Ispica
è un comune della provincia di Ragusa. Situata su una collina
a 7 chilometri dalla costa, Ispica dista trentuno chilometri da Ragusa
ed è situata a sud est del capoluogo; è il comune più
a sud della provincia. La città comprende unarea di impianto
settecentesco, con una maglia stradale a scacchiera e unarea di
impianto medievale con tracciati irregolari; questultima è
adiacente a una rupe dove si trovano i ruderi di una fortezza (fortilitium)
e dell'antica città. La sua costa si estende fra il comune di
Pozzallo e quello di Pachino in provincia di Siracusa. Il territorio
comunale include, a due chilometri dalla costa, l'Isola dei Porri, poco
più di uno scoglio, meta ogni estate di escursioni subacquee.
IL
LITORALE
Il litorale ogni anno richiama migliaia di turisti. Partendo dal limite
col territorio di Pozzallo, si estende per 13 Km fino al territorio
di Pachino (SR), prima con una tipologia di sabbia molto fine e dune
naturali, poi con zone alte e rocciose. Tra le zone più importanti
ricordiamo Santa Maria del Focallo, la quale prende il nome da una chiesetta
presente sulla costa andata distrutta nel terremoto del 1693, e Punta
Ciriga, caratterizzata dalla costa rocciosa, con insenature sabbiose,
e dalla presenza di faraglioni. Il litorale è stato anche protagonista
di avvenimenti storici di grande rilievo. Il più antico riguarda
la prima guerra punica, dove la flotta mandata dal Senato romano in
aiuto ad Attilio Regolo, al ritorno dall'Africa, fu colta da una
tempesta e così tutta la costa fino a Capo Pachino fu coperta
di cadaveri e navi sfasciate. Nell'età Romano-Imperiale
e Bizantina, le navi che, provenendo dalla Grecia e dall'Egitto
portavano i beni del mondo mediterraneo a Roma, facevano scalo
a Porto Ulisse, che allora doveva essere un buon porto, capace
di accogliere grandi navi. In tempi recenti l'avvenimento più
importante sicuramente è stato il 10 luglio del 1943, quando
gli alleati sbarcarono nel litorale ispicese e iniziarono la loro
marcia verso l'interno.
ETIMOLOGIA
L'etimologia del nome è incerta. Per alcuni il nome attuale deriva
dal latino gypsum, ossia "calce", riferendosi cosi alla frase
greca gupsike kaminos, ossia "fornace da calce" e collegarsi
in qualche modo con il termine Spaccaforno. Altri sostengono che il
suo nome si fa derivare dal fiume Hyspa che scorreva nella vallata,
quindi Fondo del Fiume Hyspa. Per altri ancora il termine deriverebbe
dal nome latino Speca (grotte); facendo riferimento ancora una volta
a Spaccaforno il termine deriverebbe da due voci: Spacca, derivazione
fonetica di Ispica, e Forno, voce latina adoperata per significare le
tombe a forma di forno che si trovano vicino allabitato. La spiegazione
più accettata è che l'attuale nome sia una deformazione
della locuzione greca "eis pegas", "verso le fonti"
(del fiume Busaitone che attraversa la Cava Ispica).
ORIGINI
E CENNI STORICI
Il sito dove si trova oggi la città e i suoi dintorni furono
certamente abitati fin dall'antichità, infatti in località
San Marco esistono delle catacombe paleocristiane di epoca tardo romana.
Secondo la tradizione, Sant'Ilarione di Gaza, eremita, soggiornò
a lungo nella regione, in una grotta di Cava Ispica tra il terzo e il
quarto secolo, freguentando assiduamente la chiesetta di Santa Maria
della Cava. A conferma dell'antichità del centro e della città,
in uno scudo dipindo sul portico della chiesetta, fu rinvenuta la scritta:
"Antiquam terra fieret ego sum...", adattato al passo evangelico
"Prima che abramo fosse io sono...". Le coste e in particolare
la località Porto Ulisse fu usata come porto naturale fino all'epoca
bizantina, come recenti scavi e il ritrovamento di un relitto del sesto
secolo hanno mostrato. Il primo documento che parla di un abitato chiamato
Isbacha è del 1093, in una bolla che Urbano II emanò subito
dopo la fine dell'occupazione araba della regione. In una bolla del
1169 di Alessandro III, la località era denominata Hyspicae Fundus,
per poi portare in epoca spagnola e borbonica il nome Spaccaforno fino
al 1935, quando si decise un ritorno alle origini con l'attuale nome
di Ispica. Lo storico palermitano Antonino Mongitore, nel suo Della
Sicilia Ricercata, dice che anche l'apostolo Paolo per un breve periodo,
soggiornò a Spaccaforno, il quale, non lontanto dal castello,
fece scaturire una fonte, al contatto della cui acqua i serpenti intorpidivano
e morivano. Prima del terremoto l'abitato era all'interno della cava
d'Ispica nella parte finale. Si sono succeduti i Siculi, i greci, i
romani, i bizantini, gli arabi e i normanni. Con i Normanni iniziano
le tracce scritte su Ispica. Il terremoto del 1693, segnò la
profonda trasformazione della città come di quasi tutti i centri
siciliani colpiti; la città fu trasferita nella piana al di fuori
della cava, ma la cava non fu comunque mai del tutto abbandonata. Vi
furono numerosi passaggi della proprietà del feudo di Ispica.
