Palma
di Montechiaro è un comune di circa 24.000
abitanti della provincia di Agrigento. Palma oggi
è un grosso centro agricolo. L'emigrazione,
seppure in tono minore, continua verso la Germania
(settore della ristorazione) e le regioni settentrionali
italiane (settore edilizio) . Le speranze per uno
sviluppo risiedono soprattutto nelle spiaggie incontaminate
del litorale.
ORIGINI
E CENNI STORICI
La città di Palma venne fondata il 3 maggio
1637 nella baronia di Montechiaro, dai fratelli gemelli
Carlo, Barone Tomasi, e Giulio, che pochi anni dopo
gli sarebbe subentrato nel titolo. L'effettivo artefice
della fondazione fu però un potente zio dei
gemelli, Mario Tomasi de Caro, Capitano del Sant'Uffizio
dell'Inquisizione di Licata, e governatore della stessa
città, da cui provenivano anche Carlo e Giulio
Tomasi. Anche egli, insieme a suo cugino sacerdote
Carlo de Caro era presente alla posa della prima pietra
della Chiesa della Vergine del Rosario. Nel 1812 Palma
venne eletto a comune autonomo. L'11 luglio del 1943,
subito dopo lo sbarco anglo-americano in Sicilia (Operazione
Husky), la 3a Divisione estese la testa di ponte della
Settima Armata da Licata verso Ovest. La Settima Fanteria,
dopo una dura battaglia casa per casa, spinse i difensori
italiani fuori da Palma di Montechiaro. Nello stesso
tempo, il Comando Combat A e la 2a Divisione Armata,
si unirono alla 3a, fecero un attacco alla successiva
città di Naro. Subisce il 24 settembre 1943
un massacro della popolazione che protestava contro
il richiamo alle armi, da parte di alcuni reparti
militari americani. Nel dopoguerra, diverrà
terra di forte emigrazione, specie verso il nord Italia
ed i paesi dell'Europa Occidentale. Giuseppe Fava,
nel suo Mafia cita Palma come uno dei luoghi dove
la tragedia meridionale, quella che nasce secondo
lui dalla concomitanza di tre fattori, povertà,
ignoranza, assenza dello Stato, "raggiunge una
negativa prefezione".
FAMIGLIA
TOMASI
La fondazione ex novo di città nella Sicilia
del XVI e XVII secolo è fenomeno di grandi
proporzioni; nel caso di Palma, il motivo della fondazione
era una campagna di legittimazione di una famiglia
nobiliare emergente ma ancora insufficientemente radicata
nel territorio e nell'aristocrazia della Sicilia;
Il capostipite, Mario Tomasi, era giunto in Sicilia
al seguito di Marcantonio Colonna, che lo aveva nominato
Capitano d'armi di Licata, solo nel 1585. Solo il
suo matrimonio con Francesca Caro di Montechiaro aveva
segnato la sua accettazione nell'alto ceto. L'acquisizione
da parte di Carlo, Barone dal 1616, della Licentia
Populandi nel 1637 con la conseguente elevazione al
titolo di Duca di Palma, è un evidente passo
nella stessa direzione. Poco dopo Carlo Tomasi, dalla
salute fragile e da sempre attratto dalla vita religiosa,
lascia il ducato e la fidanzata Rosalia Traina, nipote
del potente Vescovo di Agrigento al fratello Giulio,
per entrare nell'Ordine dei Chierici Regolari Teatini.
La dote della Nuova Duchessa, numerosi feudi e un
largo patrimonio liquido, permettono il definitivo
consolidamento della Famiglia Tomasi nei più
alti strati dell'aristocrazia Isolana, di cui alla
fine doveva risultare tra le più durature famiglie:
è ben noto che il penultimo dei Tomasi di Lampedusa
Giuseppe, autore del Gattopardo possedeva ancora vaste
seppur sterili proprietà nella zona di Palma,
e che vi ambientò gran parte delle vicende
del suo romanzo, appena mascherandone il nome in "Donnafugata".
MONUMENTI
In città è interessante la barocca Chiesa
Madre, che si trova in cima ad una scenografica scalinata.
Sempre in centro, vicino la chiesa, si può
ammirare il palazzo Tomasi (o Palazzo Ducale). Da
vedere anche il Monastero Benedettino di Maria SS.
del Rosario, cioè il primo palazzo Ducale,
in stile barocco. In prossimità del centro
sorgono i ruderi del Complesso della chiesa di S.
Maria della Luce o Monte Calvario bisognosi di restauri.
CASTELLO
Nei dintorni, in prossimità di Marina di Palma,
si può visitare il Castello. Nella tipica e
severa architettura delle fortezze medioevali, il
castello sorse nel XIV secolo a difesa di un caricatore.
Secondo il Tommaso Fazello fu fondato da Federico
III Chiaramonte nel 1358. Passato ad altri nobili
proprietari, cambiò la denominazione da Castello
Chiaramonte a Castello di Montechiaro. Nel XV secolo
fu assegnato ai nobili de Caro e da questi ai Tomasi,
poi principi di Lampedusa. All'interno si trova la
cappella del castello, dove viene custodita la statua
in marmo della Madonna di Montechiaro, opera di Antonello
Gagini. Il maniero è stato recentemente oggetto
di un discutibile restauro.