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Roccalumera
Sicilia

Roccalumera è un comune della provincia di Messina in Sicilia. Aderisce all'Unione dei Comuni delle Valli joniche dei Peloritani.

ETIMOLOGIA
Attestato come Rocca Alumera, si riferisce all'antica famiglia Rocca, proprietaria del feudo ed alla vicinanza del paese alle miniere di allume.

MANIFESTAZIONI
Festival Internazionale del Folclore (ad agosto)

DA VEDERE
Santuario di Sant'Antonio da Padova (secolo XIX). È gestito dalle suore francescane.
Chiesa Matrice Santa Maria della Catena. La prima edificazione risale al 1893. Venne ricostruita ed ingrandita nel 1932.Presenta un impianto a croce latina; sulla sinistra si trova un altare dedicato al Sacro Cuore di Gesù, sulla destra è possibile ammirare un dipinto che raffigura Santa Teresa del Bambino Gesù. Il soffitto a cassettoni è decorato al centro con dei rosoni.
Chiesa Santa Maria del Carmelo. Edificata nel 1938. L'interno è a tre navate delimitate da colonne. L'altare è in marmo rosa con quattro colonne laterali più grandi e quattro più piccole al centro con capitelli in stile corinzio. Sulla sommità dell'altare, ai lati, sono scolpiti due angioletti in marmo. Nella navata di sinistra si trova un grande crocifisso in legno di rinomato valore Lungo tutte le pareti si possono ammirare i dipinti raffiguranti la Via Crucis.
Chiesa del Santissimo Crocifisso. È ubicata nel cuore del quartiere Baglio e dipende dalla parrocchia di Santa Maria della Catena. Risale al 1740 circa e conserva al suo interno un prezioso crocifisso ligneo ed un pregevole altare intarsiato in marmo. Adiacente alla chiesa, è situata la villa dello scienziato Stanislao Cannizzaro; un tempo la chiesa era annessa alla villa come cappella privata.
Chiesa Madre della frazione Allume Santa Maria del Rosario. Risale al XVII secolo ed è un pregevole esempio di Barocco Siciliano. L'edificio sacro subì gravi danni a causa del Terremoto del 1783; di conseguenza, venne ricostruito nel 1830 su iniziativa dell'Arciprete Don Pietro Nicola De Luca (1768-1845). Al suo interno si conservano numerose opere pittoriche e scultoree di indubbio interesse storico e artistico.
Chiesa di San Michele Arcangelo. Antichissima chiesa di stile bizantino, edificata verso il secolo XII. Si trova nella frazione Allume, in posizione estremamente panoramica. È a navata unica con volta a botte; pregevole risulta l'abside e la facciata. È stata restaurata nel 2002.
Chiesa dei Santi Cosma e Damiano nella frazione Sciglio (secolo XVIII).
Casa di Salvatore Quasimodo.
Parco letterario "Salvatore Quasimodo", ubicato nella stazione ferroviaria.
Torre Ficara (secolo XII). Antica torre di avvistamento e di guardia, risalente, con molta probabilità agli inizi del Quattrocento; anche se non mancano gli storici che collocano la sua costruzione al secolo XII. Faceva parte del sistema difensivo delle Torri costiere della Sicilia ed era in costante contatto con il Castello di Pentefur a Savoca. Fungeva anche da rifugio per gli abitanti della zona in caso di incursione dei pirati. Nel 1578 la Torre Ficara presentava un tetto conico, due lucernari sulla parte superiore, una porticina d'ingresso al di sopra della zoccolatura e, di fianco, alla stalla dei cavalli, visibile ancora oggi. Venuto meno il pericolo dei pirati, agli inizi del XIX secolo, l'edificio divenne "Torre Telegrafo", mettendo in comunicazione il paese di Roccalumera con Barcellona Pozzo di Gotto. Nel 1830 furono aperte, nella parte superiore, due finestre a sesto acuto in pietra bianca; il tetto venne impreziosito con una notevole merlatura guelfa che fungeva da terrazzo. La “Torre Ficara” è divenuta nel tempo il simbolo di Roccalumera. Salvatore Quasimodo le fu particolarmente legato, dedicandole la poesia “Vicino ad una Torre Saracena per il fratello morto”, riprodotta su una lapide di marmo posta alla base della torre.
Antica Filanda (secolo XIX).

