Sant'Angelo
di Brolo è un comune della provincia di Messina
in Sicilia. La leggenda più conosciuta è
quella di "Pietra Zita", secondo cui nell'omonima
località è nascosto un tesoro, intangibile
perché difeso dallo spirito di una ragazza,
promessa sposa (la zita cioè la fidanzata),
rapita e uccisa, non essendosi piegata alle voglie
dei briganti.
ETIMOLOGIA
Il nome del paese si rifà alla chiesa di Sant'Angelo
e al termine "Brolum" che nel linguaggio
medioevale significava campo coltivato.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Le origini del centro abitato, così come è
oggi disposto, risalgono alla campagna Normanna contro
i Saraceni condotta da Ruggero II D'Altavilla, il
quale dopo aver vinto una battaglia nell'attuale contrada
Altavilla, secondo leggenda grazie all'intercessione
dell'Arcangelo Michele, eresse un convento a memoria
dell'evento e lo affidò ai padri Basiliani.
Intorno al Convento nacque il centro abitato. Erasmo
fu il primo abate. Tuttavia erano già presenti
nel territorio quattro casali greci. Il paese fu assoggettato
alla dinastia feudale degli abati del Monastero di
S. Michele. Raggiunse il suo massimo sviluppo fra
i sec. XVI e XVII grazie all'avvio della produzione
della seta. Ricco di monumenti architettonici,(in
prevalenza religiosi) fra cui la Chiesa Madre con
uno stupendo portale intagliato, la Chiesa dei SS.
Filippo e Giacomo, l'Abazia di San Michele Arcangelo,
voluta dal conte Ruggero d'Altavilla, il Castello
e la torre di Piano Croce.