La dominazione saracena dura fino al 1090, quando tutta la Sicilia Sud-Orientale
fu liberata da Ruggero il Normanno. Assegnata probabilmente a qualche
suo fedele milite-barone, dopo l'età sveva ed angioina, nel primi
del 1300 era possesso del Viceconte Berengario di Monterosso, tesoriere
del regno, che la donò, intorno ai 1320, alla Regina Eleonora,
moglie di Federico II d'Aragona, e la città divenne così
proprietà del demanio regio. Il figlio di Federico, Pietro II
la concesse al fratello Guglielmo, duca d'Atene, che la lasciò
in eredità al suo maggiordomo Manfredi Lancia. Confiscata ai
suoi eredi, ribellatisi a Re Federico III il Semplice, fu occupata
nel 1367 da Francesco Prefoglio, a cui fu concessa nel 1375. Quindi
il Casale passò a far parte della Contea di Modica, diventando
possesso di Andrea Chiaramonte. Dopo la sua ribellione, il Re Martino
nel 1393 assegnò il feudo e il Castello di Ispica a Bernardo
Cabrera, il quale nel 1453 lo cedette ad Antonio Caruso di Noto, Maestro
Razionale del Regno. Nel 1493 Isabella Caruso sposa Francesco II Statella,
discendente dei Conti della Contea Statella in Fiandra, Francia. Gli
Statella furono gli ultimi, i quali ressero la città fino al
XIX secolo quando venne abolita la feudalità. La famiglia ha
segnato di gran lunga la storia della cittadina, per questo lo stemma
di comune è quello della casata con laggiunta della corona.
Dal 1812 la città fu incorporata nel distretto di Modica e nella
Provincia di Siracusa. Nel 1927, a causa dello scorporo di questa provincia,
Ispica fu assegnata alla nuova Provincia di Ragusa. Il 12 ottobre
1987 Ispica ha ottenuto il titolo di Città con decreto del Presidente
della Repubblica Francesco Cossiga dato a Roma e registrato alla Corte
dei Conti 1'11 Febbraio 1988. Aveva tutte le carte in regola per ambirvi
in quanto contava, in base al censimento del 1981, più di 14.000
residenti; veniva riconosciuto il suo immenso valore storico ed artistico;
il grande senso civico dei suoi abitanti, i quali non avevano mancato
di fornire supporto alle due guerre mondiali ed alla resistenza; aveva
assolto a tutti i pubblici servizi, quali: lArma dei Carabinieri
presente dal 1814, la Pretura dal 1829, la scuola elementare dal 1873,
la ferrovia ed il cimitero comunale dal 1894, lacquedotto dal
1912, il mattatoio dal 1929, la fognatura dal 1930, la scuola media
dal 1935 ed il Liceo dal 1944, la biblioteca comunale dal 1957. Inoltre
la vasta presenza di chiese e conventi testimoniava sensibilità
e pietà religiosa e la Cava e le grotte di S. Ilarione costituivano
un sito di grande interesse storico ed archeologico. Fra i requisiti
che favorirono laccoglimento della proposta da parte del Presidente
del Consiglio dei Ministri fu la presenza della zona di espansione residenziale
167 (Legge 18 aprile 1962, n. 167 che prevedeva disposizioni per favorire
lacquisizione di aree per ledilizia economica e popolare),
di oltre 10 km di litorale, del centro geriatrico e di tutta una serie
di servizi alla persona e alla collettività.