QUASIMODO E ROCCALUMERA
Del paese di Roccalumera è figlio Salvatore Quasimodo, premio Nobel per la letteratura: qui vi nacque e morì il padre, e qui nacquero e morirono i nonni paterni. La nonna Rosa Papandrea, originaria di Patrasso, è personaggio chiave al fine di comprendere la sua vena di grande traduttore dei classici, greci e latini. Qui ha ricevuto il battesimo il giorno 22 settembre 1901. A Roccalumera, sulla via Umberto I, sorgeva la casa familiare, edificata da nonno Vincenzo. Qui Salvatore Quasimodo visse per molti anni, venendo sempre ogni estate presso i nonni a fare i bagni nel limpido Mare Jonio, ed a giocare all'ombra della monumentale Torre Saracena. Vi tornava spesso per venire a trovare i parenti. Qui venne subito dopo il conseguimento del Premio Nobel per la letteratura nel 1959, a rendere omaggio all'anziano padre. Qui si conserva la memoria storica di famiglia attraverso la testimonianza viva dei suoi cari, pubblicata nel Parco Letterario Quasimodo e la possibilità di leggere e comprendere il Poeta nel tessuto del suo mondo interiore, in cui si trasfondono i modi di essere di questa famiglia e di questa Terra. A tutt'oggi Roccalumera è un ridente paese balneare, meta ogni anno di migliaia di turisti, richiamati anche dal Parco Letterario Quasimodo che sorge nella Antica Stazione Ferroviaria del paese, trasformata in museo-giardino con Caffè d'arte "QuasimodoExpress" , centro di orientamento, biblioteca e servizi multimediali, nonché nella Torre Saracena, di proprietà dell'agiata famiglia Mastroeni. (Informazioni sul sito www.parcoquasimodo.it)
Il 14 dicembre 2009 il Consiglio Comunale di Roccalumera, in seduta solenne convocata nell'Antica Filanda, con voto unanime, ha conferito la cittadinanza onoraria postuma a Salvatore Quasimodo iscrivendo il Poeta nell'anagrafe cittadina, che solo la circostanza del momentaneo soggiorno per lavoro del padre fuori da Roccalumera aveva negato, essendo invece la famiglia di pieno titolo figlia della cittadina di Roccalumera. Anche la sorella del Poeta, anch'essa letterata, Rosina Quasimodo, sposa di Elio Vittorini, è sepolta nel cimitero di Roccalumera. A Roccalumera sono ispirate liriche, tra le più belle del canto poetico moderno, quali "Vicolo", "Vicino ad una Torre Saracena", "Lettera alla madre" e "Al Padre". Qui Quasimodo ha tradotto testi e ha scritto versi. Nel Parco Letterario Quasimodo sono custoditi il suo studio, la sua sedia di lavoro e cimeli di grande valore. Nel Parco sono custodite interviste televisive del Poeta (concesse in esclusiva dalla RAI), la cerimonia integrale di consegna del Premio Nobel del 10 dicembre 1959 (concessa in esclusiva dalla televisione svedese), con un'installazione che pubblica i documenti desecretati solo quest'anno, (concessi dal Prof. Enrico Tiozzo, dell'Università di Goteborg) degli atti propedeutici alla determinazione di assegnare il Premio Nobel a Quasimodo, (con rivelazioni di grandissima importanza storica), il video della cittadinanza onoraria a Messina (concesso dalla famiglia Davoli), il registro del battesimo del Poeta, ed ora è in corso di allestimento la sezione della cerimonia della cittadinanza onoraria di Roccalumera.

ORIGINI E CENNI STORICI
Per tutto il Medioevo, e fino al XVII secolo, il territorio di Roccalumera era diviso tra le due baronie di Savoca e di Fiumedinisi. Più precisamente: la zona meridionale del paese (fino al Piccolo Torrente Pagliara) apparteneva a Savoca, tutto il resto, comprese le borgate di Allume e Sciglio erano sotto la giurisdizione politico-amministrativa di Fiumedinisi. Nel 1540, Re Carlo V concesse al Viceré di Sicilia, don Ferdinando Gonzaga, quale ricompensa per essersi distinto nella battaglia di Tunisi, le miniere vicino al bosco di San Michele, allora facente parte della Baronia di Fiumedinisi. Nella parte meridionale del paese si trovava(e si trova) la Torre Ficara (detta anche Zi Paola), inserita nel complesso di fortificazioni alle quali faceva capo il castello di Pentefur di Savoca. Nel 1606, le miniere di Ferdinando Gonzaga vennero acquistate dalla famiglia La Rocca, che verso il 1610, ottenne il permesso di popolare quelle terre. Nel 1613,Giovanni La Rocca sposò Isabella Lanza Abbate, vedova del Barone di Fiumedinisi Antonino Romano Colonna Statella, che gli portò in dote il bosco di San Michele; Giovanni La Rocca, allora, riunì sotto la sua giurisdizione il territorio del bosco di San Michele con quello delle miniere che già possedeva, formando il primo nucleo dell'odierna Roccalumera. Il toponimo Roccalumera deriva da Roccae Alumeriae cioè Rocca dell'Allume, Rocca dal nome del proprietario, Allume, per indicare le importanti miniere. Il primo nucleo dell'odierno abitato era dunque la borgata di Allume, che tuttavia esisteva già prima del 1610, essendo presente nell'abitato una chiesa in stile bizantino dedicata a San Michele Arcangelo (probabilmente risalente al 1100/1200). Nel 1530 risultano esistere ad Allume ben 115 case, di conseguenza è facile ipotizzare che in quel periodo ivi dimorassero almeno 350/400 abitanti. Possiamo ben dire che questo piccolo borgo traeva il suo sostentamento dalla produzione mineraria, ma anche da agricoltura, allevamento e pastorizia. Oltre alla medioevale chiesa di San Michele, degna di nota è la Chiesa di Santa Maria del Rosario, edificata nel Seicento, chiesa Matrice e Arcipretale; danneggiata dal terremoto del 1783, venne ricostruita nel 1830 ad opera del Rev. Arciprete don Pietro Nicola De Luca (1768-1845), il quale recuperò quanto la furia del terremoto aveva risparmiato. Nel periodo che va dal 1613 al 1816, la Terra di Rocca Alumarie fu un marchesato, sottoposto al mero e misto imperio della famiglia La Rocca, incastonato tra la Terra di Savoca a sud e la Baronia di Fiumedinisi a nord. In occasione della Rivolta antispagnola di Messina del 1674/1678, il paese di Rocca Alumarie venne posto sotto la supremazia militare di Savoca, pur rimanendo sempre in possesso della Famiglia La Rocca. Nel 1695, il paese di Pagliara, emancipandosi dalla Terra di Savoca, acquistava la piena autonomia amministrativa, sicché nel suo territorio vennero inserite le borgate rivierasche di Botteghelle, Palma, San Niccolò e Calleggi che costituirono la cosiddetta "Marina di Pagliara". Nel 1816, con l'abolizione del feudalesimo, il Marchesato di Rocca Alumarie divenne il comune di Roccalumera, inserito nel Circondario di Alì, facente parte del Distretto di Castroreale. Successivamente, nel 1851, mediante Regio Decreto di re Ferdinando II di Borbone, viene istituito il novello comune autonomo di San Ferdinando (oggi Nizza di Sicilia) al quale vennero assegnati: le borgate di San Giovanni e di Ciumareddu, appartenenti alla Marina di Fiumedinisi ed i territori della Marina di Roccalumera. Il comune di Roccalumera vide ridursi la propria estensione territoriale. Solo poco tempo dopo, però, nel settembre 1851, sempre con Regio Decreto di re Ferdinando II, si dispose che le borgate di Botteghelle, Palma, San Niccolò e Calleggi, appartenenti al comune di Pagliara venissero assegnate a Roccalumera che così veniva "ripagata" per le consistenti rinunce territoriali subite a favore di San Ferdinando. Lo stesso R.D. del 1851, dispose, altresì, che la sede municipale di Roccalumera venisse trasferita da Allume alla borgata rivierasca di Botteghelle. Fu allora che Roccalumera assunse i confini che tuttora, grossomodo, ancora conserva; essendo ricompresa tra il Torrente Pagliara ed il Torrente Allume. Fu dunque a partire dal 1851 che si ebbe un grande incremento edilizio sul litorale, precisamente sulla vecchia trazzera che collegava Messina a Catania (l'attuale S.S. 114, detta anche Corso Umberto I). Molte famiglie aristocratiche di latifondisti provenienti dai paesi collinari circostanti (Pagliara, Locadi, Mandanici, Savoca, Fiumedinisi) si stabilirono lungo il corso principale del paese, edificandovi eleganti e sontuose residenze tuttora visibili; tra queste famiglie si ricordino i Mastroeni, gli Scuderi, gli Argiroffi, i Nicòtina, i Parisi, i De Luca e gli Interdonato. Insomma, si sviluppò l'abitato entro la conformazione che lo denota a tutt'oggi. Sorsero chiese, case, palazzi nobiliari e alcuni opifici dediti alla lavorazione della seta e degli agrumi ricavati negli ubertosi agrumeti locali. Roccalumera (come la vicina Santa Teresa di Riva) divenne un importante centro agricolo, artigianale ed commerciale. Tra il 1880 ed il 1914, il limitrofo comune di Pagliara risulta soppresso e inglobato a quello di Roccalumera. Durante il regime fascista, il limitrofo comune di Nizza di Sicilia venne soppresso con R.D. 655/1929 ed accorpato a Roccalumera. Nel 1948 la Regione Siciliana con la legge n. 42 separò nuovamente i due comuni satuendo definitivamente i confini attuali.

DATI RIEPILOGATIVI

Popolazione Residente 4.270 (M 2.022, F 2.248)
Densità per Kmq: 486,9
Superficie: 8,77 Kmq

CAP 98027
Prefisso Telefonico 0942
Codice Istat 083072
Codice Catastale H418

Denominazione Abitanti roccalumeresi
Santo Patrono Sant'Antonio di Padova
Festa Patronale 13 giugno

Il Comune di Roccalumera fa parte di:
Regione Agraria n. 6 - Montagna litoranea dei Peloritani

Località e Frazioni di Roccalumera
Sciglio, Allume, Contrisa, Galluffi, Cillia, Turco

Comuni Confinanti
A nord: Fiumedinisi, Nizza di Sicilia; a ovest: Mandanici; a sud: Furci Siculo, Pagliara

Il comune è gemellato con
Pembroke (Malta), dal luglio 2006

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