Gibellina
è un comune della provincia di Trapani in Sicilia.
Gibellina nuova è una cittadina sorta dopo
la distruzione di Gibellina provocata dal Terremoto
del Belice, con il contributo di numerosi artisti.
A seguito del terremoto, Gibellina subì un'emorragia
di abitanti, in quando molti cittadini decisero di
emigrare altrove a causa dell'assenza di reali opportunità
lavorative. Per questa ragione la demografia del paese
ne risulta vistosamente influenzata. Oggi Gibellina
ha assunto un valore artistico straordinario. Esempio
ne sono la Chiesa Madre di Ludovico Quaroni, i Giardini
Segreti di Francesco Venezia, la Porta del Belice
di Pietro Consagra, Piazza XV Gennaio 1968 con la
Torre Civica-Carrilion di Alessandro Mendini, il Sistema
delle piazze (di Laura Thermes e Franco Purini), il
Monumento ai Caduti, etc. Tuttavia il suo valore artistico
si scontra con la realtà di una città
fuori dai circuiti turistici e pertanto del tutto
sottovalutata. Gibellina è oggi un museo "all'aria
aperta", cioè un luogo in cui l'arte si
fonde con la quotidianità, in cui si miscelano
il vivere giornaliero con la cultura profonda delle
sue opere.
ETIMOLOGIA
Il nome deriva dall'arabo Gebel (Montagna, Altura)
e Zghir (Piccola): il nome completo significa, pertanto,
"piccola montagna", "piccola altura".
DA
VEDERE
Diverse sono le opere da visitare: il museo d'arte
contemporanea annovera fra gli altri quadri di Mario
Schifano, Renato Guttuso e altrettanti famosi artisti
italiani ed internazionali. Lo scultore che ha lasciato
un segno tangibile alla nuova Gibellina è Pietro
Consagra con la Stella del Belice una scultura alta
24 metri alle porte della città. Sempre di
Consagra sono il meeting e il portale d'ingresso dell'orto
botanico. Oggi il meeting è un bar, ma era
stato progettato con l'idea di farne un museo. La
porta dell'orto botanico ha la forma di un portale
gigante lungo circa 400 m Ludovico Quaroni ha edificato
la splendida Chiesa Madre (progetto: 1970-1972, realizzazione:
1985[2]) considerato forse il monumento per eccellenza.
IL
MUSEO D'ARTE CONTEMPORANEA
La collezione d'arte contemporanea di Gibellina si
forma attraverso il contributo di numerosi artisti
fra i più importanti del panorama nazionale
ed internazionale. Bisogna in primis considerare che
la città di Gibellina nasce da una scommessa
culturale interessata contemporaneamente ai problemi
abitativi ed al contributo degli artisti. Fra i primi
artisti ad aderire all'appello del sindaco di allora
Ludovico Corrao risposero proprio gli artisti siciliani:
Pietro Consagra, Carla Accardi ed Emilio Isgrò.
Pian piano aderirono altri artisti tra cui anche Mario
Schifano, Giulio Turcato, Arnaldo Pomodoro, Gino Severini,
Alighiero Boetti, Fausto Melotti, Giuseppe Uncini,
etc. Il Museo d'Arte Contemporanea, da sempre attento
alle nuove tendenze, in questo momento ricco di nuove
sollecitazioni tese alla formazione di nuove collezioni,
si pone come elemento di aggregazione e di stimolo
in un ambiente che ha come rischio più grosso
la parcellizzazione delle iniziative che spinge spesso
verso l'isolamento culturale. Fin dal suo esordio,
avvenuto nel 1980, grazie alla donazione Nino Soldano,
il museo di Gibellina ospita una ricca collezione
che contiene ad oggi più di 1800 opere fra
dipinti originali, grafiche, sculture. Le opere sono
collocate all'interno della sede del museo e lungo
le vie cittadine e sono costituite da esempi di pittura,
scultura ma anche di architettura come la Casa del
Farmacista e il Sistema delle Piazze di Franco Purini
e Laura Thermes, l'Edificio Comunale di Vittorio Gregotti,
Giuseppe e Alberto Samonà, la Chiesa Madre
di Ludovico Quaroni, il grande Spazio Urbano di O.
M. Unghers che costituisce l'ingresso al Teatro di
Pietro Consagra. La collezione permanente occupa gran
parte dello spazio espositivo dell'edificio museale;
le opere sono state sistemate secondo un allestimento
ordinato sulla base di una collocazione che segue
l'impostazione del catalogo del museo dalla A alla
Z; una sala del museo è stata dedicata all'artista
Mario Schifano ed un'altra sala invece ai bozzetti
delle opere architettoniche ed artistiche presenti
en plein air. A causa dei ristretti spazi espositivi
un grande numero di opere viene conservato negli ampi
magazzini adiacenti; ciclicamente queste opere vengono
esposte al pubblico negli spazi dedicati alle esposizioni
temporanee. Tutte le opere presenti al museo provengono
da donazioni o acquisizioni realizzate attraverso
la programmazione di eventi espositivi. All'interno
del museo è presente un auditorium in cui si
svolgo spesso attività teatrali e musicali;
una biblioteca con una sezione specialistica inerente
l'arte contemporanea. Nel 2004 è stata istituita
la sezione MAD, ovvero Museo-Laboratorio delle Arti
Decorative, in cui vengono svolte di tanto in tanto
esposizioni didattiche con le accademie siciliane.
Nel novembre del 2009 è stata costituita le
sezione didattica Di.Gib.art. - Gibellina didattiche
per il contemporaneo, diretta da Giuseppe Maiorana.
DA
VEDERE INOLTRE
Gibellina nuova nasce da una disperazione, da una
tragedia, da un terremoto i cui resti sono ancora
visibili, in parte sotto il Cretto di Alberto Burri,
gigantesco monumento della morte che ripercorre le
vie e vicoli della vecchia città. Esso infatti
sorge nello stesso luogo dove una volta vi erano le
macerie, attualmente "cementificate" dall'opera
di Burri. Dall'alto l'opera appare come una serie
di fratture di cemento sul terreno, il cui valore
artistico risiede nel congelamento della memoria storica
di un paese. Il cretto è una tra le opere d'Arte
Contemporanea più estese al mondo.
IL
BAGLIO DI STEFANO E LA FONDAZIONE
Il complesso della dimora baronale Di Stefano è
stato ricostruito nel 1995 su progetto di Marcella
Aprile, Roberto Collovà, Teresa La Rocca, Ettore
Tocco, Valentina Acierno, Alessandro D'Amico, Stefano
Marina, L. Raspanti e Lorenzo Salon. Antistante il
baglio si trova La Montagna di sale di Mimmo Paladino,
un monumento che rappresenta una montagna bianca con
dei cavalli neri caduti. Essa era una scultura preparata
per una delle rappresentazioni teatrali, posta poi
in maniera definitiva a simbolo della città.
Il baglio Di Stefano ospita attualmente il Museo delle
Trame Mediterranee, con una collezione di oggetti
d'arte, gioielli, ceramiche e tessuti provenienti
da Sicilia, Tunisia, Palestina, Albania, Algeria,
Spagna, Marocco. Il baglio ospita inoltre una biblioteca,
che raccoglie i fondi del Centro di Documentazione
Orestiadi e la collezione "Giuseppe Nenci-Centro
studi e documentazione sull'area elima", ed è
sede dell'Istituto di Alta Cultura Fondazione Orestiadi
Onlus.
IL
MEETING
Il Meeting è una scultura-monumento realizzata
da Pietro Consagra, inizialmente destinata a museo
oggi ospita un gigantesco bar.
LA
CHIESA MADRE
Nel 1970 Ludovico Quaroni riceve l'incarico per la
progettazione della Chiesa parrocchiale di Gibellina
sulla sommità di una leggera collina. Nel punto
più alto del paese. Il progetto è completato
nel 1972 insieme a Lucia Anversa. La geometria della
chiesa di Gibellina rappresenta comunque una novità,non
solo nello schema tipologico dell'edificio e nel suo
rapporto con il luogo, ma anche nel linguaggio per
le forme architettoniche. Le varie funzioni sono raccolte
e distribuite all'interno di un parallelepipedo a
base quadrata di circa 50 metri di lato, ulteriormente
diviso in moduli e sottomoduli, mentre il centro simbolico
e geometrico del monumento è una grande sfera
liscia, di cemento che costituisce un riferimento
puntuale del sacro. I lavori iniziarono nel 1985 e
mai finiti. Il 15 agosto 1994 crolla la copertura
del tetto, fortunatamente senza provocare vittime.
L'inchiesta ha portato all'invio di avvisi di garanzia
per il direttore dei lavori. I lavori di restauro,
iniziati nel 2002, sono stati ultimati all'inizio
del 2010. Il 28 marzo 2010, in occasione della Domenica
delle Palme, con una grande festa di inaugurazione
è stata riconsegnata ai fedeli. Resta da ultimare
il mosaico in tasselli d'oro previsto dietro l'altare
all'interno della sfera.
PIAZZA
DEL COMUNE E TORRE DELL'OROLOGIO
La piazza del comune è circondata da un portico
realizzato da Vittorio Gregotti e Giuseppe Samonà,
mentre all'interno si trovano delle ceramiche decorate
da Carla Accardi e un'opera di Arnaldo Pomodoro. Al
bordo della piazza si trovano delle sculture di metallo
bianco ossia la Città di Tebe di Pietro Consagra,
la scultura in travertino Città del sole di
Mimmo Rotella e La torre di Alessandro Mendini. Realizzata
nel 1988, la Torre dell'orologio è alta una
dozzina di metri ed è formata da due "ali"
multicolori. Quattro volte al giorno dalla torre si
sente un corncerto di voci che ricorda il disastro
del terremoto.
LA
VALLE DEL BELICE
Lintera zona della Valle del fiume Belice, in
cui molte cittadine furono distrutte dal terremoto
del 15 gennaio 1968, risorge oggi lucente e piena
di incantevoli siti da visitare e percorrere, in un
tripudio di arte, mito, legenda e splendore. Diverse
le località da vedere nella zona, che si trova
a circa 40 minuti da Trapani.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Secondo Tucidide e Diodoro Siculo Gibellina venne
fondata prima dell'anno II della V Olimpiade (759
a.C.), prima cioè degli insediamenti greci
in Sicilia. Ampliata (e secondo alcuni storici fondata)
dagli Arabi nell'Alto medioevo, il centro medioevale
si formò intorno nel secolo XIV intorno al
castello edificato da Manfredi Chiaromonte. Dopo il
terremoto e le devastazioni, fu lentamente avviata
la ricostruzione del paese. Ma invece di riedificare
nelle vicinanze dell'antica Gibellina essa fu ripresa
una ventina di chilometri più a valle. La scelta
del sito avrebbe potuto seguire la logica della vicinanza
alla costruenda autostrada sino a Mazara del Vallo,
se non fosse che il terreno di nuova edificabilità
era dei fratelli Ignazio e Nino Salvo, boss della
mafia. Gibellina nuova sorse quindi sul territorio
del comune di Salemi, in località Salinella,
a seguito di una votazione del consiglio comunale.
Per la ricostruzione della cittadina l'ex sindaco
della città Ludovico Corrao ebbe l'illuminata
idea di umanizzare il territorio chiamando
a Gibellina diversi artisti di fama mondiale come
Pietro Consagra e Alberto Burri che riempirono la
città nuova di opere d'arte. All'appello risposero,
altresì, Mario Schifano, Andrea Cascella, Arnaldo
Pomodoro, Mimmo Paladino, Franco Angeli, Leonardo
Sciascia. La città divenne subito un immenso
laboratorio di sperimentazione e pianificazione artistica,
in cui artisti e opere di valore rinnovarono lo spazio
urbano secondo una prospettiva innovativa.