MONUMENTI
I monumenti principali hanno la caratteristica di essere stati costruiti
o ricostruiti dopo il devastante terremoto del 1693
Basilica
di Santa Maria Maggiore
La chiesa è a tre navate, gli stucchi sono di Giuseppe e Giovanni
Gianforma. Gli affreschi fatti intorno al 1765 sono di Olivio Sozzi
uno dei pittori siciliani più importanti del 1700. Contiene la
statua del Cristo flagellato alla colonna, salvato dal terremoto precedentemente
nella cava. La statua è simbolo di una venerazione particolare
durante la Settimana Santa. L'esterno, del secolo XVIII è stato
progettato da Vincenzo Sinatra architetto di Noto. Si compone di un
muro con 23 porte che delimita la piazza. La basilica è stata
eretta a Monumento Nazionale il 24 febbraio 1908.
Chiesa
della Santissima Annunziata
Ricostruita dopo il terremoto dal 1704. All'interno interessanti stucchi
stile rococò del palermitano Giuseppe Gianforma. Contiene alcune
opere salvate dal terremoto, come l'Adorazione dei magi e la tavola
dell'Annunciazione del 1550. Le opere erano nella chiesa omonima nel
vecchio paese di Spaccaforno distrutto che era nell'attuale parco Forza.
Contiene il Cristo con la Croce dello scultore Guarino da Noto del 700.
Una composizione di un gruppo ligneo con il Cristo e due Giudei.
Chiesa
madre di San Bartolomeo
Iniziata la ricostruzione dopo il terremoto, nel 1750 e ultimata in
150 anni. Esternamente ha una doppia scalinata che la eleva rispetto
alla piazza. La facciata propone un disegno che coniuga elementi della
tradizione tardo-barocca con elementi neoclassici. Ha un interno
semplice a tre navate divise da pilastri di ordine toscano. L'unica
opera di un certo rilievo è San Bartolomeo durante il martirio,
quadro di dimensioni notevoli.
Palazzo
Bruno di Belmonte
È il palazzo in in stile liberty più importante della
provincia di Ragusa ed è sede comunale. Fu progettato da Ernesto
Basile, architetto palermitano, dal 1906. Si notano le sue imponenti
dimensioni ed assetto, che torreggiano come fosse un castello.
CAVA
ISPICA
La Cava Ispica è costituita di una serie di abitazioni rupestri.
Preesistenti alla colonizzazione greca, furono usate fino al secolo
scorso. In Sicilia è chiamata cava la valle, di solito profonda,
scavata dall'erosione dell'acqua. Quella di Ispica è la più
importante della Sicilia orientale, è lunga 13 chilometri ed
è divisa fra tre comuni: per circa due terzi si estende in territorio
di Modica, poi di Ispica e Rosolini. È stata abitata fin dalla
preistoria e al suo interno si sovrappongono, a volte con distruzioni
e a volte nel rispetto dei precedenti strati, le tracce di tutte le
popolazioni che si sono stabilite in zona. La valle è attraversata
da un torrente, che si chiama Pernamazzoni all'entrata e Busaitone all'uscita.
PARCO
ARCHEOLOGICO DELLA FORZA
Situato nella bassa cava d'Ispica, nei pressi dello sbocco sud-est,
è la corruzione volgare di Fortilitium, ossia piccola fortezza.
Infatti, in questo sperone roccioso, sorgeva un castello, dimora della
famiglia Statella. Ai suoi piedi invece era situato l'antico centro
di Spaccaforno, distrutto, insieme al Fortilitium, nel terremoto dell'
11 Gennaio 1693. Segni evidenti della presenza dell'uomo alla Forza
si hanno a partire dalla prima età del bronzo così come
testimoniano alcuni reperti ceramici trovati vicino l'attuale ingresso.
Il parco è raggiungibile anche tramite le centoscale ricavate
nella roccia, in cui sono visibili tracce degli affreschi di età
bizantina e di numerosi sepolcri.
CATACOMBE
SAN MARCO
Le catacombe di San Marco, a due chilometri dal centro abitato costituiscono
una testimonianza della presenza cristiana nel territorio in epoca tardo
romana. È il secondo cimitero dell'isola per dimensioni.
MANIFESTAZIONI
RELIGIOSE
A Ispica assumono una particolare importanza le feste religiose, vista
la presenza di due confraternite particolarmente attive, una volta antagoniste
ed in competizione. La Settimana Santa a Ispica è la manifestazione
religiosa-laica più importante: Il Giovedì Santo è
la festa dei Cavari. Inizia alle due di notte con la Via Crucis che
parte dalla chiesa di Santa Maria della Cava (scavata nella roccia)
e, in processione, si arriva a Santa Maria Maggiore, dove per tradizione
si svolge l'apertura delle porte della basilica ('a raputa re porti).
Da questo momento inizia il pellegrinaggio al Cristo alla Colonna (u
patri a culonna) con pezzi originari del 730, il quale viene portato
in processione nel pomeriggio dello stesso giorno fino a tarda notte.
Il Venerdì Santo i "nunziatari" vanno in processione
con il Cristo con la Croce (u patri a cruci). Nella mattinata, nella
chiesa dell'Annunziata inizia la cerimonia. La processione si svolge
nel pomeriggio con la caratteristica cavalleria romana. La processione,
passa davanti la chiesa di Santa Maria Maggiore, dove si ha l'incontro
tra il Cristo e l'Addolorata. Dopo questa pausa religiosa il Santissimo
Cristo col la croce continua il suo pellegrinaggio per le vie della
città, portato a spalla dai suoi devotissimi, numerosi di anno
in anno. Questo percorso è importantissimo per i numerosi disabili
e ammalati che vedono in Cristo con la croce la possibile salvezza della
loro anima. A Pasqua in questo giorno di festa si hanno due momenti
culminanti:il primo è il suggestivo incontro del Santissimo Cristo
Risorto della Basilica della Santissima Annunziata con la Madonna, la
seconda è l'entrata in chiesa Madre del Cristo stesso. Durante
l'incontro alla Madonna viene fatto cadere il manto, e, dopo una breve
corsa, viene fatta inchinare in un atto di omaggio simbolico al Figlio
fra spari di mortaretti e liberazione di colombe. A Natale l'evento
di maggiore attrazione turistica è il Presepe Vivente realizzato
nello spettacolare scenario del Parco Forza di Cava d'Ispica. I festeggiamenti
in onore di Maria SS. Assunta in cielo si svolgono nella Basilica Santa
Maria Maggiore il 15 agosto con la processione del simulacro, con la
partecipazione di Confrati e Fazzoletti Rossi. Nella serata in piazza
Regina Margherita spettacolo musicale e a conclusione i tradizionali
fuochi d'artificio.
I festeggiamenti in onore del beato Papa Gionanni XXIII (il papa buono)
si svolgono nella Basilica della Santissima Annunziata nel periodo di
Ottobre, con le Santissime messe liturgiche e i festeggiamenti che si
svolgono nella piazza antistante la chiesa. Durante questi si possono
assaggiare i tipici prodotti siciliani e della zona (ricotta calda,
caldarroste, salsiccia, pizza e altri prodotti tipici). La serata è
sempre intrattenuta grazie all'esibizione di prestigiosissimi gruppi
musicali. Appuntamento di rilievo è la festa patronale in onore
della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo che si svolge nel Santuario
Parrocchia Madonna del Carmine la Domenica successiva il 16 luglio.
La mattina il corteo delle Autorità Civili e Militari, guidato
dal Sindaco, si muove verso il Santuario per lomaggio floreale,
la consegna del cero votivo e delle chiavi della città alla Patrona.Segue
successivamente la processione per le vie della città.
MANIFESTAZIONI
ESTIVE
CAROTISPICA - Sagra della Carota Novella. Nel mese di giugno vengono
dedicati tre giorni alla carota novella di Ispica tra Convegni, spettacoli
e gastronomia, tutto rigorosamente a base di carota novella.
ZAGARA E RAIS - Convegni, mostre, concerti ed altri appuntamenti culturali
all'insegna dello scambio e dell'integrazione fra i Paesi che si affacciano
sul Mar Mediterraneo. L'evento, che si svolge a fine Luglio, è
patrocinato dal Ministero degli Affari Esteri, organizzato da LArco
e la Fonte con il sostegno degli Assessorati Regionali al Turismo
e ai Beni Culturali.
LA NOTTE DEI SAPORI - 3^ Edizione 2007. Manifestazione di arte, cultura,
tradizioni e degustazioni nel magnifico scenario del parco archeologico
della forza, Cava Ispica.
Nella prima quindicina di Agosto i giovani dell'arciconfraternita di
Santa Maria Maggiore organizzano nella piazza della Basilica il Palio
dellAssunta, con giochi di squadra in acqua, finendo poi
il 15 di Agosto con i festeggiamenti in onore di Maria Santissima Assunta.
Note di Notte FESTIVAL. Itinerario musicale attraverso la provincia
di Ragusa sulle vie del jazz, della canzone dautore, della musica
etnica e di quella classica contemporanea.
Sagra "'ra Tunnina"
Sagra delle cozze
Sagra del gelato
Festa dell'Uva