Firenze.
Quell'anno furono istituite 8 nuove province in Italia,
tra cui quella di Prato, al fine di meglio amministrare
un territorio in crescita continua di abitanti.
MONUMENTI
Duomo, dedicato a santo Stefano: la chiesa, a tre
navate, è costruita in marmo bianco e verde.
L'attuale struttura risale al XII secolo, con rifacimenti
successivi. Vi è conservata la reliquia della
sacra Cintola. Le opere più importanti sono
il pulpito esterno (costruito da Michelozzo e decorato
da Donatello), gli affreschi di Filippo Lippi (nella
Cappella Maggiore), di Paolo Uccello (nella Cappella
dell'Assunta), e di Agnolo Gaddi (nella Cappella della
sacra Cintola)
Palazzo Pretorio: nel Medioevo era la sede del Podestà.
Nacque nel XIII dalla fusione di tre edifici preesistenti.
Nel Cinquecento venne aggiunto l'attuale coronamento
merlato ed il campanile a vela. Vi ha sede il Museo
Civico.
Palazzo Comunale
Castello dell'Imperatore e Cassero
MUSEI
Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci
Museo Civico
Palazzo Comunale
Museo dell'Opera del Duomo
Museo del Tessuto
Museo della Deportazione (a Figline)
Museo del Centro di Scienze Naturali
Galleria di Palazzo degli Alberti
Museo di Scienze Planetarie
Museo di Pittura Murale
MANIFESTAZIONI
Corteggio Storico
A Prato si celebra l'8 settembre, giorno della natività
della Madonna. Per rendere omaggio alla Sacra Cintola,
ogni anno si svolge il Corteggio Storico, cioè
la sfilata in costume lungo le vie del centro, a cui
partecipano gli armati di Città, il Corpo dei
Valletti Comunali e altre centinaia di figuranti provenienti
da varie città d'Italia. La processione termina
in Piazza del Duomo, dove si ha l'evento più
solenne della giornata: l'ostensione del Sacro Cingolo.
Il
programma della festa è arricchito da varie
esibizioni che si tengono per tutta la giornata in
vari punti del centro storico, Ad esempio l'esibizione
degli sbandieratori, la gara di tiro con l'arco, il
mercato medievale con rievocazioni degli antichi mestieri
e tradizioni, gli spettacoli musicali, i fuochi d'artificio.
PratoEstate
Tutte le estati, in città, nelle principali
piazze ed al Castello dell'Imperatore hanno luogo
eventi come concerti, spettacoli teatrali, cinema
all'aperto. La rassegna ha inizio a giugno e termina
a settembre.
ECONOMIA
L'economia di Prato è storicamente basata sull'industria
tessile, anche se con il crescere degli abitanti essa
si è diversificata, destinandosi prevalentemente
nei servizi, tra i quali spiccano quelli bancari,
assicurativi e delle libere professioni.
Nonostante
i diversi monumenti presenti nel centro storico, Prato
non vanta una fiorente tradizione turistica, anche
se negli ultimi anni è aumentato il numero
di visitatori, anche stranieri.