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Scicli
Sicilia

Scicli è un comune di circa 26.000 abitanti della provincia di Ragusa. Scicli dista 24 chilometri da Ragusa. Il comune si situa sul mare a sud del capoluogo di provincia. Scicli è nella parte interna e collinare del comune.

ORIGINI E CENNI STORICI
Scicli si estende su una larga pianura incastonata all’interno di tre valli strette ed incassate dette “cave” (le valli di Modica, di Santa Maria La Nova, e di San Bartolomeo), scavate da corsi d’acqua torrentizi. Le sue origini sono molto antiche e risalgono, con ogni probabilità, al periodo siculo, quindi circa tre mila anni fa. Il nome Scicli si pensa che derivi da Siclis uno degli appellativi utilizzati per indicare il popolo dei Siculi. La presenza umana nel territorio di Scicli risale addirittura al periodo eneolitico, come dimostrano i ritrovamenti della Grotta Maggiore situata vicino all’Ospedale Maggiore, datati fra l’età del rame e l’età del bronzo antico (III-II millennio a.C – XVIII-XV sec. A.C). La caratteristica conformazione del territorio con la presenza di “cave” e grotte carsiche, ha favorito la nascita di numerosi insediamenti rupestri. Oltre a quello preistorico di Grotta Maggiore, ricordiamo anche l’insediamento tardo bizantino del VII sec. d.C. sito in località Castellaccio, e l’insediamento rupestre bizantino (VIII sec. d. C.) e medievale (X-XI sec. d.C.) in località Chiafura, visibile sino ai nostri giorni. Ritrovamenti archeologici, in particolare i resti di un abitato greco presso la foce dell'Irminio, testimoniano la presenza, o comunque dei contatti di primaria importanza con i greci. Così come Comiso e Ispica, Scicli vanta la propria discendenza dalla città greca-siracusana Casmene, fondata nel VII sec. A.C. Per motivi topografici l'ipotesi che Scicli possa discendere da Casmene è da considerare comunque non realistica. Oltre ai resti greci sono state trovate tracce che testimoniano la presenza dei cartaginesi, presenti nell’isola fino alla conquista romana avvenuta nel III sec. AC. Sotto il dominio romano Scicli divenne città "decumana", ovvero città sottoposta al tributo della "decima" consistente nel pagamento di un decimo del raccolto. Dopo la caduta dell’impero romano Scicli passò ai bizantini è subì, come altre città dell’Isola, le incursioni dei Barbari. Si fa risalire all’anno 1091 la liberazione definitiva di Scicli dal dominio saraceno per opera di Ruggero d’Altavilla e il passaggio al dominio normanno. A questa battaglia, avvenuta nella Piana dei Milici è legata la leggenda della Madonna delle Milizie. Si narra che la battaglia finale, avvenuta nel marzo 1091, fu vinta dai Cristiani per l'intercessione della Vergine Maria scesa su un bianco cavallo a difesa di Scicli. Nella località dell’avvenimento venne costruita la chiesetta della Madonna dei Milici. La battaglia è ricordata ogni anno con la Festa delle Milizie, una delle principali attrazioni folcloristiche di Scicli. I Normanni (1090-1195) introdussero il sistema feudale già diffuso altrove, e Scicli ed altre città vicine, furono considerate cittá demaniali. Nel 1093 Scicli viene ricordata come dipendente dalla diocesi di Siracusa. Ai Normanni successero gli Svevi (Arrigo Imperatore di Svezia si impossessò del trono di Sicilia nel 1195). Nel 1255 durante la lotta dei Papi contro la casa Sveva, Papa Alessandro VI concesse alcuni territori tra cui Scicli, Modica e Palazzolo, a titolo di Feudo, a Ruggiero Fimeta “Rogerio Finente de Leontino” che si era ribellato agli Svevi. Ruggiero non arrivò mai a prendere il possesso della città perché fu sconfitto. Anche sotto gli Svevi, Scicli conservó il privilegio di cittá demaniale. La sua storia segue quella della Sicilia, per cui con la caduta dei Svevi avvenuta nel 1266, passò sotto la dominazione Angioina, mal tollerata, a causa della politica di Carlo I d'Angiò che, diversamente dai suoi precedessori normanni e svevi, considerava il Regno di Sicilia territorio di conquista e di vantaggi economici e finanziari. La politica di Carlo D’Angiò fu causa di un’insurrezione in tutta la Sicilia, nota come i Vespri Siciliani. Il 5 aprile 1282 Scicli, insieme a Modica e Ragusa insorge contro le guarnigioni francesi del luogo cacciandole e ponendosi sotto la protezione di Pietro III d'Aragona. Fu sotto la dominazione aragonese che si formò la contea di Modica, e Scicli ne venne a far parte, seguendone le sorti sotto i Mosca (1283- 1296), i Chiaramonte (1296-1392), i Cabrera (1392-1477) e gli Enriquez-Cabrera (1477-1742). Dal 1535 al 1754 Scicli fu anche capoluogo di Sede d’Armi (circoscrizioni militari che erano dieci in tutta la Sicilia) e nel 1860, con un plebiscito, proclamò la sua annessione al Piemonte. Scicli, con un passaggio graduale dal colle al piano, assunse la sua forma topografica tra il XIV ed il XVI secolo. La popolazione era aumentata notevolmente ma la peste del 1626 la ridusse drasticamente di quasi due terzi portandola da 11000 a 4000 abitanti circa. Dopo la peste, anche grazie ad agevolazioni economiche a favore di chi decideva di risiedere in città, si ebbe un nuovo sviluppo demografico, ma il tremendo terremoto del 1693 causò 3000 morti e la distruzione di gran parte della città. Da quelle macerie, Scicli rinacque in chiave barocca, e oggi è caratterizzata da numerosi edifici settecenteschi.

MONUMENTI
Scicli è un centro del barocco ibleo della Val di Noto, Patrimonio dell'Umanità nella lista dell'heritage dell'UNESCO, tra i suoi principali monumenti si ricordano

Palazzo Beneventano
Fu definito da Sir Anthony Blunt il più bello della Sicilia, ("di un pallido colore giallo-oro che al sole acquista un'indescrivibile opulenza"). Caratteristici mascheroni "irriverenti" lo adornano
Chiesa di San Matteo:
Simbolo di Scicli e chiesa Madre fino al 1874, è posta sul colle di San Matteo, sito della città vecchia.

Palazzo Fava
uno dei primi e più monumentali palazzi barocchi della città, rappresenta il perno prospettico tra lo scenario naturale della cava di S. Bartolomeo e la fuga prospettica sul paesaggio antropizzato di piazza Italia e Corso Garibaldi. Notevolissime le decorazioni tardobarocche del portale d'onore e dei balconi su piazza Italia ma raggiunge l'apice del genio nell'unico balcone su via san Bartolomeo ornato di grifoni, mostri di ascendenza medievale e manieristica e svariate teste di moro.

Palazzo Spadaro:
sulla stupefacente via F. Mormino Penna; è una delle sedi istituzionali del Comune. Rappresenta la prova tangibile del progressivo cambio di gusto dalla pomposa e scenografica poetica tardobarocca ad una raffinata e ricercata cultura rocaille: il prospetto è leggermente curvo e segue l'impianto ancora medievale dell'antico Corso (via Francesco Mormino Penna) e dialoga in maniera diretta con l'altra protagonista di questa sezione del corso, la chiesa di San Michele Arcangelo. Gli interni sia sul piano architettonico che su quello puramente decorativo sono da riferire a rimodulazioni del XIX secolo. Visitabile, sede di numerose mostre temporanee.

Chiesa di San Bartolomeo Apostolo
(scenograficamente inserita nella "cava" omonima). La facciata a torre dei primi dell'800 riprende temi gia sviluppati a Ragusa da Rosario Gagliardi (Duomo di S. Giorgio) e da fra' Alberto Maria San Giovanni Battista (Chiesa di S.Giuseppe) entrambi a Ibla. L'interno è ad unica navata a croce greca e si presenta sostanzialmente tardo barocco-rococò; custodisce uno spettacolare ciclo di stucchi che vanno dal '700 all'800.

Chiesa di Sant'Ignazio
della prima metà del '700; è la Chiesa Madre della città dal 1874, anno del trasferimento della Madrice dalla Basilica di San Matteo

Chiesa di Santa Maria La Nova
(di origini antichissime, dal 1994 è sede del Santuario di Maria SS. della Pietà. L'interno neoclassico a tre navate -con l'ampio abside quadrangolare di Venanzio Marvuglia- è frutto della ricostruzione ottocentesca della chiesa. )

Convento del Rosario
(sull'omonimo colle)

Convento e chiesa del Carmine:
fra tutte le architetture ecclesiastiche della città il complesso del Carmine rivela la più elevata omogeneità stilistica fra le componenti architettoniche, scultoree e pittoriche: tutto concorre a creare una estatica atmosfera rococò (gli stucchi candidi, la luminosità dell'aula, le numerose tele). L'impianto architettonico ad aula unica è definito da uno splendido ciclo di stucchi monocromi attribuiti al Gianforma stuccatore palermitano allievo del Serpotta.

Chiesa di Maria SS della Consolazione:
la struttura attuale delle navate resistì al sisma del 1693 e risale al 1600 circa; l'abside, il cupolino e gli ambienti adiacenti (Sala del Capitolo, Sagrestia) furono ricostruiti successivamente secondo uno stile pomposamente settecentesco-rococò; notevole la pavimentazione a tarsie marmoree del presbiterio nonché il fastoso organo settecentesco e gli stalli lignei ottocenteschi.

Convento della Croce
Di origini tardomedievali, custodisce tra le sue vecchie mura due antichi chiostri porticati; l'interno della chiesa, rimodulato nel '700 con un ciclo di stucchi bianchi, conserva ancora numerose lapidi e sepolcri medioevali. La facciata, sobria ed elegante, è impreziosita da un portale con archivolto gotico-catalano, da tre stemmi (quello dell'Universtà di Scicli (il Comune), quello degli Enriquez e quello dei Cabrera) e da una porzione di cornice che apparteneva al rosone.

Chiesa di San Giuseppe:
si trova nel quartiere omonimo. L'interno è settecentesco e custodisce due notevoli sculture: la statua lignea di S. Giuseppe laminata in argento e quella di S. Agrippina del '400.

Convento dei Cappuccini: Il complesso si estende fra le pendici delle rocciosa collina della Croce e l'altura argillosa della Bastita. Il convento fu costruito annesso a quella che era la chiesa di S. Agrippina. Il culto della santa si trasferì poi nella chiesa di San Giuseppe dove ancora rimane una bellissima statua del '400 ( di scuola gaginiana?) dedicata alla Santa.
Chiesa di Santa Teresa:
la facciata rivela influenze ancora legate alla tradizione architettonica precedente il terremoto del 1693. L'interno tardobarocco è uno dei più ricchi della provincia per gli stucchi, le tele, le sculture, le pavimentazioni a tarsie bianche e nere.

Chiesa di San Michele
Chiesa di San Giovanni Evangelista:
la facciata concavo-convessa a tre ordini rivela influssi borrominiani (S. Carlino alle Quattro Fontane - Roma). L'interno a pianta ellittica coperta da una cupola (i finestroni si aprono direttamente sull'imposta della cupola) è preceduta da un endonartece e conclusa da un'abside. Gli stucchi e le decorazioni dell'interno sono del secolo XIX.

MANIFESTAZIONI
Festa delle Milizie: I festeggiamenti, che hanno inizio ogni anno, a fine maggio, durano una settimana. Il momento più significativo della festa è la rappresentazione teatrale, il sabato, di una "moresca" a ricordo di una battaglia avvenuta nel 1091 per la liberazione della Sicilia dal dominio saraceno; nella rappresentazione, che si tiene ogni anno da tempo immemorabile, si fronteggiano i Turchi (i Saraceni) capeggiati dall'Emiro Belcane e i Cristiani (i Normanni) guidati dal Gran Conte Ruggero d'Altavilla. Nella rappresentazione, vengono ricreati gli ambienti suggestivi della lotta e attori popolari con abiti d’epoca e armi, recitano sulle strade ripercorrendo i momenti più importanti della battaglia, che si conclude con l'intervento miracoloso della Vergine Maria (detta "delle Milizie" o "dei Milici"), che, scesa dal Cielo in groppa ad un Bianco Cavallo, libera la città dall'assedio straniero. La tradizione vuole che Maria Santissima delle Milizie rappresenti l'Addolorata, molto venerata dagli sciclitani, cui sono anche dedicate due processioni e due culti (nella Chiesa di Santa Maria La Nova e nella chiesa di San Bartolomeo).
Il Gioia: Al culmine della Settimana Santa, il giorno di Pasqua viene festeggiata la Resurrezione di Cristo, detto l'Uomo Vivo, al grido di "Gioia", da cui per antonomasia il Gioia (con l'articolo al maschile). La statua lignea del Cristo, opera settecentesca attribuita a Civiletti e custodita nella Chiesa di Santa Maria La Nova, viene portata in processione per le vie della città e fatta ondeggiare e ballare in segno di gioia per tutto il giorno sino a tarda ora. Di recente il cantautore Vinicio Capossela ha dedicato una delle sue canzoni a questa caratteristica festa.
La Cavalcata di San Giuseppe: il sabato precedente il 19 marzo (o quello successivo) dalla Chiesa di San Giuseppe parte una suggestiva processione di cavalli e cavalieri, detta la Cavalcata di San Giuseppe, per le vie della città di Scicli. Figuranti che rappresentano San Giuseppe e la Vergine Maria guidano il corteo che passa nei vari quartieri in cui vengono allestiti dei falò, dei fuochi detti Pagghiari, dove i cavalieri e la gente che segue la cavalcata accende dei fasci di stoppie dette ciaccàre. I cavalli sono bardati con manti di violaciocche, dette bàlicu, di vari colori' e gigli selvatici (spatulidda) composti a modo (nelle settimane precedenti) per rappresentare scene religiose o simboli della città (leone rampante, stemma, San Giuseppe, Gesù, la croce...). Campanacci, sonagli, testiere, ed altri ornamenti completano le bardature.
Il 19 marzo la stessa processione si fonde a quella religiosa di San Giuseppe. La rappresentazione vuole ricordare la Fuga in Egitto di Giuseppe e Maria, dopo l'editto di Erode. La sera del sabato della Cavalcata nel sagrato della chiesa di San Giuseppe si svolge una Cena in cui si bandiscono prodotti tipici per raccogliere offerte per la parrocchia e i poveri, e i cavalli e cavalieri della Cavalcata presenziano alla Cena, alla fine della quale verranno premiati i migliori manti infiorati.
Marzo Mese Della Cultura: Nel mese di marzo si vuole festeggiare l'arrivo della primavera, del primo caldo, delle prime passeggiate in centro, e per questo da qualche anno a questa parte è stato istituito il Marzo A Scicli, Mese Della Cultura. Questa iniziativa prevede un cartello fittissimo di eventi che variano dall'arte con mostre, esptemporanee di pittura, al cinema con i vari cineforum organizzati dalle associazioni culturali, al folklore con le feste di primavera (La cavalcata di San Giuseppe di Scicli e Donnalucata), e vari altri appuntamenti di tipo culturale.
Sagra della seppia di Donnalucata, località balneare in provincia di Ragusa, si svolge nel fine settimana che precede il 19 marzo in occasione dei festeggiamenti di San Giuseppe, principalmente in via Pirandello che in quei giorni si popola di bancarelle e di gente. Lungo la strada sono allestiti gli stands dove è proposto un menù che va dall'antipasto ai vari secondi, tutti a base di seppie pescate al largo di Donnalucata e perciò freschissime e cucinate secondo la tradizione locale.
Sempre all'interno dei festeggiamenti, una sfilata di cavalli, mutuata da quella, più antica, che si tiene nel centro cittadino di Scicli, ricorda la fuga della Sacra Famiglia in Egitto guidata dal Santo, manifestazione che, secondo la tradizione locale, è chiamata "la Cavalcata".
I cavalli sono bardati con delle gualdrappe fatte con foglie di palma e fiori (violaciocche), con campanacci e sonagliere; al termine si celebra il concorso con la premiazione per la bardatura migliore.
1 maggio: Sagara del Pomodoro o festa del grappolino a Sampieri. Festa del pomodoro a grappolo di produzione locale. Oltre al pomodoro spazio viene dedicato agli altri prodotti orticoli e ai formaggi. In occasione della sagra viene anche allestita una fiera dell'aartigianato a cui prendono parte numerose aziende provenienti da tutta italia.
Basole Di Luce festival: Basole di Luce Festival si tiene tutti gli anni a Scicli (RG) Sicilia nel mese di agosto. Il suo nome vuole magnificare la luce riflessa sulle basole delle vie del centro storico, diventato patrimonio dell’umanità da quando l’Unesco ha inserito Scicli bella World Heritage List. Basole di Luce Festival prevede una serie di manifestazioni di carattere culturale, con spettacoli musicali, teatrali e di intrattenimento legati da un unico denominatore, il confronto tra le etnie e i popoli. Basole di luce festival è una finestra aperta sul mediterraneo, un filo roso di seta, delicato e forte, che cuce teatro, musica, versi e arte all’insegna della mediterraneità: un riaffiorare permanente di antichissime e barbariche radici, che mescola insieme la tristezza antica del rimpianto all’eterna sfrontata capacità di affrontare la vita.
Carnaluvaru ra Stratanova: il Carnevale da anni viene festeggiato in Corso Umberto, detto dagli scilitani "A Stratanova" (la strada nuova) e si svolge con manifestazioni, sketches in maschera, sfilate e carri allegorici.
Memorial Peppe Greco: Nell'incanto di Scicli, ammantata di barocco, il "Peppe Greco" si accinge a compiere sedici anni da favola, una corsa su strada che da amatoriale è divenuta una classica tra le più prestigiose nel panorama italiano ed internazionale. Giovanni Voi e Gigi Nifosì hanno messo a punto questa podistica nel 1990 per ricordare Peppe Greco, un giovane medico modicano, assistente nel reparto di ostetricia all'Ospedale Busacca di Scicli, scomparso tragicamente in un incidente stradale, dal semplice amore per lo sport. Era l'amico di tutti Peppe e Scicli ha rappresentato lo scenario per conservare la memoria di un uomo eccezionale.

DATI RIEPILOGATIVI

In aggiornamento